venerdì, gennaio 04, 2019

Vanessa Roghi - Piccola città - Una storia comune di eroina



Un libro importante e particolarmente incisivo che, partendo da una vicenda personale (personalissima), si addentra nella storia dell'EROINA in Italia, di quando e come arriva, dei danni che procura, di come (non) viene affrontata la situazione.

L'analisi e storica ma anche politica e sociale, partendo da un piccolo centro come Grosseto.
Ed è un PROBLEMA più che ATTUALE (in Italia il consumo è in vertiginoso aumento, spesso tra i giovanissimi).

Ma come dice Aldo Cazzullo "una cortina di silenzio è scesa sul discorso delle tossicodipendenze, anche per colpa di chi ha smesso di raccontare.
Come se il problema non esistesse, non fosse mai esistito...".


Dal libro:
"Nel 2017 la coltivazione del papavero da oppio in Afghanistan è esplosa: l'estensione delle piantagioni è passata da 201.000 a 328.000 ettari, un incremento del 63%.
La produzione di eroina sarà di 600 tonnellate. Mai così tanta nella storia dell'umanità".


Una lettura che approfondisce il tema, fino alle radici e chiarisce molti punti oscuri o semplicemente "dimenticati".

L'Italia ha una media di 200 morti per overdose ogni anno (2.500 nel Regno Unito, circa 1000 in Germania, 400 in Francia).
In Italia circa 700.000 persone (l’1,7% della popolazione tra i 15 e i 64 anni) hanno fatto uso di eroina o altri oppiacei almeno una volta nel corso della vita.
Lo 0,6% (quasi 220.000 persone) ha assunto eroina nel 2017.
Dal 1990 al 2014 in Europa il prezzo dei derivati dell’oppio è crollato del 74%.

In tanti mi rispondono allo stesso modo: “Mah non saprei, non ricordo”.
Oppure, semplicemente, non rispondono alle mie mail, lasciando cadere a vuoto richieste di appuntamenti.
Unica eccezione i preti e i poliziotti.
Già, perché la storia dell’eroina in Italia è una storia di assistenza o di crimine.
Mai una storia sociale o culturale, e politica lo diventa soltanto quando si parla di complotto.

Se fossi stata figlia di un terrorista, di una vittima degli anni di piombo, tutto sarebbe più facile, da un punto di vista narrativo si intende, perché di canoni, storiografici, autobiografici, letterari, sull’eroina non ce ne sono se si esclude, ovviamente, Andrea Pazienza che ha lasciato il romanzo dell’eroina più importante scritto in Italia.
Ma io non so disegnare.


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