venerdì, gennaio 18, 2013

Lucio Battisti



Non sono mai stato un fan di Lucio Battisti, mal sopporto la svolta elettronica degli ultimi anni, la celebrazione acritica di stampa e pubblico italiano mi sono sempre sembrati esagerati nei toni, il saccheggio che ne è stato fatto mi ha tenuto a lungo lontano da lui e dalla sua opera.
Che ho preso ad ascoltare in toto per poterne dare un giudizio globale e complessivo, partendo dai presupposti di cui sopra.
Soprattutto per non trascurare quello che, volenti o nolenti, è stato uno degli artisti ed autori più originali nella storia del pop e della cultura italiani della seconda parte del ‘900.
E che ancora continua ad influenzare direttamente e pesantemente decine di artisti, nuovi e meno nuovi.
Lucio Battisti è stato uno dei rari casi in cui la Musica Italiana ha saputo esprimersi in maniera personale ed originale, pur attingendo da influenze non prettamente autoctone.
Ha creato uno stile, un marchio inimitabile e riconoscibilissimo, lasciando classici sia a livello di album che, ovviamente, di brani singoli.
E che ha saputo sempre rischiare e sperimentare, spesso incurante dell’aspetto commerciale.

Lucio Battisti (1969) 7
Esordio tipico dell’epoca che raccoglie vari 45 già usciti e l’interpretazione di brani scritti da Battisti per altri artisti.
Il sound ha un’impronta rhythm and blues (“Un avventura”), accenni psichedleici inglesi (“Prigioniero del mondo” e il finale di “Non è Francesca”), sguardi beatlesiani (“Io vivrò”), addirittura cavalcate di ispirazione prog/rock blues (“Il vento”).
E poi i successi come “29 settembre” e “Balla Linda”.
Tra i musicisti Franz Di Cioccio futuro PFM, alcuni dei Ribelli, Vandelli dell’Equipe 84, la creme del beat italiano.

Emozioni (1970) 8
Un altro album antologico con la maggior parte di quei brani destinati a rimanere nella storia della musica leggera italiana “(Motocicletta” in realtà intitolata “Il tempo di morire”, “Acqua azzurra acqua chiara”, “Dieci ragazze”, “Mi ritorna in mente” etc).
Tutto molto leggero e pop ma arricchito da una vena “black” e da insert di stampo psichedelico tardo beat che lo rendono personale e particolarissimo.
Tra i musicisti la futura PFM, i Dik Dik, Demetrio Stratos, Radius e la Formula Tre.

Amore e non amore (1971) 8
Un concept diviso tra canzoni d’amore e non d’amore, suonato con una band d’eccezione, i Quelli, futura PFM con Mussida, Di Cioccio, Premoli, olre ad Alberto Radius e Dario Baldan Bembo.
Speso evidentemente live in studio.
Ci sono eccellenti parti strumentali molto vicine al groove hammod beat alla Brian Auger (“Dio mio no”), incursioni jazz funk, concessioni al prog e al rock n roll (“Se la mia pelle vuoi”), talking blues (“Supermarket”).
Un Battisti inconsueto, curioso, divertente ma superbo.

Umanamente uomo: il sogno (1972) 6.5
Almeno due classici destinati al songbook della canzone italiana ( “I giardini di marzo” a “E penaso a te”), tutta l’estetica Battistiana, ma anche sperimentalismi (la strana title track e l’inutile e cacofonico finale “Il fuoco”), bizzarrie (“Il leone e la gallina”), accenni prog.
Album trascurabile.

Il mio canto libero (1972) 7
Il nostro caro angelo (1973) 6

Battisti allarga le prospettive, introduce archi, perfeziona le modalità compositive, rende ancora più personale la sua scrittura, matura sempre di più.
Infila come sempre un classico come “Il mio canto libero”, dalle sfumature soul in “Il mio canto libero” e “La collina dei ciliegi” in “Il nostro caro angelo” ma non rinuncia ad ardite sperimentazioni con un occhio verso le sonorità latine, destinate a diventare il fulcro del lavoro successivo.

Anima latina (1974) 8.5
All’apice del successo, dopo un viaggio in Sud America, Battisti cambia bruscamente le carte in tavola, osa, spinge ancora iù in là la voglia di sperimentare e realizza il suo album più ambizioso e controverso, attingendo dalla musica latina, le liriche di Mogol si fanno sempre più ermetiche, i brani si allungano, inseriscono corpose parti strumentali e volutamente non prevedono ritornelli (tanto meno di facile presa).
Stroncato all’epoca, rivalutato successivamente, rimane tra gli album più significativi di Battisti e della musica pop rock italiana.

Lucio Battisti, la batteria, il contrabasso eccetera (1976) 6.5
Io tu noi tutti (1977) 6

Dal Sud America agli Usa con una nuova miscela che lo riporta alle origini, al soul, al funk, alla disco (“Il veliero”), alle melodie più facili e orecchiabili, a ritmi ballabili (“Ancora tu”), strutture più definite, anche se non mancano ancora occhiate alla sperimentazione.
In “Io tu noi tutti” il solito mega hit, “Si viaggiare”, eccellente funk disco soul . Alcuni brani, tradotti in inglesi, finiranno su “Images” destinato al mercato americano da cui ricevette scarso interesse.

Una donna per amico (1978) 8
Una giornata uggiosa (1979) 6.5

Si consolida il legame con il sound americano tinto di umori black, facili melodie, Philly sound (gli arrangiamenti di “Prendila così” ad esempio), disco music raffinata, elegante pop d alto profilo. “Una donna per amico” è uno dei suoi migliori album in assoluto con brani come la title track e “Nessun dolore” nuovi classici del pop italiano.
Più modesto “Una giornata uggiosa” in cui prosegue sulle tracce dell’album precedente, piazzando la title track in classifica. Per il resto è (buon) manierismo e mestiere.

E già (1982) 5.5
Battisti abbandona ancora una volta le certezze e svolta radicalmente verso un synth pop minimale, abbandona Mogol e affida i testi alla moglie.
Suona tutto Greg Walsh, il risultato è un album sconcertante, sintetico, tecnologico, freddo.

Don Giovanni (1986) 6.5
L’apparenza (1988) 5
La sposa occidentale (1990) 5
Cosa succederà alla ragazza (1992) 5
Hegel (1994) 6.5

Dopo anni di silenzio torna con l’ausilio di Pasquale Panella ai testi (sempre più astrusi e cervellotici), musica minimale, sintetica ed elettronica, copertine altrettanto algide dai pochi tratti essenziali.
Gli album si differenziano poco, l’uno più techno, l’altro più incline a sonorità trip hop, da altre parti arrivano suoni dub o dance.
Restiamo sempre in un ambito elettronico musicalmente poco interessante (soprattutto se riascoltato oggi), con testi di difficile comprensione, melodie non esaltanti nè facilmente memorizzabili.
Impossibile sapere se la strada era ormai in qualche modo definitiva (all’apparenza si.
Battisti pareva essersi chiuso al mondo esterno, anche artisticamente, incurante dell’attualità o meno della sua musica) o se ancora una volta avrebbe saputo rivoltare sè stesso e la proprio storia con una delle svolte a cui ci aveva abituato.

38 commenti:

  1. EMOZIONI contiene un classico battistiano e del pop italiano dalla prima all'ultima canzone.
    Ergo merita un 9 (e qualcosina di piu' x gratitudine personale)

    Voti piu' alti anche per Il Contrabbasso e Io Tu NOi Tutti

    C

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  2. "Anima Latina" e "Una donna per amico" li reputo anch' io superiori alla media. "Emozioni" è effettivamente un classico.

    Sostanzialmente mi trovo d' accordo su tutto, ma anche per me "La batteria..." vale di più.

    Giustissimo anche l' accento che poni sulla critica: da una parte gli a-critici assoluti, dall' altra quelli "Battisti? sopravvalutato...".

    In realtà un grande, grandissimo, che ha fatto cose meravigliose e altre un po' bruttine e meno riuscite: come tutti i grandi artisti.

    AndBot

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  3. Quello che mi ha sempre tenuto lontano da Battisti è sempre stata, appunto, l'esaltazione del Battisti canzonettaro come se avesse fatto solo quello.
    Andando a cercare anche "il resto" e preso nella sua totalità emerge un artista poliedrico, sperimentatore, con alti e bassi, cose riuscite ed altre meno.
    Ma un Signor Artista che merita un enorme rispetto e soprattutto studio approfondito delle sue opere.
    Non fermandosi a "10 ragazze per me" (pur bellissimo)

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  4. Concordo su è già, ci rimasi malissimo

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  5. anche per me 'la batteria, il contrabbasso....' merita di più, Un uomo che ti ama è una signora canzone, ma ce ne sono diverse. Leggo il commento di Una donna per amico sotto Una giornata uggiosa, come mai?
    Mi permetto di dire poi che fondamentale nelle opere di Battisti sono i testi, vero che se ne occupava Mogol, ma che venivano percepite come un tutt'uno dall'ascoltatore,e che, secondo la mia personale esperienza battistiana (che continua tutt'oggi) molto più preminente di qualsiasi vetta musicale da lui toccata (e ne ha toccate di altissime)

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  6. Io lo conobbi tramite 'Una giornata uggiosa' da cui fu attratto in quanto maliconico quattordicenne dell'epoca, rimane per questo ancora oggi il mio disco preferito di Battisti, forse non il migliore come scoprii dopo andando a comprarmi tutti i dischi a ritroso ma certo ha una grossa capacità evocativa. Lo metti un coommento su questo disco?

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  7. Un sette anche a Io tu noi tutti e un 8 alla 'Batteria il...' per la quale dovresti pure scrivere un commento, thanks

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  8. CI sono i commenti per entrambi. Ho unito i dischi insieme perchè li ho ritenuti "simili" a livello stilistico

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  9. Amo "Anima latina" l'ho proprio riascoltato recentemente: uscì che avevo 13-14 anni e ricordo lo sguardo perplesso dei miei, che all'epoca erano trentacinquenni ed erano dei fan di Lucio (in casa avevamo i suoi 33 e 45 giri) ma come tanti altri non riuscirono ad apprezzare un disco stratosferico, abituati al Battisti canzonettaro.
    La svolta elettronica non ha mai convinto neanche me: c'ho anche provato, ma niente da fare.

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    1. Quando sentii i dischi "elettronici" ai tempi li scansai e dimenticai subito.
      Riascoltati oggi mi sembrano avere ancora meno senso

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  10. Fra l' altro riascoltavo proprio ieri "Una giornata uggiosa", che per me è un buon album ma effettivamente non al livello dei suoi migliori. La title-track è bellissima, però.

    Panella è un paroliere più colto, ma alla fine ci vuole Mogol.

    AndBot

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  11. I dischi di "elettronica" hanno davvero poco senso: da una parte non sono interessanti proprio come lavori di elettronica, cioè trovi di meglio senza penare troppo. Dall' altra esulano totalmente dall' immaginario battistiano.

    Boh, forse fu l' ennesima sfida o una provocazione, o magari davvero era preso da quel tipo di sperimentazione...

    Non saprei.

    AndBot

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  12. Pazzesco...sai che io sono appena entrata in un rehab dove un simpatico aguzzino mi somministra a piccole dosi Battisti (che ho sempre bellamente snobbato, non per altro ma forse - lo sto capendo adesso- perchè cani e porci lo suonavano) al fine di portarmi sulla retta via?

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    1. Lo stesso. Snobbato da sempre perchè era quello della Canzone del sole, (ri)scoperto e isolato quei tre/quattro album da riascoltare periodicamente

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    2. Non mi parlare della Canzone del sole, che mi partono i conati...

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  13. Immenso Battisti. Nel pop italiota come lui nessuno!
    Grande Boss!

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  14. ma l'Innominabile A. manco di battisti parla piu?

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  15. Battisti canzonettaro a manetta per me, grazie!
    Certe sue primissime uscite hanno quasi la magia dei Beatles.

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  16. totalmente ignorato all'epoca. rappresentava l'esatto opposto del mio credo musicale totalmente rivolto al british. alla pari dei pooh e di tutta la roba che si ascoltava a scuola. l'ho rivalutatissimo solo negli ultimi diciamo 15 anni della mia vita. anche i suoi pezzi più famosi rivisti sotto altra prospettiva, anche 'costruttiva, non solo per mogol, li trovo geniali e unici

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  17. Quello che più mi dispiace è aver snobbato certi brani che sono puro rhythm and blues solo perchè era Battisti

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  18. perche' siete fondamente prevenuti,caratteristica casula che puo talora ritorcersi contro.
    battisti canzonettaro e canzone del Sole e smettiamola coi luoghi comuni che tanto non si e' piu' fighi.
    C

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  19. o mare nero mare nero mare neeee

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  20. Artista immenso. Tra i lavori da rivalutare ci metto Don Giovanni, un piccolo gioiello pop, dove ancora l'elettronica e i testi "nonsense", non avevano preso il sopravvento come negli album successivi.

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  21. sempre ascoltato "di nascosto" perchè il mio giacobinismo infantile non permetteva cedimenti alla canzone pop e allora vai di seghe con gli Area, Alloisio e Finardi, comunque di nascosto ho apprezzato molte sue canzoni, sicuro un grande artista...ma non ho mai pianto ahahaha

    in Anima Latina e il Contrabbasso ci suonò il Basso, Bob Callero, mitico session man de zena, tra l'altro prima di essere minacciato da agenti in borghese fascistoidi, girava con una maglietta del G8 con una foto sanguinolenta con su scritto: "Saluti da Genova", ciao Bob sei un grande anche tu!

    cortez

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  22. Grande...in pochi hanno suonato in un pezzo tutti gli strumenti (RESPIRANDO) arrangiato (LP anima latina) suonato tutte le partiture di chitarra (LP il nostro caro angelo)In pochi hanno creato melodie tutte diverse e quasi mai riconducibili a qualche cosa di già sentito...

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  23. Il sottoscritto di riff e di raff da un bell'otto a tutti a parte "E già" che merita la metà.

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  24. pensa te, anch'io da giovane lo snobbavo perchè piaceva a gente che mi stava sulle balle,..proprio 10-15 gg. fa ascoltavo 'Emozioni' lp,..e cazz..., davvero disco molto bello, ma molto

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  25. Battisti camminò sempre dieci passi avanti.La lotta fu dura confrontandosi con la sottocultura e i luoghi comuni che hanno sempre contraddistinto le bestiamasse italiche sempre accecate di luoghi comuni,fanatismi di bassa lega, di fanatismidi tipo calcistico, idolatranti al verbodi pseudo evangelisti di partito e di giornalisti venduti al miglior offerente.Tifosi, non ascoltatori attivi,specchi delle mode, delle bandiere e non della sostanze, delle evidenze.Fu geniale ed innovatore sia nella canzone di un solo accordo (Dio mio no) sia nelle strepitose produzioni panelliane. Ad ognuno il suo...,ed il mio è ora la fase panelliana, stupenda ed innarrivabile. Scelte libere da ogni condizionamento, moda, ristrettezza commerciale, laboratorio e "banca dati" per i numerosi cloni caserecci e non, che cantando sempre la stessa canzone riciclata e scopiazzando a piene mani, trovano ancora il consenso dei più. E' evidente che un "Don Giovanni" un'"Apparenza ecc." non sono alla portata dei canzonettari nostrani, non sono stati scritti e cantati per strappare lacrime, ne per vendere. Arte allo stato puro,l'ascoltarore non è più soggetto passivo che subisce il testo (ritornello facile e rassicurante)ma creatore e compositore del testo a proprio uso e consumo. Ad ogni ascolto nuove sensazioni, immagini "colori che divorano colori". -Battisti/Panella: un volo libero in alta quota senza paracadute (Cerami) Grazie Lucio, uomo libero, artista libero, pochi come te!



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  26. molto umilmente mi inserisco anch'io, senza alcun titolo.
    Secondo me il talento di Battisti come compositore, sia di catchy tunes che di cose più intense, è evidente e quello che sempre mi ha creato problemi sono i testi di Mogol. Li ritengo emotivamente fangosi...vischiosi...., e oltretutto falsi... scritti per assecondare quello che si riteneva "nell'aria" e mai davvero propositivi di un punto di vista diverso sul mondo e sulle cose. La tua ragazza si innamora di un altro, allora è un "angelo caduto in volo" per non usare un'altra espressione. Se però sei tu che invece la tradisci sul serio, allora "non piangere salame, dai capelli verde rame..." e così via. E questo è solo un esempio tra tanti. (Forse l'unica canzone di Mogol che in qualche modo mi interssa è "il nostro caro angelo")
    Ora provo a dire una cosa...un autore di testi in cui ho sempre (o quasi) trovato un sentore di "realtà" è Luca Carboni...qualcuno è d'accordo con me?

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    1. In effetti il tanto decantato Mogol, a parer mio, non è quel gran paroliere.
      Ma è stato talmente funzionale a Battisti che mi riesce difficile pensare i suoi brani celebri senza "quei" testi.

      Luca Carboni lo conosco poco ma alcuni testi non mi dispiacevano

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  27. Da fonti attendibili, ho saputo che negli anni '60 Mogol era il contribuente numero 2 in Italia, il primo era un notaio milanese...

    Ci vuole un FISCO bestiale!

    W

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  28. i testi sono belli (e' lui che e' una testa di..pare)
    C

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  29. A nessuno, come me, piace il disco "E Già"? Io lo trovo un assoluto capolavoro...5.5 per quell'album è da denuncia! :-)

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