venerdì, dicembre 20, 2024

Album Italiani 2024

Ho scelto una ventina di album e/o 45 giri italiani che più ho apprezzato e ascoltato nel 2024 (in ordine più o meno sparso).

Negli scorsi anni era andata così.

nel 2007 Statuto e Temponauts
nel 2008 Assalti Frontali
nel 2009 Julie's Haircut, Edda e Teatro degli Orrori
nel 2010 June e Statuto
nel 2011 Verdena, Peawees, Enrico Brizzi, Dellera, Paolo Apollo Negri, Statuto
nel 2012 An Apple Day, Barbacans, Julie’s Haircut
nel 2013 Julie's Haircut, Statuto, Raphael Gualazzi, Cesare Basile, Giuda
nel 2014 Edda, Finardi, Bologna Violenta, Bastard Sons of Dioniso, Steeplejack
nel 2015 Cesare Basile, Iacampo, Mimosa
nel 2016 Winstons, Afterhurs, Michele Gazich, Statuto, Radio Days
nel 2017 Edda, Bastard Sons of Dioniso, Cesare Basile, Era Serenase, Mauro Ermanno Giovanardi, Alex Loggia
nel 2018 Nicola Conte, Roberto Vecchioni, Calibro 35, Iacampo, Evil Knievel
nel 2019 Piaggio Soul Combination, Winstons, Massimo Volume, Giuda, Julie's Haircut, Cesare Basile
nel 2020 Ritmo Tribale, Calibro 35, Dining Rooms, Era Serenase, Mother Island
nel 2021 Gli Ultimi, The Breakbeast, Andrea Chimenti, Piaggio Soul Combination, Radio Days
nel 2022 Sacromud, Diplomatics, Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri, Vera Di Lecce, Three Blind Mice
Nel 2023 Giorgio Canali, Sick Tamburo, Alex Fernet, Lucio Corsi, Funkool Orchestra.


TOP 10
IN ORDINE DI PERSONALE PREFERENZA

OSSA DI CANE - La morte del re
Spettacolare esordio per il sestetto senese che riesce nel complesso e arduo compito di creare una miscela innovativa, sperimentale, originalissima, che mette insieme nu jazz (attingendo in particolare dalla scena British Jazz, da Ezra Collective a Sons Of Kemet e Comet is Coming), hip hop, drum and bass, elementi fusion, elettronica, un groove funk. Il tutto condito da un'attitudine "punk", iconoclasta ma allo stesso tempo intimista. Siamo di fronte a uno dei migliori album nostrani dell'anno. Eccellente.

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI - Garage Pordenone
Storico nome della scena italiana, tra i più riconoscibili, creativi, originali, i Tre Allegri Ragazzi Morti toccano il traguardo del decimo album e i trent'anni di attività, confermandosi in forma eccellente, alternando atmosfere particolarmente aggressive, al limite del punk rock, le consuete melodie pop sbilenche, un irresistibile brano rocksteady ("Mi piace quello che è vero"), power pop ("L'oscena"), malinconiche ballate.
Scorrono nei testi altri allegri ragazzi morti ad arricchire la ormai folta e inquietante umanità sempre sapientemente rappresentata. Ancora una volta un centro perfetto.

THE WINSTONS - Third
L'aspetto prevalente del mondo Winstons è il gusto continuo per il cambiamento, la sorpresa, la capacità di spaziare in mezzo a suoni di ogni tipo che possono essere facilmente collegabili a "generi" e ambiti sonori precisi, da cui però il trio rifugge subito, contestualizzandoli ad altri profili artistici.
Il terzo album della felice carriera cammina su sentieri riconducibili al primo prog a cavallo dei Sessanta e Settanta, ancora profondamente contaminato dalla psichedelia e da echi Beatlesiani. Ma in mezzo c'è un altro universo di riferimenti e influenze (dalla musica classica al rock, sperimentazione e pop) che rendono il loro sound immediatamente riconoscibile. Band di altissimo spessore internazionale, splendidi musicisti, compositori unici ed eccelsi.

KLASSE KRIMINALE - Belin, dei pazzi!
La storica band street punk Oi! di Savona compie un'operazione più unica che rara, ridando vita a una serie di brani "perduti" della storia punk ligure. Da vecchie cassette, addirittura confusi ricordi, ricostruiscono una serie di testimonianze degli anni Ottanta, reinterpretandole con il loro inconfondibile stile. Registrazione potentissima, canzoni di Gangland, Total Crash, Vanexa e altri, inclusa la conclusiva "Keep the faith" degli stessi KK, piene di genuina sincerità e urgenza, perfettamente arrangiate e suonate. Fantastico tutto.

PEAWEES - One Ride
Kilometri spesi in concerti su e giù per l'Europa, settimo album e abbondanza di riconoscimenti a un talento compositivo che si é progressivamente raffinato e personalizzato. In “One Ride” si mastica un saporito mix di power pop, garage punk, rock 'n' roll, soul, melodie di ispirazione Sessanta, ritmi sostenuti ma mai esageratamente veloci, tanta cura per i suoni. Un lavoro di grande presa e dalle indiscusse potenzialità.

THE MADS - Time By Time
I milanesi Mads, tra i primissimi in Italia ad abbracciare suoni ed estetica mod vissero poco tempo, dal 1979 al 1984, per incidere qualcosa, pur lasciando un fervido ricordo con travolgenti esibizioni dal vivo. Rinati nel 2012 con l'ottimo "The Orange Plane", bissano ora con il secondo splendido album, in cui converge tutto il meglio del mod sound, dai Jam, ai Chords, power pop, soul, ska, una splenmdida cover degli Action "Never Ever". Abbiamo dovuto aspettare tanto tempo ma l'attesa è stata felicemente ripagata da una band nel pieno dell'espressività e maturità artistica. Disco eccellente.

ASSALTI FRONTALI - Notte immensa
Il collettivo rap, primo in assoluto a incidere un disco rap in Italia, ancora come Onda Rossa Posse ("Batti il tuo tempo" del 1990), firma l'undicesimo album, confermandosi come uno dei nomi più importanti di sempre nella musica italiana.
Nessuno come loro sa affrontare in rima, con la poesia, tematiche attualissime e altrettanto tenute nascoste e colpevolmente trascurate come le periferie, il disagio delle nuove generazioni nei confronti di una società sempre più brutale e nemica dei poveri, degli emarginati, dell'inclusività, dell'etica, della socialità.
Gli Assalti Frontali ne cantano, ne rimano, con la consapevolezza da sempre partecipe, , in primissima linea, a certe problematiche. Lo fanno con un rap contaminato da sonorità funk, talvolta perfino orchestrali e una serie di giovani ospiti, nuove voci antagoniste come Er Tempesta, Piaga, Ellie Cottino, con la produzione artistica di Luca D'Aversa, la collaborazione di DSASTRO, figura leggendaria delle produzioni Old School italiane, la supervisione di Bonnot, storico produttore della band. Come sempre un raggio di luce e di speranza attraverso la lotta. Quotidiana, diretta, intensa.

THE SMOKE ORCHESTRA - Celestial bodies
Un album che spacca! Super gruppo che spara a tutto volume un funk "nerissimo", suonato e prodotto in maniera sublime. "Celestial Bodies" è un concept incentrato sullo Spazio, Galassie, Pianeti. Funkadelic, George Clinton, Sly Stone e James Brown dei 70 approvano.

GIULIO CAMPAGNOLO & the JAZZ FUNKERS - C'mon
Splendido album di modern jazz, puro Hammond sound con otto brani autografi, tra Jimmy Smith, il Ramsey Lewis dei Sessanta, Horace Silver. Campagnolo fiammeggia all'Hammond, accompagnato dalla pulsante e metronomica batteria di Adam Pache e da una sezione fiati particolare, con i sax di Michele Polga (autore anche di due pezzi) e Piero Bittolo Bon (anche al flauto) e il trombone di Federico Pierantoni.
Un gioiello di classe ed eleganza per original modernists, registrato in full analogic, live in studio.

FABIO MEINI – Streghe
E’ un album di rara intensità quello che ha assemblato, ideato, scritto e prodotto il cantautore Fabio Meini, con musiche di Josephine Lunghi e la partecipazione vocale di otto donne che parlano di donne. Costrette a vendere il proprio corpo, donne migranti, ragazze madri, persone trans. Ma si parla anche di diritto all’aborto, di donne violentate, parità di genere, nuove e vecchie streghe. Le canzoni sono una più bella dell’altra, vigorose, dure, impetuose, drammatiche e allo stesso tempo malinconiche ma mai remissive. Esattamente come tante donne che combattono ogni giorno contro ataviche ingiustizie ancora attuali.
Le cantanti sono: Aurora Pacchi (Madaus), Marina Mulopulos (Almamegretta, Malfunk), Serena Altavilla (Calibro 35, Mariposa, Solki), Rita “Lilith” Oberti (Not Moving, Lilith And The Sinnersaints), Elisa Montaldo (Il Tempio delle clessidre), Alice Motta (Zen Circus, Criminal Jokers, Motta), Alessandra Falca (Volontré) e Martina Vivaldi (Merry Go Round). A suonare invece troviamo: Dome La Muerte (CCM, Not Moving), Riccardo Rocchi (Frizzi2Fulci), Lorenzo Gherarducci (Eveline’s Dust), Francesco Bottai (Gatti Mézzi), Paolo Del Vecchio (Peppe Barra, Daniele Sepe), Fausto Caricato, Elisa Montaldo, Alice Motta, Davide Tognocchi, Elia Petrosino e Fabio Meini.
Il disco vede anche la partecipazione straordinaria dell’attore David Brandon, storico componente della Lindsay Kemp Company, noto al pubblico italiano anche per la partecipazione a molti film cult degli anni 80 fra cui Deliria di Michele Soavi, Caligola di Joe D’Amato e Le foto di Gioia di Lamberto Bava.

BRAVO GESÚ ROGER - Burro Es Gergo Va
E' corroborante per lo spirito e le orecchie quando un album risulta indefinibile, tanti sono i "generi" che vi confluiscono, si mischiano, emergono all'improvviso per poi scomparire. Soprattutto quando il melting pot sonoro è espresso con così tanta competenza e capacità. Un vago riferimento potrebbe portare ai Primus di Les Claypool, per l'approccio aperto e senza limite alcuno (oltre alle tematiche visionarie dei testi) e a Frank Zappa per l'abilità (peraltro altissima da un punto di vista tecnico strumentale) di spaziare ovunque nello scibile musicale, tra pop, funk, jazz, metal, rock. Album interessantissimo.

IL RESTO (45 giri)

RUDY BOLO - Mezzanotte al soul bar / Mollo tutto
Spettacolare singolo in prezioso vinile in cui Rudy Bolo, veterano della scena streetpunk italiana (con i grandi Ghetto 84), riprende due brani della tradizione punk nostrana in chiave soul/northern soul. "Mezzanotte al soul bar" era dei Ghetto 84, "Mollo tutto" dei Bomber 80. I brani sono energici, splendidamente arrangiati, voce abrasiva, conservano lo spirito originario ma si ammantano di sapori Sessanta, riportano alla mente in particolare i mai dimenticati e sempre rimpianti Redskins e i nostri Statuto. Eccellente e indispensabile per ogni Young (o anche old) soul rebel!

GIUDA - Louder than action / It's not about the money
Tornano i lanciatissimi Giuda, in procinto di partire per un lungo tour americano, con un nuovo 45 giri che ne ribadisce la non facile capacità di comporre nuove canzoni, sempre fresche, potenti, efficaci, convincenti, mischiando glam, punk, rock 'n' roll, pub rock. Ovvero elementi classici, ampiamente esplorati e utilizzati nei decenni. Ma la band romana ci offre sempre una nuova visuale, eccitante, pulsante, nuova. Conquisteranno il mondo.

JUKEBOX 74 - She's got the power
Lu Silver ha un curriculum di grande rispetto, dagli Small Jackets alla Lu Silver String Band, a base di puro rock 'n' roll stradaiolo di sapore 70's che lo ha sempre visto protagonista a voce e chitarra. Ha deciso in questa nuova veste di tornare al primo amore, la batteria, confezionando un singolo di rara energia e grande bellezza. E' sempre rock 'n' roll, venato di soul e di un'anima pub rock (non a caso ai due eccellenti inediti si aggiunge una bellissima cover di un maestro dell'ambito Nick Lowe, omaggiato con una riuscita versione del suo classico "Heart of the city"). Grandissimo singolo!

IL RESTO (ALBUM)
IN ORDINE ALFABETICO


ARTISTI VARI - Lievi favole
L‟associazione Culturale “Gavinuccio Canu” ha prodotto il doppio LP dal titolo “Lievi Favole” che comprende le ultime canzoni originali inedite del cantautore sassarese Gavinuccio Canu, scomparso il 14 febbraio del 2022. Il disco, in 300 copie, sarà pubblicato e acquistabile dal sito www.gavinucciocanu.org, da settembre 2024. L‟idea nasce dalla volontà di incidere il ricordo di Gavinuccio in modo indelebile e, contestualmente, rendergli omaggio grazie alla partecipazione sentita di chi come lui ha vissuto e vive la musica in modo viscerale. Un lavoro collettivo “nazionale” che possa farne conoscere e apprezzare la figura artistica anche fuori dalla sua Sassari e dalla Sardegna. Il doppio album include le registrazioni originali, scabre e intensissime di Gavinuccio Canu e le rivisitazioni altrettanto dense e profonde di una serie di artisti di primo piano della scena new wave e cantautorale italiana, tra cui Andrea Chimenti, Rita Lilith Oberti con Cesare Basile, Miro Sassolini, con Gianni Maroccolo, Mauro Ermanno Giovanardi, tra i tanti. Un lavoro unico, prezioso, a tratti sperimentale altre volte declinato in chiave canzone d'autore, destinato a rimanere nella storia della musica underground italiana.

A TOYS ORCHESTRA - Midnight again
Una delle band più rappresentative della scena italiana, firma l'ottavo album, a sei anni dall'ultima uscita, un ulteriore passo in avanti in una maturazione da fuoriclasse. Un'anima soul, blues, quasi gospel. Ogni tanto sbucano il Lou Reed, il Jeff Buckley o il Leonard Cohen più introversi, addirittura Ray Davies e i Kinks. Impressionano la capacità compositiva ed evocativa, la padronanza creativa e il livello artistico dell'album.

PIER ADDUCE - Dove vola la cicogna
Pier Adduce è un cantautore eclettico che si muove agilmente da anni in contesti autorali, soprattutto con il suo alter ego Guignol, in cui la tradizione della canzone più colta italiana si sposa a influenze disparate (da Nick Cave a Leonard Cohen). Il nuovo album, a suo nome, sposta le coordinate sonore verso un uso più accentuato dell'elettronica, mantenendo però inalterato lo scabro incedere di un rock sempre aspro e debitore alla lezione post wave. I testi come sempre sono una parte importante della poetica di Adduce, tra immagini simboliche e crudo realismo da "lingua allenata a battere il tamburo con una voce potente adatta per il vaffanculo". Un'ennesima conferma della qualità della sua scrittura.

JEAN PAUL AGAMBI QUARTET – Hate Feeds Itself
Torna la band sparsa per l’Europa, tra Glasgow e Barcellona, composta da Elle e Flavio Ferri, con l’aggiunta di Simone Trovato e Alex Carmona. Un altro ep, che segue il precedente ” Atomic Urban Extravaganza”, di alcuni mesi fa, in cui si condensano umori metropolitani, tra funk impazzito, jazz, avanguardia, attitudine punk, caos sonoro, hip hop e altro. Pura avanguardia, interessantissima.

ANY OTHER – Stillness, stop: you have a right to remember
Any Other è una delle cantautrici (oltre che produttrice e polistrumentista) più talentuose della scena italiana. Lo conferma il nuovo album, un delicato lavoro di cesello tra atmosfere folk, un retrogusto jazzy, canzoni di maturità eccelsa, una voce suadente, ferma, capace di librarsi sicura tra le note mai banali delle composizioni. Eleganza e raffinatezza, ammantate da una vena malinconica e romantica. Si candida a uno dei migliori album nostrani dell’anno, già da ora.

CESARE BASILE – Saracena
Non scopriamo ora che Cesare Basile è senza alcun dubbio tra i migliori interpreti di una canzone d’autore personale e originale, in cui è ricorrente la miscela tra tradizione e sperimentazione. Il nuovo album, come da tempo cantato in siciliano, attinge dalle sue radici e da umori “africani” ma mischia il tutto con elettronica e avanguardia, osando, senza porsi limiti, spesso immerso in raga ipnotici, dai suoni ancestrali, in cui subentrano “disturbi” elettronici, parole, suoni, rumori.
I testi nascono dall’urgenza di una contingenza, non più emergenza, ormai acclarata, come l’esodo in corso in buona parte del mondo, verso la speranza di una vita migliore (o se non altro non peggiore). Come sempre uno dei rari casi in cui ci troviamo di fronte a un disco punk senza che di quel suono ci sia nulla. Un pregio unico.

BEBALONCAR – Diary of a lost girl
Torna l’inquietante creatura di Scanna (ex Ugly Things, Primeteens, Sciacalli, Bohemians, Pamela Tiffins e tanto altro), già protagonista nel 2022 di un brillante esordio con “Suicide lovers”. Il nuovo album ricalca i sentieri tracciati nel precedente lavoro: minimalismo sonoro, atmosfere drammatiche, solenni, oscure e malate, Velvet Underground, Jesus and Mary Chain e umori shoegaze si mischiano in una miscela personale e originale, lungo dieci brani. Una conferma.

PAOLO BENVEGNU’ – E’ inutile parlare d’amore
Il nono album di uno dei più raffinati e interessanti cantautori italiani ne conferma tutti i pregi di una scrittura da sempre di altissimo livello. Benvegnù muove lo sguardo verso atmosfere più fruibili ma non scende a nessun compromesso lirico (con numerosi riferimenti socio politici) e sonoro e spiazza con un gioiello come “Marlene Dietrich”, dolente ballata romanticamente malinconica. “Canzoni brutte” è un brano che guarda con disincanto al mondo della musica, con note palesemente autobiografiche e dalla ritmica arrembante. “Tecnica e simbolica” apre il lavoro con cambi di ritmo e di atmosfere dal sapore quasi prog. Sono le tre vette di un album maturo, personale, convincente, intenso, realizzato tecnicamente alla perfezione (con arrangiamenti sempre eleganti e azzeccati).

BLACK SNAKE MOAN - Lost in time
Marco Contestabile torna con il suo affascinante progetto dal nome intrigante e misterioso, Black Snake Moan. Nove brani in cui abbraccia folk psichedelico di sapore anni Sessanta, trame care alla California musicale più oscura di quel periodo (con rimandi espliciti ai Doors ma con un approccio "malato" non distante dai primi Velvet Underground), blues, umori "desertici", raga-rock. Un viaggio personale, raro da ascoltare ai giorni nostri, arrangiato, prodotto e composto con totale competenza della materia trattata. Un vero e proprio gioiello.

CARNIVAL OF FOOLS – Complete discography 1989-1993
Una delle band più rappresentative della scena underground italiana a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, con una discografia mai ristampata nella sua completezza, trova ora il dovuto riconoscimento in due CD che includono i due album Religious Folk e Towards the Lighted Town, i singoli, brani sparsi su compilation e due live. Trentuno canzoni intrise di blues, punk, violenza, sofferenza, intimismo, “malattia”. Era il mondo del gruppo di Mauro Ermanno Giovanardi che dopo lo scioglimento, nel 1994, intraprese altre strade, sia soliste che con l’originalissima e unica avventura dei La Crus. Un capitolo essenziale per conoscere la scena italiana di quegli anni.

DINING ROOMS – Songs To Make Love To
Decimo album per il duo composto da Stefano Ghittoni e Cesare Malfatti che prosegue la sua esplorazione sonora e nell’animo umano. Qui si parla dell’amore, dalla sua costruzione, alle dinamiche delle relazioni, senza vincoli e fuori dal concetto di possesso. Lo stile è ormai acclarato e da lungo tempo riconoscibile, con groove ritmici mid tempo, ondeggianti, insinuanti, un uso sapiente di elettronica e suoni ambientali (in questo caso con registrazioni dai Carruggi genovesi, della Darsena milanese, dei quartieri spagnoli di Napoli e di città come Istanbul e San Paolo).
Ospiti vocali valorizzano una serie di brani (in particolare Chiara Castello in “Stone (My heart)” rende la canzone una sorta di versione modernizzata dei Velvet Underground feat. Nico), mentre la perfetta padronanza della materia e una creatività sempre di alto livello, portano anche questo album ai consueti livelli di eccellenza.

GHOSTWOUND - s/t
Chi ha avuto dimestichezza con la scena underground milanese ricorderà senza dubbio una serie di band che hanno brillato come meteore per poco tempo, lasciando però stupende tracce sonore: Free The Nation, Matra, Lord Shani, Psicotaxi, Noise Under Dreaming. Da queste esperienze, sempre caratterizzate da forti legami con un sound atipico, debitore a funk, rock, soul ruvido, psichedelia, proto prog tra 60’s e 70’s, provengono i componenti della band all’esordio con un album potentissimo, in cui convergono le suddette influenze. Il tutto condito da spunti stoner, una predilezione assoluta per l’acid rock, gusto per l’improvvisazione e la jam strumentale. Eccellente.

GOPHER & THE DEADLOCKS - Tropical riot
Spettacolare album che accosta con disinvoltura brani reggae (vedi la splendida "Cenere" in coppia con Neffa) e dub a furiosi punk rock, spesso sconfinanti nell'hardcore, una cover punk di "Concrete Jungle" degli Specials, non disdegnando intermezzi hip hop. Un mix intrigante ed eccitante di Clash, Rancid, Beastie Boys, Ruts, 2Tone Records. Il tutto eseguito (e composto) con un'energia travolgente e uno spirito rivoltoso e combattivo. Notevole.

THE LOYAL CHEATERS - And All Hell Broke Loose
Secondo album per la band italo-tedesca, guidata dalla voce di Lena McFrison e nuova sferzata rock 'n' roll, potente, spietata, dura e minimale. I riferimenti si piazzano tra Joan Jett, Hellacopters, Amyl & the Sniffers, Juliette & the Licks ma con un'anima rock blues che permea il tutto (in "Hound dog" in particolare). Suonato perfettamente, suoni sempre azzeccati, grande tiro e giusta attitudine.

LOVESICK - Remember my name
Torna lo stupendo duo (Paolo Roberto Pianezza, voce e chitarra e Francesca Alinovi contrabbasso e perussioni a cui si è aggiunto Alessandro Cosentino al fiddle e batteria), che ha conquistato Europa e America con lunghi e infuocati tour e cinque album. Il sesto ne conferma la perfetta abilità nel coniugare rockabilly, swing, country & western, hillbilly in canzoni originali, curate e incisive. Un lavoro perfetto!

MAVERICK PERSONA – In the name of
Il duo brindisino composto da Amerigo Verardi, figura di spicco della musica underground italiana, da sempre pilastro dell’originalità, e Matteo D’Astore (Deje) regala il secondo album del loro particolarissimo progetto. Un crogiuolo raffinato e colto di influenze, riferimenti sonori e artistici che rendono il lavoro pregevolissimo. Psichedelia moderna che abbraccia suoni elettronici e dub e con un’anima cara a due delle menti più innovative della musica pop del Novecento, Lou Reed e John Cale.
Ma ci sono addirittura rimandi a insospettabili radici come David Sylvian (“Bite for freedom” ad esempio) mentre non manca mai nella poetica di Verardi l’ombra di Syd Barrett. Un album complesso, ricco, colmo di grande musica. Un garanzia di qualità.

MARIA MAZZOTTA – Onde
Interessantissimo l’incrocio sonoro della cantante salentina, in cui azzarda accostare melodie, suggestioni, ritmi mediterranei e folk con sferzate rock talvolta di sapore quasi noise. La voce potente si sposa alla perfezione con la tradizione ma è a perfetto agio anche quando i ritmi e i suoni si fanno cattivi e aspri (vedi una delle vette dell’album, “Sula nu puei stare”, con la chitarra di Bombino e sapori rock blues psichedelici).
Tutto l’album è pervaso da un’attitudine tribale, da un approccio blues primitivo e crudo, perfino minaccioso (vedi la magistrale interpretazione di “Terra ca nun senti” del maestro Alberto Piazza, reinterpretata in origine da Rosa Balistreri, un confronto che Mazzotta riesce a sostenere con una versione percussiva e devastante). Lavoro sorprendente per forza e intensità.

SMALLTOWN TIGERS - Crush on you
Primo album per l'all female trio nostrano, già protagoniste dell'ottimo miniLp d'esordio "Five things" e di una frenetica attività live che le ha portate in giro per l'Europa, anche a fianco dei Damned. Il loro è un sound semplice e diretto: punk rock, rock 'n' roll, Ramones, garage, in cui irruenza, urgenza e spontaneità la fanno da padrone pur se con brani comunque elaborati a livello compositivo, mai banali e scontati. Una band che si è presa un posto di rilievo nella scena garage punk mondiale e che difficilmente lo mollerà.

STATUTO - Statuto Football Club
E' nota la vicinanza tra la storia degli STATUTO e la passione calcistica.
Dall'amore per la maglia granata del Torino (nel 1998 al videoclip del loro brano “Un Posto al Sole”, partecipò tutta la rosa della squadra, nel 2005 nel video di “Facci un goal” fu ospite Paolo Pulici, nel 2006 l'album "Toro" raccoglieva brani dedicati alla squadra del cuore, tra cui "Cuore Toro", inno ufficiale del Torino), a canzoni a tema calcistico meno specifiche.
Furono i primi nel 1988 a firmare un testo, “Ragazzo ultrà”, che descrive la tematica delle tifoserie organizzate, successivamente con Enrico Ruggeri hanno scritto nel 2010 il brano “Controcalcio”, omaggio al calcio d’altri tempi.
Inoltre oSKAr, è membro della Nazionale Italiana Cantanti dal 2017 con il ruolo di difensore.
Gli otto brani di "Statuto Football Club" alternano canzoni dedicate al calcio come "Notte magiche", "Una vita da mediano", "La leva calcistica del '68" e "La partita di pallone" a strumentali, sigle storiche televisive e radiofoniche di “Tutto il calcio minuto per minuto”, “Novantesimo Minuto”, “Domenica Sprint”,“Domenica Sportiva", come "A taste of honey" di Herb Alpert and Tijuana Brass o "Stadium" di Oscar Prudente con il baritonale coro "Viva viva il goleador". Le versioni sono ovviamente caratteristiche dello stile degli Statuto tra ska, soul, rocksteady, soul funk, modern latin jazz (vedi "Pancho" di Jack Trobey che fu sigla di "90° minuto").
L'idea è vincente, l'album arrangiato e suonato benissimo oltre che decisamente originale e godibilissimo.
La storia continua.

PAOLO ZANGARA - Scusi dov'è il bar?
Paolo Zangara ha un lunghissimo curriculum artistico, diviso tra un grande numero di progetti, sempre validi ed eclettici (dai Lo.Mo. agli Ophiuco), la cui attività è stata coronata da riuscite e frequenti uscite discografiche. La nuova veste solista è insolita e inedita. Gli otto brani autografi scavano nella tradizione della canzone d'autore italiana degli anni Sessanta e primi Settanta, quando spesso si ammantava di influenze jazz.
Dalle esperienze nella Penisola dell'ammaliante Chet Baker, a Gino Paoli, le tonalità ombrose di Sergio Endrigo, lo swing di Nicola Arigliano e Fred Buscaglione, oltre alle immancabili matrici di due maestri come Luigi Tenco e Piero Ciampi. Zangara si è circondato di eccellenti musicisti, il mood è perfettamente a fuoco, la qualità delle composizioni di altissimo livello. Eccellente.

ZOLLE - Rosa
Stefano (batteria) e Marcello (chitarra e voce) provengono da MoRkObOt, Viscera/// e Klown e suonano insieme da ormai trent'anni. La nuova esperienza è semplicemente geniale nel mettere insieme un sound granitico, rigorosamente strumentale (a parte occasionali cori con melodie paradossalmente spesso "celestiali" che infondono ironia e sarcasmo al tutto) che guarda ai riff e ai suoni di Metallica, Van Halen e Ac/Dc, flirta con i Motorspycho, travolge per potenza ed efficacia. Originali e irresistibili.



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