lunedì, dicembre 21, 2020

I migliori libri di musica del 2020



Una quarantina di titoli letti nel 2020 relativi a musica e dintorni.

TOP TEN (in ordine sparso)

HOLLY GEORGE-WARREN - Alex Chilton. Un uomo chiamato distruzione
C'é chi é nato perdere e chi vincente ma ce l'ha messa tutta per perdere tutto.
E' incredibile, a tratti paradossale, la pervicacia di ALEX CHILTON per distruggere ogni tassello del suo successo. E ci è riuscito.
Sempre.
Famosissimo già da adolescente minorenne con i BOX TOPS di "The letter", adorato con i BIG STAR, artista di culto, cercato e riverito da musicisti, fan, produttori, scelse uno stile di vita a dir poco dissoluto che annientò rigorosamente ogni traccia del suo successo.
Scoprì e produsse i primi CRAMPS e i PANTHER BURNS di Tav Falco, poi i Gories, continuò disordinatamente a suonare quando voleva (e come voleva), a incidere dischi solisti a caso, senza senso e continuità, a sopravvivere facendo il taxista o il lavapiatti, frequentò la scena punk new yorkese agli esordi, riprese un po' di soldi con le reunion dei suoi precedenti gruppi.
Ritrovò notorietà (e tranquillità economica) poco prima di andarsene tragicamente nel 2010.
Il libro di Holly George-Warren è una minuziosa e dettagliatissima (forse eccessiva per chi non é pienamente dentro al mondo di Alex) ricostruzione della sua turbolenta vita.
La discografia finale è quanto di più esaustivo ci possa essere, il taglio è avvincente, le 400 pagine comunque veloci.

FERRUCCIO QUERCETTI, ODERSO RUBINI - Bologna 1980 - Il concerto dei Clash in Piazza Maggiore nell’anno che cambiò l’Italia
Un evento che ha cambiato tante cose, in un'Italia che stava mutando vorticosamente, in un caos socio politico inimmaginabile tra terrorismo (di stato e non), stragi, rivoluzioni implose.
Il concerto bolognese dei CLASH fu un concentrato di significati e significante di portata unica.
Incluso il primo seme della divisione italiana tra l'ala punk più militante (quella "Crassiana", anarco estremista dei Raf Punk che contestarono il concerto) e quella "tradizionale", legata al concetto primigenio del punk.
Il libro (corredato da stupende foto) analizza l'aspetto artistico, anche attraverso moltissime testimonanze dirette, articoli (quello al vetriolo e reazionario di Michele Serra spicca per la clamorosa incapacità di comprensione di ciò che stava accadendo), recensioni, interviste a Joe Strummer e soci.
Ma la parte più importante e profonda è quella che precede e conclude il libro: un'attenta, lucida, colta e perfetta analisi del clima dei tempi, della fine del Movimento, l'eroina, il PCI al massimo splendore elettorale ma che già lasciava intravedere il successivo rovinoso declino, un cambiamento radicale del mondo giovanile, in quella Bologna, laboratorio unico di un potenziale "mondo nuovo", abbattuto due mesi dopo dalle bombe fasciste in stazione.
Un libro bello, curato, attento.

ELISA DE MUNARI - Countin' the blues
"Countin' the blues" (sofisticato doppio senso tipicamente blues) è un pregevole saggio socio politico antropologico sul ruolo delle DONNE nel BLUES, negli anni 20, quelle che precorsero di decenni il concetto più spontaneo e puro di FEMMINISMO e di autodeterminazione.
"In ogni tempo e in ogni società l'ago della bilancia per quanto riguarda le questioni morali é sempre stato il corpo delle donne, costantemente trattato come qualcosa da nascondere e controllare, perché ritenuto pericoloso e ricco di tentazioni"...
Elisa De Munari (musicista tra le più apprezzate in ambito alt blues in Italia ed estero con il nome di ELLI DE MON), analizza in maniera precisa e profonda il significato della musica blues, attualizzandolo con le esperienze personali di blues woman.
Raccontando le difficoltà, ancora oggi, di essere donna in un ambiente che si presupporrebbe libero da certi pregiudizi e che rimane invece spesso pesantemente maschilista.
Il libro, attraverso alcune canzoni di personaggi iconici, spesso sconosciuti ai più, ci porta nelle nicchie più nascoste e profonde del blues primordiale declinato al femminile, nel disperato affrancamento da razzismo, maschilismo, oppressione.
Una lotta durissima, aspra, spesso persa ma che ha marchiato a fuoco il concetto di autodeterminazione. A corredo l'intervento di una serie di artiste e musiciste italiane.
Protagoniste Ma Raney, Bessie Smith, Lucille Bogan, Bertha Chippie Hill, Alberta Hunter, Lottie Kimbrough, Sippie Wallace, Memphis Minnie, Elizabeth Cotten, Victoria Spivey, Geeshie Wiley.
Libro importante ed essenziale.

DEBBIE HARRY - Face it
E' una gran bella autobiografia quella della voce dei BLONDIE.
Personaggio in giro da metà degli anni 60 che prima di diventare (molto faticosamente) una star del pop, si è laureata, trasferita a New York dove vede i primi concerti dei Velvet Underground, una giovane Janis Joplin agli esordi, si trova a Woodstock nell'agosto del 1969, frequenta l'underground artistico della città, viene stuprata, scippata, picchiata, stalkerizzata, filmata di nascosto per un porno clandestino, si affida all'eroina, vive di espedienti, suona per breve tempo con i Wind in the Willows e poi passa alle Stilettoes, lavora come “coniglietta” al Playboy Club e come cameriera al mitico locale Max's dove incrocia Miles Davis o Andy Warhol di cui diventerà ottima amica.
Entra nel giro vizioso dei New York Dolls e poi, a 32 anni, in quello punk.
Diventa famosissima e perde tutto in poco tempo.
Riparte e riconquista il suo mondo.
Un lavoro pieno di racconti spesso crudi e spietati, altre volte solo piccanti (gli aneddoti del tour con Iggy e David Bowie...), sorprendenti (la sua passione per il wrestling), divertenti.
Debbie Harry descrive un mondo incredibile, ormai consunto e consegnato alla storia, con un pizzico di malinconia ma mai nostalgicamente anzi, spesso, risaltandone i tratti più drammatici e oscuri.
Libro godibilissimo con ampio corredo fotografico.

CASEY RAE - William Burroughs e il culto del rock 'n' roll
E' noto il ruolo di WILLIAM S BURROUGHS come "santo patrono degli artisti fuorilegge" e di come i suoi scritti, le sue visioni, la sua attitudine abbiano influenzato i personaggi più disparati, da Bob Dylan ai Beatles (Paul volle la sua immagine su "Sgt Peppers"), fino a Husker Du, Sonic Youth, Kurt Cobain, Patti Smith, Lou Reed, David Bowie, Genesis P-Orridge e decine di altri.
"William sembrava connesso con qualsiasi cosa.
Se guardi un film come "Blade runner" scopri che l'espressione 'blade runner' è farina del suo sacco, come 'heavy metal'...Lui è una specie di BIBBIA ALTERNATIVA"
(Patti Smith).
Senza contare quanto sia stato decisivo per molte delle istanze del punk:
"Il punk rock era influenzato da Burroughs perchè il punk rock era di fatto una rivoluzione ampia, internazionale, antiautoritaria, e culturale.
Credo che Burroughs fosse in tutto e per tutto punk". (V.Vale di "RE/Search")
Ha inoltre definito alla perfezione il concetto di censura, nel 1962:
"La censura, ovviamente, è il presunto diritto da parte delle agenzia governative, di decidere quali parole e immagini i cittadini abbiano il permesso di vedere".
Il libro di Casey Rae è perfetto nel congiungere tutte le linee che hanno legato Burroughs alla musica attraverso dettagli, conversazioni, episodi.
Parlando anche, senza remore, della sua adolescenza tribolata, della tossicodipendenza, dell'omosessualità, della fascinazione per l'occulto e tanto altro.
Essenziale tassello per approfondire ancora di più uno degli aspetti meno noti e più sottovalutati della storia del rock.

CARLO BABANDO - Blackness
Mi piacerebbe scrivere come Carlo Babando.
La mia è sincera ammirazione per chi è stato in grado, con questo testo, di approfondire, come è raro trovare, in modo così lucido e innovativo, il difficile rapporto tra BLACKNESS (in particolare il mondo che gravita, artisticamente e culturalmente, intorno al mondo afroamericano) così come la intendiamo noi "bianchi europei" e come invece è in realtà. Ovvero di una complessità che talvolta sfugge a chi si limita alla classica iconografia "Black Panther/pugno nero chiuso/black is the colour" etc.
"Bisogna stare attenti che il binomio musica nera/lotta per l'uguaglianza non inizi ad apparire prevedibile o troppo ben confezionato per fare riflettere come dovrebbe.
Il rischio è di scorgere qualcuno che alza il pugno semplicemente per essere preso sul serio, per dimostrare che la propria voce merita più attenzione perché affronta certi temi."
La prima parte del libro ci insegna a cosa era l'Africa Subsahariana prima delle deportazioni.
Luogo di imperi, ben governati e amministrati, pieni di cultura e radici.
Non sempre rispondenti al nostro immaginario (spesso gli schiavi venduti per essere portati nelle Americhe erano prede e conquiste di guerra di altri neri, appartenenti ad altre etnìe.
Guerre progressivamente istigate dai mercanti bisognosi di mano d'opera fresca).
E' un saggio di GRANDE IMPORTANZA, un approfondimento chiaro e spietato che toglie di mezzo tante inesattezze, "ribalta" coraggiosamente una visione della storia eurocentrica e "romanzata".
Uno dei testi più lucidi mai letti sul contesto in oggetto.
Anche perchè:
"L'espressione di un musicista afroamericano deve essere ricondotta necessariamente alla propria identità culturale?" In mezzo tanta MUSICA, tanti dischi, una guida competentissima alla Black Music, ragionata, mai banale, precisa, piena di piccole sorprese.
Comprate queso libro senza alcuna esitazione.
Un piccolo, anzi no, un vero e proprio CAPOLAVORO per chi vuole capire meglio la BLACK MUSIC.

DOME LA MUERTE / PABLITO EL DRITO - Dalla parte del torto
Io al domani non ho mai pensato, ho sempre vissuto in un eterno presente, con una tensione diretta alla realizzazione dei miei sogni e alla ricerca di un senso di giustizia, equilibrio e bellezza che ho sviluppato nella mia adolescenza turbolenta e ribelle....
posso dire di avere vissuto le cose fino in fondo, senza compromessi, rifuggendo la notorietà, e non ho nulla da rimpiangere, anche se ora ne pago le conseguenze...
ogni iniziativa che va in direzione della sostenibilità e della giustizia sociale va sostenuta con anima e corpo per far si che questo mondo non sia un parco giochi per pochi ricchi sempre più ricchi, ma un luogo dove tutti quanti abbiano lo spazio per vivere con dignità, nel rispetto delle differenze, della libertà e dei desideri dei singoli.
Basterebbero queste parole che chiudono l'appassionante autobiografia di DOME LA MUERTE per innamorarsi di questo libro. Una corsa ai 200 all'ora, senza freni, nella vita.
Quella che vale la pena di vivere, costi quel che costi.
Sono scelte difficili e definitive, da cui non si torna indietro.
Dome le ha fatte da metà degli anni 70, abbracciando l'etica ed estetica hippie, saltando nel punk e nell'hardcore, virando verso lo space hard rock, tornando al rock 'n' roll, senza dimenticare la techno, i rave, il Djing estremo.
In mezzo impegno politico, sociale, in prima linea, sempre, ovviamente, dalla parte del torto.
Non ci risparmia nulla: botte, droghe, sesso, disastri, cadute, risalite, aneddoti incredibili.
Felice, orgoglioso, appagato, di aver condiviso (e di continuare a farlo) tante strade con DOME.

BRUNO MORELLI / ANTONIO G. D'ERRICO - Alunni del Sole
C'è un'ampia porzione della musica pop italiana dimenticata o inesplorata ma che ha lasciato segni tangibili e riconoscibili nella storia nostrana.
Gli Alunni del Sole sono sempre stati piuttosto lontani dalle mie preferenze, non di meno la loro storia è interessante e intrigante.
Sostanzialmente creatura del compositore e cantante Paolo Morelli, anima e mente del gruppo (diventata una sorta di sigla della sua opera creativa), personaggio introverso, poetico, particolare, profondo, a metà tra musica leggera, pop, canzone d'autore e con una vena prog agli inizi, scomparso nel 2013.
In questo libro il fratello e braccio destro nella band, Bruno Morelli, affiancato da Antonio G.D'Errico, ne raccontano la storia artistica (ricca di successi e notorietà tra i 70 e gli 80) e l'intimo poetico, aprendo anche uno sguardo molto interessante sulle vicende della discografia italiana, sull'amicizia con Fabrizio De Andrè, sulle manovre che stanno dietro alla gestione di un gruppo e tanto altro.

PAUL REES - The Ox
Il giornalista Paul Rees (con l'aiuto e l'approvazione della prima moglie Alison e del figlio Cristopher) scrive la parola definitiva sulla storia del più grande bassista rock di sempre, JOHN ENTWISTLE.
E' un racconto brutale che non risparmia particolari scabrosi, su una vita spesa a dilapidare una fortuna dietro l'altra, tra eccessi e abusi di ogni tipo.
Se la prima parte descrive le imprese goliardiche con il suo "partner in crime" Keith Moon (a cui John teneva tranquillamente testa in quanto a eccessi), dopo la tragica scomparsa del batterista (anche a causa di questo), John sprofonda sempre più negli abusi.
Compra auto, bassi, chitarre, vestiti, in modo compulsivo ma anche case e quantità abnormi di oggetti inutili con cui arredarle.
Va più volte in malora (nonostante certi tour con gli WHO gli fruttino cifre intorno ai 3 milioni di dollari!), viene "salvato" dalle lucrose reunion della band, divorzia due volte e finisce, insieme all'ultima compagna, Lisa, nel delirio più totale, fino alla morte nel 2002.
Amici, collaboratori, ex compagne, concordano sul fatto che avesse almeno due personalità (se non di più). Quella da rockstar, a cui non sapeva rinunciare e da cui non voleva allontanarsi (arrivando anche a pagarsi tour fallimentari, pagati con i suoi soldi, con la John Entwistle Band), per non sprofondare nel suo personale "black hole". Quello in cui vagava nei periodi di pausa, nelle sue tenute, tra un party e l'altro e uno smisurato abuso di alcolici, superlacolici, donne, droghe.
Il 27 giugno 2002, ormai distrutto, il suo fisico cederà.

ANDREA ANGELI BUFALINI / GIOVANNI SAVASTANO - La storia della discomusic
La disco è assolutamente democratica: ragazzi con ragazzi, donne con donne, uomini e donne, bianchi e neri, capitalisti con marxisti, cinesi e via discorrendo. Tutti in un grande miscuglio.
(Truman Capote)v Un libro che più esaustivo non si può.v Ogni dettaglio del vastissimo ambito ascrivibile al mondo DISCO è passato al setaccio, attraverso migliaia di titoli, artisti, eventi, personaggi, dichiarazioni.
Dall'afro funk delle origini, al funk 70, il northern soul, "La febbre del sabato sera", la disco elettronica, la scena italiana, da Raffaella Carrà ad Amanda Lear, i fratelli La Bionda fino a Lucio Battisti e Alan Sorrenti.
E poi l'abbraccio caloroso che le tributò la scena rock: Rolling Stones, David Bowie, Elton John, Rod Stewart, i quattro ex Beatles, i Grateful Dead, Rick Wakeman, Blondie, Aretha Franklin, i Pink Floyd tra i tanti.
Molto interessante il capitolo che approfondisce l'accoglienza che ne diedero in Italia la sinistra e il mondo intellettuale, con gli strali di "Lotta Continua" e del "Manifesto" (con editoriale al veleno di Giaime Pintor), oltre che di Famiglia Cristiana mentre personaggi come Alberto Moravia, Natalia Aspesi, Alberto Arbasino ne compresero meglio il significato e la portata sociale.
Come sempre le pubblicazioni Hoepli sono corredate da una superba grafica con centinaia di stupende foto a colori, dichiarazioni, discografie.

IL RESTO (in ordine sparso) .

STEFANO SPAZZI - Arcipelago Mod
L'approdo della (sotto)cultura MOD in ITALIA.
Siamo nei primi anni 80 e sull'onda di Jam, "Quadrophenia" e della scena inglese, anche da noi mette le radici un movimento di estrazione britannica ma che trova in breve tempo centinaia, poi migliaia, di affascinati adepti. STEFANO SPAZZI è andato pazientemente alla ricerca di quegli anni, scavando tra protagonisti, soprattutto rappresentanti della scena musicale.
Parlando direttamente con loro, cogliendone una visione matura, che, ancora, 40 anni dopo, ha tante cose da dire. Si parla di Statuto, Underground Arrows, Four By Art, F104, Mads, Five Faces e tanti tanti altri.

CLAUDIA ATTIMONELLI - Estetica del malessere. Il nero, il punk, il teschio nei paesaggi mediatici contemporanei
Un saggio particolarmente approfondito sull'uso del "nero", del teschio, dello "scuro".
Da quello della pelle che passa dall'irriverente Josephine Baker al "minaccioso" di Grace Jones all'estetico fatto di vestiario e di apparenza ("Diventare neri" in seguito all'esposizione al sole o all'uso divenuto una tendenza negli anni 90 delle lampade solari, significava prendere le distanze dall'estetica del malessere che prediligeva il pallore e l'assenza di segni esprimenti floridezza e salute.").
Un'analisi colta e filosofica dell'estetica del malessere, che ci porta all'interno di concetti e liguaggi, chiarendone alla perfezione l'uso nella società odierna.
In mezzo transitano le figure di Darby Crash, Crass, Lydia Lunh, David Bowie, Pete Doherty.
Un testo da approfondire, denso di spunti e riflessioni.

IAN PENMAN - Mi porta a casa, questa curva strada
Ian Penman è uno dei migliori critici musicali inglesi, da New Musical Express a The Face, Uncut, The Wire e The Guardian.
In questo libro sono raccolti suoi otto saggi, scritti con pungente ironia, riferimenti colti, un tratto agile e molto fresco.
Talvolta si perdono i rimandi ad aspetti e autori della cultura (musicale e non) inglese ma la lettura é consigliata e avvincente.
Si parla di James Brown e Prince, Charlie Parker, Elvis e Donald Fagen.
Si parla anche della Cultura Mod e leggerne é un vero piacere, con frasi che ne colgono al meglio l'anima.

RAFFAELE M. PETRINO - Amore alzati che passa la cummedia di Cesare Basile
CESARE BASILE è tra i CANTORI (non apprezza il termine cantautore) più rappresentativi della canzone d'autore italiana. Il libro di Petrino ne racconta la storia, dettagliatissima, dalle origini punk, al ritorno alla tradizione folk blues mediterranea della terra natìa, la Sicilia, in cui nasce, fugge e con cui si riappacifica.
Il racconto parte dall'adolescenza, con le sue scelte contraddittorie, passa per le esperienze estreme a Berlino e Milano, fino al ritorno a Catania, dove diventa soggetto attivo della scena musicale e artistica.
In mezzo una trasformazione umana e personale, profonda, colta, matura in cui Basile si fa filosofo di sé stesso e trasporta i sui concetti sul palco e nei dischi.
Un percorso intimo che diventa pubblico, nonostante i contenuti spesso (e volutamente) ostici e senza compromessi. Sullo sfondo una lunga serie di esperienze, personaggi noti e meno noti della nostra scena musicale, tracce di una dimensione che, alla luce di ciò che sta accadendo, sembra un racconto del secolo scorso.

MATTEO GUARNACCIA - Jimi Hendrix
Matteo Guarnaccia è artista, disegnatore, scrittore, un luminare nel campo della moda, musica, arte, cultura, che ha attraversato tutte le epoche più creative dagli anni 60 in poi.
Un grande protagonista della (sotto/contro) cultura italiana contemporanea.
Nel 1980 pubblicò questo fumetto in 47 tavole allegato alla neonata edizione italiana di “Rolling Stone”.
Una gustosa, psichedelica e coloratissima spy story sulla morte di Jimi Hendrix, da allora irreperibile e finalmente ristampata, nel 50° della scomparsa del grande chitarrista e compositore.
Prefazioni di Eugenio Finardi e Omar Pedrini.

GIULIO D'ERRICO - Attitudine riottosa
Uno sguardo molto approfondito e interessante sul periodo Anarcopunk inglese, dall'esplosione dei CRASS e tutto il loro seguito, al progressivo disfacimento di quella scena, musicale ma soprattutto socio politica.
A parlarne, in dodici capitoli, altrettanti protagonisti di quegli anni.
Che ci dicono di quanto vissuto, dalle manifestazioni "Stop the City" (in cui centinaia di anarchici, punk e affini, bloccarono gli affari della City "invadendola", alla deriva tossica di scene pur determinanti come quella di Bristol (Disorder, CHaos UK, Amebix), la situazione, unica, in Irlanda del Nord, l'espressione politica femminista, animalista, pacifista, con tutti i suoi distinguo più profondi e reconditi.
Uno spaccato che aiuta a capire una realtà spesso sfuggita alla comprensione immediata.

UFPT - Trap – Storie distopiche di un futuro assente
La TRAP è il fenomeno più significativo in ambito musicale negli ultimi anni.
Piaccia o meno.
La Trap è l'espressione della youth culture con il maggior bacino di utenza di sempre.
Grazie al digitale e alla tecnologia (con cui è facile produrre canzoni) si è espansa in ogni angolo del mondo. E' musica volatile, destinata ad esaurirsi in pochissimo tempo, in continuo cambiamento, al 100% digitale, che non subirà mai il feticismo del collezionista affamato di ristampe.
E' la testimonianza di un cambiamento epocale che ha modificato per sempre la modalità di fruizione della musica. "La quantità ha distrutto la qualità, l'artigianato è morto".
Questo libro per Agenzia X è importante e basilare per chi vuole cogliere gli aspetti sociali e culturali del fenomeno TRAP.
Contiene spunti essenziali per comprendere ciò che sta accadendo, in ambito strettamente musicale e (sotto) culturale.
Chi ama le sotto culture ed è curioso di comprenderne le evoluzioni e i cambiamenti farebbe bene a provare a capirne di più.

FEDERICO GUGLIELMI - No control. Storie di hardcore punk californiano 1980-2000
FEDERICO GUGLIELMI non ha bisogno di presentazioni.
Se per qualcuno fosse un nome sconosciuto probabilmente ha sbagliato blog.
In ogni caso, sintetizzando: giornalista per Mucchio, Rumore, Rockstar, Bassa Fedeltà, fondatore di Velvet, attualmente con Classic Rock, Blow Up, Audio Review, Vinile.
Ha lavorato in Rai, è stato produttore di parecchi dischi (Not Moving inclusi), scritto una trentina di libri.
Nello specifico ci interessa sottolineare che è stato uno dei primissimi in Italia a parlare e scrivere di PUNK e, in particolare, HARDCORE, quando ancora in pochissimi ne avevano l'esatta percezione della portata storica.
In questo libro raccoglie quanto scritto sull'hardcore californiano dal 1980 al 2000.
Articoli, recensioni, interviste (da Brett Gurevitz a Mike Ness, Rancid, Kevin Wasserman degli Offspring, East Bay Ray dei Dead Kennedys e tanti altri).
Interessanti gli articoli in tempo reale, primi anni 80, su quanto avveniva da quelle parti, con la percezione ancora "naif" di noi italiani (che in realtà eravamo tra quelli "più avanti" nel recepire il nuovo sound). Soprattutto la mancanza di reverenza esterofila (non mancano sonore e feroci stroncature) e la visione di un futuro ormai prossimo già nel 1982: "Inutile negarlo: il movimento hardcore è diventato ormai un businnes di proporzioni relativamente vaste, grazie a quale è fin troppo facile realizzare e vendere porcherie sfruttando ipocritamente presunti desideri di ribellione" - a proposito della "discutibile" compilation della Alternative Tentacles "No so quiet on the Western Front".
Come sottolineato nella prefazione, non è né enciclopedia né saggio ma un testo importante per gli appassionati del genere, da consultare, alla ricerca di un sacco di "musica perduta".
THOSE IMPORTANT YEARS.

EDDY CILIA - Venerato Maestro Oppure
Eddy Cilia è tra i migliori e più autorevoli giornalisti musicali italiani.
La lunga militanza nel "Mucchio", fondatore di "Velvet", attualmente con "Audio Review" e "Blow Up", autore di numerosi libri, consulente a RadioRai3 e presente sul web con il sempre interessantissimo blog.
Il nuovo libro raccoglie quasi 400 pagine di suoi scritti dal 1994 al 2015 ed è un sussidiario perfetto, un abecedario ideale, l'epitome suprema di come si dovrebbe scrivere di musica: in maniera chiara, colta, sempre documentatissima, un pizzico di ironia e la capacità di spaziare da Miles Davis ai Replacements, da Paul Weller a Lee Scratch Perry o ai Beastie Boys. C'è da imparare, divertirsi, prendere nota.
Essenziale.

MAURIZIO BLATTO - Sto ascoltando dei dischi
Maurizio Blatto è una storica firma di "Rumore" nonché proprietario di un altrettanto monumento come il negozio di dischi "Backdoor" di Torino.
E, soprattutto, UNO DI NOI.
Quelli che non riescono (da tempo immemorabile) a scindere la vita reale con quella della musica ascoltata, vissuta nel quotidiano come una componente essenziale della propria esistenza.
Non sono follia o ossessione ma una semplice componente del realtà che viviamo.
In cui ogni gesto, visione, frase, parola, vengono automaticamente associate a una canzone, un gruppo, un concerto, una sensazione legate alla nostra "bolla sonora".
I racconti di Blatto fanno morire dal ridere, esasperando con grandissima ironia le nostre grottesche idiosincrasie in merito. Svela drammaticamente però la nostra malattia, in cui è dolce cullarsi e da cui mai vorremmo guarire...anzi..

ROSSANO LO MELE - Scrivere di musica
CHI SCRIVE DI MUSICA SI ARROGA IL DIRITTO DI SPIEGARE AGLI ALTRI COSA STANNO SENTENDO.
NON E' UNA FACCENDA DA POCO.
Difficile dirlo meglio.
L'autore lo può fare.
Direttore di "Rumore", batterista dei Perturbazione, insegnante di Linguaggi della musica contemporanea presso l'Università Cattolica di Milano.
In questo veloce, agile, chiaro e limpido saggio su ciò che significa "scrivere di musica" non si erge mai a dotto medico e sapiente ma spiega con molta trasparenza, umiltà e immediatezza, cosa vuol dire agire in un ambito così complesso e, altrettanto, abusato (da cani e porci. E io mi metto in prima fila).
Tutto é accuratamente sostenuto dalla lunga e difficile esperienza personale, da annotazioni in cui é facile riconoscersi, citazioni che abbracciano il pur sempre ampio spettro della critica musicale.
Sarebbe importante che fosse letto da tanti improvvisati, pretenziosi e arroganti aspiranti al "giornalismo" musicale ma anche per chi é un tantino più navigato è un testo molto interessante per rimettere in fila un po' di concetti basilari.

CLAUDIO BENASSI - Ragazzi di strada...I Corvi
Il tanto bistrattato BEAT ITALIANO ha saputo, ormai è per fortuna cosa nota e un dato acclarato, creare realtà interessanti e di grande pregio.
I CORVI ad esempio abbracciarono il sound più duro e crudo dei 60's suonando brani di Brogues ("Ain't no miracle worker", diventata la famosa "Ragazzo di strada", più di un milione di copie vendute), Electric Prunes ("Sospesa un filo", versione di "I had too much to dream last night"), James Brown "("I don't mind" diventata "Resterai"), oltre a "Bang bang" e brani di Kinks, Animals, Them, Who dal vivo.
Una carriera fulminante poi protrattasi, dopo i 60, nel corso degli anni, con varie nuove incarnazioni e formazioni. Il batterista Claudio Benassi, purtroppo unico superstite della formazione originaria, racconta al giornalista Pierangelo Pettenati la storia del gruppo, aneddoti e ricordi gustosi.
A corredo numerose foto d'epoca e la discografia.
Per gli appassionati una testimonianza imperdibile.

GEORGE MARSHALL - Skinhead nation
Originariamente pubblicato nel 1997, è un'evoluzione e una rifinitura del precedente lavoro di George Marshall (esponente e studioso della scena skin britannica) "Spirit of 69" (qui recensione e intervista al traduttore Flavio Frezza, in questo nuovo libro affiancato da Letizia Lucangeli: http://tonyface.blogspot.com/2019/05/george-marshall-spirit-of-69.html).
Si parla della scena SKINHEAD britannica con riferimenti specifici a quella americana, tedesca, norvegese ma in generale il focus è sul significato della (sotto)cultura in oggetto.
Ci sono importanti precisazioni e approfondimenti ("Se non fosse stato per gli skin per il movimento del 68/69 non credo che il reggae sarebbe mai finito in classifica. Bob Marley non avrebbe mai avuto tanto successo se non fosse stato per i giovani bianchi della classe operaia" - Toast della fanzine "Tighten Up").
Ad esempio come gli skin fossero in giro già molto prima del fatidico 1969:
"Iniziai a vedere degli skin in giro a metà dei 60, probabilmente nel 1966...le origini degli skinhead risalgono all'epoca mod, si evolse a partire da lì, quando i capelli incominciarono ad essere sempre più corti".
Altrettanto interessante l'osservazione relativa all'uso che i media hanno sempre fatto delle culture giovanili: "Ho visto con i miei occhi giornalisti fare correre gli skin su e giù per la spiaggia - Correte da questa parte, correte da quell'altra - E poi tre giorni dopo sui giornali: "Gli skinhead causano disordini".
E poi la reiterata conferma che lo stile skinhead è una diretta filiazione di quello mod e che come quello ha continuato ad evolversi.
Più controversa e ambigua la posizione nei confronti dell'estrema destra, legata alla scena, che l'autore condanna in quanto posizione politica (che dovrebbe essere aliena dal giro skin) ma che, talvolta arrampicandosi sugli specchi, finisce in qualche modo di tollerare e giustificare:
"I ragazzi della working class sono sempre più alienati. Il sostegno all'estrema destra è decisamente legato a questo senso di alienazione ma inveve di fare i conti con ciò che lo genera - ignoranza, disoccupazione, abitazioni non dignitose,povertà, discriminazione - il potere cerca di aumentare ulteriormente proprio quel senso di alienazione. I ragazzi bianchi sono nelle stesse condizioni dei neri svantaggiati...se sei bianco, vivi con il sussidio in un appartamento pieno di muffa e ti vengono a dire che qualcuno ha ottenuto il lavoro che volevi per nessun'altra ragione se non perché quel qualcuno è nero, la faccenda può essere interpretata come razzismo alla rovescia".
La posizione "apolitica" di George Marshal, a difesa del "culto" skin è più volte ribadita:
"Nessun altro culto giovanile è sottoposto alla stessa quantità di stronzate. L'estrema destra è da biasimare per aver preso di mira il culto skinhead e in questo è stata aiutata e incoraggiata dai mass media che costituiscono il suo strumento di reclutamento numero uno. La sinistra non è da meno, poichè alcuni suo settori preferiscono tenere allegramente il mito dello skin sempre e comunque nazista, piuttosto che affrontare la realtà dei fatti. Infine lo stesso biasimo va ai molti skinhead che hanno incarnato lo stereotipo mediatico e hanno permesso alle proprie convinzioni politiche di violare le tradizioni del culto".
Al di là delle posizioni dell'autore (esplicitate oltre 20 anni fa), il libro è più che interessante ed esaustivo per comprendere l'anima e la sostanza della cultura SKINHEAD, lontani da ogni manipolazione o sensazionalismo.

EZIO GUAITAMACCHI - Amore, morte e rock 'n' roll
Di morti, più o meno eccellenti, nella storia del rock ce ne sono state in abbondanza, incluse quelle misteriose e controverse.
Ezio Guaitamacchi è andato alla ricerca degli ultimi giorni di una serie di rockstar, in un lavoro ben riuscito, in cui l'autore si accosta con delicatezza a un argomento così sensibile e delicato, attingendo da interviste, dichiarazioni, ricordi delle persone più vicine, riuscendo a trovare particolari inediti che vanno a completare il ritratto dell'artista.
Ci sono i grandi nomi che hanno accettato con consapevolezza l'imminente destino, da Bowie a Mercury, Lou Reed, Lemmy dei Motorhead, quelli colti all'improvviso e coloro la cui dipartita era abbondantemente annunciata, a causa dello stile di vita.
Tanti particolari, foto rare e una confezione sempre elegantissima, nel tipico stile delle pubblicazioni Hoepli, completano un libro sicuramente intrigante.

MATTEO TORCINOVICH - Grafika 80!
Gli anni 80 italiani dell'esplosione del primo punk e della new wave, non furono solo musica ma anche tanta GRAFICA. Creativa, geniale, stimolante nella sua capacità di sapere produrre immagini d'avanguardia e sperimentali con pochissimi mezzi (fotocopie o poco più).
"Grafika! 80" raccoglie centinaia (più di 800) di immagini dell'epoca, dalle copertine di dischi e cassette, alle fanzine, volantini, pubblicità, elaborazioni grafiche di ogni tipo, corredati da alcuni scritti esplicativi. Non c'è alcuna pretesa enciclopedica o di completezza, anzi, la modalità di raccolta a 360 gradi è ancora più interessante e vivace.
Uno spaccato di un'epoca unica e finita.
Importante da conservare in memoria e archivio.

MARA SURACE - Inglan is a bitch
LINTON KWESI JOHNSON ha sempre avuto un'inaspettata considerazione in Italia, tra articoli, libri, concerti.
Inusuale per chi ha sempre parlato di una realtà molto specifica (quella inglese in cui è cresciuto), in un linguaggio incomprensibile (un creolo giamaicano broken english).
Ma la fascinazione che ha sempre esercitato il suo profilo ha superato facilmente ogni incomprensione, unita all'apporto musicale di Dennis Bovell.
MARA SURACE ripercorre la sua storia, intransigente e cristallina, attraverso una lunga serie di citazioni da interviste e, soprattutto, i suoi testi. Un libro perfetto per conoscere a fondo un personaggio spesso trascurato e dimenticato ma basilare e seminale nell'economia della musica inglese degli anni 80.

BLOOM FILES
Migliaia di concerti (e che concerti! Dai Nirvana al meglio del garage punk internazionale, Green Day, Hole, Queens of the Stone Age, Motorpsycho, Jon Spencer Blues Explosion e un numero incalcolabile di band italiane) ma anche cinema, teatro, eventi artistici di ogni tipo, corsi etc etc.
Non per nulla il BLOOM di Mezzago è uno dei migliori locali italiani di sempre.
Qui si cerca (faticosamente, nessuno ha mai tenuto un archivio di quanto accaduto tra quelle mura) di ricostruirne la storia, dai profondi anni 80 ad oggi, soprattutto attraverso decine di foto, volantini, articoli, testimonianze. Bello e anche struggente per chi ci ha vissuto così tante serate ad IMPARARE.

LUCA D'AMBROSIO - Musica per cani
Luca D'Ambrosio ha una storia molto intensa con i compagni Harry e Pallino, ai quali ha affidato la selezione di sedici brani rock (e affini) dedicati espressamente ai CANI.
Si va dalle conosciute "Martha my dear" di Paul/Beatles, "Bron Y Aur stomp" dei Led Zeppelin e "Seamus" dei Pink Floyd alle meno note "The day that Lassie went to the moon" dei Camper Van Beethoven o "The Marvin boogaloo" di Giuliano Palma & the Bluebeaters.
Schede veloci, lettura leggera, molto gradevole.

LAURA PESCATORI - Femita
Laura Pescatori ci offre uno spaccato della scena musicale italiana in un'ottica FEMMINILE, andando a parlare, attraverso una quarantina di interviste, con altrettante protagoniste.
Da nomi altisonanti e celebri come Teresa De Sio, Giovanna Marini, Cristina Donà, Jenny Sorrenti, Jula De Palma a personaggi rappresentativi dell'underground da Helena Velena a Rita Lilith Oberti, Eva Poles etc.
Gli spunti che emergono sono tanti e stimolanti, lo spettro artistico ampio, un lavoro interessante e unico.

MATTEO CESCHI - Note per salvare il pianeta
Per lungo la sensibilità nei confronti dell'ambiente è stata trascurata dalla musica.
Con l'eccezione del pericolo nucleare che, dagli anni 50 in poi, ha stimolato non pochi artisti a comporre canzoni per avvisare del pericolo incombente.
E' solo a cavallo dei 60 e dei 70 che inizia la consapevolezza di quanti abusi si compiano sul Pianeta, in nome del profitto. Nascono Greenpeace, concerti come No Nukes e decine di musicisti abbracciano una nuova visione "verde".
Matteo Ceschi ripercorre il cammino della canzone "green" attraverso un riuscito cammino fatto di domande e risposte.
Decine di titoli, episodi, dischi sconosciuti, musicisti insospettabili per un libro interessante, esaustivo e stimolante.
Interessante il ruolo particolarmente attivo di band del circuito punk, hardcore, metal, dai Dead Kennedys, ai Napalm Death, Conflict, Nuclear Assault, Testament.

STEFANO GILARDINO / ROBERTO CASELLI - La storia del Rock in Italia
Armati di una buona dose di incoscienza e coraggio gli autori si cimentano in un'impresa difficile, ampia e insidiosa come la storia del rock in Italia.
Un'avventura che evidenzia come spesso si sia trattato di una realtà prevalentemente derivativa ma che dalla fine degli anni 50 ad oggi non siano poche le eccellenze che hanno saputo distinguersi con una proposta personale e originale. Allo stesso modo sono rari i casi in cui le nostre espressioni sonore in ambito rock sono riuscite ad emergere all'estero dove il verbo italiano rimane relegato al pop più deteriore.
Il libro è totalmente esaustivo, ogni epoca ha una contestualizzazione socio/politica/storica e di costume, c'è una ricca discografia, eccellente cura grafica, foto rare e particolari, curiosità, approfondimenti, interviste.
Dal rock 'n' roll di Peppino di Capri, passando per beat, prog, punk, elettronica, riviste, festival, siti, portandoci fino ai nostri giorni, trovate l'intero scibile del rock italiano.
Prefazione d Manuel Agnelli e Franz Di Cioccio.

DONATO ZOPPO - Something
Proprio all'ultimo momento, un secondo prima dello scioglimento definitivo (già in atto da tempo) dei Beatles, George Harrison piazzò il suo marchio più importante: "la canzone d'amore più bella di tutti i tempi" (come disse Frank Sinatra quando la reinterpretò nel 1971), che però non contiene mai la frase "I love you".
Donato Zoppo traccia un minuzioso resoconto della vita di "Something", apparsa nel mitico "Abbey Road".
Nata durante le session del "White Album", affidata a Joe Cocker ma, alla fine, tra molte titubanze dello stesso autore, inserita nell'atto finale dei Beatles.
Più volte erroneamente attribuita a un omaggio alla moglie Pattie Boyd ma come ha dichiarato (impietosamente) George: "Non l'ho scritta per Pattie. L'ho solo scritta, poi qualcuno ha realizzato un video con immagini di me e Pattie, Paul, Linda, Ringo e Maureen, John e Yoko. Così tutti pensavano che l'avessi dedicata a lei, ma in realtà, mentre la scrivevo, stavo pensando a Ray Charles. Riuscivo a sentirlo cantare nella mia testa".
Un compendio interessante interessante e gustosissimo per ogni Beatles fan che si rispetti.

JOAQUIM PAULO - Funk & Soul Covers
Ponderoso volume di quasi 600 pagine per altrettante copertine di estrazione funk soul.
Da classici senza tempo (Marvin Gaye, Ray Charles, Aretha Franklin) a oscuri dischi, persi nella memoria.
Immagini stupende ed evocative si alternano a quelle tardo 70, sessualmente ammiccanti.
Il tutto corredato da brevi spiegazioni e contestualizzazioni.
Molto cool.

ACHILLE LAURO - Sono io Amleto
Una lettura interessante su uno dei FENOMENI POP più stimolanti e discussi del momento.
Si apprezzi o meno la sua musica, l'aspetto più rilevante è il suo essere DIVISIVO (amore /apprezzamento - odio/disprezzo), difficilmente relegato all'indifferenza.
E questo merita approfondimento.
Un'anima tormentata, una vita devastata fin dall'infanzia da una famiglia divisa, poi le droghe, lo spaccio, le piccole rapine, i rave, gli amici in galera o finiti molto peggio.
La musica come rifugio salvifico.
Un'autobiografia poetico/visionaria (ma anche cruda e diretta) intervallata da racconti e riflessioni degli amici e del fratello oltre a 23 opere di artisti contemporanei street e psichedelici.
ACHILLE LAURO può piacere o meno ma, essendo riferimento per migliaia di giovani(ssimi) ragazzi italiani, può essere interessante capire e conoscere.

GABRIELE MERLINI - No music on weekends
Un lavoro molto particolare e personale in cui l'autore si muove nell'alveo dei primi passi della new wave italiana (ma non solo) attraverso una collocazione socio politica, in una sorta di saggio su nomi, scene, aneddoti, vita vissuta. In cui si intrecciano flashback personali, visioni, ricordi, pensieri.
Un ibrido interessante e innovativo in cui emerge una grande abilità di scrittura e uno stile spedito e accattivante.

ALESSANDRA IZZO - She Rocks
Quindici giornaliste musicali che emergono da un mondo indiscutibilmente in prevalenza maschile e, sottolineano, spesso maschilista e "testosteronico", testimoniano delle loro esperienze nell'ambito, attraverso veloci interviste a cura dell'autrice.
Uno spaccato indicativo di un ambito in cui (anche in questo caso!) il solo fatto di essere donna comporta qualche ostacolo in più.
Brillano i contributi delle "regine" del giornalismo musicale nostrano, Daniela Amenta, Alba Solaro, Marinella Venegoni. Un centinaio di pagine, lettura veloce e frizzante.

ANTONIO G. D'ERRICO- PEPPE PONTI - I suoni del sud. La musica tra i vicoli di Napoli
La scena musicale napoletana è sempre stata un fonte inesauribile di creatività, mescolanza di stili, suoni, influenze. E anche di aneddoti di tutti i tipi.
Come quelli che accompagnano la lunga carriera del produttore Peppe Ponti (creatore dell'etichetta Suoni dal Sud) che in questo godibile e frizzante libro racconta a Antonio G.D'Errico una lunga storia a fianco di nomi come James Senese, Tony Esposito, Osanna, Enzo Gragnaniello, Tullio De Piscopo, Enzo Avitabile, Mia Martini, Pino Daniele e tanti altri. Un modo diretto per conoscere più a fondo e dettagliatamente quella che è stata e rimane un'incredibile miniera di creatività artistica.

GIMMO - My rivers my blues
Un suggestivo viaggio tra parole, immagini, canzoni (riproducibili con lo smartphone attraverso dei codici QR), registrate sulle rive del Mississippi nostrano, il Po e il suo celebre affluente Trebbia. "MyRiversMyBlues é il mio canto alla bellezza della natura. Un inno alla ritrovata libertà".

AA.VV- Inchiostro sprecato
Il progetto INCHIOSTRO SPRECATO prosegue le pubblicazione aggiungendo tre nuovi capitoli.
La produzione è 100 % D.I.Y., ma la volontà è di fare le cose per bene, divulgando controcultura di qualità in stile «MILLELIRE» con libretti in formato A6, stampati professionalmente su carta patinata, ad effetto «rivista».
* ANTONIO BACCIOCCHI - Spara Iuri Spara / ALDONE SANTARELLI / Data di scadenza / Uomini in nero PATH -Nonostante tutto
* MARIO BIANCHI - Bullet bar
* PAOLO MERENDA - Okkupazione / VINCENZO TRAMA - Le barbare d'urso hanno gli occhi
Nel primo caso si tratta di una ristampa della precedente uscita, andata esaurita, con l'aggiunta di una racconto di Santarelli e di uno di Path.
Nuove produzioni le altre due.
Racconti sempre con ampi ed espliciti riferimenti alla musica e scena "alternativa", un forte senso dell'humor e del noir.

Iniziativa da supportare (considerata anche il costo bassissimo dei libretti).

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