lunedì, febbraio 18, 2013

Di cosa parliamo quando parliamo di musica: l'educazione musicale



L’Italia di Verdi, Rossini, Puccini ma aggiungerei anche, così a caso, di De Andrè, Area, Morricone, Gaslini che sulla musica dovrebbe fare perno e fondamento, le riserva, a livello scolastico/educativo, un ruolo del tutto marginale per non dire umiliante, con l’ora settimanale spesso ridotta ad imparare qualche nota con il flauto oltre ad una superficialissima spolverata di storia.
La passione per la musica viene delegata a genitori, amici, situazioni occasionali, iniziativa personale o a maestri e professori appassionati.
Lo dicono meglio tre personaggi di un certo peso .

Uto Ughi violinista e direttore d’orchestra.
"Manca un gusto, un’educazione nel pubblico. Per questo occorrerebbe ripartire prima di tutto dalla scuola, ripensare all’educazione musicale sin dalle prime classi delle elementari per preparare il terreno sul quale formare il pubblico di domani. Altrimenti i giovani musicisti, pop o classici, pur bravi, non avranno futuro.”

Ennio Morricone, compositore
"Bisognerebbe dare a tutte le scuole un impianto per ascoltare la musica e un corredo di una trentina di incisioni discografiche importanti, da fare ascoltare agli studenti come esempio degli argomenti teorici.
"in Germania ogni famiglia suona Bach con il flauto dolce e il pianoforte o addirittura il clavicembalo, cantando e leggendo gli spartiti. Quella è la vera nazione musicale, non l'Italia
"

Stefano Bollani, musicista (dal libro “Parliamo di musica”)
"Ti insegnano a disegnare e non a cantare, a leggere e a capire le arti figurative ma non ad ascoltare la musica, ti insegnano a godere del suono della poesia e non de lsuono di un clarinetto, ti insegnano la storia della cultura del tuo e di altri paesi e mai dell’apport odato dai musicisti.."
La musica e la sua storia non interessano a nessuno dei nostri politici.
"

43 commenti:

  1. Pensa te Tony,quando ero in quarta e quinta elementare avevamo un insegnante di musica figlio di una delle maestre di allora(la sig. Maglia),un tale Stefano Maglia(un cattolico comunista come la madre)che ci faceva cantare,accompagnandoci con la sua chitarra acustica "Auschwitz"di Guccini e "The Answer"di Bob Dylan(tradotta in Italiano). Poi ricordo in seconda media,il professore di musica era un tale Prof. Lamberti che suonava con l'orchestra Cirmi ,che nel Dicembre 1979 ci parlo'(subito il giorno dopo a fatto avvenuto) del fattaccio a Cincinnati,Ohio dove al concerto degli Who persero la vita circa 11 fans calpestati all'entrata del concerto dovuto alla ressa. Ricordo che dopo qualche mese comprai "Who are you"su cassetta.. Paul67

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    1. Conosco Lamberti, ci ho collaborato quando avevo lo studio di registrazione.
      Ottima persona, bene "informata sui fatti"...

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    2. Urca, ricordo anche io di aver letto ai tempi su un paio di riviste o giornalini non ricordo più, del concerto degli Who a Cincinnati.

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  2. Stefano Bollani è ottimista.....non ti insegnano quasi nemmeno più a disegnare !
    La tua osservazione, poi, riguarda le medie (o secondarie di primo.grado).Mia figlia fa la seconda elementare (scuola pubblica) e, pur godendo di un ottimo gruppo di insegnanti non ha nessuno che sia "specializzato" in musica. Benché le facciano ascoltare dalla musica popolare a de André ( coinvolgendoli in attivitá di lettura e/ o disegno) per il resto fanno cose ( non strutturate) che la Belva ( fortunata) faceva a due anni nei corsi di "musica in culla".
    Tu hai fatto bene a focalizzarti sul tema musica ( che al di la del puro piacere, è un vero apri mente) purtroppo questo è l'ennesimo segnale di quanto, nell'ultimo ventennio la nostra Scuola (in tutti gli ordini) sia stata depauperizzata ed impoverita.
    Ci manca solo una bella messa da Requiem.

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  3. Mio figlio alle medie ha avuto la fortuna di avere un ex chitarrista di gruppi beat e prog che portava gli strumenti in classe (chitarra, basso , batteria, tastiere) e gli insegnava Led Zeppelin, Beatles, Stones, Deep Purple, Red Hot Chili Peppers.

    Da quando se ne è andato si è tornati al piffero.

    Ovviamente il tutto è conseguenza di una scuola abbandonata (volutamente per favorire le scuole private, piano perseguito da anni da un certo tipo di governanti) e umiliata.
    Dalla quale usciranno persone, uomini, donne senza un minimo di Cultura, senza i mezzi per affrancarsi dal BELATO.

    Soprattutto quelli che non hanno i mezzi economici,culturali e sociali per farlo.

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  4. Intervengo perchè ho una cosa da dire cui tengo: per fortuna la scuola NON ci insegna la musica.
    Io ho sempre odiato (o al massimo sopportato) tutto quello che la scuola insegnava, dalla poesia alla matematica, dalla geografia alla letteratura.
    La musica, grazie a dio, era una cosa nostra, e la scuola non c'entrava. Spero che la situazione rimanga sempre la stessa.

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  5. messa da requiem suonata col piffero, ovviamente! Ahahaha! Raccoglimento assicurato!


    Anche noi alle elementari avevamo il maestro Boscoli che, armato di Ferrarotti classica, ci sparava "Il Vecchio e il bambino" (con analisi del testo) e un bel repertorio di canti popolari (da Bella, ciao! a La famiglia dei gobòn)... alle medie, invece, la prof Pinardi aveva organizzato una ferrea filarmonica del piffero con tutte le classi e sezioni, che poi a fine anno erano obbligate a eseguire il repertorio dell'intero anno al fantozziano saggio finale(coscrizione obbligatoria anche per i genitori, specie i padri, in pieno periodo di fasi finali coppe europee!)... Eravamo una macchina da guerra: dal folklore russo, a Brazil, dalle arie verdiane al Tannauser agli stramaledetti walzer viennesi, da Granada a Reginella Campagnola. Tutti i pefferi all'unisono (e stonatissimi) con la prof che si produceva in evoluzioni al piano degne di Keith Jarrett all'Oratorio di via isola... Pheeeega! Per fortuna, ero già intrippatissimo con Pink Floyd Floyd e Neil Young! Musica a scuola ok, ma con l'insegnante e il programma giusto! Con tutto il rispetto per lei, ma la Pinardi no!!!

    W

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  6. Non sono d'accordo Alle.
    Non è automatico che ciò che ti viene insegnato a scuola venga poi odiato.
    Dipende da CHI e COME te lo insegna.

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    1. E io infatti ho scritto "al massimo sopportato".
      Ma non mi viene in mente nulla di quello che mi hanno insegnato a scuola che io abbia amato.

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    2. Io invece ho ottimi ricordi di insegnanti di storia e di italiano che mi hanno lasciato l'amore per la materia e mi hanno portato ad approfondire certi temi ed autori.

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  7. Esistono anche le scuole di musica,infatti !
    Ma è il sistema accademico e obsoleto di queste sotto-specie di insegnamento che rende la scuola insopportabile...è un po' come il lavoro coatto che si svolge in fabbrica,che non può essere paragonato a chi opera in un settore creativo ed artistico qualsiasi (sono d'accordo con Irreverent : il disegno è messo persino PEGGIO).
    Se avere un diploma da ragioniere ti può dare più prospettive di fare il musicista o il pittore,chiunque è costretto a studiare secondo questi criteri,che non sono certamente spontanei o frutto di libere scelte.

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    1. Abbiamo infatti, forse scordato, che stiamo parlando di Arte.
      In maniera infinitesimale sono quasi d'accordo con Alle (che poi.estremizza). Forse la musica o il «disegno» non vanno «insegnati» in quanto non tutti poi abbiamo la fortuna di possedere del talento o molto più banalmente, propensione per questa o quella disciplina. Ma almeno "offerti" alla scoperta dei bambini e dei ragazzi che poi sceglieranno le modalitá con cui proseguire.

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    2. @Ursus. Ti è capitato per caso di bazzicare scuole di musica per bambini?
      Ho visto posti spaventosi dove insegnano a memorizzare sequenze di note per eseguire canzoncine idiote al pianoforte. Risultato: genitori in brodo di giuggiole che mettono su fb il.filmatino dei figli che dopo tre mesi di lezione martellano (conosco carpentieri più delicati) letteralmente sulla tastiera senza sentire quello.che suonano.
      ....e ti sto parlando.di una scuola che a Milano è quotata.
      Pauuuuraaaa.

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  8. Mah, però forse Allelimo si riferisce alla carica eversiva e ribelle del rock'n'roll che verrebbe meno...il che ha, anzi avrebbe, senso...

    W

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  9. Ma quello è tutt'altro discorso !
    Non è che se impari chi erano Bach o Beethoven devi per forza diventare Von Karajan...ma ci sono delle basi culturali che occorrono comunque,anche solo per apprendere una tecnica ESSENZIALE con cui poter scegliere qualunque stile o attitudine si voglia.
    Persino nel jazz,che è considerato improvvisazione quasi totale,ci sono dei moduli da studiare...l'importante è che li si studi con gusto e non sentondolo come una condanna ai lavori forzati (in questo il metodo scolastico è assolutamente carente).

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  10. Morricone è Morricone, ma la storia che in ogni famiglia tedesca si suona bach etc etc (sul clavicembalo poi) mi sembra una stronzata, eh!
    E Bollani la scuola dove ti insegnano a godere del suono della poesia la deve aver vista ne 'L'attimo Fuggente' mica certo nella realtà.

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  11. Infatti i "ragazzi" (Bollani etc) parlano per iperboli, secondo me.
    ma è per sottolineare la mancanza dell'educazione musicale in Italia, proprio in un luogo, in cui di musica ce ne intenderemmo (condizionale d'obbligo).
    Che poi in Germania nelle famiglie si suoni Bach mi sembra una visione un po' da in Italia suonano tutti il mandolino

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  12. Tony, anch'io ho avuto, come credo tutti, ottimi insegnanti e insegnanti scarsi.
    Come primo lavoro ho insegnato italiano.
    Ai miei figli gli faccio un culo così con l'importanza di studiare e essere bravi a scuola.
    Però: non ricordo una singola cosa che io abbia davvero amato e mi sia stata insegnata a scuola.
    Quella che ritengo la "mia" cultura viene quasi interamente da cose imparate fuori da un'aula.
    Fai una prova: qui sul blog ci sono due etichette, "cultura anni '60" e "cultura anni '70", guarda se per caso parli di qualcosa che hai imparato a scuola... :)

    W, c'è anche la partre della ribellione, certo.
    Quando hai 14/16 anni hai il bisogno fisico di essere eversivo e ribelle, e quelle cose non le cerchi certo tra i libri di scuola...

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  13. Probabilmente Morricone si riferisce ad ambienti elitari,che confonde con la massa poichè comincia ad avere un po' di anni sulle spalle pure lui...
    quello che dice Bollano,invece,non mi pare abbia nessun riscontro nella realtà italiana...ma spero di sbagliarmi.

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  14. Per come la insegnano,nella maggioranza dei casi, il risultato è quello di fartela odiare.

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  15. @URSUS: d'accordo, provavo solo a capire il discorso di Allelimo...che poi eventualmente spiegherà lui, magari non intendeva nemmeno parlare di rock'n'roll...

    Per il resto, non saprei davvero entrare veramente nel merito, se non attraverso le mie esperienze passate...Pur avendo "subìto" fortemente la scuola, ho anche ricordi "felici" delle ore di alternativa alla religione, in cui il prof Beli ci fece lezione sulla psichedelia, sui Beatles di Revolver. Una volta fece un "corso" pomeridiano sui testi di In The Court Of The Crimson King...insomma, mica ci parlava di Rossini o Donizzetti (lo avrebbe fatto, se gliel'avessimo chiesto)...

    Poi, adesso ci penso, da imminentemente futuro padre, non mi dispiacerebbe che mia figlia iniziasse ad avere un'ainfarinatura di arte fin dalle elementari, se non dall'asilo... pensare ad una scuola migliore presuppone un "mondo" migliore (!), per cui, al momento, spero - prima di tutto di essere io in grado di educare mia figlia da cristiana (nel senso del nostro amico casula, ovviamente!) - poi che possa incrociare la strada di validi e stimolanti insegnanti e che lei abbia voglia di imparare... Poi, vedremo...

    W



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  16. Chiaro che a scuola è improbabile che insegnino storia del punk e del mod-ism o della differenza stilistica tra Clash e King Crimson.

    ma mi ha atto conosocere Cesare Pavese e poi Pasolini che ho portato (scandalo !) come autore italiano alla Maturità.
    E' logico che poi è il singolo a crearsi il suo mondo culturale ma se ha qualche base solida da cui partire ha ovviamente UGUALI OPPORTUNITA' rispetto a chi si può permettere genitori con una certa cultura e apertura mentale e magari anche tempo e possibilità, non oberati da turni di merda in fabbrica o da lavori sfiancanti per mandare avanti la famiglia (e i figli a scuola)

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  17. Il ruolo della scuola DEVE (e non dovrebbe) essere quello di formare un individuo nella sua completezza.
    Con le basi di matematica, di una BUONA conoscenza della storia e della cultura italiana ed europea, di geografia e geo politica e ANCHE di arte e musica.
    Sulle basi di quell ouno sceglie se addentarsi negl iEinsturzende Neubaten o in Rossini o in Mengoni.

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    1. Ops....addentrarsi, rispetto a certi soggetti, forse non è il termine piú felice che tu potessi scegliere.....

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  18. W, ti avevo già risposto sopra.
    Poi boh, la scuola serve per la carriera (il "pezzo di carta"), non per la cultura.
    Al limite, per un po' di sano nozionismo.
    Che serve, eh, ma senza esagerare.
    Per crescere devi ribellarti: all'autorità e alle istituzioni, e quando vai alle medie autorità e istituzioni si traducono in genitori e scuola.
    Qualsiasi cosa e in qualsiasi modo venga insegnata, sarà sempre una "roba della scuola", e nella tua vera vita non avrà posto.
    E quindi, che la musica (e il "rock" in particolare) stiano alla larga dalla scuola.
    Il loro posto è un altro.
    :)

    tony, e invece: nel libro di musica di mio figlio (prima media) c'è un bel capitolo sul rock, che parte da Elvis e arriva ai giorni nostri, passando da Beatles e Rolling Stones (ovvio) ma anche (meno ovvio) da Who, Kinks e Led Zeppelin, e (sbalorditivo) da Clash, Sex Pistols, Nirvana e Sonic Youth.
    Però mentre io l'ho letto con curiosità (minchia anche i Sonic Youth!) per lui è solo il capitolo di un libro di scuola come tutti gli altri, che prima o poi gli toccherà studiare...

    Il ruolo della scuola, certo e son d'accordo.
    Ma il ruolo degli studenti DEVE essere quello di ribellarsi alla scuola e a quello che insegna...!

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  19. In realtà chi si ribella è sempre il solito stantìo e statistico 10%.
    Di cui un 6% ritorna velocemente tra le righe.

    Per il restate 90+6% c'è bisogno di una scuola DECENTE e che INSEGNI bene.

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  20. Allelimo, sorry ma hai risposto proprio mentre scrivevo... e per avvalorare la tua tesi, citerò uno dei dischi da te più amati: "We don't need no education, we don't need no dark control". Si gode?

    Direi che c'è del buono in tutti gli interventi, per cui mi viene da dire: in medio stat veritas (reminescenza scolastica)...

    Don't know much about history, don't know much of biology...

    W

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  21. In effetti...eventualmente è sempre meglio ribellarsi da una scuola decente, che da una pessima...

    W

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  22. W, si gode, proprio no :)
    "Education" in inglese sta per educazione scolastica, "pezzo di carta".
    E quello, già detto prima, serve eccome...
    Poi serve ANCHE altro.
    Tra questo altro, io sono contento che ci sia la musica, e che non sia insegnata a scuola.

    Da ex insegnante, però, beccati un 5 in inglese e un 5 in latino:
    "We don't need no thought control", non "dark".
    E nel mezzo c'è la virtù, non la verità.
    Dove virtù nel mezzo è intesa in senso latino, come ricerca dell'equilibrio, equidistanza tra gli eccessi.

    Che quanto ho appena detto è nozionismo, eh, non cultura...
    :)

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  23. Eh, infatti in latino avevo proprio 5...
    Cazzo, sul testo inglese dei floyd sei stato anche magnanimo!...

    W

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  24. Il pezzo di carta non serve più in Italia.
    Probabilmente, però non ne sono sicuro, non serve neanche in Europa più.
    Ma non dico per 'diventare qualcuno' ma neanche per campare decentemente.
    Occorre, oggi più che mai, essere bispensanti.
    Come quello scienziato del rettore o quel che è/era della Bocconi nientemeno, che proclama "il grande successo dell'Euro lo vediamo oggi in Grecia".
    Smarrimento.

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  25. Io sono in linea di massima d'accordo che l'avvicinamento alla musica, nel senso dell'ascolto, si sviluppi in ambienti meno codificati di quello della scuola, sarei invece piu' propenso ad una infarinatura didattica di base per lo studio della lettura della musica...linguaggio, si sa, noioso da apprendere e con poco appeal sui ragazzi ma proprio per questo se introdotto in maniera scolastica in giovane eta' puo' poi tornare utile in un secondo tempo.....rimane il rischio che se ti spari 3 anni di solfeggio alle medie ti viene in odio tutto l'argomento e ti sei giocato la forma d'arte in blocco.

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  26. pibio, no eh.
    Prenditi una laurea in Italia e poi vai a fare un Ph.D in America e vediamo se non serve "nemmeno per campare decentemente" :)

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  27. Il pezzo di carta era una roba a cui teneva moltissimo la generazione di mio padre,visto che lui era cresciuto in un'Italia in cui dominava l'analfabetismo ed i mestieri più redditizi li facevano solo i diplomati (rarissimi i laureati,persino).
    Ma quando della CULTURA (che è tutt'altra cosa dal nozionismo) non riesci a farne neppure un minimo mezzo di sostentamento,diventa automatico che l'interesse si perda,soprattutto da parte delle istituzioni preposte a farlo : nelle grosse città,come Torno,Napoli ecc... esiste ancora il conservatorio,che non produce solo concertisti di classica ma anche compositori e professionisti di qualunque settore musicale ! Eppure se andate a vedere i numeri delle frequenze ai corsi vi renderete conto che sono ridotti al minimo storico...quale volete che sia il motivo ? La ribellione alle istituzioni ? O il fatto che non ci si mangia ?

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  28. Ma parliamo dell'America o dell'Italia ?
    Se continuiamo a fare di questi esempi,allora vi posso dire che all'università di Tokyo si tengono spesso i concerti,senza distinzione di generi tra musica popolare e musica cosidetta "colta"...ma non mi pare che sia questo il motivo del contendere,in questa sede.

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  29. La seconda che hai detto.....

    Charlie

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  30. purtroppo (e Ursus converrà) il dilemma è che come insegnante di musica non c'era l'Edvige Fenech de 'L'insegnante viene a casa' :),...

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  31. anno scolastico 78/79

    c'era un insegnante di Educazione musicale che spendeva metà tempo a parlare di politica e l'altra metà veniva dedicata al pentagramma e al solfeggio

    paradossalmente la metà dedicata ai fondamenti della scrittura e lettura musicale erano i più divertenti perchè al tipo (l'insegnante è un'altra cosa) mancavano due falangi della mano destra, rispettivamente del dito medio e dell'anulare

    provate a piegarle e a solfeggiare muovendo la mano

    Do, o, o, o, Re, e, e, e Ahahahahahah

    Presi anche il voto più basso della mia carriera scolastica, cioè 0 (zero) ma vaffanculooooo

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  32. vabeh Andrea, sempre meglio uno zero a Squola:),..che un disco degli Zero Assoluto:)

    questi non erano insegnati at squola ma erano great

    http://www.youtube.com/watch?v=ekGMJu1i5oI

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  33. tornando un attimo serio lo stesso discorso si potrebbe fare per la poesia,..ricordate cheai nostri tempi alle elementari c'era ancora quella impostazione retorico-gentiliana per cui ti facevano imparare a memoria roba tipo 'la pargoletta man' o 't'amo pio bove!",..il risultato era che a conti fatti il 90% dell'Italica Massa considerava la poesia come qualcosa di palloso e paludato o quasi 'imposto',...invece la poesia è qualcosa di naturale,..di spontaneo,..Virgilio, la Rossetti, coleridge, ungaretti etc. esprimono l'essenza naturale delle cose e così andrebbero insegnati

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  34. Michel,la serie di film "L'insegnante..." (con la Fenech) era insuperabile,ma anche Carmen Villani ha dato il suo onesto contributo !
    Rendiamone atto...

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