martedì, marzo 11, 2014

Beach Boys



Periodicamente amo fare una carrellata sulle discografie complete di artisti a me cari. Sparsi nel blog trovate un po' di tutto, con relative valutazioni OPINABILI e PERSONALI dei vari lavori.
Il lavoro sui BEACH BOYS è stato lungo, complesso e difficoltoso.
Discografia sconfinata, alti e bassi frequenti, capolavori e crolli impietosi ma gruppo imprescindibile nella storia del pop rock.


Surfin safari - 1962 6
L’esordio pulito, semplice e minimale.
Rock n roll, surf, canzoncine fruibili e immediate, terribilmente datate ascoltate oggi.
Oltre alla hit del titolo dell’album e a “Surfin”, “409” dedicata all’omonima Chevrolet con tanto di rombo dell’auto, una flebile versione di “Summertime blues”, uno strumentale e poco altro.

Surfin USA - 1963 6.5
Un passo in avanti. E’ il surf a farla da padrone con ben 5 strumentali (tra cui il classico “Misirlou” e il rhythm and blues di “Hony tonk”) ma c’è la hit “Surfin USA”, la bellissima ballata “Lonely sea” e qualche altro buon brano firmato da Brian come “Lana” e i lrock n roll surf di “Finders keepers”.

Surfer girl - 1963 6.5
Brian Wilson diventa produttore dell’album, il sound si fa più ricco e corposo ma i contenuti non si discostano dalle tematiche precedentemente tra surf, un buon rhythm and blues come “South bay surfer”, una delle grandi ballate di sapore 50‘s come “In my room”.

Little deuce coupe - 1963 6
Da molti considerato il primo concept album considerato che la quasi totalità delle canzoni (Alcune delle quali già edite) è dedicata alle auto.
Musicalmente non si discosta (a parte l’inconsueta “A young man is gone” a cappella) minimamente dallo stile che li ha portati alle vette delle classifiche.
E’ il quarto album in un anno !

Shut down volume 2 - 1964 6
Impegnati a contrastare la Beatlemania imperante i BB si affettano con l’ennesimo album registrato in fretta e furia dove a fianco di riuscitissimi momenti come “Fun fun fun” e la ballata di rara bellezza dedicata alla tragica scomparsa di JF Kennedy “Warmth of the sun”, troviamo una serie di riempitivi e di episodi assolutamente trascurabili (tra cui una versione non esaltante di “Louie Louie” in chiave doo wop e due imbarazzanti minuti di sola batteria in “Dennis drums”).

All summer long - 1964 7
Finalmente un album completo, curato e non necessariamente supporto ai due/tre brani da classifica. Che non mancano, come l’epica “I get around”, “Little Honda” e la title track.
Carino il R&B strumentale di “Carl’s big chance” ma che fanno base su contenuti omogenei e tutti di buon livello.

In concert - 1964 - 6
Christmas Album - 1964 - 5

La band è una macchina da soldi da spremere in ogni modo. E così ecco un live e un album natalizio per chiudere l’anno.
Ampiamente ritoccato in studio “In concert” è un buon documento sul clima live dell’epoca con folle isteriche e qualche inedito come “Johnny B Good” e “Papa Oom Mow Mow” oltre a brani già classici come “I get around” e “Fun fun fun” mentre “Christmas” si divide tra brani composti dalla band e classici ovviamente a tema natalizio. Del tutto trascurabile.

Today ! - 1965 7
Ottimo lavoro in cui si affinano ancora più le caratteristiche della band, in cui il surf e la canzonetta commerciale non più così preponderanti e in brani come “Dance dance dance” si sviluppano in un mix personalissimo, arrangiato in maniera geniale.
Ci sono anche classici come “Do you wanna dance?” (sarà dei Ramones) e “Help me Ronda” e la seconda facciata interamente all’insegna di ballate orchestrate, lente e melodiche.
E’ il momento in cui Brian Wilson decide di abbandonare l’attività live e dedicarsi solamente allo studio di registrazione.

Summer days (and summer nights) - 1965 - 6.5
Party - 1965 5.5

“Summer days” è ancora un album che alterna piccoli gioielli come l’introduttiva “The girl from New York City” , una riuscita ripresa di “Help me ronda”, il classico “California girls” (che già valgono l’album) ad una serie di riempitivi di scarso livello e assolutamente trascurabili.
“Party” è invece un finto live in studio in una presunta festa (in realtà registrato con cura e con i rumori del party sovraincisi in seguito) a base di cover tutte in acustico (Beatles, ben tre, Dylan e altri), uscito in periodo natalizio per sfruttare le potenziali vendite.
La cover di “Barbara Ann” dei Regents diventerà uno dei loro più grandi successi (indispettendo non poco Brian che voleva portare la band lontana dal solito clima surf, nell’imminenza di “Pet sounds”).

Pet Sounds - 1966 - 10
Il capolavoro di Brian Wilson, concepito, prodotto, curato per lungo tempo, lontano dal consueto facile approccio finalizzato al successo di classifica. Un semi concept destinato ad influenzare generazioni di artisti (a partire da Paul McCartney che l ociterà tra le ispirazioni per “Sgt Peppers”. Album monumentale in cui gli altri della band hanno un ruolo marginale, che impiega decine di strumentisti e strumenti, incluse bizzarrie di ogni tipo.
A stupire è lo spessore compositivo, tra pop sinfonico, psichedelia, un approccio barocco, uno dei primi esempi di “musica totale”. Uno degli album seminali nella storia del pop rock.

Smiley Smile - 1967 - 7
E’ noto il fallimento dell’album “Smile”, ambizioso seguito di “Pet sounds” che Brian Wilson (piuttosto provato da dipendenze varie, esaurimenti nervosi etc) affossò a metà delle registrazioni.
I Beach Boys ne recuperano frammenti vari, li rimettono insieme, aggiungono e tolgono.
Il risultato è, conseguentemente, frammentario anche se troviamo classici senza tempo come “Good vibrations” o brani come “Heroes and villains”, la delicatissima e inquietante “Wind chimes” e un album pregno del clima psichedelico del tempo.

Wild honey - 1967 - 7
Friends - 1968 - 6.5
Stack-O-Tracks - 1968 - 5
Live in London - 1970 - 6

Gli ultimi album in cui Brian svolge un ruolo di primaria importanza compositiva.
“Wild honey” è il cosiddetto “soul album” della band dove le influenze black e soul non mancano (c’è perfino una riuscita cover di “I was made to love her” di S.Wonder) e allontanano la band dal passo marcatamente psych (anche se non mancano episodi in linea come “A thing or two”) e sinfoniche degli ultimi lavori.
Stupenda la title track e il singolo “Darlin”, un po ‘di stranezze e riempitivi qua e là ma un gran bel disco.
“Friends” alterna invece grandi brani come “Little bird” e la title track a riempitivi di incomprensibile pochezza pur confermando la buona vena creativa della band e restando comunque un lavoro valido.
Poco comprensibile (se non per ragioni commerciali dell’etichetta intenta a sfruttare tutto lo sfruttabile della band) “Stack O tracks” che raccoglie una serie di basi della band (la base musicale senza le voci è quanto meno un ossimoro per una band come i Beach Boys).
Lo stesso motivo che porta alla pubblicazione del pur buono “Live in London” con una dozzina di classici.

20/20 - 1969 - 5
Brian Wilson fuori gioco (vengono recuperati alcuni suoi brani da “Smile” mentre l’apporto in studio è limitatissimo) la band abbandona completamente qualsiasi intento sperimentale per tornare ad inseguire il successo facile con canzoni leggere (vedi la sdolcinata cover di “I can hear music” di P.Spector, brani hard/rock n roll e perfino uno rubato a Charles Manson (ex da quel momento) amico di Dennis Wilson.

Sunflower - 1970 - 6.5
Con l’apporto compositivo di tutta la band “Sunflower” è uno sforzo di buona qualità che spazia da rock songs da autostrada (“Got to know the woman”) a brani bluesy come “Tears in the morning” a brani Beatlesiani come “Forever” e “All I wanna do”.

Surf’s up - 1971 - 6.5
Carl and the passions - 1972 - 5.5

Influenze varie, atmosfere diversissime anche in “Surf’s up” che include il rock blues politico “Student demonstration time” (che sembra fare il verso all’ultimo John Lennon radicale), la melliflua “Disney girls”, alcuni soft rock non particolarmente degni di nota, una ballata deliziosa come “Lookin’ at tomorrow” ma soprattutto una triade finale firmata da Brian Wilson all’insegna di intimismo, lirismo quasi classico. Frammenti di genialità sparsi a piene mani.
Il deludente “Carl and the passions” vive invece di qualche buon guizzo (la potenziale hit “Marcella” , “Here she comes” vicinissima al mood CSN&Y) ma è per il resto trascurabile e poco ispirato.

Holland - 1973 - 7
Inciso in Olanda con Brian Wilson sempre più immerso tra i suoi fantasmi (ma in grado di regalare un classico come “Sail on Sailor”) è uno di quegli album “imperfetti”, assemblati con difficoltà, problematici ma che proprio per questo acquisiscono ancora più fascino.
Gioielli come “Leaving this town”, la mini suite “California saga” e l’ep semiparlato frutto della follìa di Brian “Mr Vernon and Fairway”. Grande album, troppo sottovalutato.

15 big ones - 1976 - 4
Love you - 1977 - 5
M.I.U Album - 1978 - 4.5
L.A. (Light Album) - 1979 - 3
Keepin’ the summer alive - 1980 - 4
The Beach Boys - 1985 - 3
Still Cruisin - 1989 - 3
Summer in paradise - 1992 - 3
Stars and stripes vol. 1 - 1996 - 4

Dopo una serie di compilation e live che ha ridato grande popolarità alla band, si torna in studio con la formazione originale impegnata in un mix di vecchi classici (“Rock n roll music” , Blueberry hill” tra gli altri) e nuovi brani di bassa qualità. “15 big ones”, album da dimenticare.
Originariamente disco solista di Brian Wilson “Love you” divenne poi accreditato alla band.
Tra synth e batterie elettroniche c’è chi lo considera un gioiello e chi, come il sottoscritto, qualcosa che si può tranquillamente lasciare da parte.
Ancora peggio fanno con “MIU”. Gruppo dilaniato, Brian ormai aseente, brani deboli e inconsistenti, addirittura 10 minuti di (rivoltante) versione disco di “Here comes the night” . da “Wild honey” con tanto di vocoder, brani con pretenziose intro classicheggianti e altra robaccia.
Niente da salvare nemmeno nel modestissimo “Keepin the summer alive” mentre in “The Beach Boys” arrivano batterie elettroniche e synth in abbondanza e pure Gary Moore alla chitarra e Ringo Starr in un brano.
Risultato: terribile tanto quanto i successivo “Still cruisin” e “Summer in paradise” tra loop elettronici e musicaccia da piano bar.
Con “Stars and stripes vol.1” provano con vecchi loro classici e ospiti in ogni brano ma senza successo.

Seguirà una lunga serie di live, compilation, stampa e ristampa di “Smile” nella versione originale o meno, ristampe di ogni tipo, confezioni deluxe, album solisti in cui spicca il buon ritorno di Brian Wilson, tour vari nelle più disparate formazioni.
Fino al ritorno del 2012


That’s why God made the radio - 2012 - 6
Il ritorno nel 50° anniversario della nascita della band.
Il temuto disastro non si verifica e nemmeno di capolavoro si può parlare.
Un album dignitoso che non lascia particolari segni ma si fa ascoltare con piacere.

26 commenti:

  1. Diavolo di un Boss! Mi hai "bruciato" la mia retrospettiva dei BB che tenevo tra le bozze...pazienza. La tengo li e la riesumiamo tra un anno.
    Qualche ritocco ai tuoi voti (e qualche correzione alle date).Tutto soggettivo ma la fase finale della seconda meta 70 fino alla morte di Dennis meriterebbe piu' analisi...nel glossario BB "The Formula" e' un concetto,purtroppo, chiave.
    Love You BB

    C

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  2. Mi interessa approfondire la seconda metà dei 70's che trovo orrenda e assolutamente decadente. Però il mio giudizio è assolutamente superficiale, nel senso che ho ascoltato tutti gli album ma li trovo davvero pessimi.
    Se hai voglia puoi scriverne e approfondiamo meglio.

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  3. no, bravi eh: "ba ba ba - ba baburèn etc.", ma non sono roba mia. passo.

    The Real WC

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  4. Sbagli e di grosso. "Barbara Ann" è uno dei successi più conosciuti (e che Brian Wilson maledisse perché cercava di portare il gruppo verso ben altri lidi e si ritrovò l'ennesimo brano alla Beach Boys in classifica) ma ci sono album e brani da paura nella discografia del gruppo. Da scoprire.

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    1. Barbara Ann è una cover...l'originale era dei REGENTS,ma i BB ne fecero una versione di maggior successo.
      Devo dire che anche a me,che dei 60es ho amato pressocchè tutto,non hanno mai fatto impazzire.
      Lo stesso "Pet Sounds" che da molti è indicato come un "capostipite" della psichedelia,lo trovo di gran lunga inferiore ad altri nomi,sia americani che europei...ma sono cose che non ascolto più da anni,magari ridandogli una spolverata potrei ricredermi.
      Fatto sta che,se dovessi consigliare a qualcuno di avvicinarsi al sound dei 60es,non lo farei mai partendo da loro...un po' troppo leziose quelle vocine,per i miei gusti,soprattutto se le paragoniamo ad altri maestri del canto corale (tipo Byrds o Beatles).
      URSUS

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    2. leziose? questa e' Harmony
      poi i gusti blablablabla

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  5. Anch'io li ho snobbati a lungo ritenendoli quelli di Barbara Ann e del surf. In realtà ci sono almeno quattro album da antologia

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  6. e sbagliavate tutti infatti

    C

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  7. Diglielo Cris, Surf's up!
    Foto in 'muda' vicino al dragster spettacolare!

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  8. tony (e tutti gli altri), sarà.
    anche riguardando i tuoi voti, c'è un solo album cui hai dato 10, "pet sounds", l'ho ascoltato qualche anno fa e non ci ho trovato niente di particolare.
    di tutti gli altri, nemmeno un disco da 8 e 9, e sinceramente non mi sembra il caso di perdere tempo con dischi da 7: c'è così poco tempo e così tanta musica da ascoltare che dall'otto in giù ignoro senza rimpianti... :-)

    The Real WC

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  9. ecco un OTTO per te

    8==============-)

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    1. qui ce ne sono due per casa tua
      una e' da OTTO

      http://www.originalstore.it/Sale-Pepe-Biliardo-Palla-Otto_viewprod_2423.html

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    2. o per quando dichiari i redditi

      http://www.8xmille.it/Browser

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    3. per il bricolage qui ne trovi dell'OTTO

      http://www.ebay.it/sch/Chiavi-inglesi-/20774/i.html

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    4. mi hai fatto schiantare dal ridere con queste divertentissime battute!

      The Real WC

      ps - e comunque i voti li ha dati tony. non io

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    5. ha ha ha ha ha ha ha ha
      (otto)

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  10. anche io ero scettico inizialmente sui BB, o meglio per canzonette surf-pop andavano benissimo (K. Moon era un fan sfegatato di questa fase, mi pare di ricordare una cover di Barbara Ann in qualche dvd degli Who) poi Pet Sounds mi ha colpito (a livello compositivo è un bel trip da suonare, specie se confrontato con i soliti 3 accordi delle loro canzonette. Per non parlare degli arrangiamenti). Se non si fosse bruciato/perso chissà cosa avrebbe regalato.. Segnalo un bel video su youtube dove George Martin incontra Brian Wilson, dura pochi minuti ma è l'incontro tra due geniacci. Tra l'altro Martin dei due è quello che sembra più ammirato dall'altro (ma è una gara dura)

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  11. io li ho ascoltati e li ascolto sempre, notte e giorno!
    Tra i miei superfave, nel mio pantheon con Byrds, Kinks, B. Springfield e Stones. Molto più dei Beatles, per dire...
    Today,Summer days (and summer nights), e Surf's up per me insuperabili. Poi Wild Honey e Holland. Pet Sounds invece (proprio come il Pepper, per dire) sento che è qualcosa di incredibile, ma non mi viene mai da ascoltarlo, non mi piace troppo. (maledetta ignoranza...)

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  12. Mi sono stupito anch'io ascoltando TUTTA (…) la discografia di trovarli così interessanti. Credo che il problema principale dei loro album sia che il più delle volte hanno tre/quattro capolavori e poi un sacco di riempitivi, di scherzi sonori, di brani insignificanti.
    Spesso hanno inciso tre/quattro album in un anno per ragioni di cassetta e contrattuali.
    Probabilmente una gestione artistica più oculata li avrebbe fatti diventare (forse meno ricchi) negli considerati dalla critica.

    Anch'io credo ci sia molto meglio rispetto a loro nei 60's ma un posto di primo piano è doveroso anche per loro

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  13. C'è anche il famoso "Smile" da ascoltare e recensire.
    Io mi ero scaricato da un fan terminale un "come sarebbe dovuto essere".
    Poi comunque è stato finalmente pubblicato qualche anno fa, no?

    Enrico

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  14. Si, l'ho volutamente trascurato perché molti brani sono stati ripescati in altri album e anche le ristampe successive più o meno ufficiali non hanno mai restituito il lavoro originale (peraltro mai completato definitivamente). Insomma un lost album a tutti gli effetti.

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    1. Sì, però "Smile Sessions" del 2011 dovrebbe aver recuperato proprio i provini originali, almeno così mi sembrava di aver letto.
      Te lo dico perchè tra il 10 di Pet Sounds e i 7 di altri album, un bel 9 almeno Smile se lo merita!

      Enrico

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  15. Sono d'accordo che Smile sia un potenziale 9 ma h o scelto di non metterlo proprio perché mai uscito nella sua stesura originale (così come lo intendeva Brian)

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