lunedì, settembre 16, 2013

Gli sfigati del rock 'n' roll



L’elenco è lungo e penoso ma in questa sede mi limiterò ad una breve lista dei casi più famosi di chi ha mancato per un soffio il successo in ambito rock, rimanendo, spesso suo malgrado, ad osservare gli ex compagni conquistare classifiche e conti in banca....

PETE BEST
E’ il caso più clamoroso.
Il primo batterista dei Beatles, seguito da un largo stuolo di ammiratrici grazie all’aspetto tenebroso e affascinante, protagonista con Paul, John e George degli anni del Cavern e di Amburgo con uno stile abbastanza personale e una buona tecnica, venne defenestarto dal gruppo nell’agosto del 1962 (pare per volere di George Martin ma c’è chi lo attribuisce a gelosie interne) e sostituto da Ringo Starr.
La sua carriera si ferma praticamente qui, nonostante negli anni sia sopravvissuto artisticamente sfruttando il passato da Beatle (nel 1965 uscì un suo album intitolato “Best of the Beatles”....).
Con l’uscita di Anthology 1 in cui compare in alcuni inediti pare che Pete Best abbia ricevuto un assegno di 8 milioni di dollari, risarcimento postumo per il licenziamento di più di trent’anni prima.

DICK TAYLOR
Nel 1962 formò con Jagger, Richards e Ian Stewart i Rolling Stones.
Con l’entrata di Brian Jones, fu costretto a passare dalla chitarra al basso, preferendo lasciare il posto a Bill Wyman per proseguire i suoi studi di arte.
Fondò nel 1963 i Pretty Things con cui realizzò alcuni eccellenti album nei 60’s, produsse il primo album degli Hawkwind, suonò nella post punk band dei Mekons.

STEVE BROOKES
Chitarrista dei Jam, quando la band era ancora un quartetto, dal 1972 al 1976 (e compare di Weller nel 72 quando si esibivano in duo acustico), lasciò poco prima del debutto discografico di “In the city”.

SYD BARRETT
Non certo l’ultimo degli arrivato o uno di cui ci si è dimenticati nel tempo ma se avesse dedicato meno tempo alle droghe lisergiche forse non avremmo avuto gioielli come “Arnold Layne” e “See Emily play” e “The piper at the gates of dawn” avrebbe suonato in modo meno visionario, ma il buon SYD avrebbe goduto di migliori salute e contribuito ad una carriera piuttosto ricca di soddisfazioni a fianco di Waters , Mason, Wright e magari anche Gilmour.

PETER GREEN
Fondatore nel 1967 dei Fleetwood Mac, raffinato ed eccezionale chitarrista blues ma non solo, si dedicò con la stessa costanza di Barrett alla scoperta dei piaceri lisergici e in breve fu costretto ad abbandonare la band restando nella penombra artistica mentre gli ex sodal idi lì a poco conquistavano le classifiche mondiali.

IAN STEWART
Il membro nascosto degli Stones, fondatore della band ma escluso per ragioni di immagine (troppo brutto...) restò comunque nella crew della band come road manager, suoanndo spesso il piano in vari dischi.

DAVE EVANS
Fu il primo cantante degli AC/DC (dopo aver militato nei Velvet Underground !!! Gruppo di Sidney omonimo di quegli altri new yorkesi...) con cui realizzò il primo singolo prima di allontanarsi per divergenze artistiche ed essere rimpiazzato da Bon Scott.
Proseguirà una carriera in sordina con la glam band dei Rabbitt.

JASON MARK EVERMAN
Chitarrista dei Nirvana ai tempi di “Bleach” e successivamente per un breve periodo dei Soundgraden, giusto poco tempo prima del successo che ottennero entrambe le band (da cui fu sbattuto fuori per incompatibilità varie) si è arruolato nelle Forze Speciali dell’Esercito americano ed è andato a combattere in Afghanistan....

THE CHORDS
Tra le migliori mod bands mai apparse sulla faccia della terra, sotto contratto con la Polydor, in tour con i Jam nel momento di massimo successo, lanciarono il loro singolo “Maybe tomorrow” , raggiunsero la top 40 nel febbraio del 1980 ma la prevista apparizione a Top of the Pops, slittò di una settimana proprio quando il singolo era in classifica e un passaggio televisivo di quella portata li avrebbe potuti portare in altissimo.
Il singolo uscì così dalla classifica e non rientrò successivamente nonstante il passaggio TV....

26 commenti:

  1. ciao Tony, io tra i più sfigati inserirei anche STUART SUTCLIFFE, primo bassista dei Beatles..
    non solo lasciò la band prima della notorietà mondiale ma, doppia sfortuna, morì non ancora 22enne

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  2. Ci avevo pensato ma i morti non contano :)
    Altrimenti la lista si allunga a dismisura...basti pensare a Otis Redding morto tre giorni dopo aver inciso il suo più grande successo, "Dock of the bay" .

    Non penso che Stu fosse comunque da annoverare tra gli sfigati del rock n roll.
    NON sapeva suonare il basso e preferiva la pittura, non credo avrebbe mai proseguito con i Beatles

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  3. Buon lunedi' a tutti. ieri sera mi sono sentito (quasi tutto, mi manca una mezzoretta) il Galletti a radio bbilan/inter. Che storie! http://www.mixcloud.com/CeraUnaVoltaORei/stagione-3-puntata-03-rockngoal-calcio-e-musica-passioni-pop-con-alberto-galletti/

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    1. Ha ha ha ha ha ha ha, grazie Capitano, ho fatto del mio meglio e (con grandissimi sforzi ha ha ha ha ha) non ho detto niente di brutto sull'Inter.
      Il mio grazie e il mio plauso ancora una volta a Henry e Tommy e l'introduzione sul compleanni del Grande Genoa ha portato pure bene (scusate ma voglio vedere che effetto fa vederlo scritto) ieri sera a Marassi:
      Sampdoria 0-3 Genoa

      cheeers ciclisti, yeeeeaaaaahhhhh!

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  4. Peter Green , rispetto a Barrett che senza i PF ha concluso ben poco , ha inciso album importanti ed innovativi anche dopo l'uscita dai Fleetwood Mac : "End of the game" , per conto mio , è uno dei must assoluti della psichedelia britannica (seppur album strumentale)...nulla a che vedere con la svolta easy-listening degli altri Fleetwood Mac,che sicuramente avevano altre mire commerciali.
    Sono sempre stato molto critico anche con chi definisce Barrett l'unico genio creativo dei PF e non ho mai nascosto che le mie vere ispirazioni restano album successivi quali "More" ed "Ummagumma" (anche perchè sono quelli che ho ascoltato in tempo reale,appena usciti nei negozi) (sono anzianotto,nehh !)...l'esordio dei PF rimane pietra miliare,irrangiungibile per molti aspetti,ma dovendo considerare la storia personale che mi lega ad alcune opere,terrei in grande considerazione quelle già citate,piuttosto che i lavori solisti di Barrett : 2 album con ottime idee ma sviluppate malissimo,in modo confuso e raffazzonato (malgrado l'aiuto degli ex soci di Syd).
    A tal proposito sono interessanti anche i racconti di John Alder "Twink",che da batterista suonò con Barrett alcuni anni dopo l'allontanamento dai PF e nel 1972 formò con lui gli STARS,i quali suonarono dal vivo pochissime volte e sempre con il leader in condizioni mentali e fisiche disastrose : esiste sul tubo una sola testimonianza sonora dell'evento,ma la qualità audio è veramente penosa.

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  5. In effetti Barrett compose solo il primo dei PF, sul secondo c'è solo "Jugband Blues" (che neppure è un gran bel brano...).
    Alla fine i PF hanno continuato ad aiutare economicamente Barrett ma se non si fosse sputtanato il cervello avrebbe vissuto in ben altra maniera.
    Peter Green ha fatto eccellenti cose dopo i FM ma senza alcun successo (se non di critica)

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  6. Discorso interessante anche come eventi cambiano il cordso delle storie..della serie "mors tua vita mea.."ehm..Boss dice che i morti non contano..a me viene sempre in mente Dave Grohl,batterista gregario all'ennesima potenza che dopo la morte di Kobain passa in front line,microfono in mano..chittìarra e leader indiscusso. Un altra persona

    C

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  7. Io più che Syd Barrett, che nonostante la sfiga ha avuto il tempo di diventare una leggenda, per i Pink Floyd metterei BOB KLOSE, lui sì veramente sfigato :)

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    1. Non conoscevo la triste storia di Bob Klose....davvero sfigato..
      Per Gilmour si è ricordato di lui e lo ha fatto collaborare a "On a island" il suo album solista del 2006

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  8. in effetti i 2 dischi d Barett osannati da alcuni 'critici' erano solo confusionar abbozzi,....i Chords era molto bravi,...poi citerei i buon Richard Hell,...ricordo una vecchia intervista sua piuttosto amarggiata dove lui diceva' il punk (anche come stile di abbigliamento etc.) l'ho inventato io,...altri c'han guadagnato'

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  9. @voxclamans... Beh, Stuart lasciò i Beatles di proposito. Non voleva fare il musicista ed aveva ambizioni in altri ambiti. Purtoppo il destino non gli consentì di raggiungere alcun obiettivo ma sono sicuro che se fosse vivo non gliene fregherebbe nulla di aver lasciato i beatles (a differenza di Pete Best, al quale invece rode ancora pareccchio) :)

    Ma... nessuno s'è ricordato di Henry Padovani? Poverino.
    :)

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  10. Il povero Henry.
    Finito con Wayne County e a fare il manager di ZUCCHERO !!!!
    Però alla fine non male...è rimasto nel giro

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  11. E nel 2006 STING e STEWART COPELAND suonarono pure in un brano di un suo album solista ricostituendo la line up originale dei Police

    http://www.youtube.com/watch?v=vE_Sk8UrFF0

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  12. A David marks dei Beach Boys successe un "allontanamento" tardivo ma pur sempre definitivo. Sostitui Al Jardine per un anno e mezzo e quattro album,poi al ritorno di Al lui dovette òlasciare la band

    C

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  13. cmq sto leggicchiando ora che ai Negramaro è stato assegnato il doppio disco di platino,...una great r'n'r band: ),..vogliam mettere con 'misconosciuti' non platinati come Dwight Twilley o i Plimsouls?:)

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  14. ma Neil Young non l'ha mai giubilato nessun gruppo? (ahaha!)

    C

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  15. Neil Young ha fatto alcuni grandi dischi,PUNTO. ..poi se nell'Italietta d'auhourd'huj non è apprezzato cazzi loro,....c'è sempre il 'Greatest Tits' di renato Uno in alternativa. ..W Jason Ringenberg,...e Erwin Vandenbergh the great bomber

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  16. ahaha! Mich hai ragione..ma era per sfottere il Wite!
    C

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  17. yeh:) ....RenatoUno come te non c'è nessuno,.haha great Max Bunker:)

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  18. yeh:) ....RenatoUno come te non c'è nessuno,.haha great Max Bunker:)

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  19. E Tim Staffel? Anche lui l' ha perso il trenino, eh?

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  20. E Tim Staffel? Anche lui l' ha perso il trenino, eh?

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  21. Paul Evans... dagli U2 ai Vurgin Prunes

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