martedì, dicembre 09, 2025

Roman Kozak - Questa non è una discoteca. La storia del CBGB

Riprendo la recensione che ho scritto per "Alias" de "Il Manifesto" lo scorso sabato.

Forse il locale più mitizzato di sempre.
In effetti le caratteristiche per entrare nella leggenda le ha sempre avute: New York di metà/fine anni Settanta, quando era una città pericolosa e invivibile, un quartiere ancora più spaventoso.
Partito con la volontà di dare spazio a country, jazz, folk e un po' di rock per i gruppi di Hell's Angels che lo frequentavano, il CBGB'S è diventato invece la culla del punk rock locale e poi mondiale.
Lì nacquero letteralmente miti come Ramones, Patti Smith, Talking Heads, Blondie, Television, Willy DeVille, tra i tanti.

E fu da lì che il punk arrivò dapprima sulla costa ovest americana e più o meno in contemporanea nelle strade di Londra. Troviamo numerose testimonianze dei protagonisti dell'epoca (dai Ramones a David Byrne, Debbie Harry, Lenny Kaye etc) e materiale grafico inedito, nello storico libro “Questa non è una discoteca. La storia del CBGB'S” scritto da Roman Kozak nel 1988 e solo ora, dopo anni fuori catalogo, tradotto in italiano (a cura di Luca Frazzi) per Interno 4.

Tra le più importanti quelle del proprietario Hilly Kristal che sintetizza in modo molto naturale e sincero come nacque il tutto:
Tutto quello che sentivo era che questi ragazzi e ragazze avevano bisogno di un posto per fare la loro musica.
Pensavo che fosse musica molto rozza e molto rumorosa. Non era quello che mi piaceva. Quello che apprezzavo era che queste persone ci mettevano davvero l’anima. Erano molto sincere e credevano davvero in se stesse. Erano ragazzi che usavano la musica – anche se non sapevano suonare i loro strumenti – per esprimersi.


Ben presto il minuscolo spazio, unanimemente descritto come terribilmente sporco (soprattutto i bagni), al limite della decenza (“Ho preso i pidocchi lì quattro fottute volte, giuro su Dio. Era davvero troppo” dice Willy Deville), tra topi, insetti e una fauna umana tutto fuorché raccomandabile, divenne il centro del mondo musicale, tra mille difficoltà, aprendosi successivamente all'hardcore punk fino alla chiusura nel 2006.

Fu rilevato dallo stilista John Varvatos che lo ha trasformato in un negozio di vestiti, conservando le pareti originali con i poster e i graffiti, come un grande affresco. Libro dettagliatissimo e molto divertente, con l'aggiunta di un capitolo di interviste ai gruppi italiani che vi hanno suonato (CCM, Negazione, Raw Power, Cripple Bastards, perfino Elio e le Storie Tese).
Una vicenda basilare nella storia del rock.

Roman Kozak
Questa non è una discoteca. La storia del CBGB
Edizioni Interno4
256 pagine
24 euro


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