Il rischio di questo tipo di documentari è la caduta in una lunga serie di testimonianze della serie "io c'ero", che finiscono nell'"epico", "favoloso, "indimenticabile".
In realtà i due tour dei Nirvana in Italia nel 1989 e nel 1991, furono pieni di problemi, difficoltà, sia logistiche che, purtroppo personali, soprattutto per Kurt Cobain in preda a un esaurimento nervoso.
La storia viene rivissuta da una delle protagoniste principali della vicenda, Daniela Giombini, che con la sua Subway organizzò fior di concerti (dai Mudhoney ai Celibate Rifles, "solo gruppi che mi piacevano veramente, altrimenti non mi interessava"), in condizioni precarie e difficilissime, soprattutto in un'epoca ancora abbastanza pionieristica per la scena italiana.
Non ci sono celebrazione, nostalgia, esaltazione ma resoconti molto schietti e veraci, con il prezioso apporto di Bruce Pavitt, uno dei boss della Sub Pop, tornato in Italia per l'occasione.
Si aggiungono altre testimonianze di giornalisti e operatori del settore, immagini e filmati d'epoca, ricordi, fotografie, aspetti inediti.
Un documento prezioso di un'epoca ormai andata ma ancora molto significativa e presente (vedi la scena finale con una ragazza 14enne, commossa di fornte a Bruce, ringraziato in lacrime per avere prodotto il suo gruppo preferito di sempre).
Il docu/film è in tour in Italia, se capita in zona, non perdetelo.
lunedì, febbraio 03, 2025
Rome as you are di Daniela Giombini, Tino Franco, Marco Porsia
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