domenica, dicembre 17, 2017

I funerali dell'anarchico Pinelli di Enrico Baj



“Mi si reclamava insomma una rappresentazione, e rappresentazione ho fatto, affinchè testimonianza resti del fatto, di lui, delle violenze subite, del dolore di Licia, di Claudia e di Silvia”.

L'opera di Enrico Baj dedicata alla morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli doveva essere esposta il 17 maggio 1972 al Palazzo Reale di Milano alla Sala delle Cariatidi.
In mattinata il commissario Calabresi veniva assassinato. Calabresi era presente quando Pinelli "cadde" dalla finestra del commissariato. La "discutibile" versione ufficiale fu sempre quella del suicidio.
Le responsabilità non sono mai state accertate (come è spesso accaduto in quegli anni).

le autorità, per ragioni di ordine pubblico, censurarono la mostra, vietandone l’inaugurazione e facendo ricoprire tutti manifesti già affissi per strada. Una successiva è tardiva apertura al pubblico, benché promessa ripetutamente, non ebbe mai luogo.
L'opera venne esposta successivamente a Stoccolma, al Moma e a Milano a Palazzo Reale a Milano nell'estate del 2012.

E' di questi giorni la notizia che la Fondazione Giorgio Marconi in possesso dell'opera l'ha donata al Comune di Milano che provvederà a trovarle una collocazione definitiva (pare al Salone dell’anagrafe di via Larga o nel foyer del teatro Lirico.

l’opera è monumentale: 3 metri di altezza e 12 di lunghezza, con 18 figure ritagliate nel legno concepita come una serie di parti smontabili e ricomponibili in una sorta di puzzle, ritagliando i pannelli secondo i contorni delle figure così da rendere praticamente invisibili le connessioni tra i diversi pezzi.
Il tutto eseguito con la sua prediletta tecnica del collage.


Enrico Baj nasce a Milano il 31 ottobre 1924. Dopo aver completato gli studi all’Accademia di Brera a Milano, nel 1951 promuove, assieme a Sergio Dangelo e a Gianni Dova il Movimento Nucleare e tiene nella sua città natale la prima personale presso la Galleria San Fedele.
Nel 1953 conosce Asger Jorn con il quale fonda il Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, schierandosi contro la forzata razionalizzazione e geometrizzazione dell’arte e organizza, l’anno dopo, gli Incontri Internazionali della Ceramica ad Albisola, in Liguria.

Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collages polimaterici e policromatici, si distinguono da un lato un filone ludico, dove prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiali e dall’altro un forte impegno civile e una critica della contemporaneità, che si esprime nei Generali e nelle Parate militari degli anni ’60 e ancor più nelle opere degli anni ’70, come I funerali dell’anarchico Pinelli (1972) e l’Apocalisse (1979).
Negli anni ’80, abbandonando temporaneamente il collage, Baj realizza una serie di opere, Metamorfosi e Metafore (1988), nelle quali sviluppa una figurazione dell’immaginario e del fantastico. Nel 1993 inizia il ciclo delle Maschere tribali, assemblaggi che utilizzano gli scarti della civiltà moderna per creare ironiche e coloratissime maschere, cui fanno seguito i Feltri (1993-98) e i Totem (1997).

Numerosi sono i rapporti dell’artista con poeti e letterati italiani e stranieri, che portano a varie collaborazioni e alla realizzazione di diversi libri d’artista corredati di stampe o multipli originali.
Nel 1999 l’artista ribadisce ancora una volta i suoi forti legami con la letteratura realizzando una serie di 164 ritratti ispirati ai Guermantes di Marcel Proust. Molte sono anche le collaborazioni con altri artisti, tra i quali Lucio Fontana e Piero Manzoni.
Nel 2001 inizia un ciclo di opere dedicato alle storie di Gilgamesh, re dei sumeri. Enrico Baj muore a Vergiate (Varese) il 16 giugno 2003.


1 commento:

Related Posts with Thumbnails