mercoledì, dicembre 20, 2017

I migliori dischi italiani del 2017



L’Italia musicale continua ad esprimere eccellenze e dischi interessantissimi che abitualmente seguiamo e segnaliamo il più possibile da queste parti.
L’elenco che segue è, ovviamente, lo specchio delle mie preferenze ma soprattutto tiene conto dei dischi che ho ascoltato di più e con più piacere (cercando di distribuire la lista in funzione dell'ampiezza di generi).

nel 2007 c'erano ai vertici Statuto e Temponauts
nel 2008 Assalti Frontali
nel 2009 Julie's Haircut, Edda e Teatro degli Orrori
nel 2010 June e Statuto
nel 2011 Verdena, Peawees, Enrico Brizzi, Dellera, Paolo Apollo Negri, Statuto
nel 2012 An Apple Day, Barbacans, Julie’s Haircut
nel 2013 Julie's Haircut, Statuto, Raphael Gualazzi, Cesare Basile, Giuda
nel 2014 Edda, Finardi, Bologna Violenta, Bastard Sons of Dioniso, Steeplejack
nel 2015 Cesare Basile, Iacampo, Mimosa
nel 2016 Winstons, Afterhurs, Michele Gazich, Statuto, radio Days


Per ulteriori suggerimenti vi rimando al “Meglio di ogni mese” con abbondanza di altri titoli che ho segnalato.

FUORI CLASSIFICA l'album di ALEX LOGGIA - Blue Star (ci suono, collaboro con lui a MODS e a IL SENATO. Troppo coinvolto....)
Alex Loggia giunge all'esordio solista dopo decenni di attività musicale.
Prevalentemente negli Statuto ma che ha abbracciato tantissime altre esperienze, collaborazioni, gruppi, progetti.
C'è tutto il mondo di Alex in questo disco: beat, blues, funk, soul, rock, ritmi caraibici.
Ma è la qualità compositiva che eccelle.
I brani sono maturi, ricchi di intuizioni, di groove, melodia, classe.

1) ex aequo
EDDA - Graziosa utopia Prerogativa di Edda è di essersi saputo sempre evolvere.
Può non piacere ma è una delle realtà migliori, più interessanti e propositive in giro in Italia.
Il nuovo album è più "pop", più curato, arrangiato, della sua discografia.
Ma rimane (artisticamente) anomalo, atipico, graffiante, borderline.
A me piace tantissimo e rimango sinceramente ammirato.

BASTARD SONS OF DIONISO - Cambogia
Non è certo in questa sede che ci interessa dibattere di un programma come XFactor e di quanto possa essere deleterio o utile per uscire dall'anonimato.
Curioso il caso del trio trentino che grazie a quella apparizione nel 2009 ha trovato la popolarità ma che paradossalmente da allora continua a pagare dazio per quella “colpa” e viene visto con sospetto, distacco snob o superficialità.
Loro proseguono imperterriti, pur se in modo sempre molto schivo e poco appariscente, una carriera più che dignitosa infilando eccellenti album in cui viene risaltata un'attitudine del tutto sincera e pura alla materia rock.
Canzoni che sanno mischiare un approccio aggressivo e potente che richiama Foo Fighters e Queens of the Stone Age, con la capacità, comune a pochi, di tessere melodie di sapore beatlesiano. Ma è soprattutto lo spessore compositivo delle canzoni a stupire per validità, la perizia nel confezionare arrangiamenti mai banali, testi incisivi e mai approssimativi (aspetto sempre più trascurato nell''ambito del “nuovo rock” nostrano), esecuzione tecnica mozzafiato e competente. Siamo di fronte ad un album maturo e di alto livello.
L'invito è di mettere da parte ogni prevenzione, dare un ascolto e lasciarsi trasportare da un sound che se arrivasse da oltremanica o oceano sarebbe incensato in ben altra maniera.

3)
ERA SERENASE – Crystal ball
Esordio a livello di eccellenza per il duo genovese. La peculiarità degli Era Serenase è la capacità di mischiare alla perfezione una matrice rap/hip hop con un gusto (elettro)pop e un approccio quasi teatrale e cinematografico. Una miscela originale e immediatamente riconoscibile che rende questo disco pressochè unico nella scena musicale italiana.

4)
CESARE BASILE - U fujutu su nesci chi fa?

Il lungo cammino di Cesare Basile parte da lontano, dagli anni 80 del punk e della new wave e si sviluppa, cresce, cambia nel tempo, acquisendo sempre più personalità.
Il tutto all'insegna di una costante evoluzione artistica che nel corso degli anni ha assimilato influenze sempre più particolari, osando, ricercando, sperimentando.
Il nuovo lavoro è ancora una volta un passo avanti verso la definizione di un sound sempre più personale.
Si respira area mediterranea, africana, blues, voci e ritmi tribali, una lunga ballata oscura divisa in dieci brani autografi, una preghiera pagana, ossessiva, perfino inquietante nella sua spontaneità sfacciata.
Il nuovo punk, ci crediate o no, incomincia da qui.

5)
MAURO ERMANNO GIOVANARDI - La mia generazione

Già membro dei Carnival of Fools e dei La Crus, interprete di una carriera solista ricca di soddisfazioni, in equilibrio tra canzone d'autore e sonorità blues, Giovanardi riprende tredici brani degli anni 90 italiani (dai CSI agli Afterhours, Ritmo Tribale, Casino Royale, Ustmamo etc) li fa suoi, riarrangiandoli completamente, dando loro i contorni di piccoli classici (talvolta dimenticati).
Il disco è notevole, molto curato, vario e composito ed esalta la bellezza compositiva di molti episodi, l'inconfondibile, profonda, voce di Giovanardi è il valore aggiunto.

6)
CUT - Second skin

Sesto album (oltre ad uno split e un live) per il trio bolognese. Esplosivo, travolgente, devastante, dal vivo allo stesso modo che su disco.
In questo ritorno in studio di registrazione propone un sound, come sempre abrasivo, elettrico ma più curato, che conserva le abituali spigolosità ma le avvolge in arrangiamenti meno ruvidi.
La sezione fiati che colora di soul alcuni brani è un tocco geniale e delizioso, un gusto funk che permea molti brani sposta il groove da un approccio direttamente punk e crea un ibrido esaltante.
"Second skin" attinge dalla black music, dal punk, dalle prime espressioni selvagge del rock n roll, cita i Sonics, puzza di New York e di CBGB's.
Come sempre un grandissimo album che si avvale di una serie di preziosi collaboratori, primo tra tutti Mike Watt ex Minutemen e Stooges.

7)
JULIE'S HAIRCUT - Invocation And Ritual Dance Of My Demon Twin

Il settimo album della band emiliana sancisce un ulteriore passo verso l'iperspazio, luogo che hanno ultimamente frequentato spesso.
Ma in questo caso si addentrano ancora di più con otto brani in cui rinnovano il concetto di psichedelia, intesa come espressione artistica senza confini, in cui confluiscono suoni, sensazioni, umori, vibrazioni.
Troviamo mischiati e sovrapposti avanguardia, (free) jazz, ritmiche pulsanti, kraut rock nelle sue più svariate declinazioni (dai Neu! ai Can) a comporre un sound unico, personale, distintivo.

8)
SENZABENZA - Pop from hell

Mancavano da parecchio i Senzabenza (l'ultimo album era del 2002), uno dei nomi di punta della scena punk rock italiana.
Rieccoli con un lavoro nuovo di zecca, con sedici brani composti da poco ma che non hanno perso un grammo della freschezza che ha sempre caratterizzato la band di Latina (che all'attivo una mezza dozzina di album, uno dei quali prodotto dal compianto Joey Ramone dei Ramones, con cui hanno condiviso due tour).
Punk rock dalle forti influenze 60's, power pop cristallino, produzione impeccabile, brani compositivamente di pura eccellenza, un nutrito numero di ospiti (i bassisti di Punkreas, Rappresaglia, Derozer, Manges, Tough tra gli altri).

9)
DIPLOMATICS - I lost my soul in this town

Secondo album per la band vicentina e nuovo gioiello di rock n roll, asperità punk, Stones, New York Dolls, Radio Birdman, quel tiro che avevano i fantastici australiani Jet e una sezione fiati che colora di black il tutto. Grande album, grande band.

10)
GANG - Calibro 77

L'immarcescibile band marchigiana dei fratelli Severini prosegue la sua lunga e grande marcia con il consueto bagaglio di musica di primissima qualità, sincerità, genuinità.
Il nuovo capitolo è un omaggio alla canzone italiana degli anni '70, pregna di contenuti e protesta. A produrre e registrare Jono Manson, cantautore di Santa Fe’, New Mexico e un lungo elenco di collaboratori ad affiancarli.
I GANG rivisitano con piglio country rock e di sapore roots americano undici storie che arrivano da lontano ma che sono ancora attualissime da "Sulla Strada" di Finardi a "Canzone del maggio" di De André, la sempre stupenda "Venderò" di Bennato e una degna conclusione con "I reduci" di Gaber. Un album prezioso, vitale, fresco, grintoso.

EX AEQUO poi:

NO STRANGE - Il sentiero delle tartarughe
La band torinese aggiunge un ennesimo tassello al loro unico e originale mosaico psichedelico.
Il nuovo album si muove in equilibrio tra momenti di lisergia assoluta, folate folk e una forma di canzone autorale che si apre talvolta ad una visione quasi pop (vedi certi brani delle prime Orme o New Trolls) che riporta agli anni a cavallo tra 60 e 70.
Eccellente il lavoro di arrangiamento e di ricerca sonora molto curata (tanto quanto, come sempre, l'aspetto grafico).

GIOVANNI SUCCI - Con ghiaccio
Esordio solista della voce dei Bachi da Pietra. Convincente, vario, intenso, personalissimo, molto curato.
Il mood abbraccia suggestioni care a Lou Reed ("Il giro"), omaggi al kraut rock dei Neu! ("Con Ghiaccio") fino ai Depeche Mode meet Nine Inch Nails di "Tutto subito".
Ma c'è tanto altro.
Soprattutto originalità. Ingrediente raro di questi tempi. Uno dei migliori lavori italiani del 2017. Tanto groove, acido, ruvido e aspro.

TODO MODO - Prega per me
Nato due anni fa, un album all'attivo, accolto con grande favore ed entusiasmo dalla critica, il progetto Todo Modo prosegue il suo imperioso cammino con un nuovo lavoro di grande forza espressiva.
La band è composta da Xabier Iriondo (chitarra degli Afterhours e tanto, tanto, altro), Giorgio Prette (ex batterista della band di Agnelli) e dal cantautore Paolo Saporiti (da anni tra i migliori rappresentanti della nuova canzone d'autore italiana).
Il sound della band è un felice connubio tra canzone e un approccio noise, alt rock, crudo, “sonico” e percussivo, a cui si uniscono testi agri che restituiscono una quotidianità claustrofobica e angosciante.
Album interessante, incisivo, originale, personale e consigliatissimo.

DON ANTONIO - s/t
Primo disco solista di Antonio Gramentieri, in arte Don Antonio, musicista, produttore, fondatore dei Sacri Cuori e autore di musiche per cinema, teatro, televisione e pubblicità.
Personaggio poliedrico in perenne tour in giro per il mondo o in sala di registrazione a fianco di nomi come David Hidalgo, Jim Keltner, Evan Lurie, Marc Ribot, John Convertino, Giant Sand, Steve Shelley, Richard Buckner, Dan Stuart, Alejandro Escovedo, Hugo Race, Nada, Pan del Diavolo, Bobby Solo e una lista lunga e variegata. Di queste esperienza l’album straborda: tra umori tex mex, twist, sapori di Romagna (terra natìa del Nostro), desert rock, anni 50 e 60, blues, country, rhythm and blues, rock ‘n’ roll, Morricone, Calexico, Los Lobos e tanto tanto altro.
Con tutto questo “Don Antonio” trova un’unitarietà, un amalgama, un suono peculiare, omogeneo, personale.
Le canzoni, prevalentemente strumentali, sono la perfetta colonna sonora di un viaggio meticcio che parte dalla Romagna, attraversa il Mediterraneo, si inerpica sulle Ande e ritorna a casa via Balcani.
Affascinante e convincente.

LA BANDA DEL BRASILIANO - Volume 2
Torna il supergruppo toscano con il secondo album in studio, seguito del “Vol.1” pubblicato nel 2013. Undici brani che scavano nell'immaginario 60's e 70's, tra brani perfetti per diventare sigle tv e colonne sonore di film polizieschi dell'epoca, beat, lounge, soul funk, rhythm and blues.
Ci sono anche alcune deliziose cover come "Ti voglio" dell'accoppiata Ornella Vanoni / New Trolls e "Eclisse twist" di Mina (che nel 1962 fu colonna sonora de "L'eclisse" di M.Antonioni).
Disco fenomenale, divertente, suonato benissimo, potente.

GIANCARLO ONORATO - Quantum
Giancarlo Onorato è uno dei migliori autori italiani, sulla scena da tempo immemorabile, da quando alla fine degli '70 scoprì dapprima il punk e subito con l'esperienza degli Underground Life scrisse una delle pagine più significative della new wave italiana.
La carriera solista è sempre stata centellinata e ponderata. Uscite rare ma ogni volta curatissime, mai speculative, sempre e solo in funzione di un'esigenza artistica precisa e sentita. "Quantum è il quinto album in circa vent'anni e arriva a ben sette dal precedente "Sangue bianco". In mezzo un lungo progetto live a fianco di Cristiano Godano dei Marlene Kuntz. Il nuovo album si sviluppa intorno all'idea dell'incontro, espresso nelle 11 can zoni incluse. Come sempre infarcite di un solenne lirismo che a tratti sembra (in)consapevolmente pescare dal primo David Bowie, altre volte è palesemente debitore all'ultimo Nick Cave, quello sempre più spesso seduto al pianoforte.
Ma il tratto distintivo dei lavori di Onorato è che sono talmente personali da diventare immediatamente riconoscibili e attribuibili all'autore, Ci sono intense ballate ma anche brani più rock, sperimentazioni, sapori distintamente new wave (gli utlim iBauhaus più acustici), un pizzico di psichedelia e aperture strumentali che guardano perfino al primo prog italiano.
Album caleidoscopico e completo.

LUCA LEZZIERO - s/t
Luca Lezziero ha una lunga esperienza alle spalle, come musicista, autore, scrittore, regista.
Il suo esordio solista si avvale non a caso della collaborazione e della produzione di Cesare Malfatti, ex membro dei La Crus con cui Lezziero lavorò a stretto contatto come autore di testi.
Gli otto brani (oltre alla ghost track finale che coverizza un brano degli Scisma) sono un elegante e raffinato viaggio nella migliore canzone d’autore italiana. Colori pastello, tonalità romantiche, approccio (apparentemente, vedi i sofisticati e ricchi arrangiamenti) minimale, la lirica di Gino Paoli in sottofondo ma una visione moderna e attuale. Un album destinato ad accarezzare i vertici delle migliori produzioni italiane dell’anno.

STRATO'S - Lo sbirro, la liceale, il maniaco
I giovanissimi parmigiani sono entrati in studio e in una giornata hanno sfornato un delizioso album strumentale perfettamente in linea con il titolo. Tra questi solchi si evoca quel sound di chiara provenienza 70's che marchiava le colonne sonore dei polizieschi italiani o delle commedie sexy dell'epoca.
Ai tempi ad appannaggio di autori come Ennio Morricone, Franco Micalizzi, Piero Piccioni, Riz Ortolani, ripresi recentemente con grande cura dai Calibro 35. Effetto finale godibilissimo e suggestivo, ben suonato e perfettamente in linea con il gusto e il sound dei tempi ricordati. Ottimo.

DOME LA MUERTE EXP - Lazy Sunny Day
Con Dome abbiamo inciso un po' di dischi e devastato qualche palco negli anni 80 tra Italia ed Europa con i Not Moving, suonando anche con Clash, Johnny Thunders, Iggy and the Stooges e tanti altri.
Poi le strade si sono separate e Dome ha proseguito con mille progetti, l'ultimo dei quali è questa nuova incarnazione che raccoglie molte delle sue influenze, dal surf rock strumentale di sapore western/Morricone, alla psichedelia, il country punk alla Gun Club, blues, classic rock tra 60 e 70 con passione, credibilità, freschezza.
Molti i brani strumentali, alcuni brevi bozze, sferzate da chitarre ora acustiche , ora acidamente elettriche, ora con il sitar.
E alla fine c'è sempre il suo "magic touch" ad impreziosire il tutto.

GORILLA PULP - Heavy lips
Secondo album per il poderoso quartetto viterbese.
E ancora una colata metallica di acciaio chitarristico, filtrato attraverso un gusto psych stoner e un substrato rock blues che rende il tutto particolarmente originale.
I Black Sabbath si affiancano ad un approccio molto affine ai Motorhead ma con tocchi di Hawkwind, Kyuss e Queens of the Stone Age. Esecuzione perfetta, attitudine totale, brani originali e compositivamente di grande spessore.

THE SOULTREND ORCHESTRA - 84 King Street
Il progetto “Soultrend Orchestra” nasce dal produttore, autore e arrangiatore Nerio “Papik” Poggi e giunge ora al secondo album dopo l'esordio del 2011. Con la partecipazione di oltre 35 tra musicisti e cantanti l'Orchestra di Papik recupera il tipico sound tardo 70's che imperversò nelle discoteche di tutto il mondo. Punto principale di riferimento gli Chic di Nile Rodgers e tutto il sottobosco soul funk dell'epoca. Produzione eccellete, suoni perfettamente consoni al mood richiesto, brani superlativi.

JOE PERRINO'S GROG - Bomba W W la guerra
Joe Perrino è una pura e semplice leggenda del rock italiano. Dall'esperienza con i Mellowtones, all' Elefante Bianco e a numerose altre incarnazioni soliste arriva ora ai GROG. Il secondo album della band sarda si dipana per oltre mezzora di musica divisa in sei lunghi episodi.
Il sound attinge da un hard rock tinto di prog e psichedelia, da Rob Zombie ai primi Deep Purple, sui giganteggia la voce di Perrino (nome d'arte di Nicola Macciò) ma che non disdegna un insert rap in "La mia piccola Hiroshima" con la partecipazione di Ergobeat.
Potente, originale, personale, notevole.

Una citazione anche per: GIANCARLO FRIGIERI "La prima cosa che ti viene in mente", THE FIVE FACES "Sx 225", FUNKALLISTO "Saturday night dogs", LOVE THIEVES "Soft", VINCE VALLICELLI "La fevra", VALLANZASKA "Orso giallo", ALEX FORNARI "L’interruzione", WORKING VOODOO CLUB "One", GIAMPAOLO CORRADINI & the WEEKEND WARRIORS "s/t", FRANCESCO PAOLO PALADINO - Siren, UMBERTO MARIA GIARDINI "Futuro proximo", BOBBY SOLO e SILVIA "Blues for two", CCM "The furious era 1979-1987", LINK QUARTET "Minimal animal", DEROZER "Passaggio a Nord Est", CAPT CRUNCH AND THE BUNCH "Crimine Beat", RAW POWER "Inferno", ARBOS "Sogno di luce ", CLAUDIO LOLLI "Il grande freddo", ELECTRIC SWAN "Windblown", ACID JACK FLASHED and the PYLLS "The invisible men", FREAK ANTONI "Freak Out", FOUR BY ART "Inner Sounds", ACCORDO DEI CONTRARI "Violato contrario", CESARE CREMONINI "Scenari possibili", BEE BEE SEA "Sonic boomerang", WIDE HIPS 69 "The gang bang theory", MOONSHINE BOOZE "Desert Road", OMZA "Otto Maddox Zen Academy", DADAMATTO "Canneto"

1 commento:

  1. premesso che non amo in generale la musica pop, considero Graziosa Utopia il disco "pop" perfetto, la sua ribelle maturità. Tra l'altro Edda dal vivo, supportato da ottimi musicisti, spacca ancora come ai tempi tribali, ma non chiedetegli più quei pezzi. Per quelli, sono di nuovo in giro i Ritmo Tribale, che anche senza di lui, hanno la stessa energia e furore, che li hanno resi unici. Anche i CUT , grandi. Flavio

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