domenica, febbraio 22, 2015

Nauru



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia o comunque estremi.

I precedenti post:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Questa volta si arriva veramente alla fine del mondo o quasi.
NAURU è una sperduta isola dell’Oceano Pacifico Meridionale che, con i suoi 21,4 chilometri quadrati di superficie, è la repubblica indipendente più piccola al mondo (altri stati con superfici più ridotte hanno, come Città del Vaticano, altre forme di governo).

Non ha una capitale, ma un centro urbano più sviluppato, sede del governo.
Potenziale "paradiso terrestre", da quando, all’inizio del ‘900, furono giacimenti di fosfati, iniziò un intensissimo sfruttamento attraverso l’apertura di cave e miniere, che hanno completamente ed irrimediabilmente disboscato e distrutto l'isola, rendendo impraticabile qualsiasi forma di agricoltura e di turismo, facendo scomparire ogni forma di vita animale (con l'eccezione di cani e gatti) e abitabile solo il 20% della superficie totale.

Il governo ha spinto all’estremo l’attività estrattiva, trasformando completamente il territorio cercando di ricavare il massimo profitto, rendendo inizialmente l'isola una delle più ricche al mondo, per poi farla precipitare in una crisi tremenda.
Tra le altre particolarità la totale assenza di acqua dolce (ottenuta con costosissimi impianti di desalinizzazione) e la dipendenza assoluta dalle importazioni dall'estero per le fonti alimentari, spesso di scarsa qualità, al punto da far diventare gli abitanti con il più alto tasso di obesità al mondo, il 78% per le donne e l’80% per gli uomini( 94,5% comunque in sovrappeso). Nauru è anche minacciata dall’innalzamento livello marino (il suo picco più elevato raggiunge i 61 metri) e per il futuro si preannuncia ormai imminente la forzata evacuazione dei 10.000 abitanti.

Una forma di discutibile (per usare un eufemismo) sostentamento arriva con un centro di detenzione gestito dal governo australiano, che può ospitare fino a 616 persone e in cui si trovano in gran parte rifugiati e migranti che hanno fatto richiesta di asilo politico (iraniani, tamil dello Sri Lanka, iracheni e pakistani).
Gli australiani hanno pagato 10 milioni di dollari locali al governo per la gestione del centro (spesso sede di rivolte a causa delle condizioni disastrose di detenzione).

Dal 1942 al 1945 Nauru fu occupata dai giapponesi che deportarono 1200 naurani per lavorare come operai nelle isole Caroline (era per loro una importante base militare per le operazioni belliche). Dei 1200 naurani solo circa 700 fecero ritorno alla loro isola nel 1946.

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