mercoledì, ottobre 09, 2019
Johnny Dorelli
L'articolo scritto per LIBERTA' domenica scorsa dedicato a JOHNNY DORELLI
Uno dei volti più noti della televisione italiana di un po' di anni fa.
Garbato conduttore, talentuoso cantante e pianista, ottimo attore, il classico entertainer all'americana, in grado di districarsi agevolmente tra le varie e disparate espressioni artistiche dello spettacolo.
Da tempo ha lasciato la scena, dedicandosi ad una sorta di romitaggio, lontano da ogni velleità, leggendo, riposando.
Nasce come Giorgio Domenico Guidi, trascorre l'infanzia a New York dove il padre, apprezzato tenore, si esibisce col nome d’arte Nino D’Aurelio che gli americani storpiano in una specie di “D'Orelli” che piace molto al nostro Giorgio e che decide di mantenere quando si esibisce, ancora bambino, alla TV americana in un Talent ante litteram.
“Vinsi per otto puntate di fila nella trasmissione condotta da Robert Alda, l’attore che interpretava George Gershwin nel film Rapsodia in blu.”
Dorelli, ormai divertito, racconta che in quegli anni gli capitò spesso, involontariamente, di venire in stretto contatto con alcuni boss della mafia locale, da Lucky Luciano a Vito Genovese e di aver sfidato in un improvvisato incontro di boxe il grande campione Jack La Motta, venendo atterrato dopo un secondo.
Studia contrabbasso e pianoforte alla High School of Music and Art di New York, costruisce le basi per diventare una star in Italia. Dove torna a metà anni 50 e si fa notare per lo stile da crooner, alla Frank Sinatra per intenderci, e per la ormai innata poliedricità.
Appare in qualche trasmissione (“Il Musichiere”) e pure al cinema (anche come autore delle musiche).
Nel 1958 debutta al Festival di SanRemo in coppia con Domenico Modugno che stravince con “Nel blu dipinto di blu”.
E bissano l'anno dopo con “Piove”.
Johnny Dorelli ha appena compiuto 21 anni ed è già famosissimo.
“A Meda (sua città natale) mi accolsero in piazza 5 mila persone”. Prende il volo verso un successo totale che abbraccia oltre alla musica e la televisione anche il cinema, dove interpreta varie pellicole tra cui la divertentissima “Dorellik” che ispirerà direttamente il Paperinik di “Topolino”.
Con “Aggiungi un posto a tavola” approda anche a teatro, raggiungendo un altro clamoroso successo. Dorelli è una persona timida, gentile, ricca di stile e fascino e, nonostante la sua conclamata timidezza, di enorme presa sulle belle donne.
Dopo Lauretta Masiero, da cui avrà un figlio, arrivano la stupenda Catherine Spaak prima e l'attrice Gloria Guida poi (famosa per una serie di film erotici), di cui è tutt'ora marito.
“Conobbi Catherine Spaak su un set cinematografico.
Donna difficile e bellissima.
Per due mesi quasi non mi salutò poi, due giorni prima della fine, prese l’iniziativa. Mi invitò nella sua camera proprio in un momento in cui stavo malissimo e avevo dei mancamenti. Le risposi: “Ti spiace se facciamo domani?”.
Con la maturità prosegue l'attività di attore in film meno scanzonati e più ricchi di spessore artistico, mantenendo sempre ruoli comunque ricchi di ironia e gran classe.
Lavora con Steno, Dino Risi, Pupi Avati, Sergio Corbucci, Luigi Zampa, Luigi Comencini. In televisione è a lungo presente con ottime trasmissioni di dignitoso successo e sempre ottima qualità.
Non perde il gusto per la musica e si congeda dal grande pubblico con due eccellenti album, “Swingin” e “Swinging parte seconda”, tra il 2004 e il 2007, in cui rivisita con incredibile raffinatezza, alcuni classici dello swing e di brani italiani più o meno famosi.
Il tutto accompagnato da un'orchestra di 50 elementi.
Un tripudio di musicalità, dischi consigliatissimi per chi ama la musica di alto rango.
“Lo swing per me è un mondo a sé, e penso che vivrà per sempre. Personalmente sono "impregnato" di questa musica, è un ricordo continuo, di vita.
Queste sono le canzoni per le quali ho fatto ore ed ore di coda in America per assistere ai concerti di Frank Sinatra, Fitzgerald, Nat King Cole e tanti altri.
Mi hanno accompagnato negli anni, intrecciandosi in qualche modo con la mia vita con i miei affetti.
Una colonna sonora che non mi ha mai abbandonato.”
Etichette:
Cultura 60's,
Cultura 70's
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento