venerdì, febbraio 13, 2015
Sonny Liston
Tra gli sportivi più controversi ed estremi, reale incarnazione del disperato, pericoloso per sè stesso e per la società, reietto e respinto da tutti, che si affranca da una condizione miserrima attraverso lo sport (pur ad un prezzo altissimo).
Una figura e una vita che fanno impallidire certe biografie eccessivamente romanzate.
SONNY LISTON nacque in data ed anno imprecisati (pare tra il 1925 e il 1929, la madre ricorda solo un vago "gennaio" di quel periodo) in una famiglia di schiavi, in una piantagione di cotone dell’Arkansas (portando per tutta la vita sulla schiena i segni delle frustate ricevute dal padre:
Siamo venuti su con pochi vestiti, niente scarpe, poco da mangiare. Mio padre mi faceva lavorare duramente e duramente mi frustava), crebbe analfabeta a fianco di 13 fratelli in condizioni di povertà estrema.
A causa di una serie di rapine conobbe presto il carcere dove imparò l’arte della boxe, distinguendosi per l’incredibile forza che lo portò presto a calcare i quadrati tra i dilettanti dove fece a pezzi quasi ogni avversario (fu sconfitto solo dal futuro bluesman Big George Brock che compose, per ricordare l’evento, il brano “I’m the man who beat Sonny Liston”.
A proposito di blues, Sonny era anche lo zio di BBKing...).
Il passaggio al professionismo coincise con l’inizio di stretti rapporti con la mafia (che ai tempi gestiva in toto il pugilato americano) da cui non si staccò mai più (pare che agli inizi facesse anche il riscossore di crediti per le “Famiglie”).
Non smise mai di mettersi nei guai con la legge e la polizia anche a causa di una certa predilezione per l’alcool.
Nel 1953 diventa professionista e inanella una nuova lunga serie di vittorie schiaccianti, spesso per ko ai primi round, fino ad arrivare alla sfida per il titolo mondiale dei massimi contro il campione in carica Floyd Patterson che spazzò via agevolmente due volte contro ogni previsione e nonostante l’avversione sia della stampa, dell’opinione pubblica che del mondo pugilistico a causa della cattiva fama (spesso dovuta alla costante persecuzione delle autorità) di ex carcerato e di colluso con la mafia.
Come scrisse il poeta e scrittore Le Roi Jones
Sonny Liston era il negro grande e scuro, da sempre negli incubi di ogni uomo bianco; era "il negro enorme," "il cattivo negro”; era il paese povero e sottosviluppato, politicamente ingenuo, il popolo sottomesso, che finalmente usciva allo scoperto a raccogliere la sua libbra di carne.
Nel 1963 arriva alla grande sfida con il giovane campione olimpionico Cassius Clay da cui viene sconfitto (anche nella rivincita di due anni dopo) in un incontro controverso in cui pare dimostrato il forte coinvolgimento della mafia che ne diresse il risultato.
Da lì in poi un declino infelice tra incontri in Europa ed esibizioni varie, fino alla misteriosa morte nel 1970, sulla quale pesano ancora i torbidi coinvolgimenti con il mondo mafioso.
La carriera si chiude con 54 incontri disputati di cui 50 vinti (39 per ko) e sole 4 sconfitte (oltre alla partecipazione al film dei Monkees “Head” !!)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Che storia..
RispondiEliminaIl padre schiavo che frusta a sua volta i figli emblematico.
Sign O' the Times
C
Casulissimo. Era addirittura lo zio di BB King? Famiglia abbastanza variegata.
RispondiEliminaPiccolo OT: sul forum di British Football è stato ufficialmente aperto il topic per L'Uomo Cangiante, l'attesa del popolo brit addicted si fa sempre più pressante :-)
Charlie
Alla grande !!!
EliminaCitato anche nel racconto "Sonny Liston era mio amico" di Thom Jones, nel libro omoni mo che personalmente consiglio.
RispondiEliminaGrandissimo picchiatore.
RispondiEliminaSempre presente nei riscontri statistici delle telecronache (che furono) dell'inarrivabile Rino Tommasi.
Un Tyson ante-litteram
Anche W. Dixon er un bel pugile prima della WWII.
RispondiEliminaListon il numero 1 di tutti i tempi.
RispondiElimina