giovedì, agosto 21, 2014

Nietzsche



Un altro, prezioso, scritto di ANDREA FORNASARI (in arte AndBot) alle prese con NIETZSCHE.

Se la filosofia di Schopenhauer indica, in definitiva, una via di fuga dal mondo e dalle sue lotte, la via opposta viene seguita da Nietzsche (1844 - 1900).
Non è per niente semplice riassumere il contenuto del suo pensiero - da molti definito come "esplosivo".
Non lo si può nemmeno definire un filosofo nel senso ordinario e non ha lasciato un'esposizione sistematica delle sue teorie. Lo si potrebbe forse descrivere come un umanista aristocratico, in senso letterale.
Tentava, più che altro, di affermare la supremazia dell'uomo migliore, cioè più forte e sano sia dal punto di vista fisico che del carattere. Questo porta con sè una certa durezza nei confronti di aspetti quali la miseria e le disgrazie in generale, il che è piuttosto in contrasto con i normali concetti etici - anche se magari non con la pratica quotidiana degli stessi.

Concentrando l'attenzione su questi tratti e isolandoli dal contesto generale, molti hanno visto in Nietzsche il profeta delle tirannie politiche del '900.
Può essere benissimo che i tiranni abbiano tratto ispirazione da Nietzsche, ma non sarebbe giusto ritenerlo responsabile dei misfatti compiuti da uomini i quali lo hanno compreso, nella migliore delle ipotesi, solo superficialmente.

Il padre di Nietzsche era un pastore protestante e si potrebbe ipotizzare un ambiente domestico caratterizzato dalla pietà e dalla rettitudine, e in effetti sono cose di cui si trova traccia nell'elevato tono morale delle sue opere, anche di quelle più ribelli. In giovane età si dimostrò uno studente brillante e a ventiquattro anni divenne professore di filologia classica presso l'università di Basilea.
Durante il conflitto franco - prussiano accusò alcuni problemi di salute che lo tormentarono per tutta la vita, fu congedato dall'esercito ma dovette rinunciare anche all'incarico di docente; tuttavia una discreta pensione gli permise di vivere e di dedicarsi alle sue opere.
Nel 1889, per un effetto ritardato di un'infezione venerea (sifilide) contratta anni addietro, diventò pazzo e tale rimase fino alla morte.

L'opera di Nietzsche è ispirata in primis agli ideali della Grecia presocratica e in particolare a Sparta.
Nel suo libro fondamentale, "La nascita della tragedia", egli illustra la distinzione fra la tendenza apollinea e quella dionisiaca dell'animo greco; l'oscura e appassionata corrente dionisiaca è legata al riconoscimento della realtà della tragedia nell'esistenza umana. Il Pantheon olimpico, viceversa, è una sorta di serena visione che bilancia la sgradevole durezza della vita dell'uomo.
Potremmo definire la tragedia greca come una sublimazione apollinea delle istanze dionisiache - una tesi analoga era sostenuta da Aristotele. Da questa interpretazione delle origini della tragedia, Nietzsche trae il concetto dell'eroe tragico; a differenza di Aristotele egli non vede nella tragedia un mezzo di purificazione delle passioni, ma un'accettazione positiva della vita così com'è - là dove Schopenhauer era giunto a una conclusione pessimistica, Nietzsche adotta una posizione ottimistica che secondo lui può essere giustificata da una esatta interpretazione della tragedia greca.
Va tuttavia notato come questo ottimismo sia piuttosto una specie di accettazione aggressiva delle realtà dure e crudeli della vita.

Come Schopenhauer, Nietzsche riconosce la supremazia della volontà; ma va ancora oltre e reputa una forte volontà il tratto preminente dell'uomo superiore - mentre Schopenhauer aveva visto nella volontà la fonte di ogni male.
Nietzsche distingue quindi tra due tipi di persone e tra le rispettive moralità: sono i padroni e gli schiavi. La teoria etica basata su questa singolare distinzione è esposta nella sua opera "Al di là del bene e del male". Da un lato abbiamo la moralità del padrone, per il quale il bene significa indipendenza, generosità, fiducia in sè stesso e così via; in pratica tutte le virtù che appartengono alla grande anima.
I difetti opposti sono la sottomissione, la timidezza, eccetera; e questi rappresentano il male per il tipo "moralità da padrone". La moralità dello schiavo si fonda su un principio del tutto diverso: il bene consiste in un continuo cedimento; nel caso degli schiavi vanno condannate quelle cose che sono buone nella moralità dei padroni.
La moralità del superuomo, ci dice Nietzsche, va al di là del bene e del male.

In "Così parlò Zarathustra" tali dottrine vengono esposte nella forma di un manifesto etico che imita, nello stile, i testi della Bibbia - Nietzsche era un grande letterato e le sue opere sono più vicine alla prosa poetica che non alla filosofia.
Egli aborriva sopra ogni altra cosa l'apparizione del nuovo tipo di umanità di massa che si andava sviluppando parallelamente all'introduzione delle nuove tecniche; per lui, la funzione della società consiste nel fornire il terreno ai pochi grandi che attingono l'ideale aristocratico. Il suo interesse per i "pesciolini di frittura" è totalmente assente e non gli sembra che la loro sofferenza abbia importanza alcuna; Nietzsche ha in mente un tipo di Stato che ha molto in comune con il modello di Stato ideale proposto da Platone nella "Repubblica".
Considera le religioni tradizionali adatte alla moralità degli schiavi, mentre l'uomo libero, secondo lui, deve riconoscere che Dio è morto e tendere non a Dio, ma ad un tipo più elevato di uomo.
Nietzsche indica nel cristianesimo l'esempio tipico di dottrina per schiavi, essendo il cristianesimo pessimista in quanto ripone in un mondo immaginario le speranze di una vita migliore, apprezzando virtù da schiavi come l'umiltà e la compassione.

E' interessante notare come a causa delle inclinazioni senili di Wagner per il cristianesimo, Nietzsche attaccò il compositore che prima aveva ammirato e annoverato tra i suoi pochi amici.
La sua adorazione dell'eroe si accompagnava a un fiero antifemminismo che si esprimeva nell'usanza orientale di trattare le donne come mobilia.

3 commenti:

  1. Un simpaticone Nietzsche

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    1. Io non lo considero un filosofo - poi a me piace l'empirismo britannico, figuriamoci; però è un grande letterato, questo senza dubbio.
      Come persona, tutto sommato, c'è di peggio. Ma l'idealismo è totalmente arbitrario e privo di giustificazioni.

      AndBot

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  2. concordo con And,..lui era essenzialmente un grande letterato e poeta e aforista (più che filosofo 'sistemico'),...tra l'altro, Anonimo Lettaerado!!, prima di 'giudicarlo' , magari una 'lettura' superficiale di capolavori tipo 'Jenseits von Gut und Boese' e altri non guasterebbe,eh?!,...quando Lei ideerà simili scritti 'ci facci' sapere eh? :),..sennò vada (anzi VADI) a commentare gli scritti del tipo dei lucchetti , come si chiama??
    Come diceva il N. ,..
    Hinübergehen (the stupid comments)

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