martedì, febbraio 21, 2012
Black Power: Stevie Wonder
Soul, rhythm and blues, pop, funk, reggae e jazz.
Voce inconfondibile, capacità compositive eccelse, tecnica sopraffina come tastierista e armonicista, gusto e personalità uniche.
L'apporto di STEVIE WONDER all’evoluzione della black music, soprattutto negli anni 70 è importantissimo.
Già sull’onda del successo da giovanissimo con il nome di LITTLE STEVIE WONDER con cui, a 12 anni, incide nel 1962 “A tribute to Uncle Ray” (splendida raccolta di covers dell’idolo Ray Charles) e il jazzato “The jazz soul of Little Stevie” a cui fa seguito il fortunato live "The 12 Year Old Genius".
Dopo una breve pausa torna con il nome STEVIE WONDER e inanella una serie di successi a base di torrido rythm and blues come “Uptight” o “Nothing’s good to my baby”, di delicato soul come la bellissima “My cherie Amour” del 1966 o di sapiente riproposizione di un classico dei Beatles come “Wa can work it out”.
Slegatosi dalla Motown fonda una propria etichetta la Black Bull Music e sfrutta la label di Detroit per la distribuzione, incominciando a gestire in toto la propria musica e carriera.
Dal 1972 al 1980 sforna un capolavoro dietro l’altro, riscrivendo la black music (al pari di personaggi come Marvin Gaye con il suo “What’s goin on” o Curtis Mayfield e Sly and the Family Stone.
Stevie produce, compone e suona quasi tutto, introducendo elementi folk, blues, jazz, reggae, rock, gospel, sapienti arrangiamenti orchestrali, affiancati a funk, soul e rythm and blues.
“Music of my mind” (1972), “Talking book” (1972), “Innervisions” (1973), “Songs in the key of life” (1976) sono i capolavori dell’epoca ma anche "Fulfillingness' First Finale" (1974), "Looking Back" (1977) e lo strumentale, ambizioso e quasi sinfonico "Journey Through The Secret Life Of Plants" (1979) sono lavori di altissimo livello.
“Hotter than July” (1980) con la fortunatissima “Master Blaster” sancisce il ritorno a sonorità più pop e meno sperimentali e di fatto chiude l’epoca delle opere più significative di Wonder che d’ora in poi diraderà le uscite, spesso limitate ad eleganti opere di maniera, nonostante il successo planetario.
Wonder non ha mai lesinato il suo impegno a livello sociale battendosi per i diritti dei neri, contro il razzismo, contro le ingiustizie.
Dischi consigliati
UPTIGHT
Perfettamente rappresentativo del primo periodo con brani R&B d’eccellenza (da “Uptight” a “Love a gogo, “Nothing’s good for muy baby”) e la riuscita cover di Dylan “Blowin in the wind”.
TALKING BOOK
Basterebbero la super funky hit di “Superstition” o la celebre soul ballad “You’re the sunshine of my life” ma c’è anche tanto altro a partire dall’incantevole “Big brother”
INNERVISIONS
Brani come la celebre “Golden Lady”, il funk solare di “Living in the city” e quello anfetaminico di “Higher ground”. Groovy !
SONGS IN THE KEY OF LIFE
L’indiscutibile capolavoro di Wonder e tra i migliori esempi di black music e non solo.
Si sperimenta a tutto campo e da “Sir Duke” alla celebre “Isn’t she lovely?” sono quattro facciate a cinque stelle.
HOTTER THAN JULY
Forse non uno dei suoi migliori ma rappresentativo della fine di un’epoca di progressione artistica e l’inizio di un periodo apertamente commerciale e pop. A partire dalla super hit reggae “Master Blaster”
THE DEFINITIVE COLLECTION
Per chi non si vuole troppo addentrare nel Wonder mondo ci sono sempre fior di compilations che ne restituiscono comunque ampi lampi di genio pur senza la continuità di un album concepito ad hoc.
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Qui siamo al top del top! Secondo me tee sei soffermato poco sulla "voce". Stevie (insieme a Donny Hathaway) ha inventato uno stile che è poi diventato uno studio didattico per generazioni di nuovi talenti. Credo che una buona metà dei nuovi soul singer si siano ispirati unicamente a lui. Un Genio!
RispondiEliminaSi è vero ma lui è talmente TANTO e TROPPO che non sai dove e come esaltarlo !
RispondiEliminadi lui mi ricordo anche la bellissima Stay Gold che era la canzone portante della colonna sonora de I RAGAZZI DELLA 56esima STRADA di Coppola
RispondiEliminacharlie
D'accordo, e aggiungerei anche Fulfillingness First Finale :)
RispondiEliminaDa qualche parte la RAI dovrebbe avere il filmato del breve tour italiano del 1967: anno in cui incise alcuni nella nostra lingua ("Il sole è di tutti" fu uno dei primi 45 giri che facevo girare sul mangiadischi)
RispondiEliminatempo fa ne vidi qualche stralcio su RAI 3 ma non so se si trovi completo.
Anch'io l'ho visto. Un filmato al Piper di Roma.
RispondiEliminaUltimamente ho riscoperto "Fullfillignes first finale", un album considerato minore a torto. Pensa in quanti ci camperebbero adesso.
RispondiEliminaovviamente partecipo anchio agli elogi. 'songs in the key of life' è stato uno degli album piu ascoltati nei miei anni liceali, quando era una uscita 'contemporanea'.
RispondiEliminain seguito sono andato a ritroso con quelli usciti nei 60s.
anchio 'chiuderei' con hotter than july, da metà anni 80 in poi acquistai anche le sue cose nuove, ma il suono era tutto digitalizzato (lui "suonava" tutto su quei dischi, dalla drum machine ai sequencers, synths etc) e sono pressochè inascoltabili adesso, per me ovviamente
Dopo Hotter è cambiato radicalmente e a parte qualche cosina qua e là non sse ppo' ascoltà.
RispondiEliminaGrandi le cose 60's.
Il Capitano dice cazzate!!!
RispondiEliminaHa fatto cose belle anche recentemente, dalla colonna sonora di Woman in Red, In Square Circle, Jungle Fever a Time 2 Love (ostia!). Gli arrangiamenti risentono delle diverse ere, d'accordo, ma di porcherie non ne ha mai fatte.
Infatti purtroppo risente, bontà sua, di aver fatto quei tre o quattro capolavori di fronte ai quali poi è un casino accettare proposte qualitativamente al di sotto.
RispondiEliminaWoman in Red è proprio uno di quegli album ai quali mi riferivo. Forse all'epoca la produzione era 'contemporanea' ma non ha 'sopportato il test del tempo' come dicono gli inglesi. Ovviamente non ha mai fatto porcherie....ma ....'I just called to say I love you'.... my god....
RispondiEliminaProprio un numero 1!!!
RispondiEliminaUna vena compositiva incredibile, concordo fino a Hotter than July, ironicamente Master blaster è il pezzo che me lo fece conoscere, poi anch'io come il capitano andai a ritroso. As e Uptight (anche coverizzata) tra i miei top. Superstition fenomenale.Ho anche un suo pezzo in italiano (Passo le mie notti qui da solo), credo si ail titolo