venerdì, agosto 12, 2022

Paolo Mazzucchelli - I vestiti della musica
Paolo Mazzucchelli - L'altra metà del pop


Paolo Mazzucchelli - I vestiti della musica
Non so cosa possano essere le copertine dei dischi per i ragazzi di oggi, so però che qualche decennio fa (nel millennio scorso!) erano la porta che apriva quel magico universo sonoroche ha accompagnato le avventure di almeno una generazione, quella più votata al cambiamento, politico e sociale sì, ma anche interiore.
E in questo senso le molteplici vie insite nella grafica che accompagnava il vinile erano sentieri che ognuno poteva intraprendere alla propria maniera
.

L'introduzione a questo interessantissimo viaggio nella storia della musica rock ( base di uno spettacolo che l'autore porta in giro da tempo) attraverso l'evoluzione e/o i cambiamenti nelle grafiche delle copertine dei dischi riassume alla perfezione il contenuto del libro.
Che analizza, in modo molto agile e veloce, l'affascinante storia di quel pezzo di carta così importante e rilevante che è sempre stata la copertina di un disco.

Incluse le numerose censure a cui furono sottoposti certi lavori (da "Electric ladyland" di Hendrix ai Roxy Music di "Country life").
Da quando, nel 1939, si incomincia a produrre dischi con un'illustrazione e qualche nota (https://tonyface.blogspot.com/2019/05/la-prima-copertina-di-un-disco.html) alle mille variazioni che ci hanno condotti ai nostri giorni.

Libro veloce ed essenziale che approfondisce un ambito mai troppo analizzato nella sua importanza per apprezzare al meglio il contenuo del disco stesso.

Molto interessante e illuminante, soprattuto in un'epoca in cui la grafica è diventata appendice secondaria del prodotto sonoro.

Nel tempo il compito dei dischi e delle copertine è stato anche quello di “portare dentro” l’ascoltatore a mondi o situazioni, come ricordo, testimonianza di un qualcosa cui si era assistito o meno (è il caso dei dischi dal vivo) o come ulteriore suggestione emotiva.

La copertina più punk fra tutte, se non temporalmente quanto meno filosoficamente, vale a dire quella di The return of Durutti Column (1980) debutto della band di Manchester Durutti Column le cui prime 3.600 copie (assemblate dai membri della band con l’aiuto dei compagni di scuderia Joy Division e A Certain Ratio) furono realizzate con la busta in carta vetrata allo scopo di graffiare gli altri LP che vi sarebbero entrati in contatto.

Negli anni 90 le major decidono di puntare sul videoclip come nuovo strumento di promozione degli album e sulla nuova tecnologia per quanto riguarda i supporti, di fatto tagliando i fondi agli studi grafici e costringendoli a lavorare su una copertina più piccola di due terzi rispetto a quella del vinile.
Sono gli anni in cui il vinile diventa una sorta di ricordo da non rimpiangere, anzi da rimuovere; gli anni in cui le case discografiche cominciano a lucrare


Paolo Mazzucchelli
I vestiti della musica
Stampa Alernativa
123 pagine


Paolo Mazzucchelli
L'altra metà del pop.

Un viaggio personale, molto particolare, alla scoperta di come il ruolo della donna (a partire dagli anni 40 ad oggi) sia cambiato attraverso la sua rappresentazione nelle copertine dei dischi. Dalle immagini "accessorie", pudiche, prone a una "normalità" omologata e rassicurante, a quelle che nel corso degli anni hanno affermato sempre di più un ruolo da protagonista, passando anche attraverso l'orgogliosa esibizione del proprio corpo (talvolta sfruttato come mero ed esplicito oggetto sessuale). Interessante il capitolo delle fotografe che hanno segnato l'epopea del rock, da Annie Leibovitz a Pennie Smith.

Paolo Mazzucchelli
L'altra metà del pop. L'emancipazione femminile rappresentata nelle più belle copertine dei dischi

Stampa Alternativa
88 pagine
18 euro

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