Parte bene il 2025 con gli album di Ringo Starr, Iggy Pop, Lambrini Girls, De Wolff, PP Arnold.
Ottime cose dall'Italia con Neoprimitivi, Roberta Gulisano, Angela Baraldi, Flavia Ferretti.
RINGO STARR - Look up
Torna Ringo con un album, contravvenendo alla decisione di non farne più, dopo l'ennesimo sciapo lavoro, "What's my name" del 2019, dedicandosi invece a 5 ep di quattro brani ognuno, molto più efficaci, gustosi e immediati.
T-Bone Burnette lo ha convinto a ritornare sui suoi passi componendo 11 canzoni (che ha anche brillantemente prodotto) in chiave country, ambito sonoro che il batterista ha sempre adorato.
La mano di Burnette si sente, eccome, con suoni puliti ma grintosi, moderni e mai adagiati sul passatismo.
Registrato tra Nashville (ovviamente) e Los Angeles, troviamo Ringo che suona come sempre sempre preciso e canta con convinzione e partecipazione, gli arrangiamenti sono perfetti, le canzoni di alta qualità tra classicismo e sferzate più rockeggianti (vedi l'iniziale "Breathless", "Never let me go" più di sapore blues o "Rosetta" in chiave funk rock blues).
A dare una mano nuove leve del country e affini come le Larkin Poe e le Lucius, Alison Krauss (già a fianco di Robert Plant), Molly Tuttle e Billy String.
A 84 anni realizza uno dei suoi migliori album (con "Ringo", "Time takes time" e "Vertical man") con una freschezza encomiabile.
IGGY POP - Live at Montreux Jazz Festival 2023
Un live stupendo, impressionante sia per l'energia profusa che per il numero di brani che, magari ce ne siamo dimenticati, sono assurti a "classici": da "Tv Eye" a "Search and destroy", "Raw power", "I wanna be your dog" fino "Lust for life" e "The passenger".
In mezzo ai 17 brani anche altre gemme come "Gimme danger", "Loose", "Sick of you", "Nightclubbing" o "Five foot one".
La sezione fiati colora a dovere molte canzoni (pur se talvolta è un po' fuori luogo).
Grande concerto e grande live.
PS: voce ancora perfetta.
DE WOLFF - Muscle Shoals
Torna la band olandese con un album che già dal titolo indica un parziale cambio di direzione artistica (momentaneo?).
Gli storici e inimitabili studi "Muscle Shoals" dell'Alabama hanno ospitato il meglio del soul più torrido e del southern rock e in questo nuovo album se ne sentono spesso gli echi (certi brani sembrano outtakes dei Black Crowes).
Il groove rimane ancorato al loro classico sound Hammond rock, declinato stavolta in colori "Southern".
Il risultato è godibilissimo e non di rado irresistibile.
LAMBRINI GIRLS – Who let the dogs out
E’ confortante potere ascoltare un gruppo così incazzoso, abrasivo, aggressivo, che parla di tematiche socio politiche senza giri di parole e suona un punk estremo che attinge da Idles, Bikini Kills ma anche da Amyl and the Sniffers, i dimenticatissimi californiani U.X.A. e Sleaford Mods. Le due Lambrini arrivano da Brighton e se ne parla molto in questo momento. L’esordio è ottimo e lascia ben presagire a sviluppi interessanti. Per il momento godiamoci questo assalto sonoro.
P.P.ARNOLD - Live in Liverpool
Uscito nel novembre del 2024 è uno stupendo album dal vivo, registrato nel 2019 a Liverpool, in cui la favolosa cantante passa in rassegna una serie di vecchi successi e nuove canzoni tratte dal suo eccellente ritorno discografico "The New Adventures of..." di quell'anno. Lei canta divinamente, Steve Cradock della band di Paul Weller, suona la chitarra e dirige una band affiatata e precisa con tanto di coriste e sezione fiati.
Diciotto brani, con le classiche "The first cut is the deepest", "(If you tink you're) Groovy" (che registrò con gli Small Faces), il funk rock di "Medicated Goo" dei Traffic, "Shoot the dove" (composta per lei da Paul Weller), una spettacolare versione psichedelica di "Eleanor Rigby" e tanto altro.
Grande album.
MATT BERRY - Heard noises
L'attore e musicista inglese torna con un nuovo album, (per l'amata Acid Jazz), molto intrigante e ricco di eccellenti spunti sonori. Matt compone, canta, suona chitarra, basso e un'ampia gamma di tastiere, dando spazio alla sua passione per soul e northern soul, a cui unisce un gusto psichedelico a cavallo tra 60 e 70, con qualche umore proto prog. Un lavoro molto personale, divertente e pieno di pregevoli canzoni.
FRANZ FERDINAND - The human fear
Strano album il nuovo della band scozzese.
Parte maluccio, con una serie di canzoni poco a fuoco.
Sorprendentemente dal quinto brano in poi ("Build it up") decolla con una serie di riuscitissimi episodi che ci restituiscono Kapranos e soci al meglio della forma.
Il tipico FF sound in "Night or day" e "Cats" (in odore di Talking Heads), le conclusive "Bar Lonely" (molto 60's beat) e "The Birds" riportano il disco al top.
Troppo poco per un giudizio entusiasta ma in sostanza una buona conferma, forse troppo interlocutoria dopo otto anni di silenzio discografico.
THE BUDGET BOOZERS - Love You, Hate You
Molto divertente e arrembante l'album della band svizzera. Rock 'n' roll sporco, strali punk ma anche tanto gusto glam e pop. Una specie di Cheap Trick in salsa garage punk che non disdegna immergersi in atmosfere Crampsiane o guardare con gusto ai Ramones. Come dicono loro: Real hippie shit for real punks!
SONGHOY BLUES - Heritage
La band del Mali si è inizialmente caratterizzata mischiando rock, folk, blues, funk. Nel corso degli anni il sound è tornato progressivamente alle radici e alla tradizione popolare del loro paese, con l'uso di strumenti e ospiti locali. Il nuovo album è molt ocaldo, quasi psichedelico a tratti, con il blues delle radici costantemente presente.
NEOPRIMITIVI - Sul globo d'argento
Spettacolare esordio per la band romana, con una suite, pubblicata su cassetta, di oltre venti minuti in cui spaziano da kraut rock a Velvet Underground, una citazione diretta ed esplicita ai Modern Lovers di "Roadrunner" e ancora Can, Pink Floyd, Dungen, tribalismi, psichedelia sparsa.
Notevoli, pressoché fantastici.
ANGELA BARALDI – 3021
Il nuovo album dell’artista bolognese è una sventagliata di creatività, energia, espressività che si condensano in 25 minuti e otto brani. Sonorità secche, minimali, dirette, che coniugano più che bene canzone d’autore e alternative rock, talvolta dal mood particolarmente spigoloso. Azzeccatissima la produzione, grazie al prezioso e decisivo apporto di Ale Sportelli e al suo studio di registrazione. Di alta qualità il parterre degli strumentisti coinvolti, Federico Fantuz, Daniele Buffoni, Giovanni Fruzzetti,Susanna La Polla De Giovanni, Vittoria Burattini. Un album di altissimo livello.
ROBERTA GULISANO – A ccu apparteni
Roberta Gulisano lotta da tempo con le radici della sua terra, la Sicilia, nell’eterno rapporto di amore per le origini e odio combattivo per come sono e sono state maltrattate. Il nuovo album, prodotto da Cesare Basile, affonda il coltello nelle piaghe ancestrali del luogo di nascita, attraverso "canzoni originali e riarrangiamenti di brani tradizionali che parlano la lingua dei senza terra, sentimenti che hanno a che fare con l’identità lacerata di coloro che lasciano la propria casa per crearsi una vita nuova in altri posti." E’ un omaggio esplicito e dichiarato: "questo lavoro rappresenta il mio personale percorso di ri-conoscenza a ciò a cui appartengo, rappresenta me e tutti coloro che non vivono più nella terra in cui sono nati, con la loro solitudine e il loro orgoglio, gli “sradicati” di ogni tempo e latitudine.”
Musicalmente c’è la tradizione, con strumenti antichi e l’anima di Rosa Balistreri che spunta spesso e volentieri, ma anche tanta sperimentazione, a testimoniare che stiamo parlando di una materia viva, che si rinnova con freschezza e forza, dimostrando che le vecchie storie sono ancora attuali e quanto sia ancora importante raccontarle, nella lingua del posto, esaltando il ruolo del vissuto quotidiano. Un disco intenso, crudo ma allo stesso tempo elegante e raffinato.
FLAVIA FERRETTI - Vieni vento vieni scalzo
La cantautrice genovese vinse il Premio Ciampi nel 1999 ma da allora ha realizzato solo due album. Nel nuovo, appena uscito, troviamo dieci canzoni scarne, intense, che pur attingendo da riferimenti chiari(PJ Harvey, Nada, il blues catartico di Nick Cave, echi di Velvet Undergound ) risulta molto personale, grazie a una vocalità originale, ottimi arrangiamenti e all'impetuosità figlia del punk. Un album di pregevole scrittura e notevole creatività.
THE LINGS - We Can’t Be Friends
Secondo album per la band nata tra Mantova e Verona nel 2021 e nuova ventata di freschezza che attinge dall'immenso oceano power pop/beat senza disdegnare omaggi a sonorità country folk con impostazione punkeggiante (alla maniera degli indimenticati Rank & File) e gusto per il jingle jangle chitarristico mid 60's. Non mancano sferzate punk tra Buzzcocks e Undertones ("One boy team" e "Euphoria) come sono soliti fare i colleghi spezzini Peawees. Un lavoro godibilissimo, suonato molto bene, composto con cura e padronanza della materia, curato negli arrangiamenti e nella ricerca dei giusti suoni.
BABYSCREAMERS - Peek-A-Boo
Un album, un ep, un singolo alle spalle, la band marchigiana torna con un nuovo lavoro sulla lunga distanza. Otto brani duri e compatti che guardano a punk rock, garage, hardcore ("Olli") ma anche a quel torrido mix di blues malato, post wave "storta" e violenza sonora sublimata dalla Jon Spencer Blues Explosion. Riuscito l'esperimento con la lingua italiana di "Ogni volta". Ottimo album.
THE GLUTS - Bang!
La band milanese prosegue nel suo percorso oscuro in cui post punk e garage vanno a braccetto con l'aggiunta di sferzate punk rock e un fondo di psichedelia malata e ossessiva. Molto particolari.
TAISTOI - Vibrisse
Brillante debutto del giovanissimo cantautore che guarda alla canzone d'autore italiana meno scontata e più oscura, mischiandola con un groove psichedelico, sperimentazioni armoniche, sonorità ricercate, ritmiche mai banali. Un approccio che lo avvicina idealmente al mood di Lucio Corsi, pur seguendo altre strade sonore. Un album che merita un ascolto ripetuto e approfondito per scoprirne tutte le sfaccettature. Eccellente.
THE INFRAMEN - Zero gravity toilet
Il duo barese ci trascina in un concept che "racconta di un viaggio onirico sulla Luna trasmesso in fascia protetta su una TV a bassa fedeltà" ma che in pratica è una pericolosa e minacciosa caduta in un inferno sonoro lo-fi, a base di un torrido noise garage punk che riporta i tempi dei Pussy Galore del Jon Spencer pre Blues Explosion. In mezzo l'immaginario horror di cui furono maestri Cramps e Misfits. Sguaiata violenza sonora e la giusta attitudine.
SINGOLI
Bronze, Silver & Brass - Renard's Groove
Funk, soul, strumentale, con un groove jazz, in due brani dalle grandivibrazioni danzabili. Bravi, grande gusto negli arrangiamenti, ritmo e sezione fiati in gran spolvero.
Gerardo Frisina & Toco feat. Luzia Dvorek - Deixa Passar / Ilê
Latin sound, lounge, basi elettroniche che si uniscono a un avvolgente sound vintage dal gusto caraibico e "brasiliano". Gustosissimo.
ASCOLTATO ANCHE:
MITRAILLE (dal Belgio, garage, punk estremismi sonori. Buono), SOUL PIECE (dalla Danimarca una buona band funk soul strumentale con tocchi jazze afro. Gradevoli), THE PRO TEENS (soul funk strumentale ricco di spunti), THE DUMPIES (dall'Oregon garage e punk ,sferragliate varie ma piuttosto noioso e prevedibile)
LIBRI
Val Wilmer - La musica, importante quanto la tua stessa vita. La rivoluzione del Free Jazz e della Black Music
Finalmente trova un'edizione italiana un libro fondamentale per la comprensione del contesto Free Jazz/New Thing, scritto quasi 50 anni fa dalla fotografa, scrittrice e appassionata Val Wilmer.
Un testo che approfondisce non solo l'aspetto meramente musicale (già di per sé interessantissimo) ma esplora anche quello sociologico e antropologico di quegli anni, unito all'anima artistica che andava a braccetto con quanto accadeva nella cultura afro americana.
La musica nera è, con il cinema, la più importante forma d'arte di questo secolo (lo scorso NdR).
E' difficile trovare qualcuno che non ne abbia subito l'influenza.
Importante anche l'approccio alla materia da parte della critica ufficiale ben stigmatizzato dall'autrice:
Nelle avanguardie di ogni arte gli innovatori sono spesso liquidati come "anarchici" o "ciarlatani".
Altrettanto cruciale un aspetto sempre poco considerato, come sottolineano i membri dell'Art Ensemble of Chicago a proposito delle definizioni di "free jazz" o "black music":
Sono i bianchi che hanno messo queste etichette.
I musicisti stessi la chiamano semplicemente "LA MUSICA".
Risaltano le biografie appassionate di John Coltrane, Sun Ra, Albert Ayler, Cecil Taylor e altri.
In particolare è interessante il capitolo "Suoni bene, per essere una donna!" in cui si sottolinea il ruolo subalterno della figura femminile nell'ambito jazz (ai tempi ma non solo...), con la figura rivoluzionaria di Alice Coltrane o la precisa volontà di Sly Stone di proporre la sua Family Stone con uomini, donne, bianchi e neri.
D'altronde il poeta Ted Joans vedeva il musicista con questa considewrazione:
"Soffiare in un tubo mascolino, evitando i vezzi da finocchio".
Non è una lettura semplice ma essenziale per comprendere in tempo reale il cuore della "black music" a cavallo tra i Sessanta e i Settanta.
Andrea Pomini - Africa ieri, oggi e domani. 50+50 Dischi Per Amare Il Continente
Allegato al nuovo numero di "Rumore" una importante ed essenziale guida per addentrarsi nel magmatico mondo sonoro africano.
Partendo al pressupposto che "Africa is not a country" (Dipo Faloyin), tanto meno un "genere musicale".
Basti pensare al miliardo e 200 milioni di abitanti, i 56 stati, le 1.500/2000 lingue parlate per capire la complessità culturale del Continente.
Pomini ci introduce a un primissimo, quanto preciso, sguardo ad alcuni dei dischi più importanti usciti negli ultimi 50/60 anni.
Ogni paese è rappresentato e, puntualmente e ovviamente, manca questo o quello, ma non è il punto.
Partire da queste (complessissime) basi ci può aiutare a scoprire un mondo sonoro, artistico e culturale tanto incredibile quanto trascurato dal nostro interesse euro/anglo centrico.
Complimenti e un caloroso invito a leggere questa settantina di pagine e a dare un ascolto ai 100 dischi proposti.
Antonio Scurati - M. L'ora del destino
In attesa del quinto (ultimo?) capitolo previsto per il 25 aprile 2025, Scurati firma la quarta puntata della vicenda Mussoliniana.
Si narrano le tragiche vicende dal 1940 al luglio del 1943, con la destituzione voluta dal Gran Consiglio del fascismo con passaggio di poteri a Badoglio.
Una rovinosa caduta di un (finto) impero che dichiara guerra a Unione Sovietica, Grecia, Francia, Yugoslavia (occupata con indicibili sofferenze ai civili. "Si ammazza troppo poco" - Mussolini)), inglesi in Nord Africa, perdendo centinaia di migliaia di uomini, alla mercé della totale disorganizzazione, improvvisazione, della mancanza di mezzi.
Sciacallo che mendica i resti delle conquiste hitleriane.
Disprezzati dagli alleati tedeschi ("Se non avessero bisogno di noi, ci butterebbero via come stracci vecchi" - Vittorio Emanuele III), i vertici del fascismo seguono belanti il volere del Duce, sempre meno lucido e perso in sogni di gloria che porteranno all'invasione delle truppe anglo/americane che bombarderanno le principali città italiane, radendo al suolo Genova, Napoli, parti di Roma, Palermo etc, riducendo la Penisola in macerie.
Un racconto doloroso, come sempre corredato da importanti documenti storici.
Il libro è come sempre avvincente, veloce, nonostante le quasi 700 pagine indulgano talvolta in argomenti sintetizzabili in meno spazio (vedi l'insistenza sulla vicenda di Amerigo Dumini, l'assassino di Matteotti).
Scurati scrive davvero bene e valgano questi suoi libri come testimonianza disincantata e verace in giorni oscuri in cui certe epoche vengono addirittura rimpiante.
Marco Tassinari - Una noce di terra umida
Marco con le piante ci lavora.
Ne fa essenze e medicamenti nel suo affascinante laboratorio e bottega a Carrara (Principio Attivo Via Carriona 42 , Carrara).
Un mestiere "di una volta", antico, arcaico che esce da mani e sensibilità sapienti.
Lo racconta in questo ammaliante libro, in cui si intrecciano note aggraziate sulle specifiche delle piante, dei fiori, dei luoghi in cui crescono, degli animali che le circondano e ricordi di un'età che non sembra più appartenere al nostro reale quotidiano.
Non sembra.
Ma invece si può, magari ringraziando il Biancospino, mandando "affanculo i gran potenti, i violenti, gli arroganti e gli arrivisti".
Tutti dovrebbero spaccarsi la schiena a raccogliere radici con una vanga col manico di ferro, in autunno e inverno. E tutti dovrebbero divertirsi a raccogliere fiori profumati a giugno, fra insetti che si divertono, o se gli gira, si incazzano.
Un libro di una grazia rara che ci fa amare e apprezzare ancora di più quelle giornate trascorse camminando nel silenzio (apparente) di un bosco o in un sentiero, circondati da fiori e piante con storie, proprietà benefiche e tanti incredibili segreti che Marco ci racconta con passione commovente.
Leggete questo libro.
Emiliano Loria, Stefano Iacone, Cristina Meini - Complottisti vulnerabili. Le ragioni profonde del cospirazionismo
Un terreno alquanto scivoloso e abituale fonte di scontri e confronti.
Il testo si addentra nel mondo "complottista" (che non significa avere ed esternare dubbi ma aggrapparsi ad evidenti false o perlomeno bizzarre tesi e credenze).
Il libro indaga la mentalità cospirazionista (da cui emerge) una certa fragilità o la ricerca di una piena identità attraverso l'appartenenza a un gruppo di pari.
Internet e social hanno amplificato esponenzialmente queste modalità, con fonti di "informazione" non verificabili, spesso frutto di false o tendenziose interpretazioni, condivise e ulteriormente manipolate, considerate veritiere, il più delle volte per comodità e semplicità delle affermazioni riportate.
Internet è il luogo perfetto, o meglio dovremmo dire che un certo uso della rete è il mezzo perfetto perché il reale possa essere virtaualizzato, diffuso, manipolato e condiviso.
E' la pergamena su cui si può disegnare e ridisegnare a più mani la nuova cartografia dell'universo con le sue costellazioni di credenze...accadrebbe sempre per una ragione, palese o nascosta che sia.
Ciò che accade nel mondo, dalla diffusione del Covid, al riscaldamento climatico, dalle scie chimiche allo scoppio di conflitti, accade per un motivo e un fine segretamente orditi e perseguiti da agenti nascosti.
Il testo è molto accurato, ricco di riferimenti, rimandi a testi, scritti, tesi, le analisi approfondite.
Comunque la si pensi al proposito, un libro molto interessante che prova a chiarire meglio certi processi emotivi e dinamiche di pensiero.
Identificare specifici nemici come responsabili di eventi (verosimilmente stressanti) è più efficace ai fini di placare l'angoscia e le preoccupazioni, rispetto ad ammettere, più realisticamente, il ruolo determinante svolto da fattori incontrollabili, casuali, difficili (se non impossibili) da prevedere.
Jean-Philippe Postel - Il mistero Arnolfini
Uno splendido libro che in poco più di 100 pagine, come in un giallo (quasi thriller), ci porta all'interno del dipinto di Van Eyck "I coniugi Arnolfini" del 1.434 e dei suoi particolari, spesso indecifrabili e ricolmi di significati (non di rado nascosti e difficilmente attribuibili a un concetto piuttosto che al suo opposto).
Dal cane in primo piano, alle figure che si riflettono nello specchio alle loro spalle (nella cornice del quale ci sono dieci ulteriori mini dipinti), alla posizione delle mani, gli sguardi che non si incrociano, le due figure che formano una M, le calzature a sinistra in basso e tanto altro.
Postel avvalora l'ipotesi che la donna sia il fantasma della moglie defunta di Giovanni Di Nicolao Arnolfini, nobile lucchese trasferitosi in Belgio ma rimangono ancora alcuni dubbi.
Lettura veloce, appassionante, divertente.
Sergio Taraddei - Sergio Caputo. La storia dietro le canzoni
Sergio Caputo è un autore che ha sempre vissuto una vita artistica complessa, tra grandi successi (da "Un sabato italiano" a "Il Garibaldi innamorato", tra i tanti), lunghi silenzi, l'ostracismo di parte della scena musica italiana per la sua vicinanza (presunta e comunque, pare, solo giovanile) alla destra e per un approccio lirico dispimpegnato e abbastanza surreale.
Al contrario il suo sound, seppure in chiave pop e leggera, ha sempre accarezzato sonorità swing e jazzy, inusuali, soprattutto ai suoi esordi, nei primi anni 80.
Il libro analizza ogni canzone del suo repertorio, con l'aggiunta di dichiarazioni dell'autore, aneddoti, approfondimenti vari, sicuramente apprezzabili dai fan.
Un libro che permette di entrare nel mondo personalissimo di Sergio Caputo e spinge al riascolto di un repertorio spesso interessante e ricco di ottimi momenti.
Davide "Gammon" Scheriani - Psicoparade
Attivo da tempo in ambito musicale "Gammon" mette in scrittura l'omonimo format che conduce nel suo canale YouTube, accostando in modo personale e curioso il mondo (genericamente) rock con la sua professione di psicologo.
Si intrecciano esperienze personali sul palco e in studio di registrazione (sempre molto gustose e che colgono in pieno la vita "complessa" di noi musicisti "underground") con considerazioni più ampie sia a livello filosofico che sociale.
Interessante il concetto "Essere irriverenti non significa essere irrispettosi...il rispetto si rivolge agli esseri viventi e non deve mai essere negato.
La riverenza invece si elargisce ai concetti, alle idee, ai pregiudizi".
In molti dovrebbero farne tesoro.
Un testo originale, inusuale, molto particolare se non unico.
COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Ogni lunedì la mia rubrica "La musica che gira intorno" nelle pagine di www.piacenzasera.it
° Sulle riviste/zines "GIMME DANGER" e "GARAGELAND"
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".
venerdì, gennaio 31, 2025
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