lunedì, febbraio 06, 2023
Tom Verlaine
Riprendo l'articolo che ho scritto per "Alias" de "Il manifesto" sabto scorso, in ricordo di TOM VERLAINE.
E’ cosa rara trovare il “disco perfetto”, quello inattaccabile sotto ogni punto di vista, sia esso artistico che storico.
“Marquee moon” del gruppo new yorkese Television, pubblicato nel febbraio del 1977, ne ha tutte le caratteristiche.
Perfetto anello di congiunzione tra le istanze new wave/punk, figlie delle esperienze del mitico locale CBGB’s, culla di una nuova generazione che stava per rinnovare il rock (in cui Ramones, Patti Smith, Talking Heads, Blondie facevano da traino) e l’evoluzione della musica pop/rock che dagli anni Sessanta aveva assimilato nel suo percorso psichedelia, pub rock, power pop, jazz, garage punk e tanto altro.
Protagonista principale del disco e della band il chitarrista e cantante Tom Verlaine (Thomas Miller scelse il soprannome in omaggio al suo poeta preferito, Paul Verlaine), compositore di tutte le canzoni, venuto a mancare, inaspettatamente, dopo breve malattia, alcuni giorni fa all’età di 73 anni. I Television furono tra i gruppi più originali della scena new yorkese ma non solo.
Il loro primo disco si inseriva storicamente nel contesto cosiddetto punk new wave ma aveva caratteristiche completamente diverse dalle tipiche coordinate del genere.
Un sound nervoso, tanta tensione sonora, inquietudine, chitarre che intrecciano scale armoniche di sapore psichedelico, una vena jazz in sottofondo, riff ipnotici e acidi, ritmica pulsante, precisa, una voce acuta, stridula, gli incredibili dieci minuti della title track che sfidano le “regole” punk dei brani sotto i centottanta secondi, suoni crudi e minimali ma allo stesso eleganti e raffinati.
Otto brani e 45 minuti di musica senza una pecca, un capolavoro assoluto.
Che nasce da lontano.
Tom Verlaine si approccia alla musica studiando pianoforte, poi il sax, approdando solo successivamente alla chitarra.
Ascolta rock ma anche molto jazz (caratteristica che permea molto del suo stile), Miles Davis in particolare ed è attratto dalla poesia e dalla letteratura.
Forma i Neon Boys con Richard Hell (futuro membro degli Heartbreakers di Johnny Thunders e dei Voidoids e ritenuto spesso come il primo ispiratore dello stile punk, con la maglietta strappata, le spille da balia, i capelli corti dritti, da cui prese ispirazione Malcolm McLaren per guidare esteticamente i Sex Pistols) e il batterista Billy Ficca.
Incideranno, nel 1973, alcuni brani dal gusto proto punk, pubblicati solo nel 1980 in un ep.
La band si scioglie e riforma qualche mese dopo con l’arrivo del chitarrista Richard Lloyd e successivamente del bassista Fred Smith a sostituire Richard Hell.
Il nuovo nome è Television.
“Molti giornalisti hanno sempre fatto riferimento al nostro nome associandolo a concetti che si rifacessero alla “televisione” e tutta questa spazzatura. Ma non è così: l’intera idea dei Television è sugli aspetti visionari dell'arte, piuttosto che sugli aspetti dei media. In realtà non è come la TV, come qualcosa di "supermoderno", qualcosa di "media" o "elettronico" o quel tipo di cose stravaganti alla William Burroughs. È più simile al vecchio aspetto di “visione”. Television/Tell a vision - racconta una visione. Solo tre parole. Non siamo una band da espedienti mediatici. Non abbiamo davvero alcun espediente. Non abbiamo un aspetto colto né siamo alla Kiss o qualcosa del genere. Non abbiamo uno "spettacolo", non facciamo uno show. Tutta questa faccenda del rock come un grande spettacolo è una cosa degli anni '70 ma non approvo per niente tutta quell'idea anche se potrebbe ripagare”.
La band entra nel circuito del CBGB’s accumula esperienza, affina la tecnica, non concede nulla all’estetica, rimasta sempre anonima. Non sono più giovanissimi, hanno passato i 25 anni quando nel 1975 incidono il singolo d’esordio “Little Johnny Jewel”, diviso in due parti, sorta di improvvisazione, scarna, minimale.
Precedentemente avevano attratto l’attenzione di Brian Eno con cui registrarono alcuni demo, mai ufficialmente pubblicati, di brani poi finiti su “Marquee Moon”.
La collaborazione finì malamente con Tom Verlaine che in un’intervista rinfacciò a Eno di aver “rubato” alcuni riff per l’album “Siren” dei Roxy Music (da cui Eno era però già uscito da anni).
Tom collabora con l’esordiente Patti Smith, con cui ha una breve relazione culminata poi in una fraterna ed eterna amicizia, comparendo come autore e chitarrista nel brano “Break it up” e nel singolo “Hey Joe” della cantante.
Con Patti ha successivamente collaborato suonando nella sua band dal vivo.
Finalmente l’album d’esordio dei Television vede la luce, trova la critica molto ben disposta ad elogiarne i meriti e l’originalità ma in America vende poco.
Meglio in Europa ma non diventerà mai una hit in termini commerciali.
Solo con il tempo troverà un posto sempre più solido tra i migliori dischi dell’epoca e probabilmente della storia del rock, consegnando la band all’Olimpo della musica.
Paradossalmente sarà un peso che Verlaine e le successive incarnazioni del gruppo si porteranno addosso per sempre. Il capolavoro insuperabile cancella le prestazioni successive, anche quando saranno di grande pregio.
Come il secondo album “Adventure” del 1978, che conserva le caratteristiche dell’esordio ma in chiave meno aggressiva e più sfumata. Le composizioni non hanno l’urgenza, l’irruenza e la visionarietà precedente e anche se il disco trova un’eccellente accoglienza in Inghilterra non farà particolare breccia nella critica (e avrà anche, in generale, vendite deludenti), rimanendo il fratello minore dell’esordio.
La band si scioglie e Tom Verlaine incomincia una lunga carriera solista, tra alti e bassi, sempre un po’ in ombra (“Mi piace pensarmi come a un invisibile. Lo trovo un modo di vivere molto vantaggioso. Sfortunatamente non è il modo in cui lavora il business”) nonostante l’attenzione che gli riservano personaggi di primo piano.
Basti pensare alla cover del brano “Kingdom come”, tratto dal primo album solista omonimo del 1979, eseguita da David Bowie nel suo “Scary monsters” dell’anno successivo.
Verlaine eseguì la parte di chitarra ma Bowie non la utilizzò, chiamando al suo posto Robert Fripp.
La decina di album che ha lasciato spaziano tra uno stile affine alla creatività dei Television, declinata in chiave più sospesa e sempre meno aggressiva, con concessioni a episodi strumentali e più sperimentali.
Sorprendentemente la band si riunisce nel 1992, realizzando un omonimo album purtroppo spesso dimenticato o trascurato, pur essendo di egregia fattura e facendo rivivere i fasti del passato più che dignitosamente, grazie anche al video della conturbante “Call Mr.Lee” che fa spesso breccia sulle frequenze di MTV.
I Television proseguono suonando in giro per il mondo, raccogliendo sempre attenzione e affetto, preparano un nuovo album che purtroppo non ha mai visto la luce.
Ci mancherà la figura allampanata di Tom Verlaine, magro ed emaciato, austero ma elegante, schivo e ostile.
Mancherà quel mondo di urgenza febbrile che ci ha lasciato “Marquee Moon”, un’epoca cristallizzata in un passato che non tornerà più ma che ci ha lasciato un tatuaggio indelebile nell’anima.
“Quando penso a Tom, ho quest'immagine di lui che fuma una sigaretta e guarda fuori attraverso il fumo con questo luccichio curioso negli occhi. Non è un personaggio pubblico espansivo e non ha mai indossato il costume della celebrità rock. Credo che sia rimasto abbastanza fedele a se stesso nel corso degli anni, seguendo solo il suo istinto".
(Lenny Kaye, Patti Smith Group).
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Bel post. Aspettavo un tuo scritto su Tom.
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