martedì, giugno 01, 2021

Maneskin



Riprendo l'articolo che ho scritto domenica per "Libertà".



Scudetto e Champions League, si direbbe in termini calcistici.
Prima il Festival di Sanremo e poi l'Eurovision Festival, per tradurlo in musica.
E' l'impresa dei giovani Maneskin che, inaspettatamente, hanno prima sbaragliato il “bel canto” a Sanremo e poi il meglio (bè insomma, sono sicuro che si poteva trovare qualcosa di più interessante e meno pacchiano) dell'Europa.
Il successo della band ha scoperchiato un' incredibile e serrata discussione sia sui social che nel contesto musicale e giornalistico nostrano.

Da una parte la Setta degli Attempati che grida allo scandalo perché non si tratta di “vero rock” e “vuoi mettere i Led Zeppelin?” e “quando c'era Lui” (non fraintendete. Lui inteso come Elvis Presley o John Lennon), guardandoli dall'alto al basso con sdegno e sufficienza.
Dall'altra i musicisti (attempati pure loro) che rivendicano uno spazio che non hanno mai ottenuto, nonostante anni spesi su palchi oscuri della penisola senza riconoscimento alcuno (magari sarebbe opportuno chiedersi come mai) mentre questi giovinastri si prendono la scena italiana ed europea in un colpo solo.
Dall'altra ancora, chi saluta il ritorno del rock che finalmente farà garrire di nuovo la bandiera della trasgressione, delle chitarre elettriche, dei capelli lunghi e si prepara a salutare migliaia di giovani emuli della band, che finalmente abbandoneranno rap e trap e torneranno ad affollare le cantine a suon di Rolling Stones, Who e Jimi Hendrix.
Non c'é ovviamente una verità e, giustamente, ognuno si tenga la propria opinione.

In realtà non cambierà nulla.
I Maneskin si ritaglieranno una fetta di mercato e di estimatori, probabilmente ispireranno qualche ragazzo e ragazza a buttare in piedi un gruppo rock, continueranno, presumibilmente, ad affacciarsi nelle classifiche nostrane e riempire palazzetti dello sport per un po' di tempo.

Se di talento si tratta lo potremo valutare nel tempo. Per il momento si tratta di un fenomeno cresciuto nel corso degli anni, grazie a tanto lavoro.
Il loro e quello dei produttori, a cui si sono aggiunti cospicui investimenti promozionali da parte dei discografici.
La band, nonostante la giovane età, ha alle spalle anni di gavetta, a partire dalla vittoria in un contest per gruppi indipendenti che li portò sul palco del Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza già nel 2016 e poi, attraverso una lunga serie di altre attività, alla trasmissione X Factor, alla fine della quale arrivarono secondi, con l'appoggio di Manuel Agnelli.

Il confezionamento estetico ha fatto il resto ed é uno degli aspetti più curati. Giovani, freschi, una ragazza in formazione (aspetto, incredibilmente, ancora anomalo e curioso, nel panorama nostrano) al basso, un cantante esuberante e pseudo trasgressivo, una discreta capacità tecnica, abbigliamento luccicante, mosse promozionali azzeccate.
Soprattutto canzoni costruite alla perfezione per arrivare a un pubblico trasversale.
E' un lavoro certosino, creato pazientemente in studio di registrazione e mettendo insieme i vari tasselli del mosaico che si chiama successo.
Riesce una volta su cento ma soprattutto quando c'è il materiale grezzo su cui lavorare.
Quando i protagonisti hanno voglia di andare fino in fondo, di investire su se stessi, di osare, di buttarsi a testa in giù in un'avventura tanto entusiasmante quanto rischiosa e potenzialmente rovinosa, dovesse andare male.

I Maneskin sono determinati, perseveranti, hanno alle spalle un team serio e professionale, loro stessi lo sono.

Personalmente reputo che non dicano, artisticamente, nulla di nuovo, non sono interessato alla loro musica, né ritengo stiano apportando qualcosa alla scena italiana.
Il successo all'Eurovision contribuirà ad aprire loro qualche porta all'estero e a dare un barlume di visibilità alla scena italiana.
Ma non sarà l'inizio di alcun cambiamento o rivoluzione, tanto evocati da media e social.
E' semplicemente un gruppo di ragazzi giovani, innamorati di certi suoni e di un tipo di cultura al momento obsoleta, sovrastata da gusti che guardano al pop elettronico, che hanno iniziato a costruirsi una carriera.
Sarei contento di trovarli alle prese con dischi di spessore e con un cammino dignitoso da un punto di vista artistico.

Buona fortuna ai ragazzi e si rassegni chi a vent'anni non ce l'ha fatta (probabilmente perché non ci ha nemmeno mai provato).

5 commenti:

  1. anonimo delle 12:42

    beh si chi se ne frega, cioe' gia che hanno fatto Xfactor...chiude ogni discorso...gavetta e' ben altra cosa...che non vuol dire solo suonare ma anche suportare la "scena", le "scene"...blablbala, beh tutte cose che conosciamo bene...gia essere invischiati con le case discografiche senza essersi fatti la vera "gavetta" fatta di autoproduzioni significa essere fuori per me.

    A me piaceva madame, la seguivo da un po perche' e' di vicenza, abbiamo fatto la stessa scuola, ha dei testi intelligenti...poi l'ho vista a sanremo, l'ho vista pompata a manetta su tutti i media e h oscoperto che era della scuderia sugar di caterinacaselli (quella che avava messo il figlio a capo della siae)...va beh, capito tutto!!!ciao.

    poi voglio dire, un gruppo ruock che si vanta di aver passato il test antidroga...che cazzo di gruppo ruock e'...te lo immagini lemmy o keith richard o deedee...scusi, ma lei stava tirando cocaina? eccertochesi...mi ero appena fatto una pera e sai...mi sono fatto anche due righette tanto per non addormentarmi, di martedi ho ancora i postumi del weekend scorso!!!

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  2. Caro Tony, ha descritto perfettamente la situazione della e del successo, concordo pienamente con il tuo articolo..

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  3. No,non sono assolutamente d'accordo con te. Questi quattro finti ribelli con alle spalle sicuramente qualche pezzo grosso che li spinge, non sanno assolutamente cosa vuole dire la gavetta o cosa vuole dire passare ore in qualche garage o sottoscala per fare le prove. Che pubblico potranno mai avere questi quattro finti rockers dopo essere passati San Remo???A mio parere se non hanno qualcuno che gli scriverà qualche pezzo,non riusciranno nemmeno a fare uscire un cazzo di disco.Che schifezza!!!

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  4. Caro Stefano. Non conosci loro e la loro storia, mi spiace.

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  5. Più che altro sono dei cloni, così come Achille Lauro. Un gruppo costruito a tavolino (mi ricorda Ambra con il microfono all'orecchio...). Che tristezza... Se questi sono il nuovo, siamo conciati proprio male

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