giovedì, giugno 03, 2010
Fenomenologia dei Pooh
Esistono dal 1963, anche e in realtà è dal 1966 che sono in concreta attività.
I POOH, i "Beatles italiani" esistono da sempre, sono seguitissimi, un’istituzione immarcescibile e inattaccabile della cultura POP italiana (intesa come popolare).
Se Lucio Battisti è stato il più geniale dei nostri cantautori, se Fabrizio De Andrè il più grande, se Mina è la miglior voce e i Nomadi un’altrettanto (seppur in minor misura e più di nicchia) inossidabile icona musicale del Belpaese, , se Vasco e il Liga sono molto più recenti, i POOH rimangono un fenomeno UNICO in Italia, imprescindibile, impossibile da ignorare.
Disprezzati dai più, irrisi e sbeffeggiati da chi ascolta musica che va al di là della spazzatura mainstream, trattati con sufficienza e superiorità dalla critica, politicamente collocati più o meno a destra.
Eppure scavando nella spessa crosta di ovvia e comprensibile diffidenza si trovano alcune ottime canzoni (“Brennero 66”, “ E poi vedo lei” per non parlare delle versioni di “Till the end of the day” dei Kinks , “Nessun potrà più ridere” e di “Keep on running”, “Vieni fuori” dal primo album “Per quelli come noi” del 1966), album di discreta caratura in odore di pop prog sinfonico come “Parsifal” del 1973 o “Poohlover” del 1976 (da cui un brano come “Padre del fuoco, padre del tuono, padre del nulla” merita un ascolto attento).
Sono sempre stati eccellenti (poli)strumentisti e cantanti, attenti alle nuove tecnologie (di cui hanno spesso abusato), perfetti gestori della propria immagine e carriera.
Forse il più odiato e/o ignorato fenomeno musicale nostrano.
Eppure resistono, da sempre.
Sono come Giulio Andreotti, che alla fine quasi ti ci affezioni.
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una presenza costante nei festini e nelle gite delle scuole medie, e quindi nella mia più recondita memoria. nulla più... anzi nulla pooh....
RispondiEliminachissa perchè tra i ricordi frammentati di quelle feste, oltre allo sbattimento per organizzarle (nei polverosi scantinati della vecchia scuola, visto che un "organizzatore" era il figlio del bidello delle elementari) e oltre ad un paio di compagne di classe molto carine e già ben "formate", mi restano "pensiero" dei pooh e "I gotcha" di joe tex...
da quando poi ho trovato la mia direzione musicale totalmente anglofona i pooh sono pressochè spariti dal mio orizzonte, ed a differenza ad esempio di battisti, mai più tornati :))
In realtà loro CI SONO.
RispondiEliminaAnche se non vuoi te li ritrovi in TV, sui giornali, sei COSTRETTO ad ascoltare il loro nuovo pezzo. E questo dal 1966.
bel post! Inaspettato!!
RispondiEliminail mio primo imprinting?
Il 45 di Tanta Voglia di Lei di mio padre,usato in seguito anche nellle feste di cui sopra anche se un po "vecchio" a confronto di Collage,Alunni del Sole,Giardino dei Semplici,Beans,Daniel Santacruz Ensamble..
Essendo feste pero' di ragazzi(ni) piu' grandi c'era sempre qualcuno che x fare il figo portava SANTANA,DEEP PURPLE,GREASE e... i SEX PISTOLS (regalatomi x i miei 12 anni (!!)
In effetti impossibile sfuggire ai POOH (ed ai loro figli un po paraculi),volente o nolente
C
Ulteriore riprova che loro saranno sempre presenti è l' INVASIONE dei FIGLI dei POOH.
RispondiEliminaAlmeno un'altra generazione infesterà l'Italia
hahahhah!! davvero!!
RispondiEliminaC
oddio... meglio i figli dei pooh o i figli del paul??? :o))
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=x2iGIRqnRok
Ed ora quando sembrava che sarebbe finita... Hanno un nuovo batterista, e avanti!
RispondiElimina:-)
OT, il nuovo dei Kula Shaker esce questo mese, non so i vostri gusti a riguardo, ma ha tutte le carte per entrare nei top dell'anno
RispondiEliminaSempre piaciuti i KS, in particolare "K" , ma anche quello successivo "Pigs,pleasants..", stroncatissimo, a me piaceva parecchio.
RispondiEliminaE non male pure quello della reunion
http://www.muzu.tv/kulashaker/peter-pan-rip-extended-version-music-video/675075?country=gb
RispondiEliminaIl nuovo singolo & video.
Molto Oasis
Buona notizia Matteo!
RispondiEliminasempre piaciuti anche a me. dal vivo (2007) li vidi molto in forma con Crispian carico e carismatico (il tastierista pero' sembrava Othelma coi baffi)
C
Sul MUCCHIO di questo mese :
RispondiEliminaUn bell'articolo su EIGHTIES COLOURS,il libro di Roberto Calabrò...con tanto di foto del sottoscritto di quando aveva più capelli.
chi recensisce ?
RispondiEliminasara' guglielmi
RispondiEliminaNo,il giornalista è Carlo Bordone...ci sono un paio di imprecisioni ma nell'intervista Roberto chiarisce abbastanza bene.
RispondiEliminaPiù che altro perdura questa abitudine di definire tutto quel movimento come "neo-psichedelico" ma nel libro si fa giustamente notare che questo termine può valere si e no per una manciata di gruppi (la minoranza,ahimè!) mi stupisce che a distanza di oltre 20 anni si cada ancora in queste generalizzazioni...sopratutto che ci cadano molti musicisti,ultimamente stiamo instaurando accesi dibattiti (no,il dibattito nooo!!)con ex di questi o di questi altri che attaccano tutta la scena (in TOTO,senza nessun distinguo) di quei tempi,perchè secondo loro non rappresenta NULLA di veramente psichedelico.
Ma è chiaro che non lo rappresentavano,nè lo rappresentano,i Party kidz,i Sick Rose o i Pression X...semplicemente perchè QUEI gruppi non avevano NULLA di psichedelico e l'etichetta gli è stata attribuita in modo errato (non lo dico io,lo dicono Luca Re e Marco Ciari ad esempio...). Questo giochino tipicamente italiano,per cui se uno sbaglia di conseguenza sbagliano TUTTI è una delle cose peggiori che ha inquinato da sempre la nostra cultura musicale(fin dai tempi di Bertoncelli)e le generalizzazioni vengono fatte,guarda caso,sempre da chi ha una visione ristretta e limitata dei campi...andare a casa di questi che rinnegano tutto o che scrivono arbitrariamente "La musica italiana fa cagare" vuol dire 99 volte su 100 trovarsi di fronte ad una collezione di dischi un cui non ce n'è uno solo italiano,non c'è un solo nome che corrisponda a quelli trattati nel volume tanto bistrattato (ancor prima di averlo letto,così per partito preso) esattamente come succedeva a me decenni fa,che venivo osteggiato per MANIFESTO BEAT da persone che di beat italiano non sapevano un cazzo e che a malapena avevano ascoltato qualche pezzo dell'Equipe o dei Rokes.
Come già dicevamo nel precedente post,sicuramente chi rinnega le proprie radici ha 2 sole chance:o infilare la testa nel cesso e tirare giù l'acqua o prendersi una bella purga,che è quella che pulisce sempre meglio gli intestini pigri.
E' un atteggiamento, quello della generalizzazione e della superficialità che contribuito non poco a uccidere la scena italiana.
RispondiEliminaCredo che ormai siamo abbastanza "maturi" musicalmente per chiamare la musica con il suo nome e dire che i Sick Rose erano/sono garage punk, i No Strange si rifanno alla psichedelia e allo psycho prog italiano a cavallo tra 60 e 70, che i Not Moving erano rock n roll punk etc...
Dire che Not Moving, Sick Rose o Steeplejack erano neo psichelici è come dire che i POOH sono stati il gruppo rock di maggior successo in Italia.
La musica italiana resta marginale, non ha mai prodotto un gruppo in grado di attestarsi a livelli di popolarità alta nel mondo (contrariamente a Francia - ManuChao,Air, Germania - Kraftwerk, krautrock etc, Svezia - Hives, Norvegia - Motorpsycho, Belgio - Deus etc etc ) ma dagli Area a una lunga serie di dischi usciti dagli anni 70 fino ad oggi di roba buona ce n'è in abbondanza.
Chi dice il contrario è un pirla, un disinformato o è in malafede
Perfetto...COPIO ed incollo su facebook,nello spazio in questione (citando la fonte,ovviamente).
RispondiEliminaHo una domanda che non c'entra niente con il post, ma ho fatto una ricerca di "Nomadi" sul blog e sono finito qui: eri al concerto dei Nomadi? Mi è sembrato di riconoscerti nelle immagini del TG1.
RispondiEliminaNo, non c'ero. I Nomadi li ho visti più volte con Daolio, poi basta.
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