martedì, luglio 10, 2018

Cile-Italia 2-0 - 2 giugno 1962



ALBERTO GALLETTI ci porta di nuovo nel magico mondo delle PARTITACCE.

Vista la mia recente propensione alle partitacce e il sempre crescente disinteresse per i mondiali, una parata di conformismo eupallico con rare punteggiature interessanti qua e la, comunque sempre lontano dal vertice, ritorno a quella che, più o meno, è considerata la peggior partita mai disputata ad un mondiale: protagonista, manco a dirlo, l’Italia.

Santiago del Cile 2 giugno 1962, Estadio Nacional, Cile e Italia si affrontano in un incontro valevole per la seconda giornata del gruppo 2.
I cileni, all’esordio, avevano liquidato l’arrendevole Svizzera con un secco 3-1, l’Italia veniva invece da uno 0-0 contro la Germania Ovest, in se non un brutto risultato, che però caricava questa partita di grandissima importanza; chiaro che una sconfitta avrebbe compromesso il cammino di entrambe, il Cile avrebbe dovuto poi affrontare i tedeschi, gli azzurri avrebbero dovuto battere la Svizzera e sperare in non so quale risultato favorevole nell’altra partita.

L’atmosfera intorno agli azzurri si era inoltre parecchio incattivita a causa di un paio di articoli di due giornalisti italiani inviati in Cile, uno Antonio Ghirelli, l’altro non ricordo, che pensarono bene di scrivere un resoconto sul Cile post-terremoto alquanto duro che non risparmiava le condizioni di vita dei cileni, dalla povertà diffusa, al sottosviluppo, all’arretratezza culturale giù giù fino alla prostituzione dilagante per le vie di Santiago, cosa che mandò in bestia i locali che reagirono montando una campagna stampa anti-italiana a tutta forza: due autentici geni in materia di comprensione delle circostanze e tempismo.
Tutto ciò, unitamente alla questione più prettamente calcistica riguardante due oriundi argentini (assi malvisti dai locali), Sivori e Maschio schierati dall’Italia, contribuì a creare un bell’ambientino quel giorno all’ Estadio Nacional, annunciato dal quotidiano nazionale col titolo di ‘Guerra Mundial!’, intriso di astio e acredine, combustibili ad alta infiammabilità pronti ad esplodere alla minima scintilla, valse per l’ambiente e per i giocatori cileni, pronti a tutto pur di regolare i conti con i maledetti italianos.

La partita fu una guerra, risse continue, provocazioni da una parte, prontamente raccolte dall’altra, sotto gli occhi di un arbitro, l’inglese Aston , probabilmente più cagasotto che corrotto e ribattezzata ‘la battaglia di Santiago’, rimane senz’altro la peggior cosa accaduta ad un mondiale.

Si comincia tra i fischi dell’invasato pubblico di casa che risponde così e con un ululare d insulti, al patetico tentativo italiano di riappacificare gli animi gettando omaggi floreali al pubblico, dopo gli exploit dei due novelli ‘Giovanni Verga’ inviati al seguito della squadra.

Fin dall’avvio interventi spaccagambe o mirati alla figura, il pallone è un optional.
Comunque Altafini al 4’ tira in bocca al portiere.
Poco dopo un intervento di Maschio su Rojas, sopraggiunge Ferrini che colpisce il cileno, ne nasce un parapiglia con Sanchez che finisce a terra, Aston a fatica fa riprendere il gioco.
Due minuti dopo Landa scalcia Ferrini da dietro, l’azzurro si gira e vibra un gran calcione che non va a segno, purtroppo per lui l’arbitro è a due passi e lo espelle. Si accende una rissa, Maschio si prende un pugno da Sanchez e rimedia la frattura del setto nasale, non essendoci sostituzioni dovrà continuare fino al termine. Aston questa non la vede perché è impegnato a cacciare dal terreno Ferrini che si rifiuta di uscire, intervengono i carabineros locali che, armati, persuadono il granata a levarsi di torno.
Lacrime di Ferrini carico oltre il livello di guardia, una po da coccodrillo a mio parere, vista la colossale stupidaggine dopo soli 7’ di partita, Brera suggerirà altro.
Aston sente i due guardalinee in merito a Sanchez, ma non prende provvedimenti, anni dopo confesserà che il guardalinee messicano lo aveva avvertito dei pugni di Sanchez (che poi colpì anche David), ma che non se la sentì di intervenire, ne di sospendere la partita, terrorizzato dalla folla invasata.

Così si prosegue, il Cile tiene palla e l’Italia stà in difesa, conclusioni pochissime: un tiro alto di Rojas e un colpo di testa di Altafini. Poi al 41’ Sanchez tiene palla vicino alla bandierina del corner in fase di attacco, lo chiude David, Sanchez nel tentativo di girarsi cade, David tira due o tre calci, credo non colpisca il pallone più di una volta, il cileno si rialza e lo colpisce con una manata in faccia, l’italiano crolla a terra.
Si accende un’altra rissa: gente in campo, dirigenti, riserve, allenatori, carabineros.
Aston non avendo visto bene decide di non intervenire.
Non segue il suo esempio David che tre minuti dopo , mentre Sanchez si appresta a controllare uno spiovente, entra in spaccata alta sul cileno, colpendolo alla testa/clavicola facendolo stramazzare a terra, altro nugolo di giocatori sull’arbitro e David espulso, un tiro di Robotti, facile preda del portiere cileno chiude la prima frazione di gioco.

Nel secondo tempo il Cile, con due uomini in più parte subito a testa bassa e va alla conclusione tre volte nel primo quarto d’ora. Altro rude intervento su Mora, stavolta di Rojas, Aston lascia correre. Solo Cile adesso che forza il ritmo e passa sugli sviluppi di una punizione spiovente che Ramirez infila di testa alle spalle di Mattrel, quindi un gol del Cile annullato per fuorigioco (coraggiosissima la terna) e altre occasioni per i padroni di casa poi, al 85’, Mora salta due avversari in dribbling ma il secondo, Toro, lo placcca modello rugby, i due ruzzolano a terra colpendosi a vicenda, Aston è li, interviene per separarli ed incredibilmente non espelle il cileno.

A tempo scaduto proprio Toro indovina un gran tiro da fuori area che fa secco Mattrel infilandosi all’angolino.
Si chiude con un’intervento di Eyzaguirre su Mora che genera un’altra zuffa ma a questo punto l’esasperato Aston manda tutti negli spogliatoi.

Anni dopo Ken Aston fermo ad un semaforo rosso a Kensington, Londra, all’apparire della luce verde ebbe un’intuizione: ripensando a quella partita a Santiago anni addietro, ebbe l’intuizione di introdurre dei cartellini colorati per sanzionare disciplinarmente i giocatori: giallo per le ammonizioni, che prima si limitavano ad un’annotazione sul taccuino e rosso per l’espulsione, così da evitare il caos se si fossero di nuovo verificate situazioni del genere, ripetute quattro anni dopo quando il capitano argentino Rattin si rifiutò di uscire dal campo, espulso, nella partita contro gli inglesi.

COPPA RIMET VII EDIZIONE
Santiago del Cile, Estadio Nacional de Chile,2 giugno 1962.

2° giornata – Gruppo 2
Cile 2-0 Italia

CILE: Escuti, Eyzaguirre, Navarro, Contreras, R. Sánchez, Rojas, Ramírez, Toro, Landa, Fouilloux, L. Sánchez. ALLENATORE: Riera.
ITALIA: Mattrel, David, Robotti, Tumburus, Janich, Salvadore, Mora, Maschio, Altafini, Ferrini, Menichelli. ALLENATORI: Ferrari e Mazza.
ARBITRO: Aston (Inghilterra).
GOL: 74’ Ramirez, 88′ Toro.
ESPULSI: 8′ Ferrini, 41′ David.

8 commenti:

  1. e giù botte..viuuulenza!
    Ciao Gallo
    C

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    Risposte
    1. Ciao Cri
      viuuuleenza
      io mi ci son sempre visto bene in questa partita qua. Il gol di testa non l'avremmo preso
      😂😂😂

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  2. Alberto riesce sempre a portarci DENTRO alla partita. Bravissimo come sempre !

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  3. non sono d'accordo con le critiche e le ironie sui giornalisti, ghirelli tra l'altro secondo me era un giornalista di livello. Cosa avrebbero dovuto fare, mentire per non far arrabbiare i cileni? I giornalisti dovrebbero raccontare sempre la verità, se quella per loro lo era hanno fatto benissimo a scivere i pezzi in questione. A distanza di 40 anni si criticano ancora le corrispondenze dall'argentina per i mondiali 1978 che minimizzavano (o tacevano del tutto) le violenze della dittatura, quindi i novelli Verga per me hanno fatto benissimo. Per il resto, gran racconto, come sempre.
    alberto

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  4. Opinioni, naturalmente ciascuno ha le proprie. Ma prima di scrivere, onde evitare di sparar cazzate, mi documento sempre un po.
    Quando si andava a fare un mondiale in spedizione, squadra, tecnici giornalisti al seguito si era un tutt'uno. Chiaro anche che lo scopo della spedizione fosse andarsi a giocare un mondiale di calcio. Non dico che si debbano tacere certe cose ma, a mio parere, l'obiettivo unitario della spedizione avrebbe dovuto essere la buona riuscita della stessa. I due giornalisti in questione agirono invece di propria iniziativa allettati dalla possibilità di fare uno scoop da spedire in Italia e che fu prontamente sbandierato a titoloni sulla stampa nazionale. Non essendo neanche un 'atto di denuncia verso il governo locale dell'epoca, che difatti rimane ignoto leggendo i resoconti, quel che rimane è, sempre secondo me, un'attacco gratutito ad una popolazione in enorme difficoltà per le conseguenze di un cataclisma che peggiorò condizioni di vita già molto difficili. Avrebbero potuto osservare, annotare e scrivere poi, una volta rientrati, pubblicare un reportage del viaggio. Non stà scritto da nessuna parte che i giornalisti debbano raccontare sempre la verità, quale verità poi; dipingere un'intera Nazione ad un certo modo solo perché il maggiore centro urbano presenta aree di degrado? Sarebbe come andare nel distretto a luci rosse di Amsterdam e scrivere poi che l'Olanda è un paese di mignotte e cannaioli, certo ci saranno ma di sicuro non è tutto così.
    Poi, la partita sarebbe andata comunque a quel modo, mia opinione è che la colpa fu soprattutto di Ferrini che non controllandosi innescò una serie di reazioni a catena che sfuggirono al controllo. Vale per gli avversari ovviamente, ma pure per i compagni che in qualche modo si sentirono poi giustificati a fare altrettanto. Ad ogni modo io li avrei allontanati dalla squadra.
    Non mi pare una cosa paragonabile alla dittatura argentina degli anni settanta.
    Per tutto ciò confermo il mio sarcasmo verso i novelli Verga, opinions anyway.

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  5. opinione personale, naturalmente, ma ribadisco che secondo me si può discutere sul fatto che i pezzi fossero corretti o no, veritieri o meno, non sulla tempistica o sulla convenienza per la nazionale a pubblicarli.
    alberto
    p.s. non riesco a capire perchè a volte mi fa entrare come spillo a volte no

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  6. L'altro cronista era Corrado Pizzinelli che era in Cile per la Nazione di Firenze non per il Mondiale , ma per documentare la situazione post terremo,cosa che fece in modo fin troppo zelante. Lui ad inizio mondiale era già tornato in Italia, le sue cronache e quelle più blande di Ghirelli furono strumentalizzate prima da in porta cileno che viveva in Italia che amplificó alla radio di stato e non Le parole dei due giornalisti ed in seguito dallo stesso governo cileno scatenando il popolo contro tutto ciò che rappresentava l'Italia.
    Hasta
    Clodialdo

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  7. Poeta Cileno...correttore del...

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