mercoledì, ottobre 30, 2019
Il meglio del mese. Ottobre 2019
Ci si avvia alla fine del 2019, tanti titoli in gara per il top dell'anno: Specials, Dream Syndicate, Iggy Pop, The Beat, Joe Jackson, Bob Mould, Paul Weller, Ride, la compilation 3X4, PP Arnold, Nick Cave, Avery R. Young, Chris Robinson Brotherhood, Oh Sees, Limboos, Fontaines DC, Kate Tempest, Philip Bailey, Liam Gallagher, Durand Jones and the Indications, Soul Motivators, Sleaford Mods, Suzi Quatro, Juliana Hatfield, Tanika Charles, Mavis Staples, Hugo Race Fatalists, The Raconteurs, Hannah Williams and the Affirmations, Gospelbeach..
In Italia Winstons, Daniele Silvestri, Julie's Haircut, Massimo Volume, Cesare Basile, Piaggio Soul Combination, Giuda, Oscar, Vinicio Capossela, Yum, Giulio Casale, I Rudi, Minis, London Underground, Ifriqiiyya Electrique, Oscar, Doubling Riders, Homesick Suni, Ophiuco, Zac, Massimiliano LaRocca, Aldi dallo spazio.
HANNAH WILLIAMS AND THE AFFIRMATIONS - 50 Foot Woman
Nuovo album per la fenomenale cantante di Bristol, accompagnata da una band che, come sempre, fa faville. Potentissimo funk soul dalle tinte blues e gospel, brani scintillanti, una produzione impeccabile che mette in risalto il sapore 60's ma si pone in una chiave modernissima e attuale.
E candida quello di Hannah tra i migliori album "black" dell'anno.
KIM GORDON - No home record
Esordio solista oscuro, angosciante, duro, sperimentale, elettronico, Sonic Youth, personale e con un marchio di fabbrica ben riconoscibile.
A me piace l'artista Kim Gordon e la sua musica.
BEATLES - Abbey Road 50th anniversary
Sono piuttosto contrario, anzi nutro una profonda avversione per il remix degli album storici/intoccabili/monumenti.
Lo avverto come un ennesimo raschiamento del barile.
Il lavoro di Gilles Martin è comunque encomiabile, rende vivido il suono, esalta alcune parti (vocali e strumentali), ci fa riascoltare l'album in altra veste, certo, ma rimane la sensazione di un'operazione del tutto inutile, con l'unico scopo di rivendere per l'ennesima volta la stessa cosa.
Detto questo "Abbey Road" è uno dei miei tre/quattro dischi preferiti di sempre, i Beatles l'espressione umana che più si avvicina a Dio e quindi l'ho riascoltato con grande gusto e piacere.
Il compendio di demo e provini è come sempre abbondante, gustoso e interessante, delizioso per i Beatlesiani accaniti, sicuramente superfluo per il fruitore "normale".
Molto bella la versione più ruvida e rock di "You never give me your money", fantastico assaporare la precisione metronomica del drumming di Ringo nella take 9 di "Here comes the sun" e il raffinato lavoro su "Oh darling" take 4.
C'è la suite del lato B con "Her Majesty" inserita come originariamente previsto e non spezzone finale.
Un'ennesima operazione che non mancherà di placare la sete di "novità" dei Beatlesiani.
RINGO STARR - What's my name
Il buon Ringo non smette di buttare sul mercato nuovi dischi dallo spessore mediocre e dal sapore sempre più insipido.
Nessuno ha mai preteso più di tanto ma in carriera qualcosa di buono (talvolta ottimo) lo aveva azzeccato.
Sono invece anni che è adagiato sulla nostalgia (qui un brano di John con Paul al basso e ai cori non particolarmente irresistibile e una versione di "Money" inascoltabile con voce con vocoder). Il resto è qualche brano grintoso e poco altro.
Un po' meglio delle cose più recenti ma, con tutto l'affetto e l'amore: Ringo, ti prego, basta...
NICK CAVE AND THE BAD SEEDS - Ghosteen
La musica "rock" è il più delle volte rappresentazione, teatralità, finzione, metafora.
Raramente riesce ad esplicitare l'animo umano in tutta a sua spontaneità.
"Ghosteen" è una marcia funebre solenne e straziante, da essere, a tratti, insopportabile, per intensità.
La pace rassegnata nell'ineluttabile.
Linee musicali minimali e scarne per un disco unico, coraggioso, impressionante, irripetibile.
JOHN COLTRANE - Blue World
Nel 1964 Coltrane tra "Crescent" e "A love supreme", entrò in studio per incidere la colonna sonora del film "Le chat dans le sac" di Gilles Groulx con i fidati Jimmy Garrison, Elvin Jones e McCoy Tyner. Per la prima volta riprende brani già incisi e aggiunge l'inedita (stupenda) "Blue world". Le incisioni non verranno mai pubblicate, fino ad oggi.
Coolness allo stato puro.
MARK LANEGAN BAND - Somebody's knocking
Non sarà un capolavoro ma il nuovo album è sempre efficace, gradevolissimo nel suo mix di decadentismo dark/goth (a tratti vicino ai Psychedelic Furs), elettronica quasi danzereccia, l'anima deep blues che continua a rantolare come sempre.
Buon disco.
JULIE'S HAIRCUT - In the silence electric
Ottavo album per la band emiliana, che non finisce di stupire per quanto sia progressivamente in grado di ampliare lo spettro di suggestioni sonore e artistiche.
Nei 40 minuti (9 brani) convergono i Pink Floyd di "Ummagumma", i Suicide, il kraut rock ipnotico e tronico dei Neu!, Lou Reed, shoegaze, feedback "sonici" e tanta, tanta psichedelia nelle sue forme più progressive e meno ancorate al classico concetto del "genere".
Stiamo parlando in questo caso di espansione della mente, di allargare orizzonti e obiettivi.
Lo spessore e il respiro sono da tempo internazionali, le proporzioni di sviluppo sempre più esponenziali.
Un gruppo unico nel panorama nostrano, un disco, ancora una volta, di qualità eccelsa.
ZAC - Zac
Lorenzo Moretti (chitarrista e compositore nei Giuda) e il polistrumenista Tiziano Tarli, firmano un irresistibile esordio per la prestigiosa etichetta inglese Damaged Good. Power pop dalle melodie di gusto 60's, innestate in un sound primi 70, tra glam, rock FM dell'epoca, Marc Bolan, Be Bop DeLuxe.
Disco divertente, esplosivo, super cool!
TEMPLES - Hot Motion
Il terzo album della band inglese ci conferma l'alta qualità delle loro composizioni, visionarie, Barrettiane, pop psichedeliche, che guardano ovviamente ai tardo 60's ma anche ai primi 70 ma hanno un gusto modernissimo, fresco, attuale.
ALLAH LAS - Lahs
Uno stupendo mix di sonorità tipicamente American 60's, da Buffalo Springfields a Byrds, attraverso Love e Jefferson Airplane, un tocco di indolenza alla JJ Cale, uno sguardo al George Harrison solista. Il tutto in una tonalità narcolettica e ipnotica, avvolgente e lisergica.
GOSPELBEACH - Let it burn
Puro groove West Coast tardo 60 con pizzichi di Stones, qualche buona dose di rock n roll, Kinks, Small Faces, country e soul.
Ancora una volta una prova di grande livello per una band da tenere in costante crescita.
TAXIWARS - Artificial horizons
I TaxiWars sono il frutto della collaborazione tra il frontman della rockband dEUS Tom Barman e il sassofonista belga Robin Verheyen.
Il risultato è un album particolarissimo tra intensi groove funk, un forte sapore jazz, un gusto noir che permea il tutto. Un lavoro affascinante e avvolgente.
THE COMET IS COMING - The Afterlife
Shabaka Hutchings e la sua band tornano con un ep di sei brani come sempre all'insegna dell'avanguardia del new british jazz. Funk, elettronica, jazz, hip hop, spiritual e cosmic jazz. Interessante e perfetto specchio di come si sta evolvendo il jazz più progressista.
NEJIRA - Blume
Brillante esordio per il collettivo prevalentemente femminile. Sezione di quattro fiati, batteria, contrabbasso, chitarra. Grande groove jazz funk a anche nu soul, hip hop e altre contaminazioni sparse tra afro e reggae.
JOE ARMON-JONES - Turn to clear view
Membro degli Ezra Collective con un album solista pregevolissimo in cui jazz, funk, soul e spiritual soul si amalgamano alla perfezione.
Con l'aiuto di alcuni amici/che (tra cui la favolosa Georgia Ann Muldrow), un lavoro avvolgente, sinuoso, super cool.
KOKOROKO - ep
Ensemble di otto elementi alle prese con un ep di esplicita ispirazione afro jazz in chiave molto dilatata, lenta, liquida.
Un sound più tradizionale e meno innovativo rispetto alla direzione caratteristica della scena New Brit Jazz.
LONDON AFROBEAT COLLECTIVE - Humans
Spettacolare album di afrobeat, soul, jazz, dub e afrofunk, dalle forti connotazioni politiche e dal groove spesso irresistibile. Travolgente!
THE MIGHTY MOCAMBOS - 2066
Viaggia di torrido funk la band di Amburgo. Anche tanto soul e ogni declinazione della black music. Ospiti come Gizelle Smith, Ice T e Lee Fields completano il parterre. Ottimo album!
PROFESSOR WOUASSA - Yobale ma!
Vengono da Losanna e sono in undici a suonare un eccellente afro funk di grande fattura, tanto jazz e un groove di prima qualità.
Band da seguire e apprezzare.
KAPUTT - Carnage Hall
Sestetto scozzese che si muove tra X Ray Spex, B 52's, Devo, Minutemen. Brani nevrotici e nervosi, ritmiche spezzate, umori free jazz e no wave. Strani, energici, pulsanti.
WIVES - So removed
Un riuscito mix di Velvet Underground, Modern Lovers, Pixies e ruvidezze varie per l'ottima band new yorkese. Niente di indimenticabile ma l'album suona bene e molte canzoni prendono al primo ascolto.
MASSIMILIANO LA ROCCA - Exit / Enfer
Massimiliano La Rocca scrive un album importante, intensissimo, profondo, realizzato alla perfezione, grazie anche al prezioso "piccolo aiuto di qualche amico".
E che amici! Hugo Race produce, Enrico Gabrielli, Don Antonio Gramentieri, Howe Gelb contribuiscono con la loro infinita esperienza. La Rocca è un raro esempio di chi riesce a "tradurre" in chiave italiana il verbo di Nick Cave, filtrandolo attraverso il patrimonio culturale della canzone d'autore nostrana, da Tenco a De Andrè, da Fossati a Ciampi, a Cesare Basile.
Gli undici brani autografi procedono con solennità, assorbono umori mediterranei ("Il regno" ad esempio), blues, post punk, tanta anima e tanto cuore. tra i migliori dischi italiani del 2019.
ALDI DALLO SPAZIO - Quasar
Giovanissima band di Ravenna che partendo dal prog spazia poi in un contesto psichedelico, rock blues, jazz rock con echi di Beatles, Pink Floyd, Colosseum, PFM, Canterbury Sound. Suonano in modo pazzesco, grandi brani, grandissimo album.
Uno dei nomi più interessanti usciti nella scena nostrana nel 2019 e che si affiancano ai Winstons nella ricerca e riproposizione di questi suoni.
FRANCESCO PIU - Crossing
Difficile confrontarsi con Robert Johnson. E pericoloso farlo con chi aveva fatto un patto con il diavolo. Il bluesman sardo raccoglie la sfida e lo affronta a muso duro, tenendogli testa e riuscendo nell'impresa di tirare fuori da quei brani immortali qualcosa di nuovo e originale, tra rock, sonorità mediterranee (vedi la sorprendente versione di "Love in vain") con tanta personalità e originalità.
Ovviamente è il blues, quello vero che arriva dal profondo dell'anima, a guidare le danze e l'omaggio al più grande di tutti è totalmente riuscito.
ROYAL KEBAB - Good but useless
Giuseppe “Sebi” Filigi, chitarrista storico dei Senzabenza, prende le redini di un progetto parallelo, proponendo un ottimo lavoro a base di punk, power pop, riferimenti a Skunk Anansie e Alleycats. Ottima la produzione, grande tiro, brani fruibili, lavoro decisamente interessante.
RONIN - Bruto minore
E' sempre un conturbante e piacevole impegno immergersi nelle avvolgenti note dei Ronin. Vent'anni di attività, cinque album alle spalle, un sound riconoscibile ma sempre complesso, in cui non è semplice districarsi, tra atmosfere blues, impennate jazz core, un approccio post rock, un passo malinconico, il tutto sempre rigorosamente strumentale e dall'incedere solenne.
"Bruto minore" non tradisce le aspettative e conferma la band di Bruno Dorella e compagni tra le migliori realtà in circolazione nella Penisola.
FERRO SOLO – Almost Mine: The Unexpected Rise and Sudden Demise of Fernando – Part 2
Secondo capitolo dell’esperienza solista di Ferruccio Quercetti, chitarra e voce di quell’incredibile e stupenda entità punk ‘n’ roll che è quella dei CUT. Il secondo volume riprende il mondo di Ferro Solo (anzi del suo alter ego Fernando, protagonista di entrambi i dischi), fatto di rock ‘n’ roll ma anche di intense ballate folk blues, umori 60’s, sguardi al power pop, ai Cramps (“Early bird”) e a tanto altro. Suoni e arrangiamenti diretti e scarni, brani intensi e crudi. Un nuovo passo nella giusta direzione.
THE BEATERSBAND – Black Christmas
Forse è ancora un po’ presto ma la band toscana si porta avanti con un ep di quattro brani in cui in versione punk rock riprendono ironicamente e simpaticamente, quattro temi natalizi. Ben eseguito, il giusto tiro, tanta energia.
ASCOLTATO ANCHE
BLAENAVON (musica eunuca per un disco eunuco), METZINGERS (epic pop punk), PAUL & the TALL TREES (cantautorato rock soul country. Interessante ma mai bene definito), BANDINI (un ottimo lavoro molto Tom Waitsiano, ben fatto e prodotto), PENDLETONS (gradevole soft soul), REFUSED (punk estremo ma no particolarmente convincente per le vecchie glorie svedesi), JUKKA ESKOLA SOUL TRIO (buon soul jazz strumentale dalla Finlandia), FOALS (indie brit rock anonimo), DANIEL MAUNICK (jazz, dub, elettronica, nu grooves)
LETTO
PATTIE BOYD - La mia vita con George Harrison e Eric Clapton
E' ormai incalcolabile il numero di libri dedicato agli agli 60, la Swinging London, i Beatles etc.
Il nuovo capitolo, scritto da PATTIE BOYD, protagonista di primo piano dell'epoca, modella, fotografa, moglie di GEORGE HARRISON dal 1966, poi di ERIC CLAPTON dal 1974, testimone di un periodo cruciale per la storia della musica rock, non aggiunge granchè di nuovo, ma rimane, per noi inguaribili appassionati di quegli anni, una lettura gradevolissima, piena di curiosità, episodi pruriginosi e "scandalosi".
Le feste nei 60's, gli acidi, i BEATLES, poi l'eroina, l'alcool a fiumi, il degrado, i tradimenti, la solitudine, il disagio, lo sballo, seppelliti da una disponibilità economica illimitata che porta ad una bolla irreale, all'isolamento, al vivere senza contatti concreti con la realtà.
George ed Eric non ne escono tanto bene, il secondo in particolare.
Alla fine la serenità ritrovata con grandi difficoltà.
BRET EASTON ELLIS - Bianco
L'autore di capolavori come "Meno di Zero" e "American Psycho" (senza dimenticare "Glamorama") approda al primo lavoro autobiografico, riguardando alla sua infanzia e adolescenza e sublimando il suo amore per il cinema, facendo diventare "Bianco" anche una sorta di saggio sulle sue pellicole preferite.
Ellis si toglie parecchi sassolini dalle scarpe, restituendo in cambio macigni verbali lanciati con sprezzante ferocia.
Che sia l'ostentata superiorità morale della sinistra americana o la comunità gay "istituzionale" ("Il Gay come Elfo magico"), i millenials (la "Generazione Inetti"), lo strapotere dei social, l'isteria anti Trump (a cui dedica parecchie considerazioni - molto interessanti - di cui sarebbe opportuno fare tesoro anche qui da noi).
Pervade il libro un nostalgico (e reiterato) rimpianto per un'età perduta, in cui "crescere" non era esclusiva pertinenza di asfissianti genitori, tra censure e divieti.
Il tutto in un profluvio di accidiose parole, giudizi sprezzanti e tranchant, felicemente, volutamente, "politicamente scorretto".
I fan di Easton Ellis si divertiranno e apprezzeranno, per gli altri meglio dedicarsi ai suoi gioielli precedenti.
REVERENDO LYS - Born Losers
Un libro destinato ai BORN LOSERS.
Quei pochi impazziti per quei suoni ruvidi, penetranti, ammalianti, stordenti, travolgenti che, dai Sonics sono passati attraverso Fuzztones, Chesterfield Kings, Creeps e sempre più flebili sono arrivati ai nostri giorni.
Ma come dice Lys: "Il rock 'n' roll non ha bisogno di prove, ma di racconti memorabili".
Il Reverendo raccoglie con il suo personalissimo stile di scrittura, pieno di voluta esagerata enfasi e metafore (spesso, come è giusto che sia, senza limiti) una storia mirabile, quella del garage punk rock e di tutti quei perdenti che ancora gli sono appresso.
Decine di schede dedicate dai nomi apparsi come una meteora a quelli che hanno invece lasciato scritto un pezzo di storia.
A corredo una serie di preziose interviste esclusive a molti dei protagonisti.
Se siete Born Losers un testo imperdibile.
Se non lo siete, diventatelo, vivrete una vita inimitabile.
MARCO GROMPI - David Crosby Ultimo eroe dell`Era dell`Acquario
Testimone di un'epoca irripetibile (i 60's in tutta la loro completezza, sociale, artistica, di costume, di cambiamenti), vittima di dipendenze estreme, tra cadute rovinosissime e rinascite insperate.
David Crosby è un'icona della musica "rock" nell'accezione più ampia.
Dai Byrds a CSN&Y, le avventure soliste e le collaborazioni.
Una storia avvincente e, perlomeno, in Italia poco conosciuta, avendo avuto dalle nostre parti un ruolo e una visibilità non sempre di primo piano.
Il libro di Grompi è una biografia come dovrebbe sempre essere: precisa, competente, approfondita, appassionata.
L'appendice finale con la discografia completa, anche degli episodi più sconosciuti è esemplare.
CARLO BONOMI - Agorà Underground
Quella degli AGORA' è stata una meteora, per quanto luminosa e di ricco spessore artistico, nel caotico mondo del rock italiano dei primi anni 70.
Ai confini tra jazz rock e prog, un album registrato live al Montreux Jazz Festival come esordio, mille occasioni e opportunità, tanto seminato ma scarsa raccolta di frutti.
Spesso snobbati dalla critica, guardati con sospetto dal giro"politico" per non essersi mai esplicitamente schierati, vissero quegli anni turbolenti sempre in seconda fila.
Interessante la storia, raccontata nei minimi dettagli, che li porta dagli anni beat (Les Garcons, i Cancelli Aperti) ai 70 (OZ Master Magnus Ltd, un album in odore beatlesiano) per poi sfumare nei più edonisti 80, fino a una recente reunion.
Libro veloce e pieno di rimandi a nomi, situazioni, eventi (parteciparono al concerto al Parco Lambro poi documentato sull'omonimo disco ad esempio), considerazioni.
VISTO
Il traditore di Marco Bellocchio
Marco Bellocchio difficilmente fallisce.
Il suo sguardo è sempre rigoroso, severo, preciso.
Non concede nulla in questo potente ritratto del "pentito" Tommaso Buscetta e della Cosa Nostra degli anni 80, tra stragi, guerre efferate, fino ai maxi processi innestati dalle sue rivelazioni.
Favino e Lo Cascio giganteggiano, le due ore e mezza volano, presi nella morsa di un'angoscia costante.
Il Buscetta tragicomico, braccato in ogni parte del pianeta, chiuso tra carceri e tribunali ma soprattutto nella sua inattaccabile adesione ad un "ideale" mafioso da "cui non si esce mai".
Fenomenali la festa per Santa Rosalia in apertura (che rievoca quella de "Il cacciatore" di Scorsese) e l'attentato a Falcone cui segue l'osceno festeggiare dei mafiosi.
Forte, crudo, teso, allo stesso tempo lieve: tutto, prima o poi, finisce.
COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Occasionalmente su "Il Manifesto".
Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me , Carlo Maffini e Paolo Muzio.
VISTO
Fred Frith TRIO + JOHN GREAVES live a Piacenza
L'Associazione Musiche Nuove di Max Marchini porta nuovamente a Piacenza un raggio di sole di cultura e di storia.
Al Conservatorio Nicolini suonano due pilastri della musica d'avanguardia (strettamente imparentata, in passato, con quella scena attigua al Canterbury Sound, essendo i due già membri dei mitici Henry Cow).
Ad aprire JOHN GREAVES (oltre agli Henry Cow, ha suonato con National Health, Peter Belgvad, collaborato con Robert Wyatt e protagonista di una luna carriera solista), accompagnato dalla chitarra di Olivier Mallano e dalla voce potentissima, quasi lirica di Annie Barbazza, perfetta nel coadiuvare John.
Canzoni in perfetto bilico tra il gusto armonico del primo prog, echi di Canterbury, classicismi, jazz, avanguardia.
Incantevole.
Alla fine sale anche Fred Frith ad accompagnare il vecchio compagno di avventure. Tocca poi al rigore di FRED FRITH (accompagnato dallo splendido drumming del giovane Jordan Glenn e dal basso di Jason Hoopes).
Un monumento della chitarra d'avanguardia, 400 album in cui compare, a fianco di Robert Wyatt, Brian Eno, Mike Oldfield, Marc Ribot, Residents, Lol Coxhill, John Zorn con i Naked City, Bill Laswell, Syd Barrett con l'estempranea The Last Minute Put Together Boogie Band.
Un brano/improvvisazione di un'ora che ripropone il caos totale, in un ipnotico assalto sonoro, sperimentale, duro, spiazzante.
Pubblico discretamente numeroso, età avanzatissima ma anche un piccolo stuolo di giovani, resa sonora perfetta.
IN CANTIERE
NOT MOVING LTD in tour
Giovedì 31 ottobre: Roma "Whishlist"
https://www.facebook.com/events/493026451539101/
Venerdì 1 novembre: Colle Val d'Elsa (SI) "Bottega Roots"
Venerdì 8 novembre: Milano “Cox 18”
https://www.facebook.com/events/438179893464024/
Sabato 9 novembre: La Spezia “Skaletta”
https://www.facebook.com/events/1312303395608920/
Venerdì 22 novembre: Fontanafredda (PN) "AstroClub"
https://www.facebook.com/events/691580767987717/
Domenica 15 dicembre: Catania "Teatro Coppola"
Venerdì 20 dicembre: Piacenza “Musici per caso"
Sabato 21 dicembre: Bologna “Freakout”
Domenica 22 dicembre: Torino “Blah Blah”
https://www.facebook.com/Not-Moving-L-T-D-302470280600832
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Già uscito dal cantiere (da pochissimi giorni) nuovo album NO STRANGE "Mutter Der Erde" (titolo in tedesco dedicato alla memoria di Jutta Taylor Nienhaus,voce degli Analogy)con 11 brani nuovissimi ed un remake abbreviato di "Trasparenze e suoni" (già incisa sul primo LP del 1985)...future in the past !!!
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