martedì, gennaio 14, 2025

City Pop

L'amico LEANDRO GIOVANNINI ci ha aiutati ad esplorare l'ambito dello YACHT ROCK (qui: https://tonyface.blogspot.com/search/label/Yacht%20Rock ) in otto interessantisisme puntate che hanno trovato particolare apprezzamento.
andiamo oltre esplorando sempre grazie al suo aiuto un contesto ancora più particolare e "oscuro": il CITY POP.
Di seguito un'introduzione di Leandro.


Da appassionato di Yacht Rock, mi sono sempre chiesto perché gli album pubblicati nel periodo d’oro del genere siano stati successivamente ristampati quasi esclusivamente in Giappone.
Poi capita di approfondire il City Pop, e la risposta diventa chiara.
Nato come genere a sé stante durante il boom economico che ha portato il Giappone a diventare la seconda potenza economica mondiale, il City Pop si sviluppa dalla metà degli anni ’70 fino al 1991, anno del crollo della borsa di Tokyo.
Grazie all’influenza dello Yacht Rock americano, il genere aveva già una base musicale pronta da adattare al gusto locale, diventando, con l’arrivo dei primi walkman, la colonna sonora di un benessere diffuso.

Nessun altro genere musicale ha descritto così bene lo stile di vita della nuova classe media giapponese: cene raffinate, viaggi, lusso e vita notturna, il tutto racchiuso in una sorta di “Japanese Dream” ormai accessibile a molti.
In un Paese da sempre sospeso tra tradizione e modernità, ma fortemente influenzato dalla cultura pop americana del dopoguerra, il City Pop non poteva che nascere e prosperare in Giappone.

Sfuggente per natura, il City Pop è un melting pot musicale che combina jazz, funk, pop e R&B con un suono elegante e ricercato.
Si estende dal soft-rock alla disco più raffinata, ma si distingue soprattutto per le melodie orecchiabili e facili da ascoltare, permeate da una sottile malinconia.

È altrettanto interessante esplorare gli album che hanno gettato le basi del genere, dove si è formato il substrato musicale da cui il City Pop avrebbe poi preso vita. In molte di queste opere, ci si allontana dalle sonorità più leggere e spensierate che caratterizzarono il genere al suo apice – un “sunshine pop” in chiave giapponese – per ritrovare un mix di jazz, funk e soul.
Questi elementi hanno fornito l’ispirazione per produttori e arrangiatori del calibro di Haruomi Hosono, Ryuichi Sakamoto e Tatsuro Yamashita, che hanno saputo plasmare un nuovo linguaggio musicale, fondendo tradizione e modernità con un’eccezionale sensibilità artistica.

Con la crisi economica del 1991 e l’ascesa dei teen idol del J-Pop, il City Pop è stato spazzato via, salvo poi conoscere un revival negli anni 10 del ventunesimo secolo.
Questa rinascita è stata guidata da DJ britannici e americani, appassionati di rare groove, che hanno trovato intrigante la fusione delle sonorità occidentali cantate in giapponese.
A consacrarlo definitivamente è stato il movimento Vaporwave: molti dei sample utilizzati in questo genere provengono da dischi di artisti giapponesi quasi sconosciuti in Occidente.
Negli anni recenti il City Pop ha conosciuto una rinascita, anche nel suo luogo d’origine, grazie a nuovi artisti che si stanno dedicando al genere, ora conosciuto come Nu City Pop.

Per avvicinarsi al City Pop, consiglio di partire con la doppia compilation City Pop Story: Ocean Side & Urban Side, che raccoglie alcune delle canzoni più rappresentative. Da lì, il passo successivo è scoprire gli album degli artisti più celebrati e meritevoli di ascolto.
Ed è proprio ciò che cercherò di fare nelle prossime puntate.


2 commenti:

  1. Cool ! Perché non posti anche qualche playlist con i tuoi brani westcoast (yacht rock) preferiti?
    Quindi non solo dischi ma anche canzoni,per fare un approfondimento su questo tipo di musica

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    Risposte
    1. Ciao. Mi sto attrezzando, magari insieme ad una playlist City Pop.

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