venerdì, giugno 21, 2019
Alessio Lega - La nave dei folli
Un testo essenziale per ricostruire e consegnare alla storia e al giusto merito, la vita e l'opera di uno dei cantautori più significativi della musica popolare italiana, IVAN DELLA MEA.
Un'infanzia e un'adolescenza terribili, una vita vagabonda e sempre precaria, anche e soprattutto a causa di scelte estreme, mai scese a patto con alcun compromesso.
Utopie politiche, ideali rivoluzionari, militanza quotidiana, la nascita di una scena etno musicale con a fianco Giovanna Marini, Giovanna Daffini, il ruolo giudicato ambiguo (e molto criticato) di Dario Fo.
Canzoni di lotta, parole dure, esplicite ("Ballata per l'Ardizzone"), dolenti ("El me gatt"), rabbiose.
Un libro che non è solo normale biografia ma la storia di un'epoca.
“Ivan ha dentro di sé la morale più meravigliosa che l'uomo abbia adottato: la solidarietà per i più deboli, la fratellanza fra uguali, la libertà che non sopporta catene, né per sé né per nessuno. Il socialismo, insomma, la grande utopia operaia messa in cantiere nella storia dell'uomo.”
Alessio Lega, cantautore, militante anarchico, storico della canzone ne traccia un ritratto perfetto, denso ed esaustivo e risponde ad alcune domande in merito.
1) Perché pensi che un personaggio così interessante e di così grande spessore come Ivan Della Mea abbia sempre avuto poco spazio nella storia della musica italiana?
Se partiamo dalla considerazione che Ivan non ha mai sprecato un solo minuto a competere nella musica (e ancor di più in quella italiana), in un certo senso lo spazio che ha avuto è immenso, rispetto a coloro che hanno buttato la loro vita inseguendo Sanremo, la televisione e la radio.
Gli altri erano dei cantanti, Ivan un uomo che cantava, e fra vivere e cantare c’è una bella differenza.
2) Hai impiegato molto tempo per raccogliere tutte le (numerose e dettagliate) informazioni?
È sempre molto difficile delimitare il tempo di una simile ricerca.
La stesura del libro mi ha preso sei mesi, le interviste di preparazione circa due anni.
Ma sono più di dieci che mi capita di parlare di Ivan e del suo ambiente, la lunga, fraterna, indimenticabile amicizia con Paolo Ciarchi ne è stato il vero motore.
Se questo libro ha un valore è questo: non è un libro, è un pezzo della mia vita passata a cercare il Mea.
3) Esiste ancora quell'idealismo estremo che permeava i personaggi tratteggiati nel libro? Dalla Marini a Ivan, Ciarchi etc ?.
Non solo esiste, ma è ancora più estremo: oggi chi intraprende quella strada e quelle intenzioni si trova in un contesto molto più disgregato e ostile.
4) Che eredità ha lasciato Ivan nella canzone popolare italiana?
Era un grande poeta, un grande artista e soprattutto un intellettuale. Dunque ha lasciato una vasta opera - complessa e diseguale - con punte di valore assoluto come “La nave dei folli” o “Sudadio giudabestia”.
Ma la sua “eredità” più interessante consiste nello spazio liberato, uno spazio nel quale si fa musica per un’urgenza comunicativa e la si fa pensando al futuro, mai al risultato immediato.
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