giovedì, gennaio 21, 2021
Luciano Tirinnanzi - I comunisti lo fanno meglio
«Il comunismo ha sbagliato, ma il comunismo non era sbagliato».
ROSSANA ROSSANDA
Il PARTITO COMUNISTA ITALIANO compie oggi 100 anni.
Tra i tanti libri e articoli che ne celebrano o semplicemente ricordano l'anniversario quello di Luciano Tirinnanzi ha il pregio di dare la voce a molti dei recenti protagonisti: Occhetto, Violante, D'Alema, Bertinotti, Rizzo, Bersani, Macaluso.
Ci sono testimonianze sentite, intense, commoventi.
E importanti sottolineature e approfondimenti (il famoso cambio di nome era, ad esempio, pensato e progettato da tempo, ben prima della caduta del Muro).
Il comunismo non può essere definito con un solo concetto.
Ci sono stati comunisti libertari e progressisti, comunisti che usavano metodi liberticidi, intellettuali comunisti aperti alla modernità e dogmatici privi di coscienza critica.
(Achille Occhetto)
E' meglio perdere con le proprie idee, che vincere con le idee degli altri.
(Achille Occhetto)
Il partito che ha reso le masse popolari partecipi della democrazia è stato solo il Pci.
(Massimo D'Alema)
Anche confessioni inaspettate.
Mi trovai a Praga esattamente nel giorno in cui entrarono i carri armati sovietici in città. mi misi anch’io a disegnare svastiche sui carriarmati sovietici.
Per noi l’Urss era il simbolo di un regime oppressivo che non poteva essere certo un punto di riferimento.
(Massimo D'Alema).
E importanti affermazioni che tengono oggettivamente della storia italiana.
Dalla sua scomparsa, nessun partito si è mai più occupato del futuro né di trasmettere alle generazioni successive alcun messaggio.
Oggi di diritti sociali in giro non si sente più parlare, si parla solo di diritti individuali.
(Luciano Violante).
Se penso alla parola «comunismo» mi viene in mente una grande idea. Un’idea smentita dai fatti nella sua fase applicativa ma che, comunque, ha lasciato tracce importanti, insegnato tante cose e che lascia aperta una grande questione: ovvero quella dell’uguaglianza, che resta il tema di fondo per le sinistre di ieri, oggi e domani.
(Pierluigi Bersani).
Il GRANDE DIFETTO del libro é nel volere dare voce a personaggi assolutamente fuori contesto in nome di una presunta equità di giudizio.
Da un'impresentabile Meloni che raglia rabbiosa il suo comizietto livoroso tra foibe, gulag e penosa demonizzazione di "Imagine" di Lennon, al ridicolo Giampiero Mughini (ex direttore di Manifesto, Lotta Continua) che esordisce con il solito "non sono mai stato comunista".
Perlomeno discutibili gli spazi a Bondi, Cicchitto, Cirino Pomicino, Carlo Giovanardi (!), del tutto inopportuno quello a Mario Mori ex comandante del Sisde, condannato in primo grado a 12 anni per la trattativa Stato/Mafia, processato per i ritardi enlla cattura di Riina e Provenzano.
Magari non condivisibili ma molto lucidi gli interventi di Sgarbi e Bruno Vespa, sempre interessante e acuto quello di Pietrangelo Buttafuoco.
Il comunismo ha aperto fronti nuovi: la questione femminile, la difesa dell’ambiente, il discorso sulla sostenibilità, la capacità di leggere l’andamento di allora delle destre e di immaginare delle vie di uscita per la sinistra non andando sulla difensiva ma con idee nuove.
(Pierluigi Bersani).
Sentimenti di uguaglianza, di lotta ai privilegi, all’oppressione, alle ingiustizie. Ecco cosa racchiude il termine «comunismo».
Esso evoca una società che è esistita veramente, quella del cosiddetto «socialismo reale» che, con tutti i suoi inevitabili errori storici, ha dato il potere a coloro che lavorano, ha dato l’istruzione e le cure sanitarie, la casa e il cibo a tutti.
(Marco Rizzo)
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