giovedì, gennaio 31, 2019
Gennaio 2019. Il meglio
In lizza per entrare nella Top del 2019 ci sono già Specials, The Beat, Joe Jackson, Juliana Hatfield, Piaggio Soul Combination, Giulio Casale, I Hate My Village e London Underground.
SPECIALS - Encore
L'ultimo album in studio risale al 2001, questo nuovo lavoro arriva quasi inaspettato e segna il ritorno su disco del primo cantante Terry Hall a fianco del bassista e chitarrista originari, oltre a Steve Cradock, direttamente dalla band di Paul Weller.
Chi si attende un disco a base di ska e ritmi caraibici resterà deluso
Non manca qualche esplicito omaggio alle origini ma ENCORE è un viaggio più dettagliato e ampio nella black music con vari brani in chiave reggae, dub, funk e soul.
Valga ad esempio la riuscita cover di un funk pulsante come l'introduttiva "Black skin blue eyed boys" degli Equals.
Testi profondi, a sfondo sociale e politico, combattivi e riflessivi, un eccellente album.
Nella versione deluxe anche un bellissimo live con una decina di classici.
THE BEAT feat. RANKING ROGER - Public confidential
La band di "Mirror in the bathroom" è divisa da anni in due tronconi: da una parte i Beat di Dave Wakeling, dall'altra quelli di Ranking Roger. Che torna con un eccellente album (aiutato anche dal figlio e da Oscar Harrison degli Ocean Colour Scene tra gli altri) in cui rivive il classico groove originale degli 80's tra dub, ska, reggae, skank e varie contaminazioni.
Brani riuscitissimi, produzione eccellente, grande album.
JOE JACKSON - Fool
Sempre un po' defilato ma costantemente originale e personale, Joe Jackson ha costruito una carriera eclettica in cui si è spostato a suo piacimento in svariati ambiti sonori. Il nuovo album è un eccellente sunto della sua verve compositiva, arricchito da un'energia e una freschezza quasi inaspettate.
Otto brani, 40 minuti di musica, lavoro molto bello e ispirato.
JULIANA HATFIELD - Weird
Una delle migliori compositrici in circolazione (da parecchio tempo, questo è il 17° album + una decina con varie band) da Boston, Usa, ci regala un nuovo prezioso gioiello, come sempre in perfetto equilibrio tra melodia, rabbia, disagio, ostilità, insoddisfazione, amara dolcezza, stupende e malinconiche ballate di gusto post adolescenziale, grintosi garage rock, un po' di Paisley, indolenti grunge songs. Come sempre ai vertici delle mie preferenze.
STEVE GUNN - The unseen in between
Per chi non ha dimenticato la splendente stagione del PAISLEY UNDERGROUND resterà affascinato dal quarto album del cantautore americano, che veleggia tra folk rock, trame psichedeliche, canzoni lievi che ti cullano con un incedere ritmico indolente e ipnotico.
Preferivo il precedente "Eyes on the lines" ma anche in questo caso siamo ad altissimi livelli.
MICHAEL FRANTI - Stay human vol.2
Ormai sono passati decenni dai primi passi che Michael Franti fece sulla “scena”, all'inizio in ambito punk, poi crossover e infine abbracciando, con la nuova creatura degli Spearhead, il concetto di melting pot sonoro, assorbendo di qua e di là, sorta di Manu Chao americano.
Al primo posto c'è sempre però un profondo impegno politico al servizio dei più deboli, per la pace, contro le guerre e le ingiustizie, costantemente in prima linea, incurante di critiche o pericoli.
Il nuovo album riflette alla perfezione questo modo di agire e pensare mentre musicalmente ci si muove in un contesto già ampiamente collaudato, tra reggae, funk, blues, soul, ritmiche sempre ballabili, slogan di immediato effetto, a corredo di testi profondi e diretti.
I HATE MY VILLAGE - s/t
Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Fabio Rondanini (Calibro 35, Afterhours), Marco Fasolo (Jennifer Gentle), Alberto Ferrari (Verdena), uniti in un progetto molto suggestivo e particolare che unisce sapori funk e afro (con particolare riguardo per le ritmiche alla Fela Kuti/Tony Allen e il desert sound in stile Tinariwen), in un'ottica sperimentale e avanguardista, a tratti psichedelica e quasi kraut.
Interessantissimo e particolarmente riuscito.
THE PIAGGIO SOUL COMBINATION - This is
I Piaggio Soul Combination sono un collettivo di musicisti con base a Pisa dove Marco “Piaggio” Piaggesi ha radunato il meglio che la scena latin/soul della costa toscana potesse offrire.
Dopo un album d'esordio tornano con un nuovo lavoro SPETTACOLARE !
Soul, northern soul, latin, funk, boogaloo, Hammond sound all'ennesima potenza, suonato e cantato (oltre che da Piaggesi da varie voci femminili) con rara perizia tecnica e un'attitudine totale.
Suoni perfetti, brani eccelsi sia a livello compositivo che realizzativo. Un album destinato alla top ten 2019, che difficilmente troverà validi rivali.
LONDON UNDERGROUND - Four
Splendido quarto album per il trio toscano. Otto brani + due bonus strumentali in cui ci si addentra in una fantastica bolla temporale che ci porta tra la fine dei 60's e l'inizio dei 70's in quel sound che assorbiva prog, Hammond grooves, funk, acid rock, psichedelia, jazz. Nomi come Brian Auger (di cui viene ripresa "Tropic of Capricorn"), Atomic Rooster, il Canterbury sound, spicchi di E.L.P., Pink Floyd e primi King Crimson o come i nostrani Winstons sono quelli che spiccano tra i riferimenti. Tra le cover anche Joe Zawinul (brano che compose per Cannonball Adderly, "Mercy mercy mercy") e i nostrani Mark 4. Eccellente !
LEONARDO MARQUES - Early birds
Un delizioso album che arriva dal Brasile, tra soft dream pop psichedelico di gusto 60's, qualche passo nei 70's, un po' di gusto carioca, atmosfere soffuse e sognanti.
ARCHIE AND THE BUNKERS - Play Damned
Uno dei gruppi (un duo, batteria e tastiere) più esplosivi in circolazione. E questo Ep in cui riprendono a modo loro quattro brani dei Damned ne è un perfetto esempio. Pura potenza sonora !
FUN LOVIN CRIMINALS - Another Mimosa
Un gradito ritorno con un album di cover (alcune riuscite altre molto meno) riporoposte nel consueto mood contaminato tra hip hop, funk, jazz, suoni new yorkesi.
Un ascolto sempre piacevole.
DANDY WARHOLS - Why you so crazy
Decimo album per la band americana, ormai in giro da 25 anni. Rock dalle tinte psichedeliche, elettronica, glam, addirittura vaudeville e country. Qualche brano azzeccato, qualche caduta di tono, un po' di anonimato. ma non un brutto disco.
THE GENTLEMENS - Triage
Continuano il loro furioso cammino i Gentlemens. Il nuovo album è una bomba punk blues che assorbe il classico retaggio rock 'n' roll garage (dai Sonics ai Fuzztones) ma lo filtra con il sapore malato caratteristico di Jon Spencer Blues Explosion, riecheggiando a tratti i dimenticati Beasts of Bourbon. Il suono è sempre saturo, la ritmica spinge indefessa, la voce urla. Abrasione pura.
GIULIO CASALE - Inexorable
E' infinita la storia artistica di Giulio Casale, dalle esperienze con gli Estra, alla carriera solista, quella di attore teatrale, scrittore, autore e tanto altro.
Nel quarto capitolo del percorso solista l'interpretazione vocale ha forti connotati teatrali, la scrittura dei testi, sempre incisivi, profondi, in poche parole stupendi, è di qualità eccelsa, la musica, curatissima, non è mai banale e scontata.
La canzone d'autore abbraccia rock e istanze new wave, si concede aperture più pop confermando un profilo artistico immediatamente riconoscibile, che viaggia alto, quasi aristocratico, pur confrontandosi con le storture di una realtà che non funziona più.
NADA - E' un momento difficile tesoro
Nada prosegue il suo percorso personale in un ambito "alternative", prodotta da John Parish (PJ Harvey, Cesare Basile, Afterhours) tra ballate minimali e aspre, testi diretti e ostici, un sound crudo e poche concessioni "pop".
Sforzo encomiabile ma album un po' monocorde.
ELECTRIC CIRCUS - Canicola
Terzo capitolo per la sempre interessante band trentina che viaggia in ambito strumentale con una proposta dai contorni particolarmente originali. Un sound che assorbe ritmiche funk, affiancandole a un gusto jazz, una visione psichedelica e sguardi aperti al mondo musicale, arrivando a suggestioni afro jazz. Intrigante a ammaliante.
THE SHAKIN APES - s/t
Il quartetto sardo è all'esordio con la nuova denominazione, dopo 15 anni di attività sotto altre vesti. Un ep freschissimo, frizzante, pulsante, ballabile all'insegna del più classico rockabilly moderno nell'accezione di Stray Cats e Polecats. I brani filano veloci, con grande padronanza della materia, tecnica sopraffina e notevole personalità. Eccellente.
MORSO - Lo Zen e l’arte del rigetto
La band lombarda scaglia un macigno di noise core nelle orecchie e cervelli degli ascoltatori nell'album d'esordio. Hardcore isterico che abbraccia uno scibile di violenza sonora che va dai Dead Kennedys ai Dillinger Escape Plan passando attraverso l'attitudine estremista di John Zorn. Ciò che colpisce è soprattutto la perizia tecnica con cui viene maneggiata una materia così difficile e abrasiva. Bravissimi e grande disco.
THE ANDRE' - Themagogia
Misterioso personaggio che ha avuto un'idea: rifare i pezzi trap (Sferaebbasta, Young Signorino, Dark Polo Gang, Bello Figo) con la voce (uguale !) e lo stile di Fabrizio De Andrè. Un fenomeno web, pare molto seguito. Ma che appare sostanzialmente una curiosità inutile.
WINGS - Wild life (Archive Collection)
WINGS - Red Rose Speedway (Archive Collection)
Paul McCartney prosegue la ristampa dei suoi dischi solisti e con gli Wings, nelle ormai inevitabili versioni con inediti, demo, provini, stranezze.
"Wild life" è l'album d'esordio dei WINGS del 1971 ed è sicuramente uno dei punti più bassi della carriera di Paul, povero di ispirazione, molti brani volutamente registrati in una sola (e prima) versione, senza alcuna cura nella produzione. Nei 17 bonus c'è poco di interessante (irritanti i ben 5 spezzoni di pochi secondi, giusto per aumentare il numero di inediti, insignificanti sciocchezze come "African yeah yeah") se non una vena blues che avvalora l'iniziale intenzione di chiamare la band Paul Mc Cartney Blues Band (in alternativa Turpentine, Dazzler e , appunto, Wings).
C'è anche il controverso singolo "Give back Ireland to the Irish" (con anche alternate take) e due versioni del tentativo di riconciliazione con John, "Dear friend".
Incluso anche un DVD con alcune prove della band.
Di tutt'altro tenore il successivo "Red Rose Speedway" dove la cura degli arrangiamenti e lo spessore delle canzoni sale di qualità e consistenza.
Originariamente concepito come un doppio poi riportato a singolo, viene riproposto con l'aggiunta di 18 brani (inclusi vari singoli usciti all'epoca, tra cui "Live and let die" e i brani esclusi dalla versione originariamente concepita).
Risaltano il classico "My love", la grande introduttiva "Big barn bed" e il medley finale di 11 minuti.
Tra i brani allegati niente di particolarmente entusiasmante ma in generale materiale di buona qualità.
ASCOLTATO ANCHE:
MAXIMUM ENJOYMENT (ottimo cool jazz / be bop, suonato magistralmente), LIZ BRASHER (buon pop soul), JAMIE CULLUM (pop jazz sempre cool e gradevole), ORGONE (funk disco soul ben fatto anche se un po' anonimo. Meglio in passato), JULIAN LYNCH (il chitarrista dei Real Estate con un album pop sperimentale "liquido"...uhm, mah), SUNFLOWER BEAN (fanno il verso ai primi Blondie. bah), GIRLPOOL (pallosissimo shoegaze), BETTER OBLIVION COMMUNITY CENTER (folk rock moscio), KEKE OKEREKE (la voce dei Bloc Party tra dance e influenze afro), WEEZER (un album di cover dai Toto ai Black Sabbath ai Turtles, simili agli originali e senza alcun senso)
LETTO
PAOLO MARCACCI - Muhammad Alì. Il pugno di Dio
E' noto come MUHAMMAD ALI' sia stata una figura andata ben al di là del semplice campione di pugilato (all'interno del quale ha rappresentato uno dei momenti più alti e completi di atleta).
Personaggio contraddittorio, non sempre limpido (al di là del mito), uno dei primi esempi di auto gestione della propria immagine in funzione del marketing ma anche faro per i diritti civili degli afro americani e la lotta alla guerra in Vietnam.
In questo libro, agile e veloce, c'è la sua storia, pugilistica e umana, fino al triste declino e alla malattia.
Ci sono le contraddizioni (lui, figlio della borghesia nera si erse a "voce del ghetto", insultando avversari come Sonny Liston e Joe Frazier che veramente da lì venivano o volle umiliare Ernie Terrell massacrandolo per 15 riprese, reo di averlo chiamato ancora Cassius Clay) ma c'è, naturalmente, lo spessore umano di un uomo che seppe sfidare l'America benpensante, razzista e retrogada e dare ai neri ancora oppressi una speranza di rivalsa.
Un libro che rimette in equilibrio la figura di ALI' tra luci ed ombre.
CARLO ROVELLI - Sette brevi lezioni di fisica
In fisica ho sempre avuto 4 o 5 e sono stato rimandato parecchie volte al Liceo Scientifico (dove avevo ottimi voti nelle materie letterarie), indirizzo scelto con evidente grande acume strategico.
Ho cercato di rimediare alla mia più totale ignoranza con questo breve libretto del luminare fisico teorico Rovelli che con parole semplici, efficaci, immediate ci spiega come funzionano il mondo e l'universo attraverso la fisica quantistica, le particelle, l'architettura del mondo, la teoria della relatività.
Carlo Rovelli è stato inserito dalla rivista "Foreign Policy" tra i cento migliori pensatori globali dell'anno, unico italiano.
PETER ERSKINE - No Beethoven. La mia vita dentro e fuori i Weather Report
Peter Erskine è un signore che ha suonato la batteria più o meno in 600 album!!!
Dai Weather Report agli Steps Ahead, da Jaco Pastorius a Joni Mitchell. E poi Kate Bush, Al Di Meola, Pino Daniele, Rickie Lee Jones, Diana Krall, Linda Ronstadt, Steely Dan, Rod Stewart oltre ad inciderne una ventina di solisti.
In questo libro si diverte a ripercorrere la sua storia di musicista attraverso brevi capitoli, spesso molto divertenti e (auto) ironici.
Istruttivo e consigliato per batteristi e musicisti ma molto piacevole anche per chi la musica la ama "soltanto".
COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Occasionalmente su "Il Manifesto".
Sul sito di RadioCoop ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me , Carlo Maffini e Paolo Muzio.
IN CANTIERE
Il nuovo progetto sulla storia di QUADROPHENIA prenderà il via venerdì 22 febbraio a Settimo Torinese (TO).
Io ne parlerò, Alex Loggia suonerà i brani dall'album.
https://www.facebook.com/events/388486361958145
Il sottoscritto, Rita Lilith Oberti e Dome La Muerte (con la chitarra aggiunta di Iride Volpi) torneranno dal vivo in tour con il nome di NOT MOVING L.T.D. (Lilith, Tony, Dome).
Nel repertorio qualche cover di classici, da Stones a Velvet agli Stooges e un po' di originali dal repertorio storico dei Not Moving.
Prossime date:
venerdì 22 marzo: Milano "Cox 18"
sabato 23 marzo: Bologna “Freakout”
sabato 30 marzo: Monterotondo (Roma) “Il cantiere”
sabato 6 aprile: Savona “Raindogs”
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Ascoltato i London Underground: disco fantastico. Infatti sembrano un po i Marc4.
RispondiEliminaSuonano in giro?
Molto poco purtroppo
EliminaStick 'em up punk
RispondiEliminaIt's the Fun Lovin' Criminal
C
Incuriosito molto dal nuovo degli Specials
RispondiEliminaCharlie