giovedì, gennaio 25, 2018
Intervista a Sara Ardizzoni / Dagger Moth
La (lunga serie ) di interviste del blog ospita oggi SARA ARDIZZONI, in arte DAGGER MOTH.
Due album all'attivo, sonorità crepuscolari tra sperimentazione e "wave" oscura, una recente esperienza a fianco di Cesare Basile.
Le altre interviste sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Le%20interviste
DAGGER MOTH live a:
27/01/2018 Chez Art _ Piacenza
28/01/2018 Ligera_ Milano
29/01/2018 Osteria del Fico _ Cremona
02/02/2018 Kinotto_(RA)
03/02/2018 Bevitori Longevi _Forlimpopoli (FC)
04/02/2018 Sottotetto live_Massenzatico (RE)
08/02/2018 Piazza Verdi _ Bologna
22/02/2018 Rock Tales, Biblioteca Civica_Calenzano (FI)
23/02/2018 Caffè del Teatro _ Fiorano (MO)
1)La dimensione di one girl band è una scelta artistica ben precisa e ponderata o in qualche modo casuale ?
Diciamo una scelta ben precisa nata da un accavallamento di vicende più o meno casuali..anche se inizio a pensare che nella vita di casuale ci sian ben poco. E' anche una scelta tesa a fare di necessità virtù.
Mi pare di notare che negli ultimi tempi il solo set sia diventata una dimensione molto diffusa, immagino anche per questioni di "sostenibilità economica"... nel mio caso in particolare è nata dal fatto che anni fa i vari progetti collettivi in cui militavo si sono incagliati all'incirca nello stesso periodo e io ho deciso di inventarmi un modo per proseguire da sola, cercandomi un nuovo percorso
2)Dagger Moth è un nome affascinante e allo stesso tempo inquietante ma piuttosto azzeccato per le tue sonorità
Mi fa piacere che il nome evochi qualcosa giá di per sè...la ricerca di un titolo, che sia per un album, un brano o un progetto è sempre un parto piuttosto impegnativo per me.
In questo caso il percorso è stato alquanto lineare e , se vogliamo, banale.
Certe atmosfere scure dei primi demo di questo solo set mi hanno fatto pensare ad animali notturni, quindi l'idea della falena è un rimando abbastanza ovvio. In particolare il nome di questo esemplare del Nord America, coniugando due concetti alquanto contrapposti (Dagger: pugnale e Moth : falena), mi sembrava particolarmente calzante a livello di suggestioni...con la musica mi piace cercare di abbinare stili lontani tra loro.
3)Che tipo di pubblico trovi ai tuoi concerti ?
Beh ..di tutto un po', diciamo molto variegato per età e ascolti... dagli avventori casuali con un orecchio abituato a tutt'altre proposte musicali, a curiosi e cultori di generi precisi (e stando ai dati statistici raccolti in questi anni di live direi che i soggetti di quest'ultima specie spaziano tra varie tribù..dal prog, al metal, al dark, poi blues , elettronica, psichedelia...e mi vien da dire :per fortuna!
È una cartina di tornasole a conferma del fatto che ho creato una miscellanea strana e trasversale, risultato a cui puntavo..)
4) "Silk around the marrow" è stato inserito da Guitar player nella top list dei sessanta dischi più rilevanti a livello chitarristico dal 1967 ad oggi.
Non male direi.
No infatti, non male...immaginati la mia sorpresa, essendo -mi pare- l'unica artista italiana, e se non erro anche una delle poche donzelle presenti... ma soprattutto un cane sciolto, una militante del d.i.y e un'emerita sconosciuta perfino in patria..
5) Si può vivere di musica e con la musica in Italia ?
Io posso parlare solo dal basso della mia personalissima esperienza e la risposta che mi viene è no...non so se è perchè non sono abbastanza brava o coraggiosa o fortunata o perché non amo i compromessi..sono domande che mi faccio spesso.
Però dipende anche da cosa intendiamo per musica e con quali declinazioni: se ci si mette di mezzo anche l'insegnamento, l'attività da turnista, o la disponibilità a mettersi a servizio di realtà che vanno contro i nostri principi e gusti, ecc.. o se ci si riferisce unicamente ad un percorso artistico che persegue un'idea ben precisa, un'espressione molto personale, incapace di mettersi al servizio di dimensioni troppo lontane dalla nostra visceralità.
6) Credi che ci sia ancora spazio per il supporto fisico in tempi di musica “liquida”, digital, mp3 etc.
Direi proprio di sì.
Nonostante il ritorno prorompente del vinile non mi ritengo feticista di un supporto in particolare, ma, almeno per quello che è il mio background, è bello poter collegare la musica anche ad un oggetto, all'idea di un artwork o a una foto con un corrispettivo tattile, che non siano solo semplici file archiviati in fondo a un computer.
7) La classica lista dei tuoi dischi da isola deserta
Aiuto...non hai specificato il numero!!.. quindi me ne impongo uno io.. 10? Allora, da considerare in ordine sparso:
_Marc Ribot "Shoe String Symphonettes"
_Pat Metheny "Bright Size life"
_Portishead "Third"
_Fugazi "End Hits"
_Leos Janacek "String Quartet no.1 e 2, " [Hagen Quartett]
_Husker Du "Zen Arcade"
_Pink Floyd "the wall"
_Neil Young "Dead Man o.s.t"
_dEUs "Worst Case Scenario"
_Roy Buchanan "Sweet dreams: the anthology."
...ecco, poi ne avrei altri 100 . ....
Dagger Moth - Live in the Warehouse.
https://www.youtube.com/watch?v=fCgW9-BxxQ4
Dagger Moth - Dyrhólaey
https://www.youtube.com/watch?v=k1Kb5azPPJk
Etichette:
Le interviste
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento