giovedì, agosto 06, 2020

Il jazz in Inghilterra negli anni 40



AGOSTO DI REPLICHE: riprendo alcuni articoli particolarmente apprezzati in passato.

Attraverso alcuni cenni storici andremo alla ricerca dei semi e delle radici del MODernismo, dal dopo guerra alla metà degli anni 50.
Le precedenti puntate qui: http://tonyface.blogspot.com/search/label/Le%20radici%20del%20Modernismo

L'Inghilterra aveva già goduto, negli anni 30, di una serie di visite, seppur sporadiche, da parte di stelle del jazz americano, da Louis Armstrong a Duke Ellington, Coleman Hawkins, Art Tatum e Fats Waller influenzando una serie di musicisti locali, in particolare Nat Gonnella che con i suoi Georgians incominciò a costruirsi una solida reputazione (anche se i primi concerti jazz con musicisti americani risalgono addirittura al 1919 grazie all'Original Dixieland Jazz Band e alla Southern Syncopated Orchestra, band di soli neri).

Nel 1935 il governo inglese mise il bando ai concerti di artisti americani (con l'eccezione di Glenn Miller che riuscì ad aggirare il veto facendo passare il suo show come spettacolo di cabaret e di qualche nome minore) privando, da una parte, i giovani inglesi di poter usufruire di spettacoli di prima qualità ma, allo stesso tempo, incentivando la nascita di realtà autoctone (sarà tolto solo 21 anni dopo, nel 1956!).

E' sempre negli anni 30, precisamente nel luglio del 1933 che nasce a Regent Street il primo British Rhythm Club che divennero in breve tempo una novantina sparsi in tutto il Regno Unito con due riviste specializzate, “Swing Music” e "Hot News and Rhythm Record Review” dedicate al nuovo fenomeno musicale.

Locali piuttosto lontani dal gusto attuale visto che il trombonista Eddie Harvey li ricorda come “luoghi in cui la gente si sedeva per terra in religioso silenzio per ascoltare le ultime novità swing jazz nello stesso modo in cui si assisteva ad un concerto di musica classica”.
Stesso trattamento ricevevano i primi gruppi locali che incominciarono ad imitare lo stile dei dischi.

Negli anni 40 con l'arrivo dei soldati americani lo Swing prese sempre più piede e nomi come Glenn Miller, Benny Goodman e Artie Shaw erano tra i più seguiti tra gli amanti del jazz.
Ma incominciarono ad arrivare anche i dischi di Dizzy Gillespie e Charlie Parker ovvero di Be Bop, nuova forma musicale più veloce, nervosa, innovativa, che portò con sé anche lo stile estetico ed etico dei Boppers, antitetico al gusto tradizionale.

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