giovedì, gennaio 18, 2018
Cyrille Regis
ALBERTO GALLETTI ricorda la figura di Cyrille Regis
E’ morto domenica sera, stroncato da un infarto, Cyrille Regis, uno dei più importanti calciatori inglesi degli ultimi 40 anni, grande centravanti e uomo straordinario.
Calcisticamente parlando ,per me, un brutto colpo.
Un giocatore che mi è sempre piaciuto molto, al quale mi affezionai e che vidi anche giocare, e segnare, con indosso la nostra maglia (Aston Villa) in un sabato pomeriggio primaverile nei sobborghi settentrionali di Londra in un partita che non ho mai dimenticato, come potrei del resto, e che da domenica sera avrò un motivo in più, purtroppo il peggiore, per non dimenticare.
Quella mattina in macchina, andando al lavoro, già avevo cominciato a tormentare mio fratello, mio diretto superiore in cucina, ‘Guarda - gli dissi – giochiamo a White Hart Lane oggi pomeriggio…’ gli dissi speranzoso col Daily Mirror aperto sulla pagina del calcio con le partite del giorno, per tutta risposta ebbi un grugnito per niente solidale.
Continuai ad esasperarlo per l’intera mattina.
Il problema era che senza biglietto e dovendo coprire la distanza da West Hampstead a White Hart Lane in macchina, nel traffico londinese, con più di metà percorso su strade che non conoscevo, avrei dovuto abbandonarlo in cucina alle 13.30, in pieno servizio.
La discussione si fece accesa, mi salvò Pepe, il nostro lavapiatti colombiano, tifosone dei Millonarios, che prese le mie parti e si offri di tappare il buco, per così dire, e fare anche un po del mio lavoro.
Schizzai fuori , e saltai in macchina.
Mani sul volante e London A-Z aperto sul sedile di fianco.
Una mezza odissea.
Quando infine arrivai nei pressi dello stadio erano le tre, non avevo biglietto e ci misi un po a parcheggiare.
Mi misi in fila ai tornelli la gente ancora entrava.
Settore ospiti, in piedi, dietro la porta.
Una volta dentro dopo aver sgomitato e spintonato per riuscire ad inquadrare il campo, diedi un occhio al tabellone: 10’ minuto 1-0 per loro, non ho neanche sentito il boato, probabilmente han segnato mentre scendevo dalla macchina.
Non passa neanche un minuto che una maldestra deviazione di Teale su cross insacca il due a zero per loro.
Adesso si fa davvero dura.
Il contingente Villans in trasferta non sembra comunque per niente abbattuto, canti ed incitamenti non si fermano.
Questa è una delle cose che mi è sempre piaciuta del calcio inglese: believe!
Passano alcuni minuti e Yorke fila via sulla destra, si beve tre avversari e centra su secondo palo dove c’è appostato Regis che salta e di testa appoggia in mezzo per Richardson che infila da mezzo metro.
Poi una punizione in posizione interessante dal lato opposto, sul cross che ne consegue il portiere sbaglia l’uscita e Olney, dietro di lui, insacca di testa il 2-2, tripudio in gradinata.
Al ritorno in campo c’è una nostra grande azione, Regis controlla di classe, in area, un pallone che proviene da dietro, elude l’avversario e appoggia a Yorke che stà arrivando da dietro, tiro in corsa e gol del 3-2!
Risultato capovolto e capovolti pure noi in gradinata, la spinta che mi arriva da dietro è così potente che mi ritrovo parecchi gradini più sotto, per terra, tra le gambe di altri, tutti esultanti, altri ancora per effetto della stessa spinta son finiti sul prato.
Poi, non ricordo più per quale motivo, c’è un rigore per il Tottenham, tira Lineker e Spink glielo para: boato nostro tremendo, ci sentiamo invincibili.
Non c’è più storia, il Tottenham cede, messo in difficoltà da palle lunghe e alte, respinte dai difensori e subito riprese dai nostri che li contrattaccano immediatamente.
Su una di queste Daley con bellissimo spunto personale entra in area e trafigge Thotrsvedt.
E infine c’è spazio anche per il mio eroe, Cyrille Regis, che si smarca alla grande su un filtrante nella tre quarti avversaria, prende palla e fila via veloce, resiste ad una carica e una volta in area infila il 5-2 con un destro potente.
Un trionfo.
Grande Cyrille Regis!
Al mio ritorno al lavoro per il turno serale birre per tutti! Sweet London memories….
Cyrille Regis era nato nella Guyana francese nel 1958, la famiglia si trasferì in Inghilterra nel 1962. Lasciò presto la scuola e trovò impiego come elettricista, intanto giocava a calcio. Fu notato dagli osservatori del West Bromwich Albion quando giocava per i semiprofessionisti del Hayes, 24 gol in quella stagione gli valsero un contratto con i Baggies.
1,83 di statura per 84kg di peso forma, una muscolatura possente, scatto da velocista e grande tecnica; imbattibile nel gioco aereo e con un tiro potente, queste le caratteristiche di Regis che fu un grande centravanti. Memorabile i suo gol a Norwich nell’82 che fu eletto ‘goal of the season’, e il quinto che il suo WBA rifilò al Manchester United in una clamorosa vittoria ad Old Trafford, 5-3, nel ’78, e si, perché quel West Bromwich Albion era davvero una gran squadra.
La sua carriera si divise principalmente tra WBA e Coventry City, dove colse l’unico titolo della sua carriera, la FA Cup del 1987, poi Aston Villa, con i quali lo vidi in azione quel memorabile pomeriggio.
Ultimi fuochi con Wolves, Chester e Wycombe, in totale 614 partite e 158 gol distribuiti in una carriera lunga vent’anni.
Cyril Rgis però non è stato solo un grande attaccante ma anche un esempio, un protagonista, un campione nella lotta contro la discriminazione razziale nei campi da calcio inglesi e non solo.
In quell’Inghilterra di fine anni 70 vedere tre ragazzi di colore in campo, in uno stadio di 1a divisione, con indosso a stessa maglia, non era certo una consuetudine, ma certo Big Ron Atkinson, allora il boss al The Hawthorns non si faceva certo problemi di questo genere.
Uno dei tre, Laurie Cunningham, fu il primo uomo di colore ad indossare la maglia di una nazionale inglese (l’Under 21).
Le resistenze tra il pubblico invece furono assai più difficili da vincere e tanti furono gli episodi spiacevoli che Regis, come altri, dovette sopportare in giro per l’Inghilterra.
Una volta gli fu recapitato un proiettile in una lettera minatoria, conservò il proiettile per ricordarsi sempre dell’odio di alcuni e continuare nel suo impegno per gli altri che questo odio lo dovevano subire.
Con i tre compagni scelse di combattere la sua battaglia contro le discriminazioni dei tifosi, giocando, giocando meglio, giocando di più, segnando gol e vincendo partite, nessuno sarebbe riuscito a farlo smettere di giocare intimidendolo.
Lasciò che fossero i gol a parlare per lui, aprendo così la via per altri giocatori di colore dopo di lui.
Generoso ed altruista, convinto di poter contribuire con il suo comportamento a fare del mondo un posto migliore.
Continuò per tutta la sua carriera, e anche dopo, diffondendo la sua grande umanità, sempre educato e disponibile, si fermava a chiacchierare con tutti, tifosi e non, sempre con grande cordialità .
Fu protagonista di un episodio controverso in occasione della partita d’addio di un compagno del WBA , Len Cantello, quando pare per una sua trovata si sfidarono una squadra di tutti giocatori bianchi ed una di tutti giocatori di colore (che vinse 3-2).
La cosa causò costernazione, specialmente tra gli adepti del politically correct.
Regis rispose dichiarando che non era questo il vero problema quando solo dieci anni prima di giocatori di colore in prima divisione praticamente non ce n’erano, mentre adesso c’era un’intera squadra.
‘Fu molto divertente – dichiarò – e a nessuno, nemmeno ai bianchi, venne in mente che la cosa potesse avere risvolti spiacevoli.
Fu ingenuo da parte nostra, se vogliamo, ma per noi fu molto bello poter giocare quella partita.
’ Segno dei tempi, immagino le polemiche se la partita si giocasse oggi.
Ma non allora, e il suo impegno gli valse anche la copertina del New Musical Express, che come sappiamo , normalmente si occupa d’altro, a quel tempo poi calcio e musica erano due universi in netto contrasto, e questo rende l’idea di quanto sia stato grande Regis a quel tempo.
E’ stato un apripista, un simbolo e un motivatore per altri giocatori di colore quali Dwight Yorke, Ian Wright, Andy Cole, David James, Sol Campbell, Dion Dublin, Brian Deane solo per citarne alcuni, che sognavano di diventare calciatori e grazie al suo esempio riuscirono a farcela perché lui aveva aperto la strada.
Ha svolto per anni attività di volontariato all’interno dell’associazione Chrstians in Sport, per la quale ha prestato il suo tempo e la sua opera, gratuitamente, in situazioni anche di degrado cercando di dare un opportunità di riscatto a chi normalmente avrebbe trovato solo porte chiuse, mentre continuava nella professione di allenatore.
Per questo fu insignito, nel 2008, del titolo di baronetto (MBE).
Il mondo del calcio inglese gli concede oggi, nel giorno dell’addio, il giusto tributo. Migliaia e migliaia gli interventi, ovunque in Inghilterra, da Gary Lineker e Alan Shearer all’ultimo dei tifosi, di qualsiasi squadra, di qualsiasi città.
Mi unisco a loro nel ricordo di questo gigante del nostro tempo.
Addio ‘big man’, your memory will live on forever .
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Un gigante. Memorabile quella gara a WHL, come memorabile era quel Villa con baffo Teale in difesa!
RispondiEliminaRegis è stato più che un calciatore e la sua importanza sociale è indiscutibile come ricorda la sciarpa Baggies riportata in foto.
Bel pezzo Mr Gallo.
Charlie
Cheers Charlie. A giant of a man.
Eliminaho letto per ora solo le prime righe, con un brivido sulla schiena. cerco spesso su youtube vecchie partite del campionato inglese, e a volte singoli giocatori, ricordi dei vecchi guerin sportivi a cavallo degli 80. lunedì (o martedì, non ricordo bene) mi era venuto in mente di cercare regis(era in un articolo sui giocatori di colore insieme ad anderson, chamberlain, justin fashanu) poi mi sono perso in uno splendido liverpool-tottenham 7-0 1978/79. adesso leggo che regis è morto...
RispondiEliminaalberto
Ricordo quel Guerino, credo di averlo ancora. Un abbraccio
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EliminaTanx Albe as usual!
RispondiEliminaC