giovedì, luglio 02, 2020
Tav Falco
Foto: Giuseppe Sangirardi
Foto: Maria Freitas
Riporto l'articolo scritto per "Libertà" la scorsa domenica.
Cosa proietta un musicista nell'Olimpo della storia del rock?
La creatività che porta nelle classifiche o nella sempre più ampia lista degli album imperdibili, il virtuosismo strumentale o vocale, una vita di eccessi con morte prematura, spettacoli oltraggiosi o pirotecnici?
C'è chi invece l'Olimpo lo ha visto solo con il binocolo ma nella storia del rock non deve mancare. Tav Falco ad esempio.
Perché?
Perché Tav ha stile.
Uno stile inimitabile, unico, improntato al più ampio eclettismo ma allo stesso tempo a rigidi riferimenti musicali e culturali. Fedele alle icone note e allo stesso tempo più oscure del rock 'n' roll, amante di musiche per cultori ed esperti ma sempre incredibilmente attuale e moderno.
Un incrocio tra una star del rock n roll degli anni 50, un ballerino di tango, un personaggio cinematografico (piacerebbe tanto a Quentin Tarantino e Jim Jarmusch), un cantante rhythm and blues, con un'attitudine punk ribelle, da cui emerge una personalità unica. Che ha (evidenti) origini italiane come conferma in una lunga intervista a cui si é sottoposto molto volentieri con disponibilità e loquacità:
“Per me l'Italia è la Patria, e lo sarà sempre. I miei genitori sono immigrati dalla Puglia e dalla Sicilia oltre 100 anni fa.
L'Italia è la culla della civiltà occidentale e l'epicentro culturale di tutta l'Europa.
Parigi era un villaggio quando Venezia era una fiorente metropoli. Arte, architettura, musica, letteratura, teatro e cinema italiani hanno ispirato il mondo.
Se si dovesse togliere ciò con cui l'Italia ha contribuito, il 90% della cultura occidentale scomparirebbe. La lingua italiana è la più bella e poetica di qualsiasi lingua parlata o scritta.
Sentendo i suoi toni melodici e dorati si capisce perché l'italiano è la lingua dell'amore.”
L'inizio della sua carriera artistica risale ai primi anni 70, quando, giovanissimo, si sposta da Filadelfia a Memphis e incomincia a lavorare in ambito video e in performance varie. Nel 1978 un suo concerto, che finisce con lui che taglia una chitarra con una sega elettrica, entusiasma Alex Chilton, musicista di culto, che decide di produrlo e suonare con lui.
Le prime esibizioni sono a base di un rock 'n' roll misto a rhythm and blues, suonati in modo primitivo e sgangherato.
Alla fine di uno di questi concerti la prestigiosa etichetta londinese Rough Trade mette sotto contratto i Tav Falco's Panther Burns.
Il primo album, “Behind magnolia curtain”, diventa un classico con un sound nuovo che attinge dal tradizionale ma si propone in chiave punk. Tav spiega al meglio il suo approccio:
“Ho suonato in quasi tutti i locali punk, da una costa all'altra, in tre continenti. Ho sempre avuto un problema con il termine punk.
Oltre a quello che conosciamo, potrebbe significare fai-da-te. Fallo da solo ... e io sono certamente quello.
Anche se non sai cosa stai facendo, saltaci dentro e poi cerca di uscirne.
Prima o poi scoprirai cosa stai facendo, anche se sei cieco come me. La cosa importante non è la risposta, forse nemmeno il risultato.
E' la domanda che è importante.
L'idea. Io sfido le categorie predefinite.
Punk é un termine utile per le altre persone, principalmente per i giornalisti che aiutano a esprimere le loro percezioni ai loro lettori.
Poiché i nostri concerti evocano la danza, direi che suoniamo musica che incrocia vari generi, musica da ballo psichedelica.”
La sua carriera musicale é proseguita attraverso album che hanno esplorato una larga gamma di generi, sempre riconducibili al suo amore per gli anni 50 ma che hanno saputo essere ogni volta originali e sorprendenti.
Ad esempio nello stupendo “Shadow dancer” del 1995 eccolo riprendere due piccoli classici della canzone pop italiana come “Guarda che luna” di Fred Buscaglione e “Quando vedrai la mia ragazza” di Little Tony (peraltro in perfetto italiano).
La sua discografia é colma di 45 giri, album dal vivo e altre incisioni, stampate sia in Europa che in Usa. E i suoi tour, che attraversano l'America e spesso toccano il nostro continente, non si contano. Ma Tav é un artista a 360 gradi che ha spesso partecipato a film, cortometraggi, varie situazioni artistiche, ha scritto libri e che ha visto cambiare tendenze e modalità di fruizione della musica nel corso dei decenni.
“La musica, intesa come suono e vibrazione, non é cambiata, ma le tendenze vanno e vengono secondo i gusti e la psicologia di massa. I generi si contraggono e si espandono. Non c'è nulla di sacro nella musica. Un genere prende in prestito da un altro. Il musicista, qualsiasi musicista, è un ladro.
Niente esiste nel vuoto.
Indipendentemente dalle tendenze, dalle nuove tecnologie, dalle armonie, la musica che proviene dall'anima e dai ritmi e melodie dell'anima, attirerà sempre un pubblico. Coloro che non sono attratti hanno perso parte della loro anima.
Ci sono fattori determinanti per la musica o qualsiasi forma d'arte che si trasformano da uno stadio o periodo al successivo.
Il fattore principale è il linguaggio formale, sotterraneo, gergale, in continua evoluzione, così come i contorni politici e la mente inconscia collettiva delle masse che si sono evolute fino al punto post-esistenziale dove siamo oggi.
Ovviamente, l'intera gamma di emozioni gioca in questa evoluzione / rivoluzione a seconda dei tempi.
Gruppi come il nostro sono semplicemente dei viaggiatori che riflettono i pensieri e le vite dei tempi, proprio come sempre dall'inizio, quando ad esibirsi erano i menestrelli.”
La sua é stata una scelta artistica e di vita radicale. Quella che porta a percorrere un cammino che fin dall'inizio si sa che sarà difficile, pieno di rinunce, delusioni commerciali e che ti lascia perennemente ai margini del mainstream.
Però comunque felice e soddisfatto.
Solo così può essere adamantino nella risposta quando gli chiedo quanto è dura vivere facendo il musicista.
-”Quanto è difficile? O quanto è facile? Imparare a suonare uno strumento è impegnativo e richiede un certo grado di disciplina, ma non più di altre forme d'arte.
Le prestazioni dovrebbero apparire senza sforzo. Tuttavia non sono riuscito a imparare la tablatura per suonare la chitarra, ma continuo a provarci. C'è una leggera consolazione nel fatto che Frank Sinatra non "leggesse" la musica, ma conosceva gli intervalli delle scale jazz. Ciò che è impegnativo e ciò che può diventare un disagio è la vita in tour, specialmente quelli lunghi. Uno deve essere pieno di risorse di mente e corpo per resistere.”
E allora perché uno incomincia e continua a fare il musicista?
“Non è facile rispondere.
Nel mio caso, sono stato e sono naturalmente attratto dalla sua astrazione emotiva, dalla sua armonia e anche dalla sua dissonanza, specialmente quando la musica viene eseguita dal vivo.
Mi sono ispirato a come si colora lo spirito; a come può evocare subito demoni e angeli; come può essere epico o intimo; da come la musica può suscitare la mente inconscia, che è dove dimora la nostra creatività.
Sono affascinato dalla visione di Orfeo, che è sceso negli inferi con la sua lira per incantare Euridice al fine di riportarla alla luce.
I miei inizi come musicista sono stati motivati da una sorta di disprezzo.
Frustrato come aspirante fotografo e regista che lavora a Memphis, è diventato evidente che le mie idee e i miei interessi non erano praticabili in quella città fluviale - troppo marginale, troppo all'avanguardia, troppo di sinistra e troppo incendiaria. Così come molti che sono venuti prima di me - alcuni con le loro frustrazioni - ho preso una chitarra elettrica che avevo comprato da un vicino per 5 dollari e ho iniziato ad accordare il diavolo a sei corde. Prima ho imparato a suonare un rudimentale blues che ho imparato da RL Burnside. Da lì ho raggiunto altri generi nel mio modo primitivo.”
Avevo già suonato nei primi anni 90 prima di Tav Falco con la band di Lilith.
Così quando aprii un mio locale, il “Beethoven” di via Sopramuro, non esitai ad organizzare una data per lui. Preferì dormire a casa mia invece che in albergo, fu affabile e amichevole e alla fine del concerto improvvisammo una breve session con altri musicisti locali.
Successivamente ha composto per Lilith and the Sinnersaints un brano per l'album "The Black Lady And The Sinner Saints" il brano "Secret Rendez Vous".
“Sono stato vostro ospite, non lontano da dove nacque Giuseppe Verdi. Suonai in questo piccolo locale e fu uno show rumoroso, disordinato e stridulo.
Suonai da solo ed é sempre molto difficile gestire una cosa del genere. Ricordo di aver parlato un po' con un americano che viveva a Piacenza”.
Tav Falco, personaggio unico, da scoprire, seguire, amare.
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