L'amico LEANDRO GIOVANNINI ci ha aiutati ad esplorare l'ambito dello YACHT ROCK (qui: https://tonyface.blogspot.com/search/label/Yacht%20Rock ) in otto interessantisisme puntate che hanno trovato particolare apprezzamento.
Andiamo oltre esplorando sempre grazie al suo aiuto un contesto ancora più particolare e "oscuro": il CITY POP.
Il precedente posto introduttivo è qua: https://tonyface.blogspot.com/2025/01/city-pop.html
EIICHI OHTAKI
Eiichi Ohtaki (1947-2013) è stato un musicista, compositore e produttore giapponese, considerato uno dei più grandi geni della musica pop giapponese, nonostante sia poco conosciuto in Occidente.
Classificato al nono posto tra i migliori 100 musicisti giapponesi del XX secolo da HMV Japan, la sua carriera si estende tra il 1969 e il 1984, culminando con due album postumi nel 2016 e nel 2020. La sua musica mescola influenze del pop americano anni ’50-’60 con uno stile personale e innovativo, segnando profondamente il movimento City Pop.
Inizi e Happy End
Nato in una famiglia monogenitoriale, Ohtaki si appassionò presto alla musica, influenzato dal pop americano e dai Beatles. Nel 1969, incontrò Haruomi Hosono all’Università Waseda, e insieme fondarono gli Happy End, una band pioniera che unì folk rock e hard rock con testi in giapponese. Divergenze artistiche portarono allo scioglimento della band nel 1972, ma Ohtaki aveva già avviato la sua carriera solista.
Carriera Solista: Innovazione e Sperimentazione
1972: Eiichi Ohtaki
Il primo disco solista mescola folk rock, country rock e pop melodico, mostrando le prime influenze del pop americano anni ’50-’60.
1975: Niagara Moon
Il primo album pubblicato sotto l’etichetta da lui fondata, Niagara Records, segna l’inizio della sua sperimentazione. Ohtaki esplora il pop americano anni ’60 con un mix di rock’n’roll, marcette da circo e sonorità esotiche. Nonostante il genio creativo, il disco non ottenne il successo sperato, mettendo a rischio la neonata etichetta.
1976: Niagara Triangle Vol. 1
Collaborando con Tatsuro Yamashita e Ginji Ito, Ohtaki crea un album collettivo che spazia tra southern rock, doo-wop e West Coast. Nonostante l’eccellenza musicale, anche questo lavoro fallisce commercialmente.
1976: Go, Go, Niagara
Un concept album ispirato alle stazioni radio americane anni ’50, dove sonorità vintage vengono reimmaginate con uno stile moderno. Ancora una volta, il pubblico giapponese non apprezzò il lavoro visionario di Ohtaki.
1977: Niagara CM Special e Niagara Calendar
Mentre Niagara CM Special raccoglie jingle pubblicitari dimostrando la sua creatività sonora, Niagara Calendar esplora un concept in cui ogni brano è dedicato a un mese dell’anno. Le sonorità spaziano dal rock’n’roll al reggae, con influenze da Beach Boys e Bo Diddley. Entrambi i progetti, seppur geniali, furono insuccessi commerciali.
1978: Let’s Ondo Again
Un album folle che mescola generi come Ondo (musica tradizionale giapponese), rock, tango e cabaret. L’approccio estremo portò la Columbia Records a interrompere i rapporti con Ohtaki, che si ritirò temporaneamente dalla scena musicale.
Capolavoro e Riscatto: A Long Vacation
Nel 1981, dopo tre anni di pausa, Ohtaki pubblica “A Long Vacation”, un album che segna un ritorno trionfale, vende più di un milione di copie, e che, secondo Federico Romagnoli di Ondarock, ha avuto un impatto sulla cultura giapponese simile a quello di La Voce del Padrone di Battiato in Italia. L’album, che mescola il pop americano degli anni ‘50 e ‘60 con un suono moderno, ottiene un enorme successo in Giappone, vendendo oltre due milioni di copie. Grazie alla partecipazione di musicisti di grande talento come Haruomi Hosono e Tatsuo Hayashi, “A Long Vacation” riesce a creare canzoni che, pur attingendo al passato, sono perfettamente contemporanee. Tra i brani più significativi ci sono 君は天然色, che cattura l’essenza del wall of sound, e 雨のウェンズデイ (Ame no Wednesday) un gioiello pop che fonde Phil Spector e Burt Bacharach. L’album è un capolavoro che dimostra come il pop possa essere raffinato, moderno e senza tempo.
Ultimo Capitolo: Each Time (1984)
L’ultimo album solista di Ohtaki segue la scia di “A Long Vacation” con arrangiamenti elaborati e sonorità nostalgiche. Brani come Bachelor Girl e 銀色のジェット confermano la sua maestria, ma l’album non riesce a replicare l’impatto del precedente.
Eredità
Dopo Each Time, Ohtaki si dedicò alla produzione e alla composizione per altri artisti, rimanendo una figura centrale nel panorama musicale giapponese. La sua influenza si estende ben oltre i confini del Giappone, rendendolo un punto di riferimento per il pop sofisticato e sperimentale. Ohtaki è morto improvvisamente nel 2013, da solo in casa. soffocato da un pezzo di mela incastrato nella gola.
ANRI
Anri, nome d’arte di Eiko Kawashima, è un’icona del City Pop giapponese, con oltre 40 anni di carriera e 25 album all’attivo. Originaria di Yamato, ha raggiunto la notorietà negli anni ’80, in particolare con il brano Cat’s Eye, sigla dell’omonimo anime. I suoi album Heaven Beach (1982) e Timely (1983) sono capolavori del City Pop, mescolando r’n’b, jazz, soft rock e yacht rock, con influenze occidentali. Heaven Beach contiene il celebre Last Summer Whisper, amato per i campionamenti nel rap, e altre tracce che spaziano tra ballad e sonorità Westcoast.
Con Timely, prodotto da Toshiki Kadomatsu, Anri raggiunge l’apice artistico, offrendo un mix eclettico e suonato magistralmente. Ancora attiva, Anri ha conquistato il pubblico internazionale, mantenendo viva la sua passione musicale.
Dischi consigliati:
Heaven Beach (1982)
Timely (1983)
EPO
EPO, nata Eiko Sato e successivamente diventata Eiko Miyagawa, è una figura di riferimento nel City Pop giapponese, affiancata da artiste come Taeko Ohnuki, Minako Yoshida e Mariya Takeuchi. Con uno stile inconfondibile e un approccio solare e raffinato, EPO ha rappresentato il lato più sunshine pop del genere, fortemente influenzato dalle sonorità occidentali, ispirandosi ad artisti come i Carpenters e i Beach Boys. Sostenuta da Tatsuro Yamashita e Mariya Takeuchi, ha vissuto il suo periodo d’oro negli anni ’80, pur continuando a essere attiva anche in seguito.
Tra il 1980 e il 1983 ha pubblicato cinque album fondamentali:
1. Down Town (1980):
Il debutto, in cui esplora ritmi disco (アスファルト・ひとり), melodie mid-tempo (水平線追いかけて), e influenze occidentali, come l’omaggio a Downtown di Petula Clark.
2. Goodies (1980):
Rafforza le sue radici nel sunshine pop reinterpretato in chiave giapponese, con tracce come 雨のケンネル通り.
3. JOEPO-1981Khz (1981):
Un EP di 23 minuti in cui emerge la sua maturità artistica, con pezzi come 真夜中にベルが2度鳴って e il sofisticato エスケイプ, un autentico capolavoro del sophisti-pop.
4. う・わ・さ・に・な・り・た・い (Rumor) (1982):
Evoluzione delle sue sonorità verso il funk/pop e il westcoast sound, con brani nostalgici come 真夏の青写真 e 夜の寝息, impreziositi da arrangiamenti sofisticati
5. Vitamin E.P.O (1983):
Vitamin E.P.O è un lavoro che conserva la sua freschezza e vitalità anche dopo molti anni. L’album cattura l’essenza del City Pop, con brani come Vitamin E.P.O e 土曜の夜はパラダイス che evocano l’atmosfera elettrizzante del boom economico giapponese, mescolando influenze disco e melodie anni ‘60. 無言のジェラシー è una ballad soul dal sapore delicato, mentre “Would You Dance With Me” si trasforma da pezzo soul a sofisticato sophisti-pop.
L’album esplora una varietà di stili, dal R&B al funk, al pop e al soul, creando un’esperienza gioiosa e vitale.
Altri brani come う, ふ, ふ, ふ, Pay Day e かなしいともだち sono anch’essi degni di nota, ma l’intero album merita di essere ascoltato nella sua interezza. Vitamin E.P.O è uno dei dischi pop più belli e ben suonati, celebrando la gioia di vivere.
Negli anni successivi, EPO amplia i suoi orizzonti musicali: nel 1987 si trasferisce nel Regno Unito, firmando con la Virgin, e nel 1991 ritorna in Giappone, prendendo le distanze dalla musica commerciale per dedicarsi a sonorità più sperimentali.
Parallelamente, intraprende una carriera come ipnoterapista, continuando a esibirsi in contesti più intimi e mantenendo viva la sua passione per la musica.
AKINA NAKAMORI
Akina Nakamori, nata a Kiyose nel 1965, è stata una delle icone del kayōkyoku pop giapponese degli anni ’80, un genere precursore del pop occidentalizzato, dominato da ballad romantiche. Diventata una pop idol amatissima, ha sfiorato il City Pop con l’album Bitter and Sweet (1985), un capolavoro caratterizzato da sofisticati arrangiamenti synth-funk e synth-pop.
Tra i brani più notevoli spiccano Kazari Ja Nai No Yo Namida Wa, Romantic na Yoru Dawa e Babylon, che evidenziano il passaggio verso uno stile più maturo e allineato al City Pop.
Nakamori iniziò la sua carriera dopo aver vinto il talent show Star Tanjō! nel 1981, firmando con la Warner e trovando il successo con il singolo Shōjo A. Tuttavia, l’intensa pressione dell’industria musicale, che richiedeva la pubblicazione costante di nuovi album, la condusse a problemi di salute mentale e un grave esaurimento, culminando in un tentativo di suicidio nel 1989.
Dopo questo tragico episodio, Akina è tornata alla musica in modo più sporadico. Nel 2023 ha aperto un canale YouTube per reinterpretare i suoi successi e nel 2024 ha annunciato il ritorno alle esibizioni dal vivo, segnando una nuova fase della sua carriera e celebrando il suo impatto sulla musica giapponese.
Disco consigliato:
Bitter and Sweet (1985)
TAEKO OHNUKI
Taeko Ohnuki, figura centrale del City Pop, nasce a Suginami, Tokyo, nel 1953. Dopo l’esperienza negli Sugar-Babe (1973-1976), inizia una carriera solista prolifica e innovativa, pubblicando 27 album in studio, di cui il primo è Grey Skies (1976).
I suoi lavori spaziano tra City Pop, jazz, elettronica e world music, segnando profondamente la scena musicale giapponese. Tra i suoi album più celebri, spiccano quelli pubblicati tra il 1976 e il 1985:
1. Grey Skies (1976):
Esordio solista di Taeko Ohnuki, con un suono pop/jazz influenzato dal cantautorato americano della West Coast. La produzione include collaborazioni con Tatsuro Yamashita, Ryūichi Sakamoto e Haruomi Hosono. Non ancora perfetto, il disco ha un’atmosfera malinconica e intima, con una voce ancora in fase di maturazione.
2. Sunshower (1977):
Nel 1977, Taeko Ohnuki pubblica Sunshower, considerato il punto più alto della sua carriera. Rispetto al precedente Grey Skies, il disco abbandona la malinconia per abbracciare sonorità più luminose e vivaci, anticipando elementi del City Pop che emergeranno negli anni successivi.
Pur restando legato a un pop/jazz lussuoso, il lavoro incorpora influenze funk, soul e yacht rock, con brani come Nani mo Iranai che prefigurano il Westcoast pop. L’album, interamente scritto da Onuki e arrangiato da Ryūichi Sakamoto, vanta la collaborazione di musicisti di alto livello, tra cui Kazumi Watanabe e Haruomi Hosono. La voce di Ohnuki, più sicura e controllata, si sposa perfettamente con l’atmosfera sofisticata del disco. Brani come Tokai, Karappo no Isu e Sargasso Sea mostrano la sua abilità nel fondere elementi tradizionali e moderni. La qualità tecnica del disco riflette la crescente professionalità della scena musicale giapponese, rendendo Sunshower un capolavoro senza tempo che segna una fase cruciale nella carriera di Ohnuki e nella storia della musica giapponese.
3. Mignonne (1978)
Nel 1978, Taeko Ohnuki firma con la RCA, cercando di espandere il proprio pubblico dopo il successo di Sunshower. L’album Mignonne si propone di soddisfare queste ambizioni con canzoni più immediate e un avvicinamento al City Pop, ma non raggiunge le aspettative di vendita.
Pur avendo tutti gli elementi per sfondare, come i collaboratori storici (Haruomi Hosono, Shigeru Suzuki, Yukihiro Takahashi) e arrangiamenti curati da Sakamoto e Suzuki, Mignonne mantiene uno stile simile ai lavori precedenti, con una maggiore presenza orchestrale e una predominanza del soul sul jazz.
Ohnuki perfeziona il suo stile vocale, soprattutto nei toni alti, come in Tasogare. La traccia che spicca è 4:00 A.M., un brano funk che dona carattere all’album. Complessivamente, pur essendo un buon album, Mignonne lo ritengo inferiore a Sunshower.
4. Romantique (1980):
Inizia la “trilogia europea”, ispirata alle colonne sonore francesi. L’album presenta suoni di synth-pop con un’atmosfera più sofisticata. Romantique segna un cambiamento di stile, con un’interpretazione vocale più intima che ricorda Françoise Hardy. È un tentativo di rinnovamento che porta buoni risultati, con brani come Ame no Yoake e Bohemian.
5. Aventure (1981):
Prosegue la ricerca di un pop europeo in stile giapponese, con brani più vivaci rispetto a Romantique. Tra i pezzi migliori si trovano Opportunity, Grand Prix e La Mer, Le Ciel. L’album è un riuscito esempio di modernità nel pop francese anni ’60, con influenze cinematografiche e arrangiamenti curati da Ryuichi Sakamoto e Kazuhiko Kato.
6. Cliché (1982):
Concludendo la “trilogia europea”, Cliché esplora sonorità orchestrali e synth-pop, grazie alla collaborazione con Jean Musy a Parigi e Ryuichi Sakamoto a Tokyo. Sebbene l’album sia ricco di sfumature e sperimentazioni, Labyrinth emerge come uno dei capolavori synth-pop più sottovalutati di Ohnuki.
7. Signifie (1983):
Con Signifie, Onuki continua a esplorare influenze francesi, ma con un sound più diversificato, grazie agli arrangiamenti di Sakamoto e Shimizu. Pur avendo ottimi momenti come Genwaku e Signe, l’album manca di un’identità stilistica ben definita e alterna momenti ispirati a tracce meno incisive.
8. Cahier (1984):
Colonna sonora per un programma televisivo della NHK, Cahier è una rielaborazione in francese di brani tratti da Cliché, con arrangiamenti orchestrali curati da Musy e Sakamoto. Pur interessante, l’album è una sorta di riflessione sul passato, senza molte innovazioni.
9. Copine (1985):
Copine, pubblicato nel 1985, segna un cambiamento importante nella carriera di Taeko Ohnuki, con un ritorno alle sonorità eleganti e dinamiche dei suoi primi lavori, ma aggiornate all’epoca dei synth. L’album, ancora una volta arrangiato da Sakamoto e Shimizu, accoglie anche musicisti occidentali come i Brecker Brothers e Don Grolnick.
I synth sono protagonisti senza essere invasivi, e la qualità degli arrangiamenti è evidente in brani come Haru no Arashi e Siena, quest’ultimo con una struttura ritmica da tango che assomiglia molto a Vacanze Romane dei Matia Bazar. Tra i momenti più sorprendenti c’è Amico, Sei Felice?, un funk-pop vivace ma con un testo che parla della difficoltà nei rapporti tra le persone, e cosa particolare, è un brano cantato in italiano. Copine include anche pezzi yacht-rock come Out of Africa e Jacques-Henry-Lartigue, e un bel brano post-punk arrangiato da Shimizu caratterizzato da una bella chitarra tagliente. Considero Copine come l’album della maturità di Ohnuki, una sintesi perfetta della sua carriera.
AKIRA TERAO
Akira Terao è un artista poliedrico, noto sia come attore che come cantante. Celebre per il ruolo in Ran di Akira Kurosawa, ha vinto numerosi premi per le sue interpretazioni. La sua carriera musicale, iniziata come bassista nella band Group Sounds nel 1965, ha raggiunto l’apice con l’album Reflections (1981), un successo da 1.600.000 copie vendute, trainato dal singolo “Ruby no Yubiwa”.
Reflections mescola pop, Yacht Rock e surf rock, mantenendo un equilibrio tra influenze occidentali e tradizioni giapponesi, in particolare nel cantato, che richiama il kayo-kyoku, precursore del City Pop. Questo disco rimane uno dei capolavori del genere.
Disco consigliato:
Reflections (1981)
YASUHIRO ABE
Yasuhiro Abe è un cantautore e compositore giapponese originario di Tokyo. Scoprì la passione per la musica durante gli studi di architettura, abbandonati per dedicarsi alla carriera musicale. Prima del debutto solista, si fece notare scrivendo brani di successo per artisti come Mariya Takeuchi e Junichi Inagaki, tra cui l’iconica “Ruby no Yubiwa” (1981) per Akira Terao.
Debuttò nel 1982 con il singolo We Got It! e pubblicò ventidue album fino al 2003. Tra le sue opere più note figurano Slit e Frame of Mind (1985), che spaziano tra pop sofisticato e jazz/soul, ispirati allo stile di David Foster. La sua voce calda e gli arrangiamenti curati lo hanno consacrato come un crooner elegante degli anni ’80, nonostante un successo commerciale limitato.
Dischi consigliati:
Slit (1984)
Frame of Mind (1985)
AKIRA INOUE
Akira Inoue è un tastierista, compositore, arrangiatore e produttore nato nel 1953 a Tokyo. Dopo aver fatto parte della band fusion Parachute, ha intrapreso una carriera solista nel 1982 con l’album Cryptogram, seguito da opere più vicine al City Pop come Prophetic Dream (1982) e Splash (1983). Tra i due, Prophetic Dream si distingue per le influenze degli Steely Dan e una fusione di soft rock, synth-pop e future-funk.
Inoue ha lasciato un segno significativo anche come collaboratore, contribuendo all’album Reflections di Akira Terao e al sofisticato Shylights di Junichi Inagaki. La sua versatilità si riflette inoltre nelle collaborazioni internazionali con artisti come Peter Gabriel e Kate Bush.
I suoi lavori, meno commerciali rispetto ad altri esponenti del City Pop, si caratterizzano per un’estetica art-rock raffinata e un approccio cosmopolita, con arrangiamenti elaborati che compensano una vocalità non eccelsa.
Dischi consigliati:
Prophetic Dream (1982)
Splash (1983)
MINAKO YOSHIDA
Minako Yoshida, nata a Saitama nel 1953, è una delle principali artiste del City Pop, un genere che ha esplorato attraverso diversi stili musicali nel corso della sua carriera. Dopo aver iniziato come cantante nel gruppo Puff, ha intrapreso una carriera solista nel 1973, con 23 album pubblicati fino al 2019. Le sue influenze principali sono Carole King e Laura Nyro, ma ha anche sperimentato con funk, pop e sonorità Westcoast.
1. Twilight Zone (1977) è un’opera che segna la piena realizzazione artistica di Yoshida, dove l’artista riesce a fondere la sua passione per Laura Nyro con una forte impronta personale, creando un album intimo e ricco di intensità emotiva. La sua composizione piano-centrica, arricchita da fiati e arrangiamenti orchestrali, regala momenti di puro soul e gospel che restano impressi nell’ascoltatore. Brani come Melody e Shooting the Star of Love rappresentano alcuni dei picchi più alti della sua discografia.
2. Monochrome (1980) è un disco che cattura perfettamente le atmosfere notturne e sofisticate del City Pop, con un sound che mescola jazz, funk e pop in modo audace e raffinato. La produzione minimalista, con un gruppo ristretto di musicisti, permette a Yoshida di esplorare sfumature più intime e personali, creando un’atmosfera da club che affascina e coinvolge. La traccia Rainy Day, co-scritta con Tatsuro Yamashita, è una delle gemme del disco, con il suo mood notturno e sensuale.
3. Monster in Town (1981) è un album che spazia dal funky al west coast pop, ma è soprattutto il brano di apertura, Town, a catturare l’attenzione, grazie alla sua energia contagiosa e alle sue audaci evoluzioni strumentali. Pur con un inizio straripante, l’album rallenta su brani più rilassati e mid-tempo, che, seppur pregevoli, non riescono a mantenere la stessa potenza e freschezza dell’iniziale Town.
4. Light’n’Up (1982) è un album cosmopolita che mescola disco, funk e melodie coinvolgenti, senza perdere mai il suo carattere giapponese distintivo. Il brano omonimo, con la sua energia ritmica e il contributo dei Brecker Brothers, è un pezzo di grande impatto, mentre il resto dell’album alterna momenti funk a atmosfere più tranquille, tra cui il raffinato Reflection.
Alcoholler chiude l’album con un’esplosione di groove ipnotico, dimostrando la continua evoluzione e sperimentazione sonora di Yoshida.
THE AB’s
Gli AB’s sono un supergruppo del City Pop formato da Fujimaru Yoshino, Makoto Matsushita, Naoki Watanabe, Atsuo Okamoto e Yoshihiko Ando. La band nacque dopo che Yoshino invitò Matsushita a collaborare per ricreare le atmosfere di First Light. Dopo aver suonato come band di supporto nel 1982, pubblicarono il loro album omonimo nel 1983, che mescolava jazz, rock e funk in modo energico e raffinato, senza eccessi melodici.
Brani come In The City Night, Deja Vu e Django rappresentano al meglio il loro stile. Tra il 1983 e il 1988 incisero quattro album, evolvendo verso sonorità più sintetiche negli ultimi lavori. Matsushita lasciò nel 1984 per intraprendere una carriera solista, tornando nel 2004 per una seconda incarnazione della band, che durò fino al 2007.
Dischi consigliati:
The AB’s (1983)
The AB’s 2 (1984)
The AB’s 3 (1985)
MARIYA TAKEUCHI
Mariya Takeuchi è una delle figure più influenti del City Pop, che continua a conquistare il pubblico internazionale. Nata il 20 marzo 1955 a Izumo, Mariya è cresciuta in una famiglia che amava la musica occidentale, in particolare il pop dei Beatles e dei Carpenters. Fin dai suoi primi anni, la sua passione per la musica e il suo talento sono stati evidenti, tanto che, dopo un anno trascorso negli Stati Uniti, firma il suo primo contratto discografico nel 1978. La sua carriera, caratterizzata da oltre 16 milioni di dischi venduti, la vede diventare una delle voci più amate del panorama musicale giapponese, ma anche una delle icone del City Pop, grazie a brani senza tempo come “Plastic Love”.
Love Songs (1980)
Love Songs segna l’inizio della carriera di Mariya Takeuchi nel City Pop.
Con influenze chiaramente ispirate al Westcoast pop, l’album include brani come Fly Away, cover di un brano di Peter Allen tratto da Bi-Coastal, album prodotto da David Foster. Nonostante il sound di Love Songs sia più orientato al teen-pop americano degli anni ‘60, tracce come Little Lullaby mostrano l’ammirazione di Takeuchi per i Carpenters, pur con una produzione più moderna e raffinata. Quest’album, pur mantenendo un’anima retro, introduce gli elementi che definiranno la sua carriera successiva, gettando le basi per il suo contributo al City Pop.
Miss M (1980)
Miss M, pubblicato nel 1980, è considerato il capolavoro di Mariya Takeuchi e uno degli album più belli del City Pop e, per lo stile delle canzoni, anche dello Yacht-Rock. Registrato tra Giappone e California, con la partecipazione di musicisti di fama internazionale come Jay Graydon, David Foster, e Jeff Porcaro, l’album è arricchito da arrangiamenti raffinati e una produzione di alto livello. Il lato A include brani come Sweetest Music e Heart to Heart, quest’ultimo reinterpretato da Karen Carpenter. Il lato B, registrato in Giappone, presenta pezzi come Driving in the Rain e Farewell Call, che riflettono l’influenza dei Carpenters. Miss M unisce eleganza, influenze Yacht Rock e internazionalità, guadagnandosi il riconoscimento in Occidente solo decenni dopo la sua uscita. Considerato un capolavoro del City Pop, l’album rappresenta il culmine della carriera di Takeuchi.
Portrait (1981)
Portrait segna una svolta nel sound di Takeuchi, allontanandosi dalle sonorità yacht-rock per abbracciare un pop più semplice e diretto. L’album è caratterizzato da ballad dolci e morbide, con un’impronta più intima e riflessiva. La presenza di tracce come Two Vacations dimostra la crescita di Mariya come artista, che in questo periodo comincia a esplorare nuovi territori musicali, pur mantenendo il suo legame con il pop classico. Portrait è meno ambizioso rispetto ai suoi precedenti lavori, ma rivela una cantante più matura e pronta a prendere una pausa dalla scena musicale per concentrarsi sulla sua vita personale.
Variety (1984)
Variety è un album che, pur non essendo facilmente inquadrabile nel City Pop, rappresenta un omaggio alla musica americana e ha influenze diversificate, come R&B, country pop, rock ‘n’ roll e bossa nova. Sebbene un pezzone funk come Plastic Love spicchi come il brano che ha portato il City Pop alla ribalta internazionale, grazie a un fenomeno virale su YouTube nel 2017, l’intero album mostra la profondità e la conoscenza musicale di Takeuchi e del produttore, nonché marito della stessa, Tatsuro Yamashita.
I brani variano in stile, da ballad emozionanti come Broken Heart a tributi al Mersey Beat con Mersey Beat de Utawasete e alla bossa nova con Mizu To Anata To Taiyou To. L’album, pur soffrendo di una certa mancanza di coerenza stilistica, è un viaggio attraverso vari generi musicali, apprezzabile soprattutto se ascoltato come una raccolta di singoli. Nonostante la sua eterogeneità, Variety è stato un successo in Giappone e ha consolidato la carriera di Takeuchi. La ristampa include anche l’inedito Akano Enamel, che richiama le sonorità di Hall & Oates.
martedì, gennaio 21, 2025
City Pop - Gli imprescindibili - Prima parte
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento