giovedì, maggio 14, 2015

I Doors dopo Jim Morrison



Tra le decisioni più controverse e per certi versi tristi della storia del rock quella di Ray Manzarek, Robbie Krieger e John Densmore di proseguire la carriera musicale con il nome di THE DOORS dopo la morte di Jim Morrison è una delle più eclatanti.
La band pubblicherà due album, "Other voices" e "Full circle" più un terzo, successivamente, "An american prayer", musicando alcune poesie recitate da Jim.
Purtroppo nel 2002 Krieger e Manzarek sfrutteranno in tutti i modi il nome dei Doors rimettendo insieme il fantasma della band, reclutando Ian Astbury dei Cult alla voce con le sembianze di Jim Morrison (stessi abiti e movenze) in una farsa finale desolante e di cattivo gusto.



"Other voices" esce nell'ottobre del 1971 a soli tre mesi dalla scomparsa del leader carismatico della band, lasciando parecchi dubbi sull'effettiva necessità "artistica" di pubblicare in tempi così brevi il nuovo lavoro (soprattutto considerando l'impatto mediatico che ebbe la fine di Morrison).
I tre superstiti ripescano alcuni brani già composti in precedenza, aggiungono nuove cose e raccolgono otto brani tutto sommato dignitosi, suonati con la grande classe e gusto che hanno sempre caratterizzato i tre musicisti ma a cui purtroppo manca l'elemento principale: non solo LA VOCE di Morrison ma in particolare una voce decente che sostituisse quelle incerte di Manzarek e Krieger.
E resta l'amaro in bocca immaginare ottimi brani come "In the eye of the sun" o "I'm horny, I'm stoned" perfetti per Morrison, rovinati dall'anonimato delle nuove voci.
Il sound è fedele alla più recente incarnazione dei Doors, più "dilatata", con frequenti cambi di ritmo e tanto rock blues in sottofondo.
Interessanti le atmosfere jazz funk di "Hang on to your life".
L'album vendette pochino ma non dissuase la band ad intraprendere una serie di concerti e a pianificare un nuovo album che vide la luce nell'agosto del 1972.



"Full circle" è ancora più debole, con poche idee, qualche boogie rock come la versione di "Good rockin", la samba di "Mosquito" che poi si trasforma in una jam con Manzarek in gran spolvero, il proto lounge di "The piano bird", il maldestro tentativo di imitare "Love me two times" in "It slipped my mind" e quello di fare una nuova "LA woman" in "The Peking king and the New York Queen".
Si salva l'ottimo funk soul gospel di "Get up and dance" ma quello che ne risulta è un disco totalmente inutile.
Venderà ancora meno del precedente e costringerà la band allo scioglimento, a progetti solisti di varia natura, sempre di qualità trascurabile.



Nel 1978 i tre Doors si ritrovano ad incidere alcune basi per accompagnare alcune poesie recitate da Morrison (oltre a duna versione live di "Roadhouse blues").
L'operazione "An American prayer" frutterà un notevole numero di copie vendute e un revival di tutto il repertorio della band ma musicalmente è uno delle tante operazioni di sfruttamento del marchio Doors.

12 commenti:

  1. In effetti avrebbero dovuto cambiare nome e cercare un cantante. Quasi impossibile comunque in questi casi riuscire a farcela ma di ciambelle venute fuori col buco me ne viene in mente almeno una: New Order

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  2. Bastava un nome diverso (anche con Doors da qualche parte).
    Altro buon esempio di "prosecuzione" riuscita i Ruts DC dopo la morte di Malcom Owen. Repertorio diverso ma un grande album e senza speculare sul morto.

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    1. Comunque dietro la scelta di non cambiare moniker potrebbe esserci anche la casa discografica, nel senso che, dopo la morte di JM, probabilmente alla Elektra Rec.non sapevano cosa farsene della band. Magari c'è stato un qualche accordo fra band e produttori per fare uscire nuovi dischi a patto di mantenere inalterato un marchio che potenzialmente poteva ancora attirare molti fans.

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  3. Hanno optato per un guadagno facile usando il nome e musicando le poesie di Morrison; la vera domanda è: si trattò di avidità o necessità? Visto lo spessore dei musicisti in questione credo che avrebbero potuto ritagliarsi una buona fetta di mercato anche solo chiamandosi che so Manzarek Krieger and Densmore. Ciò detto confesso che a me i Doors tranne tre o quattro pezzi non mi hanno mai detto molto. Ora lapidatemi pure :-)

    Charlie

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  4. A me sono sempre piaciuti tantissimo. Avevo smesso di ascoltarli quando sono diventati (come Marley) l'icona dei fricchettoni ma poi li ho ripresi.
    Necessità non credo, erano ricchi e famosi. Potevano prendersi una pausa e uscire con calma più in là, magari con un nome diverso e non TRE MESI dopo la morte di Morrison

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  5. chitarra flamenco, organo mitteleuropeo, batteria jazz e cantante crooner. O veniva una meraviglia o una cagata, per me la prima delle 2. Ma se togli uno dei 4 elementi (uno dei 2 più importanti...) diventa automaticamente una cagata.

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  6. Pibio ma che sogno di Doors markII o dc o qualsiasi altro nome con questa impostazione che dici..! Molto intressante..
    Qualche nome di paragone? giusto per farmi un'idea curiosa..
    All'epoca forse sarebbero stati fuori moda per la scena rock mainstream,sicuramente piu adatti a quella Beat/Hipster ancora esistente,sempre più esistenzialista..

    Per me Full Circle e' stato uno dei dischi che prendevamo in pacco da Nannucci a 1/2000 lire..delusione totale perchè non c'era Morrison e via..scambiato senza appello.

    C


    Miracolo a Madrid..the knife sharpened kippie-toe...

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  7. Di "Mosquito" fu fatta anche una cover in italiano dagli Squallor, intitolata "Non mi mordere il dito" (era in "Troia"), e mi è sempre piaciuta più dell'originale

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  8. Due dischi clamorosamente bistrattati e massacrati dall' ottusità di certi critici e fans, che non potevano accettare l ' assenza di Morrison.
    Certo , liricamente non sono paragonabili all' era Morrison .
    Ma musicalmente sono eccellenti! ( Per certi versi addirittura superiori).
    Other voice contiene ottime canzoni (tranne la seconda traccia, insipida).
    Full circle ha una media più bassa , ma contiene due capolavori (Verdilac e Piano Bird, con soli jazz di sax e flauto.. deliziosi) e un ottimo pezzo ( Mosquito). Copertina che è arte.

    Consigliatissimi ( ma solo per gli aperti di mente)

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. P.s. i Doors hanno sempre fatto ( ottimi) dischi diversi tra loro.
    Non so se Morrison avrebbe gradito questo nuovo cambiamento stilistico .
    Ad ogni modo, io preferisco i pezzi di questi due lavori che certi pezzi secondari dell' era Morrison ( es I looked you, ship of fools, Do It..).
    L unico difetto che riscontro ( oltre alla mediocrità di qualche pezzo)
    è il coro femminile della canzone di apertura di Full circle: più che gospel ( che sarebbe stato positivo) mi sembra un coretto pop da motivo pubblicitario.
    Ma ripeto: ci sono grandi pezzi, come Verdilac, Piano Bird e Mosquito ( geniale nella contrapposizione tra la spiazzante leggerezza messicana iniziale, e la successiva jam rock (jazz) psichedelica)

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