giovedì, settembre 11, 2014

Blues Magoos



Gruppo seminale e basilare nell’ambito della scena 60’s ma spesso relegato a comparsa da “Nuggets” o comunque di secondo piano.
L'esordio dei BLUES MAGOOS rimane un capolavoro assoluto della produzione degli anni sessanta e se i due successivi non hanno certamente la stessa forza ma si mantengono comunque ad un livello dignitoso, i due capitoli finali sono sorprendenti e assolutamente da riscoprire.
Riunitisi recentemente per qualche concerto hanno inciso un nuovo singolo “Psychedelic resurrection” (pare fortunatamente mai pubblicato) di rara bruttezza !


Psychedelic lollipop (1966) - 8
Un capolavoro di “musica totale” (per l’epoca) in cui si mischiano rock ‘n’ roll, beat, garage, prima psichedelia, blues, rhythm and blues. “(We ain’t got) nothin yet” è un classico del garage beat a cui si contrappone la triste beatlesiana “Love seems doomed” e l’incredibile versione di “Tobacco road” tra visioni lisergiche, una potenza quasi hard rock, sperimentazioni acide, chitarre sferraglianti.
Eight miles high ! Riuscita anche la cover di “I’ll go crazy” di James Brown, stupenda la byrdsiana “One by one”, discrete un paio di escursioni nel blues e chiusura garage beat con l’ottima “She’s coming home".
TRA I DISCHI 60’S ESSENZIALI.

Electric Comic Book (1967) 6.5
Uscito solo 5 mesi dopo l’esordio accoglie molte suggestioni psichedeliche (spesso esplicite anche nei testi: “Pipe dream” lascia pochi dubbi), vedi l’acidissima “There’s a chance we can make it” ma, giocoforza, anche alcuni riempitivi non sempre riusciti (trascurabile la versione della super inflazionata “Gloria”). Le idee non mancano (vedi l’hard psych di “Rush hour”) ma spesso sembrano solo abbozzate e non concluse al meglio.

Basic Blues Magoos (1968) - 6
La band si immerge in una psichedelia molto british, il cosiddetto freakbeat caro a nomi come Tomorrow, Move o gli Who di “Sell out”. Ci sono buoni spunti ma suona spesso molto impersonale e anonimo.

Never goin back to Georgia (1969) 6.5
Gulf Coast Bound (1970) - 7

Della formazione originale è rimasto il solo Peppy Castro e il sound vira inaspettatamente verso altri orizzonti che più nulla hanno a che fare con gli album precedenti.
Si spazia dal latin funk dalle influenze soul ad abbondanti dosi di jazz rock che riportano a tratti addirittura al prog folk personalissimo dei Traffic. La title track di “Never goin back to Georgia” viaggia tra Chicago, gospel e Santana, la cover di “Heartbreak hotel” di Elvis è un riuscito rock soul,“Can’t get enough of you” da “Gulf coast bound” è invece un soul funk dalle influenze psichedeliche che potrebbe stare tra Steely Dan e Temptations, avvolgente e fluente.
Dei vecchi Blues Magoos rimane solo il nome ma la nuova veste non è per nulla male.

11 commenti:

  1. grande band! Se non erro avevano fatto anche un Christmas album (forse EP) con versioni psichedeliche di Jingle Bells e Santa Claus is coming to town... assurdo ma c'era comunque un gran tiro e un super sound!

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  2. Esatto Silvio! Era un 45 giri..molto interessante
    Grandi Magoos!

    (e grande anche Mr Magoo..visti i temi 60s music e cartoon la parola a Ursus)

    C

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    1. Mr. Magoo il nonnetto miope più geniale della storia...assolutamente al top,nello stesso periodo della band newyorkese di cui sopra.
      Ed il nipote Baldo dove lo mettiamo ? MITICO !

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  3. Grandissimi!!!!
    Ho i primi tre, ma Psychedelic Lollipop è davvero un grande grande disco!
    Che riscoperta,bella Boss

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  4. Vi consiglio gli ultimi due album. Soul funk davvero interessante.

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  5. Golf Coast Bound: STREPITOSO, sentito adesso.
    C'entra niente coi precedenti ma grande.
    Grande Boss

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    1. E' un disco molto particolare che mette insieme Santana e Steely Dan ma anche soul e quel funk soul "militante" degli ultimi Temptations. Mi stupisco che non abbia avuto alcun successo e che sia assolutamente dimenticato.

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  6. Gli ultimi 2 album,francamente,manco me li ricordo...negli anni 80,sulla spinta del revival "paisley",molti li rivalutarono insieme a tutto il vecchio contigente "nuggets",ma difficilmente la critica ed i giornalisti si spingevano oltre l'anno 1968 (a parte il solito detroit-sound,considerato antesignano del punk).
    Questo fece sì che molti gruppi o solisti vennero ristampati soltanto in alcuni momenti della propria opera (di solito gli esordi e poco altro) e totalmente snobbati ed ignorati per le successive evoluzioni (qualunque fossero).
    Come commerciante trattavo sia originali che ristampe (o compilation di stampa più recente) e comunque mi rendevo conto della differenza tra i gusti dei neofiti,spesso spinti dagli articoli di Rockerilla o del Mucchio,ed altri che invece erano già più informati da tempo (e quasi sempre più attempati).
    Sul termine "psichedelia" si faceva un enorme papocchio e grande casino,secondo me...
    da un certo punto di vista trovo molto più informati i ragazzi di oggi,con possibilità maggiori di ascoltare e valutare un po' di tutto...il problema,semmai,è la superficialità con chi lo si ascolta quel "di tutto",ma quella è un altra storia di cui si è già discusso altre volte...
    ad ogni modo io tenderei ad alzare i voti,anche per Comic-book e Basic...ma è questione di gusti :-))))

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  7. grazie ad ursus conobbi anche la mitica versione dei torinesi roll's 33,gruppo dellamadonna veramente bravi
    MAX

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  8. Poi Peppy Castro fondò i Balance all'inizio degli anni ottanta e creò altri due capolavori di purissimo AOR.

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  9. OT : Ieri sera in macchina ho sentito il primo pezzo del nuovo U2, "The Miracle of Joey Ramone"......
    Rivoltante , al peggio non c'e' fine.

    GMV

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