Il calcio e le TV private

Tra le trasmissioni televisive di carattere sportivo, o meglio calcistico, ci sono da anni quelle, spesso piuttosto “ruspanti” delle televisioni private.
Che improvvisamente irruppero nel paludato e ovattato mondo della Rai e Mediaset usando un linguaggio spontaneo, “da bar”, in cui venivano non solo palesati ma esaltati i toni da tifoso, si davano giudizi schietti, schierati e diretti senza usare mezzi termini.
Personaggi come Maurizio Mosca o Franco Rossi diventano riferimenti credibili di chi vuole sentire parlare di calcio in maniera appassionata e netta ma competente.
Per chi è del Nord Italia conoce bene le trasmisisoni di TeleLomardia, Sette Gold o Tele Nova.
Poi lentamente il declino. Per fare più audience i toni si alzano all’inverosimile, scoppiano risse (sempre più o meno preparate), i commentatori diventano sempre più macchiette (il classico Tiziano Crudeli sfegatato milanista che urla o piange a seconda dell’andamento della partita), spesso con travestimenti grotteschi e sceneggiate pietose, si gioca a chi la spara più grossa (“dimissioni subito”, “licenziare subito” per l’allenatore che perde una partita, “vendere immediatamente” , “fuori rosa” per il calciatore che sbaglia il rigore, “10 giornate di squalifica” a chi commette il fallo grave) e , dulcis in fundo, la sempre più ricorrente presenza di figure femminili il più possibile discinte che si prestano a doppi sensi e più o meno frequentemente lasciano cadere la spallina o fanno vedere la coscia o la mutanda.
Pare che si stia raschiando il fondo del barile.
Molte di queste TV sono in profondissima crisi e il pubblico sta progressivamente abbandonando trasmissioni di stampo circense dove il calcio è ormai solo un contorno.
Specchio del calcio italiano anche questo ?