Torna ALBERTO GALLETTI per ricordare un grande (dimenticato) del calcio internazionale, mancato da poco.
SUPERMAN E' ESISTITO ED ERA RUMENO
Ricordo bene quella partita.
Ricordo bene soprattutto le recriminazioni che mi offuscavano la testa prima che iniziasse: l' Everton che in seguito ai fatti dell'Heysel era stato estromesso per squalifica e che per me avrebbe vinto di sicuro quella Coppa dei Campioni, il Barcellona che avevo visto a Torino graziato da Pacione non mi capacitavo di come potesse esser lì e magari pure vincere, e perchè la prima squadra dell'Est ad arrivare ad una finale dopo vent'anni non fosse il Ferencvaros o l'Hajduk Spalato ma la Steaua.
C'era sicuramente anche qualcos'altro che non ricordo più.
Le semifinali presentavano quindi un quadro insolito, con Barcellona – IFK Goteborg e Anderlecht – Steaua che lasciava presagire una finale Barcellona – Anderlecht.
Successe invece che dopo l’ 1-0 in favore dei belgi nell’andata di Bruxelles, al ritorno, splendidamente giocato al pomeriggio per mancanza di impianto di illuminazione del campo della Steaua, il club dell’esercito romeno sfoderò una prestazione super rifilando ai bianco malva tre pere, bellissimo l' 1-0 di Piturca che realizzerà una doppietta, qualificandosi per la finale tra la sorpresa, direi generale, senz’altro la mia.
Da ricordare che l’Anderlecht quel pomeriggio schierava tra gli altri Scifo, Grun, Vercauteren, Vendereycken, Vandenberg e Lozano, tutti nazionali e qualche ex (forse tranne Lozano che però era molto forte) che due mesi dopo al mondiale furono fermati solo da una doppietta di Maradona in semifinale.
Quelli della Steaua nessuno sapeva chi fossero.
Ma erano bravi.
Nell’altra semifinale il Barcellona supera gli svedesi ai rigori dopo aver perso l’andata 3-0 e rimontato in casa, non senza le solite fugnate che caratterizzavano le partite degli spagnoli in coppa al tempo.
Chi di rigori ferisce….
A sto punto con la finale in programma a Siviglia, guarda un po, il Barça era strafavorito tanto più che quando le squadre fanno il loro ingresso sul terreno di gioco, gli spalti sono strapieni, 70.000 spettatori, ben oltre la capienza ufficiale (all’epoca 60.000) che le accolgono con un ruggito di entusiasmo palpabile, sono tutti li per i blaugrana, lo Steaua ha al seguito poche centinaia di persone.
Il Barcellona non ha mai vinto, una vita all'ombra dei rivali madrileni, sovrani d'Europa già allora con sei affermazioni, una sola finale giocata, quella del '61 persa spettacolarmente 5-3 contro il grande Benfica.
Neppure con Cruijff e Neeskens, si erano fermati in semifinale estromessi dal Leeds Utd.
Nessuna squadra del blocco dell' Europa orientale, per quanto riguarda la Steaua, era mai arrivata all'atto conclusivo della maggiore competizione europea.
Comunque vada sarà una prima volta.
Arbitra il famigerato Vautrot, francese, già al centro di uno scandalo per corruzione presunta per Roma-Dundee Utd dell’84, poi provata, ma per l'intanto premiato dalla UEFA con la direzione della più importante partita dell'anno.
Steaua è una squadra fisicamente molto forte, i quattro difensori dietro sono grossi e non disdegnano il gioco duro, in realtà non ce ne sarà quasi bisogno dei catalani ho già detto.
La partita dice poco, il Barcellona preme di più ma agisce per incursione sulle fasce o lanci lunghi, la Steaua con atteggiamento attendista blocca le iniziative blaugrana con ordine, i quattro dietro sono molto grossi, ben disposti e bravi nelle chiusure, il portiere è enorme.
Ripartono meglio degli avversari con bei fraseggi corti e buoni schemi ma sono imprecisi una volta arrivati alla trequarti, una sola conclusione, sballata, di Iovan al 20'.
Peccato, il potenziale offensivo, con Balint, Piturca, Lacatus e Boloni c'era.L'occasionissima ce l'ha il Barça al 30' con Schuster che da 6/7 metri di testa mette alto a porta spalancata.
Nei primi minuti Bumbescu fa volare Carrasco in un cartellone pubblicitario, non lo ricordavo, la cosa migliore della partita.
Alla ripresa l'attesa iniziativa degli spagnoli non arriva, come nella prima frazione i tentativi sono scontati e il primo quarto d'ora è agevolmente controllato dalla Steaua i cui difensori controllano con compostezza e le cui trami sono migliori, al 50' un bel tiro in girata di Majearu finisce di poco alto sopra l'incrocio quindi ci prova due volte Boloni dalla distanza, la prima male, la seconda meglio.
Si va ai supplementari dove si registra un po più di forcing degli spagnoli che ora temono i rigori e cercano di evitarli. Segnano un gol a gioco fermo per assist di mani di Carrasco ma i difensori rumeni continuano a controllare compassati.
Migliore in campo fin qui Iovin.
Quindi i rigori, il Barcellona ci è arrivato a questa finale coi rigori.
Comincia la Steaua, in porta quella merda di Urruti, uno che ho sempre odiato dopo che scalciò violentemente Cowans quando gli mise dentro il rigore del 2-0 nella finale di Supercoppa '83, se lo pigliasse nculo.
Non fu nemmeno ammonito.
Tocca a Majaru per primo, tira (male) poco angolato e Urruti para.
Per il Barcellona si presenta Alesanco, in porta per la Steaua Duckadam che non aveva avuto molto da fare nei precedenti 120' ma che adesso osservo con attenzione, un gigante di 1,93 x 88kg, possente, due baffoni da duro. Il tiro dello spagnolo è a mezz'altezza, anche questo poco angolato, Duckadam con un gran balzo para. 0-0
Sembra una partita dove pare non si debbano vedere gol, commentò in diretta Martellini. Grande.
Quindi Boloni, uno buono, ci aveva rifilato un gol da lontano qualche anno prima in una partita di qualificazione all'Europeo.
Parato anche questo, poco angolato, Urruti si muove prima lui non lo guarda e glielo tira in bocca.
Pedraza ora, alla destra di Duckadam che, su un tiro stavolta più angolato, indovina il lato giusto e abbassa la mano all'ultimo per mettere fuori. Bella parata. 0-0
Va Lacatus per la Steaua, bordata centrale appena Urruti si sposta e traversa rete, col brivido.
Stadio ammutolito.
Pichi Alonso tira il terzo rigore spagnolo, basso, Duckadam va giù e blocca con due mani 1-0.
Balint tira l'unico rigore come si deve spiazzando Urruti.
Il primo rigore decisivo tocca Marcos, rincorsa centrale e scoreggia centrale che Duckadam para fintando prima a sinistra e poi facendo un passettino prima di tuffarsi alla sua sinistra. 2-0.
La Steaua Bucarest vince la Coppa dei Campioni 1986! o se preferite la Steaua Bucarest è campione d'Europa 1985/86!
Il portiere Duckadam ha parato tutti e quattro i rigori che gli sono stati tirati, una prestazione straordinaria, mai successo prima.
In quell'istante diventa, e rimarrà per sempre, l'eroe di Siviglia.
Ecco, Helmut Duckadam è morto, aveva 65 anni, pochi e..... niente... volevo ricordarlo.
Uno di quei calciatori che hanno compiuto grandi imprese finendo rapidamente poi nel dimenticatoio.
Certo giocare in Romania a quel tempo non aiutava ma per lui il momento più alto coincise quasi con l'inizio della fine.
Colpito da aneurisma al braccio sinistro pochi mesi dopo fu operato d'urgenza, se la cavò ma ebbe la mobilità del braccio notevolmente compromessa, si temette addirittura l'amputazione.
Aveva 27 anni, non giocò mai più.
Rimase ricoverato mesi e inattivo tre anni, riprovò con una squadra minore della sua città, Arad, ma non riuscì mai ad entrare in campo, a parte una manciata di presenze per la squadra riserve.
Scartato dalla Steaua all'indomani dell'intervento chirurgico dovette abbandonare l'esercito, riuscì poi ad entrare nel corpo delle guardie di frontiera per cui restò in servizio gli anni necessari per arrivare alla pensione.
Fece poi altre cose, una scuola calcio, andò in America, subì un primo intervento al cuore, quindi quando il discusso George Becali acquisì il controllo della Steaua ne divenne presidente.
Non quello che si penserebbe oggi per un calciatore di statura analoga.
Ciò che purtroppo rimase costante nella sua vita furono i problemi di salute, subì poi altri nove interventi, un calvario, 34 anni a prendere 20 medicine al giorno, durato fino a ieri.
Forse il suo corpo non ne poteva più.
Mi spiace, fu protagonista di un' impresa fenomenale e di vittoria storica, la prima squadra (di due) appartenente al blocco dell' Europa orientale ad aggiudicarsi la Coppa dei Campioni (curiosamente anche l'altra si chiama Stella, curiosamente vinse anch'essa ai rigori, ancor più curiosamente ci giocò Belodedici).
Quando penso alla Coppa dei Campioni della Steaua la prima immagine che mi ricorre è questa riportata di sopra.
Ed è ancora più triste pensando all'atleta che fu, alle sue splendide doti fisiche abbinate ad un ruolo che senz'altro le esaltò tanto da far scrivere a qualcuno l'indomani 'Superman esiste ed è rumeno'.
martedì, dicembre 10, 2024
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Riporto da FB un commento di Dennis Mezzadri:
RispondiEliminaGrande Gallo! Però io ricordo di aver letto a suo tempo che l'aneurisma al braccio fu la maschera usata per nascondere una spedizione punitiva della mafia dei Balcani che gli spezzarono entrambe le mani e i polsi perché aveva fatto perdere un mucchio di soldi nelle scommesse clandestine ad un boss. E ricordo anche di aver letto che quando rientrò nella nuova squadra parò subito un rigore prima di infortunarsi nuovamente. Vidi quella finale in diretta, impossibile dimenticarlo.
Mi sono documentato. Ho volutamente tralasciato la ridda di illazioni che seguì la sua scomparsa dai campi da gioco. La più ricorrente è quella che il figlio di Ceausescu, al tempo presidente della Steaua, gli avrebbe fatto spezzare le mani a bastonate perché si rifiutò di consegnargli una Mercedes a uta in regalo da un miliardario tifoso del Real per aver contribuito in maniera determinante a sconfiggere il Barça. Lui stesso smentì ad un giornalista italiano che lo incontrò ad Arad nel 2010 dicendogli che la macchina la stava ancora aspettando. Ci sarebbe poi la questione che non mancò mai di denigrare lo stesso Nicu per via della dittatura ma lui si dichiarò sempre in buoni rapporti con lui.
RispondiEliminaPuò darsi sia stato vero ma tendo a credere alle dichiarazioni rilasciate da lui, dopo il crollo del regime,che ho letto. A favore dell'aneurisma, o ischemia (lui disse' un grumo di sangue nel posto sbagliato) ci sono tutti gli interventi al cuore subiti, purtroppo per lui. Di rigori ne parò due in una partita di coppa per la squadra riserve, la squadra era il Vagonul Arad, che passò il turno. Partite per una prima squadra non ne fece più.
Un caro saluto a Dennis
AG
L'ho volutamente tralasciato le illazioni perché mi sentivo di dare risalto all'impresa che reputo tuttora straordinaria, all'uomo e atleta e al destino un po infame che ebbe in sorte. Quello che invece ho tralasciato e mi sento di aggiungere è che la sua concentrazione durante i rigori fu massima, degna di un grandissimo. È stato un portiere leggendario.
RispondiEliminaGrande Gallo, aspettavo questo post. Per quanto mi riguarda ho smesso di leggere tutte le altre storie davvero troppo stucchevoli sul calcio, i tuoi scritti invece stanno sulla terra e tanto mi basta.
RispondiEliminaHey Harmonica, ciao! Grazie, uno dei migliori complimenti che mi siano stati fatti. Reso ancora migliore dalla tua premessa. Purtroppo a che il calcio e non solo gli scritti su di esso è diventato stucchevole quando non proprio insopportabile. Tutto è cambiato, io continuo secondo la mia , ormai superata, concezione.
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