giovedì, dicembre 19, 2019

I migliori dischi italiani del 2019



Un elenco, più o meno casuale (eccetto i primi dieci), dei migliori dischi italiani dell'anno.

Negli scorsi anni era andata così
nel 2007 Statuto e Temponauts
nel 2008 Assalti Frontali
nel 2009 Julie's Haircut, Edda e Teatro degli Orrori
nel 2010 June e Statuto
nel 2011 Verdena, Peawees, Enrico Brizzi, Dellera, Paolo Apollo Negri, Statuto
nel 2012 An Apple Day, Barbacans, Julie’s Haircut
nel 2013 Julie's Haircut, Statuto, Raphael Gualazzi, Cesare Basile, Giuda
nel 2014 Edda, Finardi, Bologna Violenta, Bastard Sons of Dioniso, Steeplejack
nel 2015 Cesare Basile, Iacampo, Mimosa
nel 2016 Winstons, Afterhurs, Michele Gazich, Statuto, Radio Days
nel 2017 Edda, Bastard Sons of Dioniso, Cesare Basile, Era Serenase, Mauro Ermanno Giovanardi, Alex Loggia
nel 2018 Nicola Conte, Roberto Vecchioni, Calibro 35, Iacampo, Evil Knievel

1)
THE PIAGGIO SOUL COMBINATION - This is
I Piaggio Soul Combination sono un collettivo di musicisti con base a Pisa dove Marco “Piaggio” Piaggesi ha radunato il meglio che la scena latin/soul della costa toscana potesse offrire.
Dopo un album d'esordio tornano con un nuovo lavoro SPETTACOLARE !
Soul, northern soul, latin, funk, boogaloo, Hammond sound all'ennesima potenza, suonato e cantato (oltre che da Piaggesi da varie voci femminili) con rara perizia tecnica e un'attitudine totale.
Suoni perfetti, brani eccelsi sia a livello compositivo che realizzativo.

2)
THE WINSTONS - Smith
I “fratelli” Winstons tornano a stupire con un secondo album che conferma la creatività e l'originalità dell'esordio di quattro anni fa. Enrico Gabrielli (Calibro 35, PJ Harvey, ex Afterhours e impegnato in mille altri progetti), Roberto Dell'Era (Afterhours) e il batterista Lino Gitto continuano l'esplorazione di quei meandri intricatissimi che separano impercettibilmente la tarda psichedelia freakbeat di fine anni 60 con il primo prog ancora “floreale” dei 70, Canterbury sound, Traffic, Kevin Ayers, Colosseum, Gong, Robert Wyatt come condimento finale.
I Winstons compongono, arrangiano, suonano sempre benissimo, sono di un'energia travolgente, sempre positiva e fresca, paradossalmente mutuata da quell'approccio urgente e impulsivo che fu prerogativa del punk (che nacque anche per seppellire proprio questi suoni). Semplicemente eccellente.

3)
MASSIMO VOLUME - Il nuotatore
Si possono contare sulle dita di una mano i nomi di coloro che hanno inventato un genere, che hanno dato il via a qualcosa di così originale e personale che immancabilmente verrà SEMPRE citato come riferimento.
E' il caso dei MASSIMO VOLUME, quasi trent'anni di carriera, fieramente fedeli a sè stessi, mai una concessione al facile ascolto, all'omologazione, ai richiami "da classifica".
A sorpresa arriva un nuovo album, scarno, diretto, voce, chitarra, basso, batteria, senza elettronica o tastiere.
Purezza sonora come sempre minacciosa, aspra, che scava nel profondo con l'ausilio delle parole di Emidio Mimì Clementi, graffio chirurgico di cui conosciamo bene lo spessore, che ci narra storie e personaggi tra note autobiografiche e osservazione colta della realtà circostante.

4)
GIUDA - E.V.A.
Quarto album per la band capitolina, tra i principali esponenti nostrani che si sono fatti strada anche all'estero, sbancando Inghilterra e States, dove hanno trovato l'appoggio entusiasta di stuoli di fan e nomi eccellenti. Il loro glam rock intriso di energia e attitudine punk non ha lasciato scampo e si è imposto prepotentemente ovunque.
Coraggiosamente la band intraprende una nuova direzione che non rinnega affatto le matrici 70 del loro sound ma, anzi, le approfondisce ancora di più, andando a cercare quelle contaminazioni con la discomusic che caratterizzarono molti dischi rock dell'epoca. Le chitarre continuano a grattare, le ritmiche rimangono fedeli a quelle pulsanti dei primi AC/DC, i cori sono sempre contagiosamente vicini a quelli da stadio ma il dichiarato omaggio a tematiche “spaziali” con l'introduzione di effetti elettronici di sapore vintage e un gusto da discoteca tardo anni 70 , rendono E.V.A semplicemente divertente e irresistibile.

5)
JULIE'S HAIRCUT - In the silence electric
Ottavo album per la band emiliana, che non finisce di stupire per quanto sia progressivamente in grado di ampliare lo spettro di suggestioni sonore e artistiche.
Nei 40 minuti (9 brani) convergono i Pink Floyd di "Ummagumma", i Suicide, il kraut rock ipnotico e tronico dei Neu!, Lou Reed, shoegaze, feedback "sonici" e tanta, tanta psichedelia nelle sue forme più progressive e meno ancorate al classico concetto del "genere".
Stiamo parlando in questo caso di espansione della mente, di allargare orizzonti e obiettivi.
Lo spessore e il respiro sono da tempo internazionali, le proporzioni di sviluppo sempre più esponenziali.
Un gruppo unico nel panorama nostrano, un disco, ancora una volta, di qualità eccelsa.

5)
CESARE BASILE - Cummedia
Cesare Basile è il miglior cantautore italiano in circolazione.
Ha creato un suono e uno stile.
Ha ricreato una tradizione, l'ha rinnovata, ha ricostruito le fondamenta di una nuova casa (come sempre aperta a tutti) sulle solide radici che ha trovato nella Terra (che non è solo Sicilia ma è il mondo intero).
E' un suono mediterraneo, blues, africano, nero, meticcio, atavico, moderno, futurista (perchè vede molto avanti).
CUMMEDIA è un nuovo capolavoro come sempre ostinatamente in direzione contraria.

ZAC - Zac
Lorenzo Moretti (chitarrista e compositore nei Giuda) e il polistrumenista Tiziano Tarli, firmano un irresistibile esordio per la prestigiosa etichetta inglese Damaged Good. Power pop dalle melodie di gusto 60's, innestate in un sound primi 70, tra glam, rock FM dell'epoca, Marc Bolan, Be Bop DeLuxe.
Disco divertente, esplosivo, super cool!

LU SILVER STRING BAND - Rock 'n' roll is here to stay
Il rocker romagnolo torna in studio di registrazione regalandoci una nuova e consueta valigia di puro rock 'n' roll / southern rock con un occhio ai Fee e l'altro ai Grand Funk Railroad, in mezzo gli Stones dei 70's, i Faces e un sottofondo power pop / garage a condire il tutto. Album fighissimo.

MASSIMILIANO LA ROCCA - Exit / Enfer
Massimiliano La Rocca scrive un album importante, intensissimo, profondo, realizzato alla perfezione, grazie anche al prezioso "piccolo aiuto di qualche amico". E che amici! Hugo Race produce, Enrico Gabrielli, Don Antonio Gramentieri, Howe Gelb contribuiscono con la loro infinita esperienza. La Rocca è un raro esempio di chi riesce a "tradurre" in chiave italiana il verbo di Nick Cave, filtrandolo attraverso il patrimonio culturale della canzone d'autore nostrana, da Tenco a De Andrè, da Fossati a Ciampi, a Cesare Basile.
Gli undici brani autografi procedono con solennità, assorbono umori mediterranei ("Il regno" ad esempio), blues, post punk, tanta anima e tanto cuore.

ALDI DALLO SPAZIO - Quasar
Giovanissima band di Ravenna che partendo dal prog spazia poi in un contesto psichedelico, rock blues, jazz rock con echi di Beatles, Pink Floyd, Colosseum, PFM, Canterbury Sound. Suonano in modo pazzesco, grandi brani, grandissimo album.
Uno dei nomi più interessanti usciti nella scena nostrana nel 2019 e che si affiancano ai Winstons nella ricerca e riproposizione di questi suoni.

FERRO SOLO – Almost Mine: The Unexpected Rise and Sudden Demise of Fernando – Part 2
Secondo capitolo dell’esperienza solista di Ferruccio Quercetti, chitarra e voce di quell’incredibile e stupenda entità punk ‘n’ roll che è quella dei CUT. Il secondo volume riprende il mondo di Ferro Solo (anzi del suo alter ego Fernando, protagonista di entrambi i dischi), fatto di rock ‘n’ roll ma anche di intense ballate folk blues, umori 60’s, sguardi al power pop, ai Cramps (“Early bird”) e a tanto altro. Suoni e arrangiamenti diretti e scarni, brani intensi e crudi. Un nuovo passo nella giusta direzione.

MANUEL AGNELLI - An evening with...
Stimo molto il musicista e artista MANUEL AGNELLI.
Ha scritto grandi brani, eccellenti album, fatto belle cose.
"An evening with..." è un estratto del tour che ha fatto in compagnia di Rodrigo D'Erasmo in vari teatri italiani, in chiave semi acustica, riprendendo brani di Afterhours e di varie band amate. Gli undici brani contenuti sono esemplificativi della capacità di fare rivivere episodi classici degli Afterhours a fianco di altri di Tom Waits, Lana Del Rey, una splendida "Shipbuilding" di Robert Wyatt, una riuscita "A perfect day" di Lou Reed.
CLASSE.

HOMESICK SUNI! - 7 grabs
Quanto stupore quando ci si imbatte in un lavoro così maturo, personale, atipico, denso di competenza, conoscenza profonda di una materia così difficile da trattare. In "7 Grabs" convergono Paul Weller, Beatles, Donovan, un groove funk, folk, soul music, atmosfere jazzy, blues. Un groviglio di influenze eccellenti, complesso da mettere insieme senza cadere nel citazionismo o nella confusione artistica.
E invece Matteo Pin alias Homesick Suni! sforna un gioiello di rara creatività e bellezza.

SENZABENZA - Godzilla Kiss
I Senzabenza sono sulla scena dagli inizi degli anni 90, hanno inciso sei album (uno dei quali prodotto da Joey Ramone), creato un sound dai contorni originalissimi, quasi unici, che loro stessi hanno chiamato in maniera più che opportuna “flower punk” ovvero un power pop ben radicato nel migliore e più puro punk rock (Ramones e Buzzcocks per intenderci), screziato di pennellate 60 beat e psichedeliche, melodie irresistibili e un tiro invidiabile.
Il nuovo album, peraltro esaltato da un suono di eccelsa qualità (grazie alle mani del veterano Ale Sportelli), conferma tutte le caratteristiche che hanno dato lustro alla storia della band. Più che ottimo !

DANIELE SILVESTRI - La terra sotto i piedi
Silvestri è in giro da 25 anni e si conferma uno dei MIGLIORI cantautori italiani di sempre, tra i più eclettici, moderni, freschi, attenti a quello che succede intorno, musicalmente e socialmente.
Soprattutto, immediatamente riconoscibile=personalità.
"La terra sotto i piedi" conferma quanto di buono conosciamo di lui: scrittura eccellente, testi di prima qualità. amari e sarcastici, arrangiamenti super, canzoni belle. Con lui Fabio Rondanini Rodrigo D'Erasmo, Enrico Gabrielli e anche Niccolò Fabi e James Senese, tra gli altri.
Ah, anche dal VIVO è una bomba!

BLACK SNAKE MOAN - Phantasmagoria
Un intreccio di psichedelia, folk, raga rock che va dai Byrds e Beatles di quegli anni, ai 13th Floor Elevators e Electric Prunes, arrivando ai primi Velvet Underground e poi, nel corso del tempo, al revival psych di metà Ottanta (il Paisley Underground di Dream Syndicate e Rain Parade) fino ad epigoni attuali che, sempre in veste carbonara, continuano a seguire quelle spire avvolgenti in cui effetti che dilatano le voci, sitar, scale melodiche mediorientali e indiane si susseguono da un brano all'altro. Suono è scarno e diretto, brani efficaci, convincenti.
Praticamente perfetto.

MAURIZIO CURADI - Phonorama
Sperimentatore, con le radici ben piantate nella tradizione. Geniale chitarrista e compositore, Maurizio Curadi arriva all'apice della sua creatività con un album complesso, in cui lo sguardo artistico spazia a 360 gradi.
Ci sono blues atavico, spiritualità psichedelica, avanguardia, un approccio a tratti quasi classico. Curadi osa, senza paura, senza remore, apre nuovi orizzonti.

THE BACKDOOR SOCIETY - s/t
Album d'esordio per la band piacentina, diretta filiazione dell'esperienza Rookies.
Anche a livello sonoro le strade percorse sono quelle del classico Dutch sound dei 60's di band come Outsiders e Q65. Dodici brani brevi, nervosi, intensi, chitarre sferraglianti, alone vintage, splendide ballate mid tempo. Un gioiello imperdibile per gli appassionati.

DISTORSONIC - Twisted Playgrounds
Terzo album per il duo sperimentale composto da Maurizio Iorio (autore e regista del progetto) e Stefano Falcone alla batteria. Un sound dilatato, intrinsecamente psichedelico pur se qui non ci sono fiori e colori ma un paesaggio metropolitano, dalle tinte oscure e apocalittiche, terra bruciata e palazzi devastati.
Doom nel concetto. Jazz nell'approccio mentale. Un disco strano e poco etichettabile (e qui sta il suo pregio), che sorprende, ammalia, avvolge. Essere originali è difficile, quasi impossibile ormai. Non per i Distorsonic.

MOMO SAID - Break the rules
Eccellente esordio per l'artista italo marocchino con un album di raffinata eleganza. Black music nella sua forma più ampia tra funk, soul, disco, afro funk, Curtis Mayfield, jazz funk. Esecuzione perfetta, groove impeccabile, brani di sicuro effetto, efficaci, ispirati, arrangiati con gusto eccelso. Grande album.

IFRIQIYYA ELECTRIQUE - Laylet el booree
Francois Regis Cambuzat ha una militanza infinita nell'underground, dai Kim Squad ai Putan Club (anche collaboratori di Lydia Lunch).
Con Gianna Greco è andato spesso negli angoli più reconditi del mondo, dallo Xiniang degli Uiguri al Dersim turco degli aleviti a cercare suoni, culture, respiri.
Questa volta li ha trovati nel deserto tunisino nell'antichissima ritualità del Banga. Nell'album si mischiano trance, suoni arcaici, blues primitivo, industrial, techno, tribalismo.
Se cercate qualcosa di NUOVO, qui c'è.

LA BATTERIA - II
Arriva a quattro anni dall'ottimo esordio, il secondo album del quartetto romano, doppio album di oltre un'ora di musica e ben diciotto brani.
disco eclettico, strumentale e amore incondizionato per le colonne sonore di quella cinematografia anni 60/70 che ci raccontava un'Italia fatta di polizia dalla pistola facile, sparatorie, inseguimenti.
Tra prog, funk, psichedelia, impennate hard, ritmi disco e latini, sguardi a Morricone, Umiliani o ai Goblin. Suoni vintage e perizia tecnica sopraffina completano alla perfezione il tutto.

STRIKE - Tutto da rifare
La band ferrarese è un'istituzione della scena italiana, 33 anni di attività e una discografia voluminosa che testimonia una carriera ricca di cambiamenti, contaminazioni, esperienze di ogni tipo.
Il nuovo album è un brillante sunto di una vita trascorsa tra palchi e studi di registrazioni, in compagnia delle amate influenze giamaicane (ska, rocksteady, reggae), umori swing, il sapore patchanka che mette insieme latin, jazz, funk e tanto altro.

GIULIO CASALE - Inexorable
E' infinita la storia artistica di Giulio Casale, dalle esperienze con gli Estra, alla carriera solista, quella di attore teatrale, scrittore, autore e tanto altro. Nel quarto capitolo del percorso solista l'interpretazione vocale ha forti connotati teatrali, la scrittura dei testi, sempre incisivi, profondi, in poche parole stupendi, è di qualità eccelsa, la musica, curatissima, non è mai banale e scontata.
La canzone d'autore abbraccia rock e istanze new wave, si concede aperture più pop confermando un profilo artistico immediatamente riconoscibile, che viaggia alto, quasi aristocratico, pur confrontandosi con le storture di una realtà che non funziona più.

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