venerdì, settembre 30, 2016
Il meglio del mese. Settembre 2016
Verso la fine dell’anno si può dire che il 2016 è statopropizio per i buoni dischi.
Nick Cave, Michael Kiwanuka, Last Shadow Puppets, PJ Harvey, Iggy Pop, David Bowie, Nick Cave, Motorpsycho, King Gizzard and Lizard Wizard, Seratones, Fantastic Negrito, Kula Shaker, Marta Ren, Lucinda Williams, Nigel Hall, Mavis Staples, Parker Milsap, Charles Bradley, Deep Street Soul, The Heavy, Bob Mould, Steve Gunn, Monkees, Senior Service, Spitfires, Cool Ghouls, Excitements, Jack White, St. Paul and the Broken Bones, Lady Wray tra gli stranieri.
Statuto, The Winstons, Afterhours, Marlene Kuntz, Radio Days, Nada, Roberta Gulisano, Guignol, Wu Ming Contingent, Daniele Silvestri, Sistah Awa, Vinicio Capossela, Bradipos Four, Michele Gazich, Avvoltoi, Milo Scaglioni tra gli italiani
ASCOLTATO
EXCITEMENTS - Breaking the rule
Che alla band spagnola piaccia Ike and Tina Turner, Arthur Alexander, Bobby Bland e tutto quel RHYTHM and BLUES più ruvido a cavallo tra 50's e 60's è cosa nota.Nel nuovo "Breaking the rule" ribadiscono il concetto con brani spesso anfetaminici e ampie dosi di SOUL e FUNK. Koko come sempre protagonista vocale di prima classe.
NICK CAVE - Skeleton Tree
L’empatia per una tragedia come la morte di un figlio rende l’ascolto del nuovo album di Nick Cave ancora più rispettoso e attento.
“Skeleton tree” è una solenne, devastante, drammatica elaborazione di quel lutto.
E’ un GOSPEL moderno, un canto funebre straziante e difficile da sopportare, tanto ferisce l’anima. Ipnotico come il dolore quando taglia il respiro.
JACK WHITE - Acoustic Recordings 1998-2016
Jack White ha (ri)portato, in chiave MODERNA, il BLUES nella POP MUSIC, mischiandolo in modo colto e appropriato a mille altre influenze (funk, rock, grunge, punk, LedZep etc etc etc).
Il nuovo album raccoglie 26 provini, outtakes, versioni varie acustiche della sua pazzesca carriera e dimostra in queste scarne versioni tutta la qualità del suo songwriting e del suo GENIO. C'è un SACCO da IMPARARE ascoltando questo album.
LADY WRAY - Queen alone
Splendida voce (un’Aretha più soft) e grande album di classico rhythm and blues / soul “come una volta”. Nessuna ricerca del suono vintage a tutti i costi ma un groove di sapore 60’s perfettamente calibrato e di gusto raffinato.
Davvero notevole.
ST. PAUL and the BROKEN BONES - Sea of noise
Torna la soul band dell’Alabama con un secondo album di grandissima classe ed efficacia.
Eccellenti brani che guardano a Otis, Al Green, Sam Cooke,southern soul con un gran groove funk e un sapore gospel sottotraccia che rende “Sea of noise” godibilissimo. Su tutto la bellissima voce di Paul Janeway.
COOL GHOULS - Animal races
E’ il secondo album per la band di San Francisco, un tripudio di jingle jangle sound alla Byrds con il ruvido incedere dei Creedence Clearwater Revival e Dream Syndicate, un po’ di Paisley Underground e colate di 60’s sound made in Usa.
Struggente e appassionante.
JAMIE T - Trick
Nuovo ottimo album per il cantautore di Wimbledon che riesce a mettere insieme la sfacciataggine degli Sleaford Mods con l’attitudine dei Clash (un paio di brani sembrano uscire da “Combat Rock”), Billy Bragg e un tiro che riporta spesso agli Arctic Monkeys.
SOUND OF POP ART - Drama
La band inglese (guidata da Chris Free ex A Craze già alla corte di Paul Weller nella Respond Records) propone un buon album a base di pop soul che da quei tempi attinge non poche influenze.
Approccio vintage e naif, canzoni di buon livello dal saporito gusto 60’s, Style Council spesso “in agguato”.
Ascolto molto gradevole.
DODGY - What we are fighting for
Sempre gradite le novità dal grande terzetto inglese che però fa rimpiangere parecchio i fasti passati.
Ci sono ancora chiari riferimenti a Who, 60’s e una riconoscibile impronta brit pop ma il tutto suona molto pop rock di poca personalità.
Non mancano ottimi episodi e il livello è sempre alto ma alla fine lascia poco il segno.
RYLEY WALKER - Golden sings that have been sung
Reduce da un gioiello come “Primrose green” Walker non si ripete.
L’album è ottimo, atmosfere folk tardo 60‘s, ipnotico e lisergicotra Van Morrison, Pentangle e Traffic ma è preponderante l’impronta manieristica.
Comunque un ascolto molto gradevole.
TEENAGE FAN CLUB - Here
Sempre gradito ogni nuovo album della preziosa band scozzese, ancora una volta alle prese con un sognante shoegaze di stampo 60's, chitarre jingle jangle, belle canzoni, colori psych e tanto romantico ottimismo. Ogni tanto (spesso) ci vuole.
MILO SCAGLIONI - A simple present
Esordio solista dopo una lunga esperienza con alcuni dei nomi top del pop psichedelico italiano, dai Jennifer Gentle a Dellera degli Afterhours.
Al suo fianco prestigiosi collaboratori nostrani (da Enrico Gabrielli allo stesso Dellera) per confezionare un delizioso viaggio nel folk pop psichedelico di sapore 60's (Beatles, Small Faces, Donovan, Traffic).
AVVOLTOI - Confessioni di un povero imbecille
Non è facile arrivare con tanta freschezza, dopo trent'anni di incisioni e un numero incalcolabile di concerti, ad un album come il nuovo della band bolognese che prosegue il loro interminabile percorso accorpando in un coraggioso concept, basato su “Despero”, fortunato libro dello scrittore Gianluca Morozzi, tutto quanto è stato seminato in precedenza.
Troviamo il beat degli esordi ma anche la canzone d'autore, sonorità prog, pop, rock, Hammond grooves e tantissimo altro.
Il tutto con un approccio maturo, inconfondibile e personalissimo.
BRADIPOS FOUR – The Parteno-Phonic Sound of the Bradipos Four
Il terzo album della band campana (conosciuta e rinomata in tutto il mondo) tenta un esperimento apparentemente ardito, quello di conciliare la canzone tradizionale napoletana con il surf rock.
Il gruppo assembla una serie di classici di fine ‘800 e primi del ‘900 e li riarrangia in chiave strumentale basandosi sulla convinzione che nelle melodie partenopee vi siano delle matrici che si incrociano in maniera perfetta con le atmosfere surf-rock che a loro volta attingono dal passato classico messicano, caraibico, mediterraneo.
Il risultato è sorprendentemente riuscito, affascinante, coinvolgente e dal sapore del tutto inedito.
Il futuro nel passato.
SURE FIRE SOUL ENSEMBLE - s/t
Dalla California un ottimo album di soul funk strumentale con buon dispiego di sezione fiati, Hammond, grooves alla James Brown, pennellate fusion.
DALINDEO - Slavic souls
Interessanti questi finlandesi.
Nel loro nuovo album c'è un po' di tutto: dal jazz a sonorità 50's quasi rockabilly, ethio jazz, funk, swing, perfino il brano "Tarantella Finlandese" (che mischia jive e chitarre alla Link Wray).
Un ascolto lo meritano perchè sono originali e personalissimi.
BANKROBBERS - Folgen
La band lucchese firma il secondo album ed è di nuovo uno splendido viaggio tra ritmi in levare di marca 2Tone, un'attitudine che riporta ai primi Clash e al combat rock di band come i baschi Kortatu.
Prevalentemente cantato in inglese, si concedono anche qualche episodio in italiano e momenti in cui gli sfrenati ritmi ska cedono il passo al reggae o a più tranquilli rocksteady.
Sezione fiati schietta, ritmiche serrate, voce rauca, aggressività sincera, un buon album pieno di vecchi buoni sapori.
RATLOCK - Tutto vero!
Ratlock è il progetto solista di Gabriele “Rata” Biondi, tromba, melodica e percussioni dei Casino Royale dal 1994.
“Tutto vero!” raccoglie alcune delle cose scritte da Rata durante l’ultima parte del tour della band, “Io e la mia Ombra” (2011-2013). Un album particolare, molto complesso, dalle atmosfere e riferimenti disparati, con elettronica, dub e trip hop a fare da fondamenta. Si respirano anche odori new wave, quella che nei primi 80’s riecheggiava un funk malato, “bianco” e ruvido (Slits, Pop Group, Bush Tetras, James White e certe sperimentazioni dei Clash di “Sandinista” – di cui potrebbe essere un’outtake la conturbante “In strada”).
E ovviamente le innumerevoli contaminazioni care ai Casino Royale che emergono frequentemente. Sperimentale, originale, personale, convincente.
ASCOLTATO ANCHE
MACY GRAY (live album molto raffinato, jazzy, bluesy, un po’ noiosetto), SHAUN ESCOFFERY (Sofisticato soul pop con tinte funk che abbraccia un’ampia gamma tra Al Green e Curtis Mayfield) ROBBING MILLIONS (dal Belgio un buon lavoro di new wave dalle tinte psych), ROBOT (tra Dinosaur Jr, Husker Du ma, con l’uso della lingua italiana, anche Verdena, a cui si avvicina anche il timbro vocale. Suoni crudi, atmosfere dure e plumbee ma lavoro ottimo e interessante), JAZZ INVADERS (soul funk in stile Incognito, molto soft e gradevole), EDDY LEVERT (ex voce degli O’Jays, pop soul funk raffinato e di classe), ELEPHANT STONE (psichedelia/Stone Roses/ brit pop, non male dall’Olanda). GRAND EAST (dall’Olanda rock soul blues con un piglio alla Screamin Jay Hawkins. Cool), FLACOPUNX (uscito dai Punkreas in modo assai turbolento Flaco ne ripropone una versione urgente molto simile alla band madre), DRIVERS BY TRUCKERS (suonano e compongono esattamente come Neil Young e l’effetto brutta copia è fastidioso)
LETTO
FABIO CASAGRANDE NAPOLIN - Oragasmo song
Sempre affascinato dai libri esaustivi fino all'eccesso.
Come ORGASMO SONG di Fabio Casagrande Napolin, fondatore della fanzine Abastor, autore di “Trash Music”, collezionista di dischi, DJ e speaker radiofonico, che esplora le migliaia di canzoni "dove, sulla base di una melodia languida e carezzevole, si inserisce un dialogo, parlato o meglio sussurrato tra due o più partner, che, in modo abbastanza esplicito, ci fa capire che i due stanno facendo l’amore”.
Tutto parte dal celebre "Je t'aime moi non plus" di Serge Gainsbourg e Jane Birkin, uscito nel 1969 (ma già inciso da Serge con Brigitte Bardot anni prima, versione che vedrà la luce solo decenni dopo), anche se, a sorpresa, alla fine Fabio ci svelerà non essere stata proprio la prima.
Da lì si spazia in oscuri 45 giri, concept erotici, dischi stranissimi e sconosciuti, hits dimenticati (vedi "Sexy Fonni" di Benito Urgu), il duetto "Io ti amo...ed io di più" di Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer), i dischi provocatori degli Squallor e una girandola infinita di altri titoli.
Il tutto farcito da aneddoti e curiosità a iosa, sotto cui scorre la storia del costume in Italia ed Europa che proprio attraverso le censure a canzoni fondamentalmente innocue misura ne ha misurato il livello di senso civico e di libertà individuale.
Un testo interessantissimo ed essenziale per scoprire una nicchia così particolare e dal grande potenziale creativo.
Il tutto scritto con un taglio ironico e una perfetta eleganza.
JACK H ABBOTT - Nel ventre della bestia
Libro tremendo, spietato, dove l'orrore non ha mai fine.
Jack H Abbott ci porta nell'infermo delle carceri americane dei 70's dove il prigioniero perde qualsiasi diritto ed è alla completa mercè dei carcerieri aguzzini.
Abbott non fa nulla per migliorare la già precaria situazione, si ribella in continuazione e diventa oggetto di ogni angheria, anche la più estrema, raccontata con spietatezza e dovizia di terribili particolari, tra privazioni sensoriali, torture, fame, sete, abuso indotto di psicofarmaci.
Abbott nel 1977, appreso che lo scrittore Norman Mailer stava lavorando a "The Executioner's Song" un libro basato sulla vicenda della condanna a morte di Gary Gilmore, gli scrisse offrendogli il suo aiuto per spiegargli come la prigionia cambia le persone.
Attraverso una lunga serie di lettere descrisse in maniera drammatica una realtà inconcepibile (a St. Quentin i giovani medici si allenavano lavorando sulle ossa spezzate dei detenuti, venivano sperimentati su di loro farmaci di vario tipo, raffinate forma di trtura psicologica, isolamenti di mesi nel buoi totale etc).
Mailer le fece pubblicare nel 1981 e "Nel ventre della bestia" diventa un best seller e un caso giudiziario, per il quale sono in molti a spendersi per dare ad Abbott una seconda possibilità. Abbott alla fine venne rilasciato in libertà condizionale nel giugno del 1981.
Quaranta giorni dopo Abbott uccide a coltellate un cameriere a New York per un banale alterco. Datosi alla fuga venne catturato in Louisiana poche settimane dopo; processato, fu condannato a scontare altri 15 anni di prigione.
La mattina del 10 febbraio 2002 si è tolto la vita impiccandosi in cella.
Un lavoro che si affianca in maniera speculare allo splendido "Il vagabondo delle stelle" di Jack London scritto nel 1915 e che, in maniera romanzata ma non troppo (si ispira ad una serie di colloqui con carcerati), narra degli stessi orrori a cui è soggetto un prigioniero che riesce però ad astrarsi e a volare con il pensiero.
VISTO
“Eight days a week” di Ron Howard
La recensione qui:
http://tonyface.blogspot.it/2016/09/eight-days-week-di-ron-howard.html
Elvis & Nixon
La recensione qui:
http://tonyface.blogspot.it/2016/09/elvis-nixon.html
The Who live a Milano
La recensione qui:
http://tonyface.blogspot.it/2016/09/the-who-live-milano-forum-19-settembre.html
Afterhours e Daniele Silvestri a Milano
La recensione qui:
http://tonyface.blogspot.it/2016/09/afterhours-e-daniele-silvestri-al.html
COSE & SUONI
Lilith and the Sinnersaints in sala prove
Mie recensioni quotidiane su www.radiocoop.it e mensili su CLASSIC ROCK
Uscito ROCK n SPORT mio nuovo libro per VoloLibero Edizioni.
IN CANTIERE
Nuove date per Lilith and the Sinnersaints in arrivo.
E in arrivo anche nuove date di MODS
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