martedì, giugno 22, 2021

Alessandria in Serie B



Alberto Galletti saluta il ritorno dell'Alessandria in serie B

Un titolo che mi ero ormai rassegnato a veder scritto su nessun giornale.
E invece…

Invece bentornati gloriosi grigi, ben ritrovati in serie B.
Lo spareggio di oggi manda la decisione della quarta promossa in Serie B ai calci di rigore e consegna l’ Alessandria alla storia.

Era retrocessa dalla serie cadetta nel giugno ’75 dopo un altro spareggio, perso a S.Siro contro la Reggiana.
In mezzo quasi esclusivamente serie C (C1, C2 e C unica), ma anche il fallimento del 2003 e la radiazione dai quadri professionistici.
Nessun santo in paradiso e la rifondazione senza il nome, senza la maglia grigia , senza il Moccagatta.
E anche senza tifosi, che boicottarono la nuova società (Nuova Alessandria) per il primo anno.
Poi l’acquisto del titolo sportivo della vecchia società ricompose tutto ma intanto ci furono due campionati di Eccellenza, il primo addirittura chiuso all’ottavo posto dietro persino al Castellazzo Bormida in un girone che sapeva di antico, vinto dalla Novese e con anche Derthona e Acqui.
Sono i miei campionati, magari in un paio di categorie sopra.
Ma come diceva lo striscione di S.Siro ‘Da Trino a Milano per dirti ti amo’ la passione per la maglia grigia non è mai venuta meno, ha vacillato, ma poi si è ripresa.
La promozione in Serie D arrivò al secondo tentativo.
Quella in Serie C tre stagioni più tardi nel 2007/08, trascinati dal bomber, amatissimo, Fabio Artico.

E come dimenticare la Coppa Italia 2015/16, l’eliminazione del Palermo, l’incredibile vittoria di Genova ai supplementari, quella di Spezia che valse una semifinale contro il Milan e quel doppio esodo: 18.000 a Torino e 8.000 a S.Siro che sbalordirono l’Italia calcistica dimostrando che ci si può divertire anche con le squadre piccole e l’attaccamento di una città alla sua squadra simbolo, ad una maglia e ad un nome leggendari che affondano le radici nella notte dei tempi del calcio italiano, radici che hanno resistito a tutto. C’ero a S.Siro, ovviamente non credevo al risultato, anche se un minimo ci avevo sperato.
Andai per emozionarmi, per partecipare ad un’altra pagina storica di questa squadra antica e del suo seguito, ancora grande e attaccato a quelle passioni di domeniche in bianco e nero, o meglio in grigio e ai nomi che hanno reso celebre questa maglia, da Rivera a Giovanni Ferrari, da Baloncieri a Carcano, da Bertolini a Rava, da Lojacono a Gregucci ad Artico e a Marescalco e che per un giorno rivissero ancora, stavolta a colori.

E’ una squadra speciale, lo sarà sempre.

Son contento per il presidente Di Masi, ricordo l’entusiasmo dell’insediamento e la delusione di Firenze nel ’17. Poi il ridimensionamento di rosa e obiettivi di due anni fa.
Nonostante le pesanti critiche, frutto a volte della delusione, per me è uno che ci ha sempre creduto in buona fede, uno che la squadra cerca sempre di farla al meglio. Mi ero informato poco in estate e non mi aspettavo molto da questa stagione che fino a dicembre sembrava dovesse riguardare il tenere la zona retrocessione a distanza.

Invece qualcuno era arrivato: Bellodi, Rubin, Mora e Corazza , bei nomi per la Serie C.
ma un rendimento mediocre nella prima parte della stagione porta all’esonero di Gregucci, un monumento da queste parti, gli subentra Longo che era a spasso dopo aver salvato il Torino in Serie A.
A dispetto di chi parla male dei cambi di allenatore, Longo ribalta la squadra da capo a piedi e conduce una bella rimonta che porta i grigi ad un gran secondo posto finale con la promozione diretta ancora in ballo alla penultima giornata nello scontro diretto, perso, di Como.
Nonostante questo non ho mai riposto speranze negli spareggi, non vanno mai bene alle squadre che seguo ma, non potendo andare alle partite ad ogni turno scattava comunque la febbrile ricerca del risultato. E così i grigi hanno eliminato prima la Feralpi che davvero pensavo vincesse e poi l’Albinoleffe contro la quale pensai ‘non si può non passare’.

Infine il Padova, favorito.
Dopo lo 0-0 dell’andata ho pensato per la prima volta ‘taci che forse stavolta ce la fanno’.
E gloria è, oggi, in un pomeriggio di caldo soffocante nella fornace casalinga del Moccagatta.
Un altro 0-0 teso, intenso, forse i veneti han provato un po di più.
Ci sono andati senz’altro più vicini, Jelenic e soprattutto Biasci spaventano i tifosi di casa.
Per l’Alessandria da annotare occasioni per Corazza e un colpo di testa di Mustacchio sventato dal portiere ospite, alla fine però la partita non si è sbloccata e si è andati ai calci di rigore. Decisivo quello di Rubin, appena entrato e altro ex-granata.
C’è un filo che lega squadre di un certo tipo.
Il risultato è storico.

Vi saluto Grigi in serie B e in bocca al lupo per la prossima stagione.
Saluto il pubblico, mi spiace non esserci stato dopo aver assistito a più di un ‘quasi’.
Ma son contento, è come se fossi stato li.

Spero che la prestigiosa categoria possa essere onorata dalla presenza del pubblico che vorrei numeroso e, questo lo è sempre anche quando sono in pochi, appassionato, e da risultati soddisfacenti.
Ben ritrovati.
Un vecchio e fedele ammiratore.
DUMA FANCIOT!!

5 commenti:

  1. Fascino unico a partire dai colori sociali. Un unicum.
    Leggevo che forse lo stadio andrà un po aggiustato per avere l'agibilità per la B. Ti risulta?

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  2. Le maglie grige furono donate da Marino, presidente della omonima squadra di ciclismo. Aggiunge pathos alla leggenda.
    Per lo stadio non so non ci vado da un po. La capienza dovrebbe esserci, forse gli adeguamenti riguardano la segregazione di percorsi ed entrate per i tifosi ospiti che devono sottostare ad una normativa assurda. O forse devono mettere i seggiolini ovunque, altra assurdità. Con sta regola hanno rovinato un po di stadi storici. Mi auguro che possano giocare al Moccagatta da subito.

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  3. Maino della Cicli Maino. Dannato correttore automatico

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  4. anonimo delle 12:42

    quanto mi dispiace per il padova...e soprattutto per il suo simpaticissimissimo allenatore mandorlini, a vicenza sono tutti tristissimi

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