martedì, agosto 04, 2020

Campionato di calcio 2019/2020



Il consueto, tradizionale, sguardo al Campionato di Serie A appena concluso, a cura di ALBERTO GALLETTI.

E’ andato in archivio ieri il campionato di Serie A 2019/20, non aveva più niente da dire a parte il nome della terza retrocessa, riassuntino:
Ha vinto la Juventus.
Trentaseiesimo scudetto, nono consecutivo.

Un’altra pagina storica per il calcio italiano per chi ha sempre guardato almanacchi, classifiche e statistiche, l’ennesima conferma degli squilibri di un movimento che ha quasi completamente cristallizzato i valori al vertice e non riesce più, salvo rare eccezioni, a produrre concorrenza o emozioni sportive.
Squilibri figli dell’assurdo sistema di distribuzione degli ingenti ricavi televisivi.

Nove campionati di fila, diciamocelo, sono una lagna infinita.
Non siamo più al punto che un Verona o un Cagliari non riescono più a vincere uno scudetto, qui non ce la fanno più neanche l’Inter e il Milan.
Quest’anno però è stato un po diverso.
La Differenza finale di un punto, non inganni, il successo è un po più netto di quel singolo punto, ma molto meno degli anni precedenti.
Il cambio in panchina voluto dalla dirigenza bianconera per migliorare la qualità del gioco non ha dato i risultati sperati
. Mi chiedo se senza Ronaldo ce l’avrebbero fatta comunque, la mia risposta è no.

La Lazio ha rivaleggiato a lungo con la Juve, l’ ha battuta due volte nettamente ma dalla ripresa in avanti ha faticato a trovare la continuità necessaria per rimontare punti.
La Juve ne ha avuta anche meno ma i punti di vantaggio le sono bastati.

L’Inter di Conte costruita per detronizzare i bianconeri finisce solamente un punto dietro avendo passato però più di metà stagione virtualmente fuori dai giochi.
Rendimento altalenante.
Forse la rosa è incompleta, certo Conte non ci mette quel tantino in più necessario e scarica poi le colpe sugli altri, prima i giocatori, adesso la dirigenza.

La vera sorpresa positiva, l’unica, è stata l’Atalanta, che chiude terza a pari merito con la Lazio ottenendo il miglior piazzamento in Serie A di sempre, record di punti e di gol segnati (98, ventidue in più della Juve) e una lunga sfilza di partitoni spettacolari; miglior squadra del campionato.
Gasperini era l’uomo di Agnelli, senz’altro, non Sarri.
Ottimo il terzo posto della Lazio che ha flirtato a lungo con lo scudetto ma ha ceduto sul più bello, ma ha giocato delle grandi partite.

Deludente il Napoli, Ringhio ha raddrizzato un po la barca e messo in bacheca una Coppa Italia tutt’altro che disprezzabile.
Deludente il Milan fino all’interruzione ma strepitoso dalla ripresa in avanti.
Un grande Ibra trascina e fa metà del lavoro di Pioli salvandogli la panchina.
Deludente il Torino, partito con ben altri obiettivi, ma con gente come Mazzarri e Longo dove vuoi andare?
Indifferenti tutti gli altri a meno che non si sia tifosi interessati.

Pessimo il Genoa che si è salvato ieri sera, squadra scarsa e inguardabile.
Una stagione orrenda, la quarta di fila, figlia della politica presidenziale di esclusivo commercio di calciatori abbinato alla vendetta sua personale verso i tifosi.
Speriamo che meni le tolle in fretta, finchè resta rimaniamo un malato terminale e prima o dopo ci resteremo secchi.
In B ci vanno come da pronostico due delle tre neopromosse più la SPAL, per la quale ad inizio stagione avrei predetto una salvezza: cessione di Lazzari o paracadute tv?
La terza, l’ Hellas, fa un bel campionato e finisce nona.
Ciro Immobile scrive un pezzettino di storia, con i suoi 36 gol, 12 dal dischetto ed eguaglia Higuain 2016 che di rigori ne aveva tirati solo tre.

Sono stati accordati 186 rigori, l’anno prima erano stati 122 dieci anni fa la la metà, media di quasi cinque a giornata.
Specchio del effetto prodotto dal VAR che ha reso il gioco insopportabilmente cavilloso, banalizzato fasi di gioco come rigori e gol annullati per fuori gioco, ormai buone per creare sensazionalismo ad esclusivo uso e consumo televisivo.
A tutti i sostenitori di VAR, moviole varie et similia il solito andate a fare in cu*o.

E’ stato un campionato che verrà ricordato a lungo, purtroppo, come un mucchio di altre cose, per l’effetto prodotto su di esso dal Covid-19 che ha rovinato e sta rovinando la vita del pianeta.
Non ho controllato ma penso si tratti del campionato di Serie A che è durato più a lungo.
Era cominciato il 24 agosto 2019 è finito ieri, quasi un’ anno dopo, in stadi completamente vuoti causa protocolli di sicurezza anti-covid.

Dalla ripresa si è giocato praticamente tutti i giorni.
La stagione ad ogni modo ancora non è finita, adesso ricominciano le coppe europee e non è marzo, è agosto.
Le partite senza pubblico ad ogni modo, in tv, non si possono vedere.

2 commenti:

  1. Diciamo che nonostante il certosino lavoro di Sarri nemmeno quest'anno le pretendenti storiche sono riuscite ad essere completamente competitive. Il campionato italiano somiglia sempre di più ad una SPL e temo che fino a quando non si riorganizzera' il Milan(grande assente degli ultimi anni)la situazione rimarrà questa. Tony Toupet, con contratto principesco, fa spendere all'Inter un botto di soldi per farsi accontentare nel mercato salvo poi ricominciare con le lagne vs proprietà e calendari; sarebbe il caso che qualcuno gli ricordi che altri allenatori con 10 euro hanno pasteggiato in ristoranti ben più costosi. Splendida realtà quella atalantina, il Napoli si sveglia tardi(ma comunque porta a casa un trofeo)e le romane si alternano con strisce vincenti pre(Lazio)e post(Roma)lockdown. Spiace vedere il Toro navigare nella mediocrità. Il Var e la regola assurda del braccio-rigore-a prescindere sono storture che rendono il gioco meno interessante almeno per me.

    Charlie

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  2. in un post fotocopia di qualche anno fa ( ennesimo) visto che la menata è sempre quella , giustamente direi considerata la forza dello zebrone, ho rimarcato come il sig. minimo moratti avesse rovinato l'Inter fino al 2025...ci sto andando vicino , se non arriviamo ( arrivano io ormai seguo con estremo distacco, estremissimo direi) al 2025 sarà forse perchè i cinesi dopo un po' non ci stanno più a fare quelli che vanno solo in bicicletta vestiti di blu. Ad maiora , clodoaldo

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