domenica, settembre 01, 2013

Tony Face per me è come il Papa per mia mamma

Qualche anno fa pubblicai il libro "Storie dal rock piacentino La storia del rock a Piacenza dal 1960 al 2010". L'amico Angelo Politi (che già avevamo conosciuto su queste pagine per questo: http://tonyface.blogspot.it/2010/10/angelo-politi-son-tre-giorni-che-la-mia.html) preparò un intervento a suggello della presentazione ufficiale che si fece a Piacenza.
Intervento che però alla fine saltò ma che trovo, come tutti i suoi scritti, irresistibile e che, avendolo letto per la prima volta poc'anzi, non esito a pubblicare.


Ciao mi chiamo Angelo Politi e anch’io non tocco un goccio d’alcool da quasi 3 settimane.
Ah, non è la riunione settimanale degli alcolisti anonimi? No, perché dalle facce che ci sono qua intorno mi sembrava…
Che poi non è nemmeno vero che non bevo alcol da 3 settimane che mi sono ubriacato giusto ieri sera...
Comunque, a parte queste loccate che mi servivano per rompere il ghiaccio che io sono un tipo molto timido, torniamo al libro di cui si sta parlando questa sera.
Non intendo dire nulla della mia esperienza, molto breve del resto, di organizzatore di concerti rock a metà degli anni ’90 per un locale chiamato Internet Cafè che è poi il motivo per cui Tony mi ha chiesto un contributo per il libro.
Le mie considerazioni su quell’esperienza se vorrete le potrete leggere direttamente nel libro. Preferisco, invece, parlare un po’ di Tony Face che secondo me è senza dubbio il vero valore aggiunto di quest’opera.

Quando all’incirca un anno fa Tony mi ha contattato per chiedermi se potevo dargli una mano nel reperire biografie, foto e informazioni sui gruppi rock piacentini che conoscevo, beh mi sono sentito davvero lusingato e immediatamente avevo pensato che questa cosa di fare un libro sul rock piacentino era un’idea bellissima e che solo lui poteva realizzare una cosa del genere.
Allora mi sono messo subito al lavoro e ho iniziato a chiamare i musicisti che conoscevo e già fin dai primi contatti mi sono reso conto che nei confronti di Tony non c’erano mezze misure: o lo si amava o stava sui maroni.
E alla maggior parte di loro, a dire il vero, stava perlopiù sui maroni.
No dai, scherzo, volevo solo vedere che faccia faceva.
Quasi tutti quelli che ho contattato erano ovviamente molto onorati all’idea di finire in un libro curato da Tony, però qualcuno a cui lui sta sui maroni l’ho trovato davvero.
Comunque la cosa non mi riguarda dal momento che io ho sempre nutrito una grandissima stima per Tony, e non solo come musicista, ma anche come uomo che io lo amo proprio fisicamente Tony Face e non vi nego che diverse volte pensando a lui mi sono immaginato che stavamo nella sala della sua bella casa di campagna davanti al camino a farci delle gran carezze con in sottofondo una bella ballata blues cantata da Lilith, ma non su cd, no, m’immaginavo proprio sua moglie lì in un angolo che cantava mentre noi ci strusavamo per bene come due cowboy virili ma anche con tanto amore da dare.
Vabbè, qui adesso è meglio che cambio discorso che sennò mi addentro in un campo minato da cui poi è complicato uscire indenne ;-)

Che poi tornando al discorso di prima è anche normale che ci sia qualcuno in giro a cui Tony non sta particolarmente simpatico che come dice sempre un mio amico l’invidia è una gran brutta bestia.
E se ci penso su un attimo mi vien da dire che in fondo mi sta sulle balle un po’ anche a me Tony Face: e che cavolo nella sua vita ha fatto dischi, in vinile intendo, ep, cd, minicd, dvd, curato compilation mod, scritto libri, gestito locali, gestito studi di registrazione e poi ha suonato e suona in mille gruppi, tra cui i grandissimi Not Moving che hanno pure aperto un concerto dei Clash, tanto per dire, fa dj-set, scrive articoli per giornali e siti web e ha, e forse questa è la cosa che gl’invidio più di tutte, pure una pagina su Wikipedia.
Eh la madonna fa tutto te, allora!

Voglio concludere questo mio fondamentale intervento con un aneddoto che, a parte gli scherzi e tutte le sciocchezze che ho detto finora nel tentativo di rendere un po’ più divertente questa fin troppo seria presentazione ☺, secondo me rende bene l’idea di cosa realmente rappresenti Tony Face per l’ambiente musicale italiano.
Verso la fine dell’estate del 1996 avevo aiutato i ragazzi della Sinistra Giovanile ad organizzare alcuni concerti rock per lo spazio giovani del Festival dell’Unità che si teneva sul Facsal e per uno di quei concerti avevo fatto venire da Aosta un gruppo chiamato Superjack che aveva alla batteria e voce Sergio Milani, storico batterista dei Kina, importantissima band del punk italiano, e anche uno dei fondatori dell’etichetta indipendente Blu Bus, insomma una persona davvero di spicco nel settore.
Con Sergio ci conoscevamo da un paio d’anni e avevo collaborato ad alcune sue iniziative, quindi aveva accettato volentieri il mio invito.
Comunque, finito il concerto dei Superjack, Sergio e gli altri componenti della band si fermano a dormire da me, poi il mattino seguente, molto tardi, si alzano e mi chiedono di portarli a mangiare in un tipico ristorante piacentino e ovviamente io li porto dal Gnasso. Dopo pranzo chiedo loro se, dato che erano a Piacenza per la prima volta, volevano visitare un po’ la città e vedere almeno i monumenti più importanti: il Gotico, Palazzo Farnese, il Duomo, e le solite cose.
Sergio mi rispose che no, non gl’interessava granché, ma che gli sarebbe invece molto piaciuto andare a vedere dove in quello stesso giorno si faceva un festival chiamato Tendenze che voleva incontrare uno degli organizzatori: il mitico Tony Face. Sono parole sue, giuro.
Ecco, ho pensato io allora e continuo a pensare oggi anche perché di situazioni simili ne ho poi viste tante altre, venire a Piacenza e vedere Tony Face per un musicista è come andare a Roma e vedere il Papa per mia mamma.

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