domenica, gennaio 12, 2020

Il pozzo di Oak Island



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Una storia iniziata nel 1795 ad Oak Island, piccola isola canadese in Nova Scotia con il ritrovamento casuale di una depressione nel terreno che un gruppo di ragazzi incominciò a scavare trovando uno strato di ardesia, un materiale non reperibile sull’isola. A tre metri di profondità si presentò una pavimentazione di legno di quercia con segni di ascia.

Da allora si sono succedute, oltre alle teorie più svariate, numerosi tentativi (costati soldi, energie e anche vite umane) anche professionali di scendere sempre più in profondità.
Dove in successione sono emersi materiali spesso alieni all'isola: da uno strato di carbone di legna a uno di mastice, fibra di cocco, fino a ventisette metri una pietra di porfido egizio con la scritta: “Quaranta piedi sotto sono sepolte due milioni di libre”.

Ad un certo punto il pozzo si allagò per quasi tutta la sua lunghezza dopo che si era innescata una difesa idraulico che aveva permesso all’acqua di riempire lo scavo.

Il pozzo, finchè è rimasto sigillato non permetteva all’aria di uscire e all’acqua di penetrare.
Si provò a svuotarlo ma senza successo, il livello dell'acqua rimaneva sempre lo stesso.
Con l'uso di una trivella furono recuperati tre anelli di una catena d’oro.

Una compagnia finanziò la costruzione di una diga che scoprì la presenza di una più antica e di una serie di tunnel, che convergevano verso il pozzo.
Ma venne spazzata via da una tempesta.
Nel corso degli anni le ricerche e i tentativi sono proseguiti, è stato girata anche una serie TV, le spiegazioni si sono accumulate, da un antico manufatto di origine nord africana, a un fenomeno naturale, a un tesoro di pirati, gioielli di Maria Antonietta, massoneria.

Mistero ancora insoluto.

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