sabato, dicembre 28, 2024

Dicembre 2024. Il meglio

LUCINDA WILLIAMS - Sings the Beatles from Abbey Road
Molto bello questo tributo ai Fab Four. La voce della Williams, sempre sofferta e dolente conferisce alle versioni (peraltro la scelta dei brani è particolarmente oculata con uno sguardo a episodi "oscuri" come "I'm looking through you", "Rain" o "Yer Blues") un'aura "maledetta" che ne rinnova (aspetto difficilissmo) la veste. Anche i classicissimi "Let it be", "While my guitar gently weeps" e "Something" escono benissimo. Più che riuscito.

LAST POETS - Africanism
Spettacolare ritorno di Abiodun Oyewole e Umar Bin Hassan, gli Absolute Beginners del rap (a ruota seguì Gil Scott Heron, ispirato proprio dai loro concerti). Riemergono le session con il compianto Tony Allen, il chitarrista e bassista degli Egypt 80 Akinola Adio Oyebola e Kunle Justice, il tastierista jazz Kaidi Tatham e il sassofonista Courtney Pine. Tornano i classici della band, rivisitati in chiave afrobeat, funk e jazz. Le parole riecheggiano come sempre dure, dirette, taglienti, profonde. Splendido.

RUTS DC - ELECTRacoustic vol.3
E' da poco uscito il terzo volume della serie "ELECTRacoustic" dei RUTS DC (reperibili qui: https://rutsdc.com/downloads).
Una delle mie band preferite in assoluto (anche dopo la triste scomparsa di Malcom Owen) riprende il repertorio dei Ruts e della prosecuzione con l'allegato DC e aggiunge qualche inedito, in chiave semi acustica, ridando a classici come "Babylon's burning", "West One", "Staring at the rude boys", "Jah War", una nuova veste e confermando la loro altissima qualità compositiva e la capacità esecutiva da pure eccellenze come strumentisti.

BEASTS (of Bourbon) - Ultimo
SLa band australiana di Tx Perkins saluta definitivamente la scena con un album significativamente intitolato "Ultimo" (in italiano).
Nove brani spettrali, crudi, minimali: punk blues malato, impreciso, sgretolato, urgente, alcolico.
Allegato un album di 11 brani live tra cui "I need somebody", "Strychnine", "I'm so happy I could cry".
L'epoca degli addii...

EDGAR JONES - Here's To The Holidays/ Big Bad Girl
"Reflections of a soul dimension" di EDGARD JONES, ex dei favolosi The Stairs, è stato uno dei miei album preferiti del 2023, tra soul, Northern Soul, pop beat. Il nuovo singolo ce ne ricorda la qualità, il groove, la classe compositiva (sempre dalle suddette parti - o party -).
Qui: https://edgarjones.bandcamp.com/album/heres-to-the-holidays per un ascolto.

JAZZ SABBATH - The 1968 Tapes
Il tastierista turnista di Black Sabbath e Ozzy Osbourne, Adam Wakeman, porta avanti il divertente e sempre appassionante piano di coverizzare, in chiave jazz, brani dei Black Sabbath (che, secondo la storia creata intorno al progetto, rubarono a questa band nome e brani per diventare poi famosi). Il tutto è suonato con grande perizia e capacità di arrangiare canzoni destinate a ben altro contesto sonoro. Sempre molto godibile.

ASSALTI FRONTALI – Notte immensa
Il collettivo rap, primo in assoluto a incidere un disco rap in Italia, ancora come Onda Rossa Posse (“Batti il tuo tempo” del 1990), firma l’undicesimo album, confermandosi come uno dei nomi più importanti di sempre nella musica italiana. Nessuno come loro sa affrontare in rima, con la poesia, tematiche attualissime e altrettanto tenute nascoste e colpevolmente trascurate come le periferie, il disagio delle nuove generazioni nei confronti di una società sempre più brutale e nemica dei poveri, degli emarginati, dell’inclusività, dell’etica, della socialità. Gli Assalti Frontali ne cantano, ne rimano, con la consapevolezza da sempre partecipe, , in primissima linea, a certe problematiche. Lo fanno con un rap contaminato da sonorità funk, talvolta perfino orchestrali e una serie di giovani ospiti, nuove voci antagoniste come Er Tempesta, Piaga, Ellie Cottino, con la produzione artistica di Luca D’Aversa, la collaborazione di DSASTRO, figura leggendaria delle produzioni Old School italiane, la supervisione di Bonnot, storico produttore della band. Come sempre un raggio di luce e di speranza attraverso la lotta. Quotidiana, diretta, intensa.

GHOSTWOUND - s/t
Chi ha avuto dimestichezza con la scena underground milanese ricorderà senza dubbio una serie di band che hanno brillato come meteore per poco tempo, lasciando però stupende tracce sonore: Free The Nation, Matra, Lord Shani, Psicotaxi, Noise Under Dreaming. Da queste esperienze, sempre caratterizzate da forti legami con un sound atipico, debitore a funk, rock, soul ruvido, psichedelia, proto prog tra 60’s e 70’s, provengono i componenti della band all’esordio con un album potentissimo, in cui convergono le suddette influenze. Il tutto condito da spunti stoner, una predilezione assoluta per l’acid rock, gusto per l’improvvisazione e la jam strumentale. Eccellente.

BIG MOUNTAIN COUNTY - Deep drives
Terzo album per una delle band più interessanti e personali della scena italiana. Un sound che guarda a 360 gradi, dall'elettronica alla Madchester "Baggy" degli anni 90, a un approccio punk che caratterizza da sempre la loro produzione. Il tutto ammantato da una vena psichedelica moderna e progressiva che non guarda necessariamente agli schemi degli anni Sessanta ma decisamente avanti. Un percorso che viaggia in parallelo a band come i Primal Scream ma parlando un linguaggio molto originale e distintivo. Arrangiamenti di alta classe, composizioni mature e di respiro internazionale, un groove accattivante da dancefloor. Una conferma.

GIAMPAOLO CORRADINI & The WEEKEND WARRIORS – WW2
La band emiliana è composta da musicisti che vantano una lunga esperienza nei mille rivoli del rock ‘n’ roll. E nel nuovo album si sente, eccome. Un rock corposo che guarda non di rado al soul (il ritmo Motown di “E’ tutto un film porno” è emblematico) ma anche al rhythm and blues che si fonde all’energia pub rock e punk (vedi lo stile Jam di “Non sei nemmeno Yoko Ono”). Possiamo trovare anche il rock chitarristico intriso di anni Sessanta alla Tom Petty o Creedence Clearwater Revival, le furibonde pennate al tanto amato Pete Townshend e intense ballate crude e piene di passione. Bravi e perfetti per un disco sincero, urgente, spontaneo.

PUKA SHELL'S BLING - Dazzled Prince
Sorprendente esordio per la band leccese, con un Ep di quattro brani magnificamente suonato, arrangiato, prodotto e composto. Si vola nei meandri di un soul funk fusion di matrice jazz, mai banale e scontato ma, al contrario, ricchissimo di spunti, riferimenti, guizzi di geniale creatività. L'ideale per una fremente attesa di un album intero.

DEECRACKS + Andrea Mages - Brain Drain
Per festeggiare il 35° anniversario dalla sua uscita, la band austriaca, con l'apporto vocale del "nostro" Andrea Manges, riprende lo storico undicesimo album dei Ramones, l'ultimo con Dee Dee Ramone e quello che segna il ritorno di Marky Ramone alla batteria. Un album criticato dagli stessi Ramones per la produzione inadatta, ritrova la giusta dimensione in questa versione, in cui il sound si fa più punk rock, duro e d'impatto e con l'aggiunta di una buona dose di freschezza e immediatezza. Per gli appassionati dei Ramones un acquisto obbligato, per chi ama il punk rock un ascolto gradevolissimo.

LETTO

Francesco Stea - Centro Sociale Macchia Nera 1988-1999
La storia furiosa dei Centri Sociali Occupati italiani tra gli anni Ottanta e Novanta è estremamente complessa e articolata.
Uniti da un sincero antagonismo al "sistema" e al potere costituito, sono stati non di rado separati da direzioni molto diverse: quelli politicamente più rigidi e schierati, quelli più vicini alle istituzioni, quelli più rigorosi, quelli più "lassisti", quelli con una gestione e una direzione "professionali" e quelli confusionari e mal tenuti, quelli ferocemente avversati, quelli tollerati.
Ognuno ha avuto e ha una storia più o meno unica, diversa dagli altri.
Il MACCHIA NERA di Pisa fu una sorta di prosecuzione della precedente esperienza del Victor Charlie, una storia spesso contradittoria, fatta del consueto mix di problematiche, sgomberi, attacchi politici e polizieschi, problemi con il vicinato, scissioni interne, politiche e non.
Ma soprattutto concerti, eventi, Dj set, creatività, lotta politica e sociale.
Alla fine la pressione degli spacciatori della zona, sempre più invadenti, delle istituzioni (altrettanto) con tanto di doppio incendio e il progressivo allontanamento da parte di numerosi protagonisti porterà alla fine del Macchia Nera.
Il libro cerca di ricomporre faticosamente (non era uso tenere cronologie, archivi, fotografie, date e dati) tutti i tasselli della storia, attraverso decine di testimonianze di chi c'era e ha visto.
Il classico importante contributo a tenere viva la memoria di qualcosa che è stato così rilevante per centinaia di persone.

Luca 'O Zulù Persico - Vocazione rivoluzionaria
Che la voce dei 99 Posse ne avesse da raccontare era indubbio.
La rap band napoletana ha segnato a fuoco la scena musicale italiana, diventando uno dei nomi più rappresentativi non solo del giro hip hop ma ha saputo anche rapportarsi in maniera sempre equilibrata con un ambito più ampio, dall'autogestione dei centri social al mainstream delle major discografiche.
Con difficoltà, contraddizioni, contestazioni ma mantenendo sempre una credibilità e autorevolezza indiscutibili, nonostante le immancabili critiche e accusa di essersi “venduti” quando è arrivato il successo.
Una popolarità gestita molto spesso a fatica, tra centinaia di concerti, offerte economiche molto generose, rifiutate in nome della coerenza mentre il “fuoco amico” imperversava nel nome di chissà quale integrità e regola di appartenenza.
In mezzo l'impegno politico e sociale, sul campo, tra manifestazioni di piazza, viaggi in Palestina, Iraq, Chiapas, talvolta molto rischiosi e la ferita ancora grondante sangue del G8 di Genova.
Le “mazzate” sono una triste (per quanto raccontate sempre con ironia e sarcasmo, conseguenza prevista di certe azioni) costante di molti di questi episodi (per inciso: prese e restituite).
Inaspettata la caduta nelle dipendenze più estreme da cui è uscito con fatica e a malapena.
In tal senso il racconto non ci risparmia nulla.
Grazie alla moglie Stefania e al figlio Raul, arrivò l'àncora di salvezza a cui aggrapparsi per uscirne vivo. Una lotta dura che segue la prima fine della band, nel 2001 (si riuniranno nel 2009).
Da cui nascono nuovi progetti, esperienze discografiche e teatrali, nuovi tour, dischi, collaborazioni, libri, articoli per giornali. A fronte di questa continua battaglia una considerazione inaspettata e, per molti aspetti, ironica e divertente.
“Nel frattempo perdevo il controllo su quello che accadeva sui social, di cui non mi occupavo per manifesta incapacità tecnica e ostilità generazionale, aggravata da futili motivi. E sui social c'era la guerra”.
Dopo tante battaglie a mani nude, quella virtuale delle malevolenze spietate dei social sono ingestibili, molto più pericolose e infide e chi non è preparato, pur grande e grosso che sia e con esperienze ben più terribili alle spalle, rischia di soccombere (anche in questo il già citato “fuoco amico” è in prima linea).
Un racconto sincero, diretto, che si alterna a vari testi e a un buon apparato fotografico. Una fotografia sempre di una generazione combattente e non ancora doma.

Matteo Ceschi - G. Storia ed estetica Grunge
Lo storico, giornalista, saggista e fotografo milanese si immerge nel variegato e magmatico mondo del GRUNGE, definizione che ha sempre cercato di illustrare un contesto poco circoscrivibile.
Ma è sufficiente elencare Nirvana, Soundgarden, Pearl Jam, Alice in Chains, Mudhoney per avere chiaro un quadro, perlomeno sonoro.
Nel libro si ripercorrono quegli anni furibondi ed esplosivi, analizzando e approfondendo anche l'aspetto estetico (paradossalmente il Grunge ha vissuto più o meno in antitesi con questo concetto, abbracciando una forma del tutto casuale e basata sulla (apparente) incuria dell'immagine) di copertine e foto.
Basti pensare all'artwork di "Louder than love" dei Soundgarden con la massa di capelli di Chris Cornell che "sfonda" l'obiettivo, marchio di fabbrica dell'ambito.
"Seattle era una piccola capsula di arte e musica, una capsula completamente isolata e provinciale a cui era stato permesso di crescere, perché a nessuno importava un bel niente di quello che accadeva dalle nostre parti".
(Chris Cornell)
Molto interessante l'opera di (ri)scoperta di personaggi per lo più sconosciuti come Tina Bell, voce della gemma nascosta dei prime mover Bam Bam e Susan Silver, manager di Soundgarden e Alice In Chains, ex moglie di Chris Cornell, anime femminili del grunge, raramente considerate.
Gli appassionati troveranno spunti inediti e un approfondimento inusuale di ciò che è stato il Grunge.

Lory Muratti / Andy - L'ora delle distanze
Un libro, perfettamente definito "viaggio psycho fantasy, dark e pop" a firma di Muratti, "un vortice di colori fluo ispirato e illustrato dai quadri visionari di Andy dei Bluevertigo", a cui è allegato un 45 giri con due solenni brani che mischiano sapientemente canzone d'autore, new wave e David Bowie. Un progetto audace e coraggioso, interessante e fascinoso, di alta qualità.

VISTO

Mooon live al Kelly's - Castelnuovo di Borgonovo (Piacenza) 30/11/2024
Autore di "III", uno degli album più spettacolari dell'anno, il terzetto olandese approda, all'interno di un applauditissimo tour italiano, al classico "Kelly's" piacentino.
Folla delle grandi occasioni (si dice sold out ai nostri giorni), eccellente apertura dei local heroes Backdoor Society con il loro garage punk che migliora ad ogni esibizione, sempre più compatti, convincenti e perfetti.
I Mooon sfoderano un set di oltre un'ora in cui stupiscono per raffinatezza strumentale, capacità tecnica di alto livello e il modo di inserire le mille influenze che permeano lo psych garage di fine anni Sessanta: dai Pink Floyd (la cover di "See Emily play" è stupefacente) ai Tomorrow, passando per Pretty Things, Lovin Spoonful, Byrds, i Beatles di "Rubber soul" e del Beatle George dei tempi, Buffalo Springfield.
Le tre voci si intrecciano e armonizzano con eleganza e precisione, il basso pulsa, la batteria è travolgente, il chitarrista è un piccolo mago che attinge da matrici blues e beat per colorare ancora di più i brani.
Divertono e si divertono a inserire pause ritmiche, accenti improvvisi, veloci accelerazioni.
Davvero bravissimi, con ottime canzoni e un'attitudine che ci porta dritti in qualche club di Amsterdam nel 1968, poco prima di un concerto degli Shocking Blue.

COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Sulle riviste/zines "GIMME DANGER" e "GARAGELAND"
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".



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