martedì, agosto 12, 2014

La grande storia dell'Eibar



ALBERTO GALLETTI ci racconta sempre stupende e incredibili STORIE di CALCIO.
Ne aggiunge una freschissima che ci ridà fiducia nel mondo del pallone.

Fondata nel 1940 la Sociedad Deportiva Eibar è stata promossa nella Serie A spagnola (primèra division, ma arcinota adesso come La Liga) per la prima volta nella storia il 25 maggio scorso, promozione trionfale ottenuta vincendo il campionato di ‘segunda divisiòn’, con 71 punti in classifica, due in più del famosissimo Deportivo La Coruna (anch’esso promosso) e tre in più del Barcelona B che per regolamento non può essere promosso alla prima divisione, si tratta della seconda promozione consecutiva, nella stagione precedente militavano nella ‘segunda divisiòn B’ (la terza serie).
Un successo costruito sulla difesa (28 gol concessi in 38 partite), la migliore del torneo come da grande tradizione basca.

Eibar è la città più piccola ad aver mai centrato una partecipazione al massimo torneo spagnolo, appena 27000 abitanti, un piccolo centro industriale incastrato nelle colline tra Bilbao e S.Sebastian (in Italia il primato è ottenuto da Casale Monferrato 35000 abitanti ai tempi dei quattro campionati di Serie A disputati negli anni ’30), la gioia è stata grande per la piccola comunità, stretta intorno alla propria squadra sostenuta dall’azionariato popolare (come anche le grandi squadra di Spagna), ma si è tramutata presto in una specie di incubo quando i dirigenti, regolamenti alla mano, hanno scoperto che stavano rischiando in ogni caso l’esclusione dalla massima serie.
Come mai?

Lungi dal disperarsi per non aver la forza economica per accaparrarsi qualche strapagato grande o (presunto tale) giocatore, i dirigenti han presto scoperto che il decreto reale 1251/1999 impone alle squadre che si devono iscrivere alla Liga di avere un capitale sociale pari almeno ad un quarto della media di quella degli altri partecipanti (ridicolo in se in quanto alla squadra più ricca tocca l’importo a garanzia più piccolo perché alla somma non partecipa il proprio capitale sociale), conti alla mano fa più di 2 milioni di euro, una cifra da capogiro per il piccolo club autofinanziato dai soci , senza un centesimo di debiti e con capitale sociale versato di quattrocentomila euro , una mazzata per i dirigenti: servono un 1.725.000 euro per iscriversi al campionato, quattro volte il capitale sociale versato.

Dopo aver superato lo shock iniziale i dirigenti indicono una raccolta fondi proponendo azioni del al valore di 50 euro cadauna per , con tetto massimo di 100,000 euro a soggetto al fine di mantenere comunque il finanziamento popolare, per riuscire a raccogliere questa cifra per loro esorbitante e, dopo settimane passate in angoscia, a fine luglio sono riusciti a varare l’agognato aumento di capitale grazie all’impegno dei tifosi, cittadini, negozianti e imprenditori locali e da simpatizzanti di tutto il mondo, i contributi sono arrivati da ben 48 nazioni diverse, inclusa l’Italia dove si è distinta per il grande impegno la ‘Pena Leones Italianos’ l’associazione dei tifosi italiani dell’ Athletic Bilbao della quale mi pregio (tantissimo) di fare parte.
Con l’aumento di capitale è arrivata l’iscrizione al campionato e quindi la possibilità per i tifosi di vedere all’opera i due squadroni Barca e Real , i campioni in carica dell’Atletico Madrid nel piccolo stadio Ipurua che ha una capienza di soli 5250 spettatori, nonché quella di disputarvi due sentitissimi derby orgogliosamente baschi con i vicini Athletic Bilbao e Real Sociedad che hanno già annunciato di favorire il prestito di alcuni loro giovani promettenti.
Ad imperitura memoria delle posterità i nomi di ciascun contribuente alla causa sarà scolpito sulla facciata esterna della tribuna principale dello Stadio Ipurua, comunque vada il campionato l’Eibar ha già vinto il suo in grande stile.
Aupa Eibar!

10 commenti:

  1. .Grande Gallo!! sempre a scovare meravigliose entità...una squadra che già mi entusiasma dopo l'Athletic Club diverrà la mia seconda suqadra della liga...
    Ad maiora
    The Raven

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  2. Ciao Everaldo!
    Credo che avranno la simpatia di parecchi appassionati quest'anno, lo meritano e chissà che non riescano a togliersi pure qualche soddisfazione...

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  3. Sapevo della loro fantastica cavalcata mentre ignoravo il rischio corso per via di un regolamento comico. Sarebbe molto salutare una meritata salvezza a maggio 2015.

    Aupa Eibar e già che ci siamo visto che il barrage della CL è alle porte GORA ATHLETIC!!!!!!

    Charlie

    Ps: bentornato a bordo mr Galletti

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    1. Maledetta tastiera: sarebbe molto bello salutare.....

      Charlie

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  4. mi fa piacere, ..in un calcio sempre più 'monopolista' e 'accentratore' (PSG, Barca, Real etc.) et 'compratore' di pseudo-fenomeni (tipo il difensore brasiliano lungocrinito),...w le piccole realtà,..Junior Casale, Pro Vercelli,..IPSWICH TOWN, DERBY COUNTY di Clough ..e LR VICENZA di Filippi:)

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  5. Sassuolo ne ha 39888, stando a Wikipedia. Non c'entra niente, lo so. Però per dire che un paesino del genere c'è anche da noi.

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    1. Sassuolo non fa testo in questi termini in quanto facente parte del gigante dell'industria MAPEI, senza il quale sarebbe al massimo in serie C, dov'era arrivato al massimo nell'era pre-MAPEI con un pubblico di 1000 spettatori scarsi a partita. Potrebbero essere indifferentemente a Roma, Cassalpusterlengo, Milano o Gorizia, tant'è che la MAPEI ha comprato lo stadio di Reggio Emilia (!), fuori provincia per giunta (!), per farci giocare la sua squadra (!!!), direi che non ha niente, ma proprio niente da spartire con l'Eibar, stesso discorso per il Chievo, buona squadra di quartiere da serie D prima dell'avvento della Paluani, l'assocciazione col quartiere che spinge la squadra fino alla Serie A non esiste.
      In questo senso la realtà calcistica da serie più piccola è forse l'Empoli da 30 anni tra serie B (tanta) e serie A (poca), grazie ad un settore giovanile ampio ed agguerrito che ha origine nei primi anni 80, anche se nei decenni 80 e 90 la presenza di Sammontana nella società era tutt'altro che trascurabile,ora non saprei.

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  6. Il record forse è del Chievo che è una frazione di Verona e ha 2.500 abitanti

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  7. ..boss , mi sembra che il Gallo abbia chiarito sopra il perchè sia Chievo che Sassuolo non possano essere paragonati all' Eibar, concordo con lui da noi è estremamente difficile che possa accadere una situazione simile, anzi non accade proprio, sarebbe paragonabile se in serie A ci fosse l' Abbiategrasso od il Magenta, il Frascati od il Colleferro, il Fidenza od il Cervia ....giusto per citare cittadine simili per numero di abitanti e senza realtà finanziarie tali da poterne giustificare la scalata ia vertici del calcio italiano....
    Hasta luego
    The Raven

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