martedì, gennaio 15, 2019

Attaccamento alla maglia e andare allo stadio



Per consultare le tabelle allegate, cliccare sulle foto.

A cura di ALBERTO GALLETTI

Ci ricorda l’anonimo delle 12:41 in uno dei post passati che il Lanerossi Vicenza, o meglio il suo pubblico, stà insegnando a tutti cosa vuol dire attaccamento alla maglia.
La maglia è uguale, ma la squadra?
E poi, non dovrebbero essere i giocatori quelli attaccati alla maglia?

La vicenda del Vicenza Calcio, si chiamava così fino a st’ estate, è una triste vicenda, l’ultima di una lunga fila purtroppo in Italia.
Cominciata nel 1902, passata attraverso un quarto di secolo glorioso, poi attraverso una grave crisi all’indomani dell’uscita di scena del grande munifico sponsor, quindi di nuovo grande con la conquista dell’unico titolo nella storia della società, poi un progressivo inabissamento verso l’anonimato calcistico fino a giungere al fallimento del luglio scorso dopo un agonia durata più di un’anno.
Fine della storia.
Ora c’è una nuova squadra, si chiama Lanerossi Vicenza Virtus, ed è il prodotto di un’acquisizione di ramo d’azienda da parte di altra società e del trasferimento in città della ditta risultante, il nome è evocativo ma la storia interrotta.
Inoltre c’è un’altra città che si ritrova senza squadra, grazie mille.

Ad ogni modo, si diceva dell’andare allo stadio, ho approfittato dello spunto di cui sopra per una panoramica statistica sulla frequentazione da stadio inquadrando la realtà dello stivale, quella inglese , per poi concludere nel solito impietoso confronto tra le due.

I dati presi in esame sono quelli relativi alle partite giocate in casa fino al turno pre-Natalizio compreso, quindi un totale di 8/10 partite a squadra e poi quelle relative al turno di S.Stefano, Boxing Day per dirla con il linguaggio delle televendite televisive.

Cominciamo proprio dalla fine:
il giorno di S.Stefano si è giocato in Italia e , come da tradizione, in Inghilterra.
Il turno di campionato ha riguardato le quattro serie professionistiche inglesi a girone unico più la quinta divisione, semi-professionistica, e le tre serie professionistiche italiane, la terza divisa in tre gironi, ma sullo stesso livello.
Il dato che salta subito all’occhio è quello di Sunderland-Bradford City , in League One, che ha fatto registrare la stratosferica cifra di 46.039 presenti, non è il record assoluto per le partite di III Divisione inglese ma è comunque di poco inferiore (2.096 unità) alla somma degli spettatori di tutte le partite di Serie C giocate in Italia lo stesso giorno (26!), nonché superiore a qualsiasi pubblico di qualsiasi partita della Juventus! Incredibile anche come sia anche la terza partita con più spettatori in assoluto in Inghilterra, preceduta solo dagli incontri di Manchester United e Liverpool e davanti a tutte le altre otto della Premier League.
Complimenti davvero, a proposito di chi ha qualcosa da insegnare in termini di andare allo stadio da stare in terza serie.

Per quanto riguarda le presenze relative ai singoli campionati, la PL fa registrare un totale di 393.697 spettatori, più di quelli di Serie A, B e C messe insieme e superiore di 152.843 unità rispetto alla Serie A .
La media degli spettatori-partita in PL si attesta a 39.370 contro i 24.085 in Serie A, dato in se comunque non disprezzabile. Evidente, nonché simbolo della differenza tra i due movimenti calcistici, il dato di percentuale di riempimento degli stadi: 86,69% in PL, 67,04% in Serie A. Se escludessimo dal calcolo il Tottenham Hotspur che gioca a Wembley, non il suo campo, e con una capienza superiore del 30% rispetto a quella del nuovo stadio in via di ultimazione, con l’aggravante di essere ubicato a 20 chilometri da quest’ultimo, che salgono a più di 30 percorrendo la M25 e considerando quindi le difficoltà di spostamento sia con i mezzi pubblici che, soprattutto, con quelli privati visto il traffico che soffoca la capitale inglese, il dato della PL salirebbe al 96,83%. Si tratta in ogni caso di stadi praticamente pieni contro una realtà di stadi con un posto vuoto su tre, e quando gli impianti possono contenere almeno 20.000 spettatori i vuoti si vedono.

Ancora più impietoso il dato se scendiamo in seconda serie.
Quella inglese ha fatto registrare 271.059 presenze distribuite sulle 12 partite disputate a fronte di soli 61.361 presenti in Serie B, dove, è vero che le partite son state nove, ma si tratta pur sempre di un totale di oltre quattro volte superiore! La media delle presenze a partita è stata di 22.588, appena inferiore a quella della Serie A, a fronte di una media/presenze di 6.818 in serie B. Stadi pieni al 89,67%, dato largamente superiore quello della Serie A e impietosamente superiore a quello della Serie B attestato ad un misero 27,32%.

Se scendiamo in terza Serie, la media a partita è stata di 9.585 spettatori in League One, contro i 1.850 in Serie C, un campionato che ormai, salvo un paio di eccezioni, si svolge nella più completa desolazione, con campi pieni al 17,12% o forse sarebbe meglio dire vuoti al 83%.
Da salvare senz’altro il Vicenza, che ha dato spunto a questa riflessione, con i suoi 8.367 spettatori per una partita di Serie C contro l’Albinoleffe, senz’altro una delle squadre con meno appeal nel panorama professionistico italiano. I complimenti sono d’obbligo.

Più in generale, il Manchester United rimane la squadra inglese più seguita dal vivo, in virtù dello stadio più capiente del paese e di un pubblico che non conosce flessioni di sorta.
Le liste d’attesa per gli abbonamenti rimangono lunghe decenni e la possibilità di comprare biglietti ridotte al lumicino.
L’Arsenal ha un fattore di riempimento dello stadio del 99,24%, il più alto, nonostante i prezzi siano, per distacco, i più alti del paese. Per tutte le squadre di PL stadi pieni oltre il 90%, del Tottenham ho già detto.
In Serie A la Juventus fa registrare un’invidiabile 96.81%, certo la capienza dell’impianto, 41.254, è forse un po limitata per una squadra di tale livello.

Segue il Cagliari con un sorprendente 93,42% in un’impianto però da soli 16.233 posti, ottimi in quest’ottica anche i dati di Frosinone e Udinese.
In tema di squadre (e stadi) grosse, l’Inter fa registrare una media di 62.130, senz’altro rilevante, l’impianto risulta pieno al 77.65%, percentuale da media II Divisione inglese.

Lampante la conclusione che anche a livello di impianti, il calcio italiano dovrà fare i conti prima o poi con una bella ridimensionata, necessaria oltre al riammodernamento della quasi totalità degli impianti. All’altro capo dello spettro, il Chievo fa registrare un misero 36,15% per una media di 14.175 spettatori a partita, non male per una squadra di quartiere in una città di medie dimensioni, un po desolante all’interno del Bentegodi che può arrivare a contenere quasi 40.000 persone e in un campionato come la Serie A.

La seconda divisione inglese è un delirio, con ben cinque squadre registrano una media superiore a quella della nostra Serie A (25.277).
L’Aston Villa, la squadra più seguita con 34.437 di media, in Serie A si troverebbe al quinto posto.
Ad ogni modo, eccezion fatta per quattro squadre, i numeri del Championship fanno impallidire quasi tutte le prime divisioni europee, fuori Spagna e Germania. Eclatanti, come abbiamo già visto, i numeri del Sunderland che in terza serie fa registrare 31.356 spettatori a partita, più o meno gli stessi della Fiorentina. Dietro ai Black Cats troviamo staccatissimo il Portsmouth, 18.273, come l’Atalanta, che stà in Serie A.
In Serie C buono il dato del Catania con oltre 10.000 spettatori di media (10.197), un che da noi rimangono tanti. Molto bene anche il Vicenza di cui si è già detto.
Per la realtà italiana parecchio da insegnare anche in serie D da parte di tre nobili decadute: Bari, Cesena e Modena, rispettivamente con medie di 10.250, 7.291 e 7.283 che sarebbero oro colato in Serie B, applausi anche a loro.

In conclusione,il giorno di S.Stefano, in Inghilterra si sono giocate 57 partite, le presenze totali sono state 872.581, media 15.308, in Italia le partite sono state 45, le presenze 350.323, meno della metà,media 7.785, la metà.
La verità è che in Italia non si va praticamente più allo stadio, i numeri sono crudi e non mentono, se si escludono le prime dieci squadre di Serie A, dietro ci sono pubblici da serie terza serie inglese.
La Serie B non arriva a 10.000 di media, mentre drammatica è la situazione in Serie C dove si gioca nel deserto.
C’è da chiedersi se l’esposizione televisiva della nostra terza serie, e in molti casi anche nella seconda, non diventi controproducente vista la sensazione di disadorno squallore che le immagini televisive restituiscono ai telespettatori (ammesso che ce ne siano) nei loro comodi salotti: stadi decrepiti, vuoti e cadenti, tutti dotati comunque di recinzioni di sicurezza grottescamente sproporzionate sia alle necessità reali della sicurezza che all’architettura circostante, che sconvolgono la vita dei quartieri adiacenti, il tutto perchè tenere a bada 30 persone giunte al seguito della squadra in trasferta è, per il legislatore e per il responsabile dell’ordine pubblico, impresa paragonabile all’assalto alle trincee dell’Hermada e si costringono quindi altre 2.500 persone a registrazioni, all’atto di comprare i biglietti, che provocano lunghissime file, ed immancabili dimostrazioni di insofferenza per chi si presenta al botteghino anche tre quarti d’ora prima del calcio d’inizio, file che si ripetono all’ingresso dove bisogna passare da una perquisizione e da un tornello elettronico, manco ci si stesse recando in visita a qualcuno nel supercarcere di Opera.
Il tutto per assistere a partite che in simile contesto risultano pure più brutte di quello che sono.
Poi ci si chiede come mai nessuno più va allo stadio.

Chiudo con un paio di chicche: la più eclatante, a mio avviso , il caso del Widzew Lodz, quattro volte campione nazionale e semifinalista di Coppa dei Campioni contro la Juventus nel 1983 che, ignominiosamente caduto in terza serie, fa registrare una media di 16.872 spettatori a partita, la più alta in tutta la Polonia, superiore a quella del Legia Varsavia (15.955), che sta in prima divisione e vince campionati ed è secondo nella graduatoria. Numeri certo modesti in termini assoluti ma decisamente rilevanti considerandoli relativamente alla realtà polacca.

In termini generali il campionato più seguito allo stadio rimane la Bundesliga che ha registrato fin qui una media spettatori a partita di 42.879, con il Borussia Dortmud a capeggiare la speciale classifica con uno stratosferico 80.543 di media al 99,0%: impressionante, come impressionante il 50.210 di media del Hamburger S.V. in Zweite Bundesliga, retrocesso al termine della scorsa stagione per la prima volta nella storia ma non abbandonato dal pubblico. Assurdo per finire il dato del Bayern che con uno stadio da 75.000 posti ha fin qui registrato una media spettatori di 75.000, il 100%, unici in Europa e probabilmente non solo.

14 commenti:

  1. A proposito del Bayern (dal Sole24 Ore): I bavaresi incassano 103,8 milioni dai biglietti e abbonamenti, rispetto a 315,6 milioni dai ricavi commerciali e a 176,7 milioni dai diritti tv. Tra le otto campioni in Europa, la squadra bavarese ha il rapporto più basso tra il costo totale del personale e i ricavi, pari al 51%, mentre in valore assoluto il costo del personale (303 milioni) è il terzo dopo Barcellona (562 milioni) e Psg (332 milioni). Quarto il Manchester City (293 milioni), quinta la Juventus (259 milioni) che mantiene stabile al 64% il rapporto con i ricavi. Le altre squadre con il tasso di riempimento degli stadi più alto sono Psg e City (98%), Psv (95%) e Juventus (94%). All'ultimo posto il Barcellona (66%), con 65.824 spettatori in media al Camp Nou, che ha 99.354 posti.

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  2. Si sono i meglio gestiti. In sintesi sono quelli che pagano relativamente meno i giocatori e basano il successo più sul fattore formazione dei giocatori. Filosofia opposta a qulla delle altre big europee da te citate. Fattore determinante, a mio avviso il regolamento federale tedesco che prevede che i club non possono essere proprietà di un singolo ma dei soci che eleggono il presidente che nel loro caso negli ultimi venticinque anni è sempre stato un loro ex calciatore, prima Höness, adesso Rummenigge per il futuro si parla di Kahn. Ovvio che la continuità è sempre garantita così come la ricerca del successo

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  3. Inoltre, faccio ammenda avendo controllato i dati solo dopo aver chiuso il pezzo, sempre in Germania il St. Pauli ha una media di 29.501 in uno stadio da 24.487 posti al 120,48%, non so come fanno. E sempre a Monaco il Munchen 1860 in terza serie ha una media di 15.000 in uno stadio da 15.000 anche loro al 100% un caso direi rilevante proprio come fenomeno cittadino. Lo stadio è lo storico Grūnwalderstraße dove tutte e due le squadre giocarono fino al 1972

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  4. Grande Albe, come al solito. il St.Pauli fa cose " corsare" come loro tradizione.ahahahah!!! ti segnalo la squadra amatoriale di Candia Lomellina seguita da circa 70/115 unità in base all'importanza della gara , praticamente la metà degli spettatori presenti a Renate in serie C!!..
    ad maiora
    Clodoaldo

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    1. Dimmi tu come si fa a permettere al Renate di far parte di un campionato professionistico.

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  5. Vedi esempio del Pro Piacenza, miseramente fallito, 400 spettatori al massimo, 100/200 gli abituali

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  6. Realtà identica. Ma con i conti a posto all'atto della vendita della società a luglio. Fallito per colpa del presidente, un autentico bandito che insediatosi in città non ha pagato nessuno dall'inizio lasciando dietro di se una scia interminabile di fornitori non pagati, giocatori non pagati dirigenti non pagati affitto dello stadio non pagati, giocatori sfrattati costretti a dormire a casa di conoscenti.
    Un disastro

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  7. anonimo delle 12:42
    ahahah grazie mille per le belle parole spese...

    in inghilterra rispetto all'italia i prezzi dei biglietti sono proibitivi pero gli stadi sono pieni; in germania hanno sempre il tutto esaurito e le aprtite le puoi vedere in ogni bar/pub come fanno?
    bohhhhh gli stadi piu belli? solo quello?

    anche...forse semplicemente hanno piu passione di noi

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    1. ciao, ti aspettavo.
      Si, concordo: molto semplicemente hanno più passione di noi e molti meno impedimenti. In Germania anche prezzi quasi dimezzati rispetto all'Inghilterra.

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  8. Il Pro Piacenza è in sostanza una dipendenza di Lotito (vedi Ledesma ) che ha volutamente rovinato la società tramite un presidente truffaldino per fare girare soldi, plusvalenze e porcherie varie. Negli ultimi 10 anni sono fallite 150 società professionistiche in Italia (senza contare quelle nei dilettati e semi pro).

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    1. In realtà non proprio. Pannella, sto bandito qua, è il proprietario della Seleco, sponsor della Lazio, certo conosce Lotito che gli aveva mandato dei ragazzi in prestito al Racing Fondi sua squadra da lui abbandonata dopo la reteocessione dalla C a maggio. Sbalorditivo come gli abbiano permesso di comprare un altra squadra. Doppiamente sbalorditivo considerando che la Seleco è in concordato fallimentare e lo era già al momento in cui lui rilevò il Pro. Plusvalenze non ce ne sono, ma solo un canale di comodo per la Lazio di mettere a bilancio giocatori prestati a valori spropositati e far figurare rricavi fittizi senza i quali fallirebbe. Ledesma è una caso si era già ritirato e giocava col figlio in Eccellenza, è venuto su perché conosce Gianniccheda che era l'allenatore del Pro e forse ancora sotto contratto con Pannella visto che l'anno scorso aveva allenato il Racing Fondi. Truffe alla Totò e Peppino versione 2019.
      Che squallore

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  9. Il Villa ha gli spettatori. Attendiamo una squadra decente da vedere. Mica dovrò bestemmiare anche a marzo quando andrò a Brum....ormai è un decennio che smadonno.
    Gallopedia una garanzia assoluta

    Charlie

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  10. Anonimo delle 12:42

    Credo che la "passione" non si valuti con le statistiche dei big club e nei big match ma con le squadre minori e nelle partite di secondo piano...magari in coppa di lega l'equivalente di Inter pordenone non riempirebbe i
    L'equivalente San Siro....ma neanche 9000 paganti dei quali 7500 da pordenone...in coppa italia si capisce l'attaccamento alla squadra...e in Italia è zero nelle squadre grandi. Abito a milano da 12 anni ma a parte qualche galiardetto in qualche bar non si capisce neanche che ci sono due squadroni. Per dire a Vicenza, bergamo, Verona...ogni bar fa a gara per essere piu museo degli altri ( foto storiche, maglie, sciarpe...) boh impressioni

    Poi da quello che vedo su internet ( non ho la tv) mi pare che le partite della colonna destra della Liga spagnola siano squallide come quelle italiane di serie a ...si vedono stadi mezzi vuoti e campi spelacchiati...ovvio che il clima non aiuta ma facile guardare sempre Barcellona real...

    Germania e Inghilterra e forse Olanda sono di un altro pianeta

    Che poi diciamocelo...le statistiche parlano chiaro...la ligue1 francese e una scorreggia ...i veri campionati che contano sono quelli spagnolo, italiano, tedesco, inglese e OLANDESE (6 coppe dei campioni con 3 club differenti)

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  11. Si infatti se leggi le tabelle, guardando le squadre di terza e quarta divisione, e le minori in secinda divisione, è li che ti accorgi dove la gente ha passione. A mio parere è significativo anche il fatto che gli squadroni fanno il pieno in posti come Germania e Inghilterra , aggiungerei si l'Olanda almeno per metà prima divisione e Scozia dove Cinque squadre su dodici hanno quasi costantemente l'esaurito. Concordo con te sulla Spagna, Real e Barcellona riescono a far sembrare chissa cosa un campionato non certo migliore del nostro, i campi però sembrano un po meglio.
    Vero a Milano se persa l'identità calcistica cittadina, non fa più figo dichiararsi dell'Inter o del Milan, forse son più avanti, o forse no...boh?

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