lunedì, ottobre 26, 2020

I nomi sbagliati delle band



Riprendo l'articolo che ho scritto ieri per "Libertà" nella consueta rubrica domenicale "Musica ribelle".

Può sembrare improbabile, se non impossibile, ma molti gruppi, anche di un certo livello, hanno portato avanti lunghe e prestigiose carriere con il nome sbagliato.

Talvolta è stata una scelta consapevole e felice, che ha reso il marchio di fabbrica immediatamente riconoscibile e caratteristico.
Altre volte invece frutto di un disguido lessicale.

L'esempio più famoso è ovviamente quello dei Beatles.
Pare sia stato John Lennon a pensare al gioco di parole che univa Beat (ovvero il concetto di ritmo che poi diede il nome a un genere e a un'epoca ma che richiamava anche la generazione ribelle di scrittori e poeti della cosiddeta Beat Generation americana) a Beetles. “Quando lo pronunci ti viene in mente qualcosa di strisciante, quando lo leggi invece pensi alla musica beat”.
I futuri Beatles erano grandi fan della star americana del rock 'n' roll Buddy Holly (prematuramente scomparso alla fine degli anni 50) che si esibiva con i Crickets (i grilli). Cercare un nome di insetto voleva essere una specie di omaggio al loro idolo.
In realtà c'è sempre stato un errore di fondo nell'attribuire ai Beatles il soprannome di “scarafaggi”.
Beetle vuol dire coleottero o scarabeo, scarafaggio è invece “cockroach”.

Nasce da un errore casuale e molto divertente invece quello di Bobby Solo.
All'anagrafe Roberto Satti, era figlio di un pilota dell'aviazione militare che impedì categoricamente al figlio di associare il suo cognome al mondo del rock 'n' roll (parliamo dei primi anni 60 quando il genere non godeva di buona reputazione).
Nell'imminenza dell'esordio discografico, il suo manager, Vincenzo Micocci, decise per un soprannome breve e di ispirazione “americana”: Bobby. Quando lo comunicò telefonicamente alla sua segretaria che doveva inviare le note di copertina per la stampa del suo primo disco, le disse: “Lo chiamiamo all'inglese, Bobby. Bobby, solo Bobby.”
Probabilmente le linee telefoniche erano disturbate o la segretaria capì male e così artista e manager si ritrovarono poco tempo dopo migliaia di dischi con il nome stampato Bobby Solo.
Che non dispiacque e fu lasciato per sempre.

Gli inglesi Scritti Politti si formarono nel 1977, in piena era punk.
Il loro leader Green Gartside, impegnato politicamente nell'estrema sinistra, prese il nome da un libro di Antonio Gramsci, “Scritti politici”. Ostico alla pronuncia inglese, poco affascinante e molto serioso, lo cambiò così in Scritti Politti per farlo assomigliare di più al celebre brano rock 'n' roll di Little Richard “Tutti Frutti”.

Poco avvezzo alle lingue latine, sbagliò invece Vini Reilly, quando decise di chiamare la propria band Durutti Column.
Il riferimento era a una frangia anarchica che operava durante la guerra civile spagnola negli anni 30, guidata dal mitico Buenaventura Durruti.
La trascrizione tolse una Erre e aggiunse una T.
Poco male, la band ha ugualmente avuto un ampio seguito in ambito new wave e post punk.

I famosissimi Duran Duran che hanno impazzato nelle classifiche di mezzo mondo con il loro pop facile e accattivante, tinto di new wave, invece si ispirarono a un personaggio del film “Barbarella” del 1968 di Roger Vadim con una splendida Jane Fonda (semi) vestita da favolosi abiti creati da Paco Rabanne.
In realtà il nome originale era Durand Durand ma per ragioni fonetiche decisero di togliere le D finali.

Il rissoso e ostico chitarrista americano Dave Mustaine, dopo un'adolescenza turbolenta e difficile, sembrò trovare la fortuna entrando nelle future star del metal, i Metallica.
Riuscì a farsi buttare fuori dal gruppo a causa della passione per gli eccessi e il carattere di cui sopra.
Frustrato e furibondo, decise di formare un gruppo che avrebbe cancellato per potenza e furore i Metallica.
E scelse un nome adatto, i Megadeath (parola che significa un milione di morti per un olocausto nucleare).
Ma dopo aver scoperto che era lo stesso utilizzato dai primi Pink Floyd, decise di togliere un A, lasciandone comunque il distruttivo significato in sottofondo.

E infine un avvertimento importante: non vi venga in mente di scrivere Patty Smith. La musicista e poetessa new yorkese Patti, potrebbe reagire malamente.
Come quando entrando in un locale in cui il suo nome era scritto in quel modo sbagliato, si girò, uscì e fece saltare il concerto.

3 commenti:

  1. Far saltare un concerto per una Y mi sembra appena giusto..
    C

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  2. Lei è sempre stata poco simpatica (eufemismo) ma se magari sei andata in classifica e hai venduto milioni copie e arrivi a Portogruaro o a Gijon e ti trovi PattY sul manifesto un po' di girano le palle eh. Pensate a me, Bacciocchi. 90 su 100 lo sbagliano: baciocchi, bacchiocchi, mazzocchi. All'estero non ci provo neanche...

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