venerdì, ottobre 30, 2020
Ottobre 2020. Il meglio.
Ultimi fuochi del nefasto 2020 piuttosto proficuo, nonostante tutto: Bob Mould, Bob Dylan, Fuzztones, Paul Weller, Fantastic Negrito, Pretenders, Sault, Igorrr, X, The Ranch, Liam Gallagher, Jayhawks, Suzanne Vega, Fontaines DC, Toots and the Maytals, Lux Hotel, Real Estate, Gerry Cinnamon, Christian McBride, Lightning Orchestra, Gil Scott Heron/Makaya McCraven, Devonns, Soul Motivators, Isobel Campbell, Monophnics, Black casino and the Ghost, Martha High and the Italian Royal Family, Crowd Company, Ben Watt. Moses Boyd, Shabaka and the Ancestors, Jazz Sabbath, Field Music. Per l'Italia Calibro 35, Ritmo Tribale, Wrong Ninna Nanna, Lilac Will, Mother Island, Rosalba Guastella, Dining Rooms, Dalton, Puglia, Paolo Doen's play with us, Era Serenase, Ok Bellezza, Caltiki, Cristiano Godano, Aspic Boulevard e Handshake, Buebeaters, Post Nebbia, Warm Morning Brothers.
FUZZTONES - NYC
Rudi Protrudi torna con un nuovo frizzante album che omaggia la sua amatissima New York, riprendendo alcuni dei brani più amati, dai Ramones ai Dead Boys, Fugs, Willy DeVille, ma anche una conturbante Dancing barefoot di Patti Smith e una fantastica versione del classicissimo New York New York di Frank Sinatra. Nulla di nuovo ma un album divertentissimo ed entusiasmante da ascoltare.
STYLE COUNCIL - Long Hot Summers
37 brani per un'elegante antologia, che pesca da tutta la discografia, con il meglio, due (trascurabili) inediti e la certezza che gli Style Council fossero una grande band.
PUBLIC ENEMY - What You Gonna Do When The Grid Goes Down?
Tornano con un ottimo album, accompagnati da uno stuolo di vecchie glorie del RAP, tra cui Beastie Boys, Cypress Hill, Run-DMC, Ice-T, Nas e il funk god, George Clinton.
E il ritmo old school ben si adatta a questi tempi bui e ingiusti, colonna sonora più che pertinente al groove irruente del BlackLivesMatter. C'è anche un remix aggiornato di "Fight the power" e una band che rimane sinceramente militante e al passo con i tempi.
MAUSIKI SCALES - West West Africa
Dal Common Ground Collective di Atlanta esce il talento di Scales in una specie di concept dedicato alle origini dei primi (forzati) abitanti neri dell'America, gli schiavi in arrivo dall'Africa Occidentale.
Uno stupendo album di jazz, funk, soul, blues, spiritual jazz, afro funk, che rimanda a una lunga lista di eccelsi nomi (da Hugh Masekela a Gil Scott Heron, Eagle Eye Cherry, il soul dei 70, il rhythm and blues dei 60). Una coralità e una spiritualità di rara intensità. Molto bello!
HUGO RACE AND THE TRUE SPIRITS - Starbirth
Il nuovo (quindicesimo) album ci porta in oscuri meandri che riescono ad evocare al meglio il pessimo e apocalittico periodo che stiamo attraversando. Il blues è il filo conduttore di brani cupi, che non disdegnano elettronica e asperità varie. Troviamo l'ispirazione del sempre amato John Lee Hooker, dell'abrasione cara a PJ Harvey, riferimenti inevitabili a Nick Cave e Mark Lanegan. In aggiunta un album in cui rivisita i brani in chiave dub ed elettronica. Più che riuscito.
GORILLAZ - Song machine, season one: strange timez
Partito senza troppe idee e prospettive, inizialmente incentrato su una serie di singoli e video, con ospiti eccellenti e trasformatosi in vero e proprio album. Lo stile è il consueto mix di hip hop, pop elettronico, reggae, dub, brit sound e un'infinità di altre influenze (SANDINISTA dei Clash in primis), gli ospiti (da Elton John a Beck, Robert Smith, Peter Hook), portano tutti un consistente pezzo di sé, rendendo l'album godibilissimo, interessante, riuscitissimo.
THE JADED HEARTS CLUB - You’ve Always Been Here
La super cover band beatlesiana, composta da Matt Bellamy dei Muse, Miles Kane, Graham Coxon, Nic Cester, Sean Payne degli Zutons e Jamie Davis si trastulla con una serie di piccoli classici soul e garage rock da "Reach out I'll be there" a "Fever", "Nobody but me" e "i put a spell on you" fino a "Long and lonesome road" degli Shocking Blue. Niente più che un onesto divertimento, di cui possiamo ampiamente godere, tanto è ben fatto.
FLEET FOXES - Shore
La band di Seattle torna con un ottimo album che, pur tra lagti e bassi, conferma un grande talento nel muoversi tra il loro classico e delizioso folk rock (Dylan, Neil Young, Byrds e affini), qualche pennellata quasi jazz, grandi ballate.
Quasi un'ora di musica appesantisce un po' l'ascolto ma il risultato è decisamente ottimo.
BUDOS BAND - Long in the tooth
Al sesto album la band americana prosegue il suo percorso strumentale tra funk, afro, jazz, la consueta imponente sezione fiati. Alla fine un po' ripetitivo e noioso ma sound immediatamente riconoscibile.
JERSEY STREET - Love rising up
La band di Manchester è in giro da 20 anni ma è solo al terzo album. Un raffinato connubio di soul jazz, funk, un po' di Incognito, un pizzico di Working Week.
Groovy and soulful!
SURPRISE CHEF - Daylight savings
Da Melbourne un buon album di funk soul strumentale, molto essenziale e minimale, con un pizzico di ethio jazz. Godibile.
TRAVIS - 10 songs
Come sempre innocui nella pur loro carina gradevolezza che non punge né di discosta mai da un'aurea mediocrità.
THE BLUEBEATERS - Shock!
Tornano con una significativa novità i grandi Bluebeaters, maestri dello ska e rocksteady italiano. Dodici nuovi brani inediti e totalmente autografi, dopo una lunga carriera all'insegna delle cover. Che funzionano alla perfezione con anche il prezioso aiuto di una serie di nuovi nomi della scena musicale italiana come Bianco, COEZ, Zibba, a Carota de Lo Stato Sociale, Willie Peyote, CIMINI.
Album solare, festoso, accattivante, suonato perfettamente e con splendidi arrangiamenti, moderni e freschi.
PATRIZIO FARISELLI AREA OPEN PROJECT – Live in Tokyo
Favoloso concerto registrato nel maggio 2019 a Tokyo dall’ex tastierista degli Area, Patrizio Fariselli, accompagnato da Claudia Tellini, Marco Micheli e Walter Paoli. Spazio a composizioni dal nuovo “100 ghosts” ma soprattutto al repertorio degli Area. Un ambito difficile e pericoloso da affrontare, al confronto di tale eredità artistica. Ma capolavori come “Luglio, Agosto, Settembre (Nero)”, “Gioia e Rivoluzione”, “L’Elefante Bianco” o le meno conosciute ma altrettanto efficaci “Il bandito del deserto” o “Gerontocrazia” ne escono alla perfezione, con un nuovo approccio, arrangiamenti modernizzati e attuali. Grande finale con gli Arti e Mestieri in “The wind cries Mary” di Hendrix. Eccellente.
ARTI & MESTIERI ESSENTIA – Live in Japan
Tra le migliori espressioni del jazz rock italiano degli anni 70, autori di capolavori come “Tilt” e “Giro di valzer”, risplendono ancora con un grande concerto dal vivo registrato nel maggio 2019 a Tokyo. I due componenti Furio Chirico e Gigi Venegoni, insieme a Piero Mortara, Lautaro Acosta e Roberto Puggioni, continuano a fare faville. Un album spettacolare, di altissima qualità sonora e immenso spessore artistico.
NANA BANG! – Life of an ant
GURUBANANA – Ear refill
Nello split condiviso con la componente gemella dei Gurubanana, i Nana Bang! duo composto da Andrea Fusari (voce, chitarre) e Beppe Mondini (timpano rullante tastiere percussioni) con la produzione e l’apporto di Giovanni Ferrario, vanno di essenzialità, guardando sempre al minimalismo dei Velvet Underground ma inserendo un’anima più attuale con qualche riferimento a Blur e Strokes. Ottimo e suggestivo.
I Gurubanana dividono uno split con i Nana Bang, un album a testa e la collaborazione diretta tra Andrea Fusari e Giovanni Ferrario. In “Ear refill” il sound é diretto, crudo, di gusto garage, afflati psichedelici, Velvet Underground, Pavement, Strokes, 60’s e tanto altro. Avvolgente e intrigante.
MAD DOGS - We are ready to testify
Spettacolare ritorno per la band marchigiana con un fantastico terzo album che mette insieme suggestioni di ogni tipo in arrivo dal panorama del rock 'n' roll più grezzo e crudo. Si sente il groove australiano di Radio Birdman, Lime Spiders, New Christs, l'impronta del classico Detroit Sound, il garage punk dei Miracle Workers, il beat 'n' roll dei Flamin Groovies e tanto altro. Grande album.
WARM MORNING BROTHERS – Not scared anymore
I fratelli Modicamore (affiancati in questa occasione dal violoncello di Elena Castagnola) aggiungono un altro prezioso tassello alla loro ricca discografia. Rimangono imperterriti e coerenti nel loro classico solco dai colori pastello, talvolta autunnali, altre volte afosamente estivi o avvolti dal tepore invernale di una stufa a legna, in un mix di folk che spazia tra Simon & Garfunkel, Fleet Foxes, il McCartney acustico, sapori 60’s, malinconiche delicatezze di stampo Nick Drake, la lezione dei Kings of Convenience. Una band preziosa, che continua a regalare preziose gemme musicali.
POST NEBBIA - Canale passaggi
Un bellissimo album, solare, fresco, cool, con quel pop psichedelico tinto di lounge a metà tra Tame Impala e Stereolab in cui si inseriscono pulsanti groove di modern funk. Un concept riuscito e stimolante.Disco delizioso.
GIANNUTRI - Al ritorno dalla campagna
Il duo trevigiano firma un secondo album, sempre incentrato intorno a un concept. E di nuovo ci delizia con un pop di grande levatura compositiva, di primissima qualità, che guarda alla scrittura di Samuele Bersani con un innesto di melodie di gusto 60's, un pizzico di rock e una creatività rara da trovare nella canzone d'autore nostrana. Un imperdibile piccolo gioiello.
MARCO PARENTE - Life
Marco Parente è uno dei migliori (cant)autori in Italia. Stile personalissimo, distinto, malinconico, elegante, ironico. Un timbro vocale unico si unisce alla cadenza dinoccolata delle canzoni che ora occhieggiano al blues, altre volte abbracciano la bossa o in cui senti un po' delle infinite anime di Lucio Battisti. Ma la peculiarità (rara e preziosa) è che se ascolti, ad esempio, la splendida "Avventura molecolare" ti accorgi che avrebbe potuta scriverla solo Marco. Con Cesare Basile, Iacampo, Manuel Agnelli, nell'olimpo di si sa scrivere canzoni.
DOME LA MUERTE AND THE DIGGERS - The House Of Lily / Shake Some Action
Dome La Muerte è uno dei personaggi più rappresentativi dell'alternative rock italiano, sulla scena dalla fine degli anni 70, passando dall'hardcore dei CCM al punk 'n' roll dei Not Moving a a un numero imprecisato di altre esperienze musicali.
Con i Diggers esce con un nuovo singolo di consueta efficacia. Puro rock 'n' roll, ruvido, chitarristico, sincero, onesto. Un pregevole inedito e una cover dei Flamin' Groovies, suggellano un bellissimo lavoro.
JOE PERRINO & the MELLOWTONES - Magical Dangerous Journey / Twilight
E' con immenso piacere che salutiamo il ritorno di Joe Perrino & the Mellowtones, storica band degli anni 80. Risuona ancora il cristallino gusto beat che si incrocia con il tiro garage punk e una vena melodica di grande gusto. Un 45 giri imperdibile.
ASCOLTATO ANCHE:
DEATH VALLEY GIRLS (un po' Siouxsie, un po' garage beat psych ma poca sostanza), FUTURE ISLANDS (pop wave anonima), BEABADOOBEE (a 20 anni mastica Juliana Hatfield, Breeders e alt rock anni 90 alla perfezione. Non male nella sua prevedibilità)
LETTO
CLAUDIO BENASSI - Ragazzi di strada...I Corvi
Il tanto bistrattato BEAT ITALIANO ha saputo, ormai è per fortuna cosa nota e un dato acclarato, creare realtà interessanti e di grande pregio.
I CORVI ad esempio abbracciarono il sound più duro e crudo dei 60's suonando brani di Brogues ("Ain't no miracle worker", diventata la famosa "Ragazzo di strada", più di un milione di copie vendute), Electric Prunes ("Sospesa un filo", versione di "I had too much to dream last night"), James Brown "("I don't mind" diventata "Resterai"), oltre a "Bang bang" e brani di Kinks, Animals, Them, Who dal vivo.
Una carriera fulminante poi protrattasi, dopo i 60, nel corso degli anni, con varie nuove incarnazioni e formazioni.
Il batterista Claudio Benassi, purtroppo unico superstite della formazione originaria, racconta al giornalista Pierangelo Pettenati la storia del gruppo, aneddoti e ricordi gustosi.
A corredo numerose foto d'epoca e la discografia.
Per gli appassionati una testimonianza imperdibile.
GEORGE MARSHALL - Skinhead nation
Originariamente pubblicato nel 1997, è un'evoluzione e una rifinitura del precedente lavoro di George Marshall (esponente e studioso della scena skin britannica) "Spirit of 69" (qui recensione e intervista al traduttore Flavio Frezza, in questo nuovo libro affiancato da Letizia Lucangeli: http://tonyface.blogspot.com/2019/05/george-marshall-spirit-of-69.html).
Si parla della scena SKINHEAD britannica con riferimenti specifici a quella americana, tedesca, norvegese ma in generale il focus è sul significato della (sotto)cultura in oggetto.
Ci sono importanti precisazioni e approfondimenti ("Se non fosse stato per gli skin per il movimento del 68/69 non credo che il reggae sarebbe mai finito in classifica. Bob Marley non avrebbe mai avuto tanto successo se non fosse stato per i giovani bianchi della classe operaia" - Toast della fanzine "Tighten Up").
Ad esempio come gli skin fossero in giro già molto prima del fatidico 1969:
"Iniziai a vedere degli skin in giro a metà dei 60, probabilmente nel 1966...le origini degli skinhead risalgono all'epoca mod, si evolse a partire da lì, quando i capelli incominciarono ad essere sempre più corti".
Altrettanto interessante l'osservazione relativa all'uso che i media hanno sempre fatto delle culture giovanili: "Ho visto con i miei occhi giornalisti fare correre gli skin su e giù per la spiaggia - Correte da questa parte, correte da quell'altra - E poi tre giorni dopo sui giornali: "Gli skinhead causano disordini".
E poi la reiterata conferma che lo stile skinhead è una diretta filiazione di quello mod e che come quello ha continuato ad evolversi.
Più controversa e ambigua la posizione nei confronti dell'estrema destra, legata alla scena, che l'autore condanna in quanto posizione politica (che dovrebbe essere aliena dal giro skin) ma che, talvolta arrampicandosi sugli specchi, finisce in qualche modo di tollerare e giustificare:
"I ragazzi della working class sono sempre più alienati. Il sostegno all'estrema destra è decisamente legato a questo senso di alienazione ma inveve di fare i conti con ciò che lo genera - ignoranza, disoccupazione, abitazioni non dignitose,povertà, discriminazione - il potere cerca di aumentare ulteriormente proprio quel senso di alienazione. I ragazzi bianchi sono nelle stesse condizioni dei neri svantaggiati...se sei bianco, vivi con il sussidio in un appartamento pieno di muffa e ti vengono a dire che qualcuno ha ottenuto il lavoro che volevi per nessun'altra ragione se non perché quel qualcuno è nero, la faccenda può essere interpretata come razzismo alla rovescia".
La posizione "apolitica" di George Marshal, a difesa del "culto" skin è più volte ribadita:
"Nessun altro culto giovanile è sottoposto alla stessa quantità di stronzate. L'estrema destra è da biasimare per aver preso di mira il culto skinhead e in questo è stata aiutata e incoraggiata dai mass media che costituiscono il suo strumento di reclutamento numero uno. La sinistra non è da meno, poichè alcuni suo settori preferiscono tenere allegramente il mito dello skin sempre e comunque nazista, piuttosto che affrontare la realtà dei fatti. Infine lo stesso biasimo va ai molti skinhead che hanno incarnato lo stereotipo mediatico e hanno permesso alle proprie convinzioni politiche di violare le tradizioni del culto".
Al di là delle posizioni dell'autore (esplicitate oltre 20 anni fa), il libro è più che interessante ed esaustivo per comprendere l'anima e la sostanza della cultura SKINHEAD, lontani da ogni manipolazione o sensazionalismo.
LAURA PESCATORI - Femita
Laura Pescatori ci offre uno spaccato della scena musicale italiana in un'ottica FEMMINILE, andando a parlare, attraverso una quarantina di interviste, con altrettante protagoniste.
Da nomi altisonanti e celebri come Teresa De Sio, Giovanna Marini, Cristina Donà, Jenny Sorrenti, Jula De Palma a personaggi rappresentativi dell'underground da Helena Velena a Rita Lilith Oberti, Eva Poles etc.
Gli spunti che emergono sono tanti e stimolanti, lo spettro artistico ampio, un lavoro interessante e unico.
DANIELE VECCHI - Federico ovunque
Il 25 settembre del 2005, a Ferrara, FEDERICO ALDROVANDI viene assassinato a manganellate da quattro poliziotti: Enzo Pontani, Luca Pollastri, Paolo Forlani e Monica Segatto (condannati a 3 anni e 6 mesi di reclusione per "eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi" e al risarcimento alla famiglia ma reintegrati nella polizia di Stato).
Il delitto viene coperto e insabbiato per lungo tempo, grazie anche a una macchina del fango che gettò per anni discredito su Federico e la famiglia.
Il libro ripercorre la vicenda e soprattutto evidenzia il supporto che diedero fin da subito la Curva Ovest della Spal e i Nuf della squadra del Ferrara Basket, impedendone l'oblìo e l'archiviazione.
Progressivamente il volto di Federico incominciò ad apparire in decine di curve (di calcio, basket perfino dell'Ambri Piotta di hockey su ghiaccio svizzero), tenendo in vita la memoria e soprattutto dando impulso alla scoperta della verità.
Federico e la sua famiglia hanno scoperto un mondo di solidarietà, incondizionata e totalmente trasversale, hanno toccato con mano cosa significa essere sostenuti, essere creduti, essere stretti in un unico abbraccio di amore fraterno e di vicinanza d'animo.
A fianco della vicenda di ALDRO viene elencata una lunga serie di altri morti ammazzati o ragazzi violentemente percossi durante scontri con la polizia (o presunti tali) intorno agli stadi.
MATTEO CESCHI - Note per salvare il pianeta
Per lungo la sensibilità nei confronti dell'ambiente è stata trascurata dalla musica.
Con l'eccezione del pericolo nucleare che, dagli anni 50 in poi, ha stimolato non pochi artisti a comporre canzoni per avvisare del pericolo incombente.
E' solo a cavallo dei 60 e dei 70 che inizia la consapevolezza di quanti abusi si compiano sul Pianeta, in nome del profitto. Nascono Greenpeace, concerti come No Nukes e decine di musicisti abbracciano una nuova visione "verde".
Matteo Ceschi ripercorre il cammino della canzone "green" attraverso un riuscito cammino fatto di domande e risposte.
Decine di titoli, episodi, dischi sconosciuti, musicisti insospettabili per un libro interessante, esaustivo e stimolante.
Interessante il ruolo particolarmente attivo di band del circuito punk, hardcore, metal, dai Dead Kennedys, ai Napalm Death, Conflict, Nuclear Assault, Testament.
DAVIDE ROMAGNONI - Ma quale vacanza d'Egitto?!
Davide Romagnoni è la storica voce dei Vallanzaska, nonchè autore per programmi televisivi, comici e non.
Nell'autunno del 2015, durante una vacanza a Sharm El Sheik, per un'inconsapevole leggerezza finisce nelle maglie della polizia egiziana.
Imprigionato, maltrattato fisicamente e psicologicamente, abbandonato dalla nostra ambasciata, trascorre alcuni giorni da incubo tra disperazione e isolamento.
Alla fine se la cava, grazie anche a uno spirito che riesce a tenerlo (quasi) sempre su di morale.
Il libro è un minuzioso e appassionante racconto di quanto subito, gli incontri e la solidarietà tra prigionieri, dettagli raccapriccianti e pesanti torture psicologiche, in mezzo a cui spuntano l'innata ironia di Davide ad alleggerire un quadro angosciante.
Poco mesi toccherà a Giulio Regeni e a lui andrà molto peggio.
NICK HORNBY - Lo stato dell'unione
NICK HORNBY ha scritto "Febbre a 90" e "Alta fedeltà".
E questo è sufficiente per consegnarlo alla storia della letteratura.
Non si è più ripetuto, per quanto "Un ragazzo" e "Non buttiamoci giù" siano comunque ottimi lavori.
Il problema è che le ultime cose sono davvero trascurabili.
Come ad esempio questo breve, insulso, impalpabile "Lo stato dell'unione", sorta di sceneggiatura teatrale che vede protagonista una coppia in crisi con il prevedibilissimo inserto sulla Brexit (il marito ha votato a favore per motivi risibili, la moglie decisamente contro).
I dialoghi (descritti come "acuti" , "esilaranti", "effervescenti") sono in realtà mosci, risaputi, mai incisivi e quasi mai divertenti.
Peccato, dopo il disastroso "Funny girl", nessun miglioramento.
COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".
IN CANTIERE
3 novembre: Antonio Bacciocchi "Punk. Born to lose" (Diarkos Edizioni)
Appena uscito:
Antonio Bacciocchi
MOD GENERATIONS Musica, rabbia, stile e altre storie
Interno4 Edizioni
18 euro
Nel 2009 usciva il mio secondo libro, MOD GENERATIONS.
Un viaggio attraverso la MUSICA MOD, quello che i mod ascoltano e ascoltavano, con una lunga serie di consigli sui dischi più importanti (dal soul al blues, dal jazz al rhythm and blues, northern e ska, beat, mod rock e brit pop).
Per lungo tempo esaurito e introvabile, vede ora la ristampa grazie a Interno4 Edizioni.
Nuova veste, con un'altra copertina, aggiornamenti e la copia del mio "Quaderno Mod" sul quale ho raccolto dal 79 e per qualche tempo ogni articolo riguardante la scena mod.
Dalle recensioni sulla stampa italiana, a riferimenti a scontri, articoli di "costume" e altro.
In più volantini di serate e tutte le copertine della fanzine FACES.
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Un salutone ai Modicamore Bros!
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