lunedì, aprile 11, 2022

Claudio Villa


Riprendo l'articolo che ho dedicato a CLAUDIO VILLA nella mia rubrica domenicale nel quotidiano "Libertà".

E' stato sottolineato altre volte in queste pagine come internet non sia in realtà quel luogo virtuale in cui sono reperibili tutte le informazioni.
E' vero, possiamo trovarvi di ogni ma, non di rado, certe voci sono, se non sconosciute, molto limitatamente coperte da approfondimenti e particolari. Tanto di più se riferite a personaggi ed eventi lontani nel tempo.

Volendo esaminare la storia e la vita di Claudio Villa non è facile andare oltre le consuete note biografiche più o meno risapute e riuscire ad entrare nella sua vita artistica e personale è un compito arduo che richiede ricerche piuttosto circostanziate.
Pur essendo personalmente molto lontano dalla sua estetica e dalle scelte musicali, non posso non rimarcare che sia stato un nome di primissimo piano per almeno un trentennio, da metà degli anni Cinquanta al momento della sua scomparsa, nel 1987.
Accompagnando ai suoi successi un personaggio sicuramente non convenzionale, popolare e popolano, spesso arrogante, sbruffone, fino quasi all'aggressività, senza peli sulla lingua, incline al fanfarone.
Ma allo stesso tempo schiettamente onesto nelle sue esternazioni, poco incline al compromesso o alla furbizia, incurante delle critiche e del pericolo di perdere fan e popolarità.
Una mosca bianca nel panorama artistico, avrebbe avuto una vita impossibile ai nostri giorni.

Soprannominato il “Reuccio” (nome che gli venne affibiato durante una trasmissione televisiva dal conduttore Corrado) prese bene la definizione sottolineando ironicamente e con finta modestia: “Mi chiamano re, divino, Reuccio, perchè sono piccolo, ma io sono semplicemente Claudio Villa”.

I dati relativi alla carriera artistica avvalorano il titolo:
ha venduto quarantacinque milioni di dischi in tutto il mondo, inciso ottantadue album (e un numero spropositato di 45 giri e raccolte), detiene con Domenico Modugno il primato di vittorie al Festival di Sanremo (quattro: nel 1955 con “Buongiorno tristezza”, nel 1957 con “Corde della mia chitarra”, nel 1962 con “Addio...addio” (in coppia con lo stesso Modugno) e nel 1967 con “Non pensare a me”).
Nel 1957, sempre a Sanremo, vinse la serata degli autori indipendenti con “Ondamarina”. Ha vinto anche altri Festival (ad esmepio quello di Napoli nel 1963 e di Barcellona nel 1959).

Contrariamente a quanto si è spesso creduto Villa è stato anche autore di parecchie sue canzoni, ben trentacinque.
Ha inoltre al suo attivo una trentina di film, spesso come protagonista, prevalentemente pellicole al servizio dell'esaltazione delle sue doti canore, rivelando comunque una buona capacità attoriale.
Fu un idolo di massa, idolatrato e riverito, con, primo caso in Italia, fan club in ogni parte della penisola (che andava rigorosamente e orgogliosamente ad inaugurare di persona) ma anche all'estero.
Tra i primi ad esportare la musica italiana in luoghi lontani e politicamente invalicabili come Cina e Unione Sovietica, fino ad arrivare in Giappone, SudAmerica e Australia.

Il suo carattere aperto e diretto, figlio di una estrazione proletaria (padre vetturino, madre casalinga, nato a Trastevere), lo elesse a beniamino e rappresentante delle classi popolari che si rispecchiavano nel suo successo ma lo rese inviso ai “salotti bene” e all'intellighenzia altolocata che, unita alla sua dichiarata appartenenza al Partito Comunista Italiano, lo snobbava e ne sminuiva le doti, artistiche e umane.

Fu accusato di aver preso una stecca durante il Festival di Sanremo del 1957, vennero travisate alcune dichiarazioni, ritenute boriose, in cui diceva di voler scendere dal piedistallo su cui lo avevano messo per capire meglio ciò che i suoi “adoratori” volevano e pensavano e sempre nel 1957 la seguitissima rivista “Sorrisi e Canzoni” imbastì un “processo” contro di lui per “Abuso di stecche, eccessiva immodestia, illecito dispotismo”. I lettori, chiamati a votare, lo assolsero in larga maggioranza. Con la brillantezza e l'acume che lo contraddistinguevano Villa rispose a tono e con grande eleganza:
“Il Pubblico Ministero è stato quasi spietato, ma devo dare atto a Sorrisi e Canzoni, della sua obiettività per avere pubblicato con lo stesso risalto della requisitoria d’accusa, un’arringa di difesa che ribatteva in maniera abbastanza efficace gli argomenti del Pubblico Ministero. Veramente questa arringa non mi scagionava totalmente da tutte le mie colpe, ma riconosco che la difesa era condotta con vigore, con convincimento, con passione. Ammetto che pronunciai due o tre frasi infelici, sbagliate perché suscettibili di falsa interpretazione.
Tutto questo tuttavia varrebbe solo a dimostrare che io non sono un ‘dritto’ come alcuni credono, ma piuttosto un uomo semplice che si comporta con semplicità in ogni circostanza della vita senza tenere conto di tutte le eventuali possibili conseguenze.
Desidero comunque protestare perché alcuni giornalisti che mi hanno attaccato per quella conferenza non hanno pubblicato integralmente il testo che era stato loro distribuito.”

Il “processo” fece parecchio clamore (e probabilmente fece vendere tante copie in più) tanto che la rivista lo volle ripetere nel 1960, imputando al cantante i modi troppo spicci. Questa volta trovò un inaspettato difensore, il grande Pier Paolo Pasolini, che ne riconosceva facilmente il suo profilo di uomo di borgata, cresciuto in condizioni poco agevoli, che lo hanno reso duro ma anche puro e sincero nella sua strafottenza e la costante aria di sfida in funzione difensiva.
E così intervenne in sua difesa con un accorato intervento nel numero del 20 novembre del 1960:
“Mi piace il repertorio delle canzoni melodiche di Claudio Villa perché mi piace il pubblico che ama questo stile popolare e verace. Approvo che Villa scriva, musichi e interpreti le sue canzoni.
Lui lo fa nel suo piccolo come Charlot ha fatto nel suo grande.
In quanto agli atteggiamenti da bullo, la presunzione e gli atteggiamenti d’insufficienza che gli si imputano al capo di accusa numero due, io trovo che nella sua qualità di cantante-attore e di personaggio dello spettacolo tali atteggiamenti gli si addicano, perché fanno, appunto, spettacolo. Disapprovo invece che Claudio Villa sia dia a interpretazioni del genere urlato, anche perché io credo nella canzone come mezzo verace d’espressione e penso che il genere urlato non sia genuino.
Vorrei che Claudio Villa fosse assolto, perché i cantanti mi sono simpatici e amo le canzoni. Solo mi piacerebbe che, come mezzo di espressione, fossero portate a un livello più interessante”.


Pasolini era un sincero ammiratore di Claudio Villa tanto che lo citerà ripetutamente nei suoi romanzi, attribuendogli un ruolo di riferimento.
Da “Una vita violenta”: “...voci di giovanotti che cantavano facendo i Claudio Villa, e, più lontano ancora, le trombe del Forte che suonavano la libera uscita” oppure, sempre nello stesso libro/capolavoro: “sulla Tiburtina, con gli alberi scossi contro il cielo che pareva un mare in burrasca, tra la confusione dei bersaglieri e della gente che aspettava l’autobus approfittando di quel momento che non pioveva, si sentiva Claudio Villa che cantava a tutta callara, al microfono del cinema.”
Il suo nome appare anche in “Ragazzi di vita” e nell'episodio cinematografico, scritto e sceneggiato da Pasolini, “La commare secca”, diretto da Bernardo Bertolucci, la conclusione è affidata a Villa con “Addio addio”.
Claudio Villa ricambierà l'affetto ringraziandolo nella sua autobiografia “Una vita stupenda”.

La sua stella si affievolì progressivamente, superato dai tempi e dalle nuove tendenze sonore e culturali. Il suo nome comparve sempre più per eventi alieni alla sfera musicale (affilliato alla Loggia P2, paternità discusse, eredità contese, promotore di una crociata contro l'arrivo dei fast food a Roma).

Muore per infarto il 7 febbraio 1987 all'età di 61 anni.
Rigorosamente ateo non volle alcuna cerimonia religiosa e il suo corpo fu cremato, lasciando un significativo epitaffio sulla sua tomba “Vita sei bella, morte fai schifo”.

2 commenti:

  1. Anonimo delle 12:42

    Sarà un anno fa che a un mercatopoli ho comprato a caso un 10" di Claudio villa....Alla fine non non dispiace neanche

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