martedì, luglio 29, 2014

Paul Weller e Irvine Welsh



Il parere dello scrittore IRVINE WELSH ("Trainspotting", "Il lercio, "Porno" etc) su PAUL WELLER, tratto dal suo album "Wake up the nation".

"Come chiunque scrive romanzi per vivere, io impiego molto tempo per costruire personaggi, osservando la vanità, le virtù, le manie che tutti possediamo, cercando di ricavarne qualcosa o qualcuno. Mi sembra impossibile trovare qualcuno a cui non piaccia Paul Weller, mi è impossibile concepire una persona del genere.
Quindi non c'è nessuna ragione di fingere di essere imparziale su questo punto, io sono decisamente un fan, non un critico. Per quanto mi riguarda o tu ami Paul Weller o, in tutta sincerità, sei un triste coglione con cui non ho alcun interesse a parlare. Per fortuna, se stai leggendo questo, è davvero difficile che tu sia uno dell'ultimo caso che ho citato.
E allora perché sono così partigiano?
In primo luogo, è un clichè abusato, ma ciò nonostante, quello che fa un vero artista è l'abilità di mantenere una vera e forte creatività nel corso degli anni e attraverso i continui cambiamenti della vita a cui (spero) andiamo incontro. Sono così tanti i talenti emersi durante il periodo mostruosamente creativo che è stata l'esplosione del punk in Inghilterra, alla fine dei 70's, caduti subito, quando si sono trovati di fronte a questi ostacoli.
Paul Weller è probabilmente l'unico artista di questa era che, senza dubbio, è entrato nel Pantheon dei grandi del rock 'n' roll inglese, a fianco dei suoi predecessori dei 60's Jagger, Richards, Lennon, McCartney, Townshend, Davies e Bowie che emerse nei primi 70's.
Dove i suoi contemporanei si considerarono iconoclasti, commentatori sociali, celebrità o anti-celebrità, distruttori del sistema o salvatori del mondo, Paul Weller era quello che palesemente amava la musica, e che, prima o poi, ha sempre voluto produrla. Paul non ha mai lasciato il soul e la cultura mod che lo hanno ispirato in gioventù e questo senso tribale gli è servito stilisticamente tanto quanto musicalmente.
Ci sono pochissime sue vecchie foto in cui sembra ridicolo come quasi tutti quelli a cui sto pensando. Mentre il termine Keep it real (sii te stesso) è diventato così abusato negli anni al punto di suonare sempre più come “pronto a vendersi”, è ancora più difficile pensare a qualunque altro artista che ha così risolutamente tracciato il suo cammino.
La sola idea di Paul Weller che vende burro (riferito ad un famoso spot TV che vide protagonista John Lydon n.d.a.) o un'assicurazione auto sui vostri schermi televisivi o che ciondola in un reality, rimane così ridicolmente improbabile tanto ora quanto lo poteva essere nei tardi 70's, quando sparava fuori i tre accordi di In the city.
In un mondo in cui la creatività spesso va a braccetto di un bagaglio egoista e noiose pretese, che butteranno prima giù e poi rovesceranno l'artista in questione, è rinfrescante trovare un uomo che insiste a continuare con il suo lavoro. Impegno, determinazione, classe pura e un inarrivabile rilevatore di stronzate (bullshit detector, riferimento ad un brano dei Clash, Garageland n.d.a.) in un'industria dell'artificio. Non c'è da stupirsi del ruolo di Paul Weller per ogni aspirante giovane musicista della working class. Questo ci porta a Wake up the nation. Questo è un album sorprendentemente buono.
E' una dichiarazione da scrivere in grassetto, avendo tutta la sua discografia, ma non solo comparandolo ai suoi migliori lavori, questa fusione senza soluzione di continuità, che comprende tutti gli stili di Paul, dai primi, abrasivi, Jam, attraverso il roccioso bluesman inglese, potrebbe anche essere il suo momento migliore fino ad oggi. Essendo un album di Paul Weller, Wake up the nation non potrebbe mai essere accusato di essere frivolo, ma un senso tangibile di divertimento, anche di gioia, riluce in tutto il disco.
E soprattutto ci racconta che Paul Weller continua a vibrare e ci mostra il passo sicuro dell'artista maturo ma con la freschezza e la verve di una superstar emergente. C'è qualcosa dell'esordiente affamato in Wake up the nation.
Infine, Paul è uno di quel piccolo gruppo di artisti che non solo hanno provveduto alla colonna sonora di una generazione ma la hanno totalmente e assolutamente definita.
Per me è impossibile ascoltare la  musica di ogni suo periodo senza che mi tocchi ad un livello personale.
Non è solo ogni ricordo di un desiderio romantico, ridicola aspirazione, saporito trionfo o qualche umiliazione, ma l'anticipazione di queste cose, che ,inevitabilmente, materializza una canzone di Weller nella mia mente.
Ed ora ha realizzato il primo disco che è necessario avere in questo decennio. La cultura giovanile inglese sembra, dopo quello che ha creato la globalizzazione e il mercato nelle ultime generazioni, in uno stato davvero squallido accostato al vibrante mood che Paul Weller fece esplodere  nei 70's.
La nazione ha seriamente bisogno di essere svegliata, e come sempre, lui è l'uomo ideale per questo lavoro."

12 commenti:

  1. Preciso.
    Ora posso copiare qualcosa quando devo spiegare perche amo Paolino Weller dagli esordi (suoi e miei)
    C

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  2. Il tema porterebbea preannunciare "Axxexxxo in arrivo sul primo binario"
    vediamo se abbocca in disguise as usual

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  3. Lo stato d'agitazione e impazienza per sabato sera sta aumentando vorticosamente....

    Charlie

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  4. beh, però Welsh c'ha beccato,..Weller è l'unico , ripensandoci, della'prima ondata' UKche abbia saputo ascendere ai vertici della storia della grande storia del rock tout court,...assieme a Strummer e al sempre sottovalutato Shane,...passato dai pogo sotto il palco come 'fan' e dai Nipple erectors a capolavori come 'A rainy Night in Soho', 'Fairytale in New York' , 'Broad Majestic Shannon' e 'Misty Morning, Albert Bridge',..etc.

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  5. Lydon o R. Smith hanno fatto anche ottime cose,..ma sono comunque rimasti in una prospettiva musicale più 'angusta' di Weller, Strummer, Shane, o dello stesso Partridge degli XTC, penso (Black Sea è un gran bel disco, idem il 1°),...un Grande 'sottovalutato' della scena UK di quegli anni ,..Robyn Hitchcock

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    1. la vera Cazzata dei nostri tempi è che si permetta ad Anonimi semi-analfabeti come Lei di scrivere porcherie risentite e sbavanti online,...ai tempi di mio trisnonno i tipi come Lei li mandavano direttamente nelle stalle,altrochè ANALfabetizzazione tardiva:)..

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  6. Nel frattempo anche il nostro grande jazzista GIORGIO GASLINI è passato a miglior vita.

    R.I.P.

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  7. Cpt.Stax29 maggio 2013 17:12
    "se venissero diffusi i giradischi per vinili con una vera operazione commerciale strategica "

    haha allelimo avrà le convulsioni a leggere questa genialata,

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  8. A proposito del grande Gaslini, nel 1969 ha inciso un disco con Edonda Aldini e nientepopodimenoche i Nuovi Angeli (quelli di "Donna Felicità" e "Singapore"):

    http://ilnegoziodieuterpe.blogspot.it/2012/03/nuovi-angeli-e-gaslini.html

    Saluti,

    Vito Vita

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