domenica, gennaio 23, 2022

Il lago d'Aral


Prosegue la rubrica I luoghi che non rivedremo più.
Qui le puntate precedenti: https://tonyface.blogspot.com/search/label/I%20luoghi%20che%20non%20rivedremo%20pi%C3%B9

Il quarto lago più esteso della Terra, profondità massima di 42 metri, situato tra Uzbekistan e Kazakistan, nel giro di 60 anni, dal 1960 ad oggi, si è ridotto del 90%, mentre la sua superficie è passata da 68.000 km² ai circa 20.000 km² attuali.

Negli anni Sessanta l'Unione Sovietica deviò i due fiumi immissari del lago d'Aral per favorire la coltivazione intensiva di cotone nelle zone circostanti, provocando il progressivo ritiro delle acque, lasciando un deserto di sabbia, sale e carcasse di navi abbandonate.
Le piantagioni furono anche inonadate di grandi quantità di diserbanti chimici, contaminando terre e le acque rimanenti.

Quando si alza il vento si creano nubi tossiche con gravi problemi respiratori alle popolazioni che vivono intorno al lago.
La mancanza di umidità ha distrutto l'equilibrio termico della zona causando temperature che vanno da un minimo di -35°C in inverno fino a un massimo di 50°C in estate.

Con la costruzione nel 2005 della diga di Korakal, in Kazakistan, il livello del lago si è così alzato di nuovo, passando da 30 a 38 metri, ripristinando la salinità naturale e la reintroduzione di specie ittiche

2 commenti:

  1. anonimo delle 12:42
    fra l'altro nel centro c'era un'isola dove i sovietici avevano un centro oggi completamente abbandonato per lo studio e sviluppo di armi chimiche e batteriologiche con ancora stoccati centinaia di barili di scorie e chissa' cos'altro in pessime condizioni

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  2. Purtroppo ma di questa storia non si è più saputo nulla (figuriamoci).

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